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venerdì 1 febbraio 2013

Unire inizio e fine.





La più grande storia parla la vostra lingua, pur essendo molto più dettagliata tuttavia diversamente codificabile. È come se si prestasse ad ogni lettura possibile ed immaginabile, da parte di singoli, gruppi, comunità, corporazioni, insiemi, etc. Però…

In informatica, un paradigma di programmazione è uno stile fondamentale di programmazione, ovvero un insieme di strumenti concettuali forniti da un linguaggio di programmazione per la stesura del codice sorgente di un programma, definendo dunque il modo in cui il programmatore concepisce e percepisce il programma stesso
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Però… è insito nel codice della più grande storia ‘il modo in cui il programmatore concepisce e percepisce il programma stesso’ (caratteristica o frattalità ed olograficità). Come a dire che:
  • ognuno può vedere/percepire a suo modo ciò che lo attornia
  • ognuno è soggetto all’idea cardine (Creazione) di ciò che lo attornia.
Per questo motivo ‘tutto’ ha una doppia Anima, una doppia faccia, ‘tutto’ è polare, duale… nelle 3d e dal punto prospettico dello Human Bit.

La memoria è un concetto centrale nell’ottica dell’esistenza; senza memoria si è come infanti. Nelle Cronache dell’Akasha, Steiner ricorda quel Tempo caratterizzato da umani senza memoria, coordinati da individui con maggiore capacità di ricordare; il concetto di saggezza conferito generalmente all’anziano, deriva proprio da quel Tempo caratterizzato da una scarsità della capacità mnemonica. Il valore dell’esperienza viene fissato nella memoria, altrimenti tutto risulterebbe vano ed eternamente ciclico nonché ancorato ad un punto d’inizio senza fine:

esattamente il punto a cui, adesso, siete vincolati e radicati. La dimenticanza è selettiva, ossia determinata chirurgicamente ad opera del Nucleo Primo in quanto rappresentante sulla Terra 3d del potere della ‘Luce che non ha nome’.

Nell'antichità greca, l'esigenza di mantenere in vita la memoria collettiva dava adito a forme di istituzionalizzazione: si veda la figura dello mnemon
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Le forme pensiero agiscono pressando la dimensione fisica della manifestazione energetica.

Il termine mnemone (gr.: μνήμων, colui che ricorda o colui che rammenta) contraddistingueva un'istituzione del diritto arcaico dell'antica Grecia.

Inizialmente, in mancanza della scrittura, gli mnemoni erano figure alle quali era demandato il compito di ‘ricordare’ il passato, ‘registrandolo’ nella propria memoria

Questa funzione operava a beneficio di chi si trovava a dover prendere decisioni legali, basandosi proprio sulle informazioni contenute in quella sorta di ‘registrazioni’ orali.

Attraverso simili figure, depositarie di una ‘memoria vivente’, passava una sorta di istituzionalizzazione della memoria collettiva, dovuta al riconoscimento della sua importanza sociale. Anche in seguito, con l'evolversi della società, e con l'espansione della scrittura, questa funzione sociale non perse la sua importanza: 

il ruolo dei mnemoni, adattandosi ai nuovi tempi, mutò in quello di archivisti.

Origini mitiche.
Si ritiene che la sua origine sia da ricercare in ambito mitico-religioso: nella mitologia greca, come nel caso dell'omonimo attendente di Achille durante la Guerra di Troia, lo Mnemone era un attendente che aveva il compito di ricordare all'eroe di una necessità superiore o divina, la cui dimenticanza poteva procurargli la disgrazia o causarne la morte

Fu solo in seguito che questa figura si trasferì da un orizzonte mitico a un terreno propriamente giuridico e civile, andando a incarnarsi in una magistratura.
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Un attendente che aveva il compito di ricordare all'eroe di una necessità superiore o divina, la cui dimenticanza poteva procurargli la disgrazia o causarne la morte:

una guida, la voce interna della Coscienza, la voce di una entità.

Il processo di incarnazione, in questo senso, rende molto bene l’idea del passaggio tra due livelli diversi della densità energetica per ‘continuazione’… conseguente, cioè, ad un intento che ‘scende’ dal livello più rarefatto/sottile.

Ora, massivamente, non ritenete che possano esistere altre forme di Vita al di sopra della vostra, a parte il pantheon di divinità biodiverse a cui ognuno di voi aderisce e conferisce potere attraverso dedizione e preghiera.

Tutto è sottinteso da codici per il funzionamento; leggi scritte da ‘non si sa chi’ e ‘non si sa quando’, vero? La chiamate Natura.

Un processo è naturale quando lo riscontrate direttamente, risultando auto esistente:

il codice che lo ha creato, tuttavia, lo rende allora artificiale. La manifestazione della Vita non è apparente pur essendolo; tutto nasce da un intento, montagne ed oceani compresi.

Queste ‘cose’ non sono più naturali di un pezzo di plastica.

Tutte esistono al di sotto di un codice di programmazione nativo, sorgente…

Il linguaggio macchina o codice macchina è il linguaggio in cui sono scritti i programmi eseguibili per computer… Il linguaggio macchina è basato su un alfabeto detto binario perché comprende due soli simboli, generalmente indicati con 0 e 1. Un simbolo di questo alfabeto viene detto bit… In particolare i linguaggi a più alto livello si ottengono come semplice codifica (tabella di associazione) a partire dal linguaggio macchina in un crescendo di astrazione.

L'espressione ‘il linguaggio macchina’ è, strettamente parlando, scorretta; infatti, ogni modello di processore è in grado di comprendere un proprio particolare linguaggio macchina. Tuttavia, pur variando nella sintassi specifica, i linguaggi macchina di tutti i processori sono basati su un insieme di principi e di concetti analoghi

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L’analogia tra voi e l’infrastruttura dei computer è spaventosamente significativa. È ovvio, essendo essi nati da voi. Che cosa potevate creare, se non un’altra forma di voi stessi? Il quasi paradosso è che studiando com’è concepito un computer, un non addetto ai lavori (un non informatico - non asservito alla logica abitudinaria del proprio lavoro) può davvero comprendere molti aspetti curiosi ed utili al fine di conoscere meglio se stesso.

È un modo 'strano' ma efficace di auto conoscersi indiretto (Metodo Indiretto).

Un computer riserva sorprese a non finire; i creatori delle diverse aree di lavoro e strutturali hanno riversato molta conoscenza astratta/esoterica nella loro opera.

In un sistema dotato di memoria virtuale, il processore e i programmi si riferiscono alla memoria centrale con indirizzi logici, virtuali, che vengono tradotti in indirizzi fisici reali da una unità apposita, la Mmu o memory management unit che in genere è incorporata nei processori.

La Mmu… traduce l'indirizzo logico in indirizzo fisico…

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Esiste un indirizzo logico ed uno fisico: una doppia allocazione sovrapposta.

Come si interroga l’indirizzo logico? Come si può modificare il suo puntamento? Come si può cambiare dunque il valore che plasma la fisicità?
Studiate l’architettura ed il funzionamento di una macchina evoluta e lo comprenderete, bypassando ogni cammino iniziatico. Se davvero lo intendete, applicandovi, tutto è alla vostra portata.

Gli uomini muoiono poiché sono incapaci di congiungere l’inizio e la fine.
Alcmeone

L’inizio e la fine di che cosa? Del loro corpo pulsante, della materia temporale che sono. Se la coscienza è tempo incarnato, il ricordo è una delle forme in cui mente e corporeità si incontrano mediante l’atto concreto e intenso di esistere, al quale è costantemente rivolta –intenzionata- la nostra interiorità. 

