SPS

lunedì 13 febbraio 2012

Il frattale del Tao.




È tempo di cambiamenti; infatti, tanto per fare il verso alla pubblicità: ‘L’unica cosa certa è il cambiamento’.

Comunque, certo o non certo, il cambiamento è alla base della legge della biodiversità. Si potrebbe dire che è un suo ‘postulato’ o un effetto, che ‘prende forma’ allorquando le ‘forze’ Cosmiche e Planetarie, di cui l’umanità è una comune rappresentante in termini di co creazione, si miscelano per dare luogo alle manifestazioni esistenziali 3d.  

Ciò a cui pensiamo di assistere, cioè allo spettacolo della ‘Natura’ e a tutte le sue sfumature, dipendono dal nostro ‘comportamento’, dove con quest’ultimo termine si deve intendere l’intera struttura di potere racchiusa nella nostra sfera individuale e collettiva. La ‘miscela’ di leggi diverse, quelle poco sopra accennate, