La morte estingue la capacità giuridica della persona e i diritti ad essa inerenti (ossia i diritti personali) ma non i diritti patrimoniali, i quali dovranno essere perciò trasmessi ad altri.
Il complesso di norme che regola tale trasferimento si chiama diritto ereditario o successorio...
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Una delle primissime immagini trasmesse da Curiosity alla base dopo l'arrivo del rover su Marte:
la fase dell'atterraggio si è conclusa con successo, e il nuovo esploratore marziano ha inviato alla Nasa un'istantanea di quello che vede sul pianeta rosso. Comincia così la missione di Curiosity.
Tutti, ben conoscendo a quale livello tecnologico è giunta la capacità umana di fotografare, dalle galassie agli organismi più microscopici, ci saremmo aspettati una rappresentazione del suolo di Marte perlomeno degna del termine ‘fotografia moderna’. E invece? Eco che cosa Curiosity ha inviato sulla Terra:
Wow. Non c’è che dire! Una vera schifezza di fotografia. Ma che cosa pensano alla Nasa? Che la popolazione sia ancora convinta di vivere nel 1969 o, ancora peggio, agli inizi del 1900?
La ‘difficoltà tecnologica’ o la ‘distanza tra i due Pianeti’ è un problema? Ma per favore… Ormai non ci crede più nessuno o, almeno, non ci credo più io. Questa fotografia è una vera e propria presa per i fondelli e potrebbe rappresentare anche una strada in terra battuta vicino a casa mia. Se osservassimo bene, potremmo anche sperare di vedere per terra un tappo di bottiglia della birra e un mozzicone di sigaretta, cioè dei chiari segni di Vita Marziana… Bah.
Rimango sempre allibito di fronte a talune prove di sciatteria.
È come ‘tornare indietro’ invece che procedere lungo la direzione intrapresa. Questi ‘signori’ ci vogliono fare credere che la sonda non sia attrezzabile con una macchina fotografica ‘normale’, di quelle che si trovano anche al supermercato in offerta speciale. No, è possibile solo dotare la sonda di apparecchiature sofisticatissime e lasciare la ripresa fotografica relegata nel limbo della insignificanza. Ma quale potere tecnologico andiamo paventando, se non siamo nemmeno in gradi di scattare una normale fotografia a colori e sufficientemente nitida da essere compresa da tutti?
Ci fanno sempre vedere le ‘cose’ dal buco della serratura, pretendendo che noi ci si creda senza indugio alcuno. E il bello è… che accade proprio così come intendono. Wow… Poveri noi.
E poi ci fanno vedere le foto dell’Universo, meravigliose. Foto di ‘oggetti celesti’ lontanissimi, quando non abbiamo nemmeno una foto della Luna in alta definizione e a colori. Questi paradossi non sono affatto casuali, ma servono per creare e mantenere attivo quel livello confusionale, in grado di disturbare il naturale processo di risveglio della specie umana.
Ogni ‘entità vivente’ cresce nel Tempo e la stessa cosa, ovviamente, vale anche per tutti noi. Il Controllo Antisistemico lo sa alla perfezione e, dunque, ha creato una struttura omnicomprensiva in grado di mantenere gli umani in una fase estremamente rallentata del proprio processo naturale di consapevolezza e di conoscenza di se stessi.
Nulla è per caso.
Quella fotografia mi procura un effetto simile a quello dell’orticaria. È il simbolo che il Tempo è stato bloccato, congelato, rallentato a dismisura e che ‘noi’ siamo regolarmente quegli allocchi che credono a tutto quello che viene rilasciato ed imposto dall’alto, dove per ‘alto’ si deve intendere ‘la regia umana/parassitaria sottile’, cioè Antisistemica.
Tutto è opportuno, allo stesso Tempo. Ok. Ma per oggi intendo soffermarmi su uno solo dei lati della ‘medaglia’. Ok?
La Bce deve rispettare le proprie regole.
Il meeting Bce, come avevamo anticipato, si è risolto in sostanza con un nulla di fatto. In ultima analisi quanto è emerso è che Draghi, come del resto era lecito supporre, deve attenersi strettamente alle regole cui la Banca Centrale è sottoposta (quindi non può finanziare direttamente gli Stati)…
Punto fondamentale:
l’intervento sul mercato secondario avverrà solo a condizione che gli Stati interessati richiedano aiuto. Questo equivale a costringere Italia e Spagna a chiedere aiuto formalmente, quindi di fatto a richiedere un Bailout (situazione in cui un soggetto in bancarotta, o vicino alla bancarotta, riceve un'iniezione di liquidità, al fine di soddisfare i suoi obblighi a breve termine. Link) per ottenere i riacquisti?
Questo è il punto più controverso ed ‘assurdo’.
I riacquisti della Bce dovrebbero servire proprio per evitare di chiedere aiuto, mentre qui si viene costretti a chiedere aiuto per attivare i riacquisti! Crediamo che sia superfluo aggiungere commenti a riguardo. Di fatto l’obiettivo che la Bce si prefigge è quello di ‘blindare’ le misure di risanamento e le riforme che gli Stati stanno prendendo anche oltre eventuali elezioni…
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- nulla di fatto
- non può finanziare direttamente gli Stati
- costringere Italia e Spagna a chiedere aiuto formalmente
- si viene costretti a chiedere aiuto per attivare i riacquisti
- l’obiettivo che la Bce si prefigge è quello di ‘blindare’ le misure di risanamento e le riforme che gli Stati stanno prendendo.
La Bce rispetta eccome le regole:
le ‘proprie’ regole.
Essendo privata, tende a ‘portare acqua al proprio mulino’. È naturale e comprensibile, allo stesso modo di come è 'comprensibile' quella foto di Marte scattata da Curiosity; quella ‘scatola’ di metallo dotata di tutto, tranne di una macchina fotografica digitale da 80 Euro, che si trova in offerta da Trony.
È questa la realtà che ci circonda:
una paradossale rappresentazione di controversie sottili, che vanno ad impigliarsi nelle nostre strumentazioni di bordo individuali. Una forma sottile di inquinamento delle nostre possibilità/facoltà.
Facciamo astrazione del nostro punto di osservazione, senza per questo dover andare su Marte. Semplicemente proiettiamo la nostra lungimiranza oltre ai confini tremolanti emanati dalle nuove ‘Colonne d’Ercole’:
oltre ai limiti imposti da ‘altri’.
Quando in Borsa si perde, si perde davvero? E, soprattutto, perdono tutti? Oppure c’è sempre chi ‘vince’ e coloro che perdono sono sempre gli stessi?
Facebook, il crollo del titolo fa guadagnare il 500%.
Il crollo del 45% di Facebook, a qualche investitore europeo è fruttato ben il 500%. Sono i fortunati che hanno acquistato il warrant emesso da Vontobel la settimana dopo la quotazione del social network, al costo di 6 centesimi di euro. Il prodotto scommetteva su un ribasso del titolo a 22 dollari entro il marzo successivo alla quotazione: un risultato che è stato (purtroppo per Mark Zuckerberg) raggiunto molto prima, portando il valore del warrant, secondo i calcoli di Bloomberg, a ben 37 centesimi.
Vontobel non è il solo emittente a scommettere sul crollo del titolo Facebook: anche Bnp Paribas, Ubs e Commerzbank hanno tra i loro prodotti ‘put warrants’, che scommettono su un ribasso fino a 12 dollari. Secondo quanto calcolato da Bloomberg, dei warrant più scambiati, nove su dieci sono legati al ribasso di Facebook, mentre le cinque opzioni legate al social network più presenti nei portafogli degli investitori sono proprio ribassiste.
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Ok? È la nostra ‘ignoranza’ a farla da padroni: sempre. Ogni situazione vela opportunità di guadagno e di perdita. Rien ne va plus, les jeux sont faits - espressione in francese (letteralmente 'nulla è più valido, i giochi (ormai) sono fatti'), utilizzata dal croupier nel gioco della roulette per segnalare ai giocatori il momento dopo il quale, essendo già in movimento la pallina, non è più possibile posizionare le fiches sul tavolo da gioco.
È entrato nel linguaggio comune per indicare che, ormai, quel che è stato fatto è stato fatto e non c'è più niente da fare.
C'è sempre 'qualcosa da fare'. È, semmai, sempre una questione di 'timing', di attesa, di preparazione e di giuste tempistiche... Cosa scegliamo di fare? Come ci muoveremo? Chiederemo all’esperto di turno, oppure decideremo di ‘capire da soli’?
La cosa migliore è imparare sempre qualcosa, anche dalle sconfitte più brucianti. Questo è il modo più indelebile per accumulare esperienza. Esperienza che ci trasformerà in esseri a prova di ‘sofisticazione’. Non crederemo più al primo che bussa a casa nostra, al fine di venderci una ‘enciclopedia’… Crederemo solo a noi stessi e a tutti coloro che avranno dimostrato di ottenere la nostra fiducia. Fiducia che, ancora oggi, è riposta in un modello di controllo atto a mantenerci distaccati da noi stessi.
Ci accorgiamo dell’incendio che sta divampando sulla ‘nave’? Lo sentiamo l’odore intenso ed impregnante delle fiamme? Oppure cerchiamo di allontanarlo cospargendoci di profumi, come faceva l’aristocrazia europea di qualche secolo fa?
Il ‘puzzo’ si sente sempre, a ben filtrare l’aria.
Ora vorrei passare ad una illuminazione/proposta, che ieri mi ha colpito improvvisamente. La esprimo nella sua prima forma di bozza ‘senza nessuna pretesa’. Assolutamente da ‘non esperto’ ma in qualità di ‘essere anche cittadino di questa società’. Eccola…
Il tema è: ‘Il diritto all’estinzione della Pensione’.
I contributi previdenziali sono pagamenti obbligatori che in Italia si effettuano all'Inps (settore privato) e all'Inpdap (settore pubblico), al fine di successivamente una prestazione pensionistica (dal 1° gennaio 2012 - per effetto del decreto legge numero 201 del 6 dicembre 2011 - 'decreto salva Italia' - poi convertito con modifiche nella legge numero 214 del 27 dicembre 2011 - l’Inpdap è confluito in Inps. Link).
I contributi previdenziali (pensioni di vecchiaia, invalidità, superstiti, ecc.) ed assistenziali (malattia e Gescal) devono essere versati sia dal datore di lavoro che dal lavoratore.
Al lavoratore viene trattenuto il 9,89% della retribuzione nelle aziende industriali fino a 15 dipendenti, commerciali fino a 50 dipendenti, nei pubblici esercizi e negli studi professionali; all'interno delle aziende con oltre 50 dipendenti la percentuale è del 10,19%.
Il datore di lavoro deve invece versare mensilmente i contributi e presentare all'Inps o agli Istituti sostitutivi del regime generale obbligatorio previdenziale la denuncia individuale delle retribuzioni dell'anno precedente di ciascun dipendente...
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Le persone lavorano tutta la Vita. Perché? Perché servono soldi. E perché tendono a credere che accumulando del denaro da ‘mettere via’, ad un certo punto della loro esistenza si trasformerà in un vitalizio, nel momento in cui ne avranno più bisogno e le ‘forze’ verranno meno. Allora; si lavora, diciamo per 40 anni e si accumulano i relativi contributi. Dunque, dopo 40 anni avremo accantonato almeno (facciamo cifra tonda e calcoliamo 1000 Euro all’anno) 1000 = 40.000 Euro, più le rivalutazioni annuali. Diciamo 45.000 Euro cadauno. Una bella cifra da custodire al riparo di ogni tempesta finanziaria globale…
Soldi che, man mano, 'non vediamo più' e che serviranno per essere ripresi a piccole dosi mensili, nel momento in cui potremo dire a tutti gli effetti di ‘essere in Pensione’. Wow…
Il denaro che lo Stato ci conferisce è sempre il nostro. Ok? Non è un regalo da parte di nessuno. Ora, perché lo Stato mette in dubbio che questo ‘tesoro, frutto del nostro lavoro’, possa anche non esistere più nel corso del Tempo? Noi lo abbiamo regolarmente guadagnato, 'affidato loro' e messo da parte. Ma, spostiamo un po’ l’asse del nostro osservatorio sino al punto dolente della situazione, ossia quando, tocchiamo ferro, prima o poi moriamo.
Che cosa accade?
Che, se siamo sposati, circa la metà della nostra Pensione viene ricevuta dal coniuge ancora in Vita, altrimenti 'si perde il diritto alla riscossione della somma ancora depositata'. Chi perde questo diritto? Gli eredi.
Leggiamo bene:
'si perde il diritto alla riscossione della somma ancora depositata'. Questa somma è depositata su un conto a nome dei deceduti e, solitamente, un analogo conto corrente bancario viene sempre co-intestato. Come mai questo fatto non accade per il 'Conto Pensione', vista la quasi certa possibilità che esistano degli eredi a cui accreditare la somma esistente non ancora percepita dagli 'aventi diritto'?
Ma come? Si badi bene che questa è la prassi, ossia è la regola acquisita come tale ‘supinamente’, senza chiedersi nulla a tal riguardo. Ma, mi chiedo io, se invece lascio un debito, quel debito passa agli eredi regolarmente. Perché esiste questa differenza di trattamento tra debito e credito?
La mia ‘proposta indecente’ è quella di estendere quella differenza di denaro non recuperato, attraverso l’usufruizione della Pensione, a causa della dipartita dell’avente diritto, all’erede o agli eredi più vicini ancora in Vita. Solitamente i figli. Figli che, molto probabilmente, avranno acceso dei mutui che fanno fatica ad onorare.
In questa maniera si creerebbe un surplus di reddito per le famiglie. Del denaro, tra l’altro’ che spetta di diritto perché regolarmente guadagnato dai genitori…
E invece cosa accade? Che la rimanenza di Pensione non goduta viene statalizzata/sterilizzata, cioè sparisce nel mare magnum della dispersione politico/sociale. E dove va a finire? Nel calderone illusorio del pagamento del debito pubblico o in quello del bilancio dell’Inps: bella roba.
Quanti di quei 45.000 Euro sono nostri di diritto? Calcoliamo quanti ratei mensili di pensione sono stati regolarmente riscossi e il gioco è fatto:
la differenza spetterà ai figli. Fossero anche 5.000 Euro, perché rinunciarvi? Il sistema ‘idrico’ disegnato dallo scorrere del denaro è quantomai sfuggente. Dove finisce? Dove inizia? Difficile a dirsi. Più semplice osservarne il percorso a noi più vicino, ma non facciamo nemmeno quello.
Stampiamoci bene in testa questa verità:
se depositiamo su un conto corrente qualsiasi del denaro, noi quel denaro lo vogliamo interamente indietro, nel momento del bisogno. Anzi, lo vogliamo anche aumentato di quella piccola parte di interesse che la banca ci riconosce per incentivarci a ‘scegliere lei invece che la concorrenza’.
Perché con il ‘Conto Pensione’ non facciamo la stessa cosa?
Perché non chiediamo di ‘svuotare’ interamente il conto? Per via delle leggi imposte? Ma che leggi sono, se ci impediscono di ottenere qualcosa che è nostro per diritto?
Lo Stato fallirebbe? Beh… accadrà ugualmente, procedendo su questa strada. Ogni ‘cosa’ che si regge sull’ingiustizia è destinata a collassare. È una questione di Tempo.
Tutto incentiva a creare debito.
Il debito è come acqua che erode gli argini troppo deboli. E, crediamoci, qualche debolezza esiste sempre nel paradigma scambiato per l’unica realtà.
La cosa più stravagante è che le abitudini ci hanno resi ‘ciechi’.
Tutto va in ‘successione’:
anche i ratei di Pensione non regolarmente riscossi.
Siamo davvero ‘cosa strana’.
E, ovviamente, dipende anche da noi.
Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2012
Prospettivavita@gmail.com