Spazio e tempo sono forme a priori non solo della conoscenza ma anche dell’agire ed è nell’agire – nella vita, proprio nella vita - che il corpo coincide con la memoria

Una lunga e accurata indagine clinica ha consentito a Vincenzo Di Spazio di ampliare la pratica diagnostica e terapeutica oltre il tempo del soggetto, immergendolo in quello dei ‘nostri antenati, che recitano all’infinito il loro tragico ruolo; noi vediamo questi eventi passati non con i nostri occhi, ma con i nostri geni’; dei nostri avi ripetiamo persino i visi, certi modi di dire, le inflessioni, le andature. Ecco perché –continua Di Spazio - ‘ogni qualvolta si affronta un disagio dobbiamo interrogarci non soltanto sul come (la modalità) e sul dove (la localizzazione spaziale), ma anche e soprattutto sul quando (la localizzazione temporale): interrogarci sul quando apre poi la strada alla comprensione del perché (la sorgente del conflitto emozionale). I sintomi corporei devono essere tradotti attraverso questa griglia interpretativa per essere ricondotti al perché si siano generati: il perché è localizzato in un punto del tempo (recente o remoto), dove siamo stati esposti in modo diretto (la nostra storia biografica) o indiretto (la nostra storia familiare) ad un’esperienza dolorosa’. 

La memoria può essere liberata e guarita mediante l’identificazione e il dissolvimento dentro il nostro corpo –in particolare nei punti spinali bilaterali- degli effetti dei traumi che hanno preceduto il nostro concepimento e che il gene emozionale ci ha trasmesso. La corporeità, infatti, è intessuta di emozioni, di sentimenti, di percezione soggettiva dell’esistenza nel suo fluire temporale. 

Il corpo è il nodo ontologico nel quale si raccolgono il mondo, il tempo e i significati.

Memoria e coscienza sono le forme deste della vita umana, il fondamento di ogni razionalità e di ogni sentimento. 

Che cos’è, infatti, il mondo per l’essere umano se non tempo che diventa materia, flusso che sembra fermarsi in strutture? E quindi la verità del corpo/mondo non può che essere il corpo/tempo. La morte, questa esperienza mai vissuta e sempre attesa, non è il risultato del semplice degrado degli organi, non è un fenomeno contingente che un qualche spettacolare sviluppo delle scienze mediche e conservative potrà prima o poi sconfiggere ma è l’esito ultimo di quel ‘tempo dell’invisibile [che] si intreccia con il tempo del visibile e regola il passaggio delle generazioni, dove il respiro degli antenati invade di continuo ogni nostra azione, ogni evento’ poiché ‘il nostro slancio vitale è appesantito dalla zavorra dei ricordi che non ricordiamo, il corpo geme per ferite che nessuno vede. Piango lacrime di altri umani, mi batte il cuore spezzato da tragedie, che nessuno mi ha mai raccontato’…

La prima e costante forma del morire è la dissoluzione mnestica, l’inevitabile
svanire dei ricordi causato dal processo dinamico e immateriale in cui consiste la memoria…

Cronoriflessologia - Guarire dalle ferite degli antenati - Vincenzo di Spazio 

L’inizio della vostra storia lo avete dimenticato. L’intento deve essere quello di andare oltre alle esigenze di copione, pur riconoscendo che anche la 'stasi', nelle 3d, non è mai fine a se stessa e dalla di lei conoscenza, l’umano trae nel Tempo quella spinta necessaria al fine di procedere lungo un cammino più o meno irsuto ed in definitiva solamente figlio di una scelta presa in un altro luogo ed in altri Tempi.

Il canto degli avi risuona sempre dentro ad ognuno di voi. La loro è una memoria senza Tempo, che non ha fretta ed attende fedele che voi raggiungiate il momento dell’unione tra l’inizio e la fine per trovare il ‘senso’.

Un’opera che necessita di conoscere per essere completata e conosciuta:

avete necessità di raggiungere quel grado di essenza tale, per cui vi rendete disponibili e consapevoli di avere già in voi ciò che si ritiene ancora di non conoscere.

L’unione degli opposti è arte nella sua forma più astratta e resa coesa attraverso il libero fluire senza attriti nella struttura auto esistente del ponte che siete:

l’alto meccanismo di un trasporto di luce/energia/informazione.

Voi illuminate la frontiera. Voi siete centrali pur vivendo la periferia.

Senza la spada in mano, non posso proteggerti
con la spada in mano, non posso abbracciarti.

Bleach

Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2013
Prospettivavita@gmail.com

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