Le infrastrutture sono tutto quello - di “emerso” - che hai apparentemente/fisicamente a disposizione per muoverti, comunicare, ricevere servizi, "pensare", etc.
Chi detiene il controllo infrastrutturale, detiene anche un certo controllo indiretto su di te.
Se, poi, queste infrastrutture sono anche collegate fra loro, allora la rete/gabbia diventa sempre più totale. Ad esempio, se non intendi pagare un servizio per un suo evidente malfunzionamento, avvenuto a singhiozzo e/o ripetutamente nel periodo Temporale di fatturazione bimestrale, che abbia tra l’altro anche arrecato un certo qual danno al tuo lavoro, immagine, serenità familiare, etc., poco potrai fare se sei obbligato in solido al pagamento dello stesso servizio per opera della tua firma sul contratto e per costrizione di un altro servizio infrastrutturale come quello della “giustizia/legge”.
Si sa che “la legge non ammette ignoranza”; un modo strategico di ammettere che puoi e sarai molto probabilmente "raggirato".
A chi ti puoi rivolgere affinché i tuoi diritti siano preservati?
Innanzitutto, sappi che “tu non hai diritti ma solo una parvenza di tutto ciò”.
Allora, puoi rivolgerti a qualche associazione di “difesa del cittadino”, che oltre al costo della tessera obbligatoria associativa, difficilmente andrà.
Puoi sempre pagare sontuosamente un avvocato. Certo. Sei libero di continuare a farti del male da solo, perché l’avvocato, oltre a riscuotere la propria parcella, poco potrò fare per la tua “piccola” causa.
Insomma, che ti resta da fare?
Prendere le armi e sparare? Prendere la armi e spararti? Naa…
Anche se la seconda ipotesi, tuttavia, ha un suo senso intimo, ossia, ti porta via dall’infrastruttura del complesso corpo/mente. Ma, ti libera? Per nulla. Per niente se… non sei preparato o iniziato all’atto dell’"insano gesto".
Questo è un argomento tabù, vero? Anche e più del sesso...
Un argomento da “peccato mortale”. See, come no.
È la paura che te lo vieta di fare. La paura di “perdere la Vita”. La paura che ti tiene con una stretta solida alla gola ed alla bocca dello stomaco. Le gambe sono molli e tremolanti e mai riusciresti a toglierti la Vita.
Non esiste un potere di controllo più grande, di quello che non ti permette di “andartene” per opera di te stesso. Sei tu, apparentemente, che “stai qua”. No? Non puoi dare la colpa a nessuno, vero?
Infatti:
- non esiste colpa
- non esiste responsabilità esterna.
Esisti tu.
Anche se:
- esistono colpe
- esistono responsabilità esterne.
Esisti sempre e solo tu.
Personal branding: perché è sempre più importante per trovare lavoro.
Lavoro e Internet sempre più collegati. Non solo perché Internet offre e potrà offrire posti di lavoro (in Italia secondo il rapporto “Crescita digitale” al momento rappresenta il 2% del Pil), ma anche perché sembra sempre più che la partita tra il trovare un nuovo impiego (o cambiarlo) e chi lo sta cercando si giochi in un campo che ha come confini computer, tablet e/o smartphne. Ossia tutti quei mezzi che consentono di andare in Rete.
E a questo è connesso un altro concetto: la reputazione online è fondamentale. Da qui si evince che – se vogliamo trovare un impiego – dobbiamo lavorare al meglio perché il nostro "marchio” possa dire tutto di noi e aiutarci a inserirci in determinati contesti lavorativi.
Tommaso Sorchiotti e Luigi Centenaro ne sono così convinti che hanno dato vita qualche mese fa alla seconda edizione di un libro che nel 2010 è stato l’antesignano di una lunga serie di studi e incontri sul tema. Titolo: “Personal branding – Promuovere se stessi e trovare nuove opportunità”, editore Hoepli. Ne parliamo con Tommaso, 33 anni, che si definisce digital & creative strategist…
In cosa l’Italia è indietro per il personal branding e in cosa è avanti?
“Gli italiani sono ancoratissimi all'immagine e quindi, in parte, all'apparenza. Nel bene e nel male quindi l'attenzione che si dà alla confezione del regalo, più che al regalo stesso, è in media più elevata degli altri Paesi, secondo la mia esperienza.
E così si cura in maniera molto attenta il modo di vestire e le foto in cui si appare, si presta attenzione ai particolari, e si da meno importanza ai contenuti che si condividono e al modo di esprimersi. Gli italiani sono bravissimi a far colpo come prima impressione!”.
Allora, che cosa abbiamo qua?
- il lavoro è una infrastruttura che possiede un gran controllo su di te.
- Internet, allo stesso modo, “ti ha” sempre di più.
- insieme, costituiscono un cocktail micidiale per il tuo status quo/paradigma.
La reputazione online è fondamentale:
- anche se “non vale per tutti”, vero?
- esistono persone che si collocano al di là della “reputazione”, visto il peso specifico che hanno acquisito negli anni di presenzialismo.
Gli italiani sono ancoratissimi all'immagine e quindi, in parte, all'apparenza. Nel bene e nel male quindi l'attenzione che si dà alla confezione del regalo, più che al regalo stesso, è in media più elevata degli altri Paesi…
Se la “reputazione online” è importante, è altrettanto importante capire che l’infrastruttura Internet, entro la quale si costruisce la propria reputazione, è quanto di più “modificabile” possa esistere.
Ossia, ciò che appare in Rete non sempre corrisponde ad un aspetto autentico, vero, fisico.
Il concetto di “apparenza 3d”, trova in Internet una sua dimostrazione fisica frattale.
Pertanto le infrastrutture veicolano un segnale auto contenente ed auto referente… a loop/vortice.
Se non scorri lungo la stessa direzione del segnale infrastrutturale, allora sei “out” dal punto prospettico del controllo ad opera dei sottopoteri del Nucleo Primo.
La reputazione è dunque divenuta digitale, ossia, evidentemente apparente.
Non puoi osservare contemporaneamente l’onda e la particella e questa “limitazione” ti rende “cieco”.
È facile pontificare (onda) sino a quando non entri nel merito della questione (particella) e la trappola Antisistemica ti si chiude addosso.
Allora, resta “fermo facendo qualcosa”.
Lo puoi fare, vero? Quando sei fermo alla tastiera del pc, in realtà, magari "sei in Australia" attraverso la funzione di una web cam, che ti mostra il bel panorama costiero.
Ossia, stai facendo qualcosa senza fare apparentemente nulla.
Questa tua proiezione è il simbolo frattale della tua multidimensionalità.
Tu sei molto di più di quello che credi e che sei abituato a concettualizzare, a causa di una pressione ambientale che ti obbliga, letteralmente, a pendere col pensiero verso una certa regione dei luoghi comuni.
La dipendenza dal potere infrastrutturale è, tuttavia, se osservata solo dal punto di vista 3d, una lama a doppio taglio, ossia, che taglia solo te ma da entrambe le sue parti:
- non ti puoi svincolare dalla morsa 3d, utilizzando le infrastrutture poste a tua sorveglianza.
O meglio, lo puoi fare se… riesci ad accedere alla “stanza dei fili” che controlla la Rete. Da quel punto è possibile tornare a “rivedere le stelle” per come esse esattamente appaiono e non attraverso lenti di distorsione tecnologicamente inappropriate.
La tua reputazione è modificabile ma solo se sai come muoverti.
Se rimani solo e sempre contenuto, allora puoi fare piccoli passi che ti permettono di costruirtene una affidabile, ma… essa rimarrà tale sino a quando non incoccerai in un check point Antisistemico che, come l’Agente Smith di Matrix, può essere incarnato da qualsiasi persona fisica o non fisica.
In pratica, esisti solo tu. Fai attenzione a come "ti muovi rimanendo fermo"...
E così si cura in maniera molto attenta il modo di vestire e le foto in cui si appare, si presta attenzione ai particolari, e si da meno importanza ai contenuti che si condividono e al modo di esprimersi. Gli italiani sono bravissimi a far colpo come prima impressione!
Dunque, riparti da te stesso.
Dipende da te.
Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro 2013/Prospettivavita@gmail.com
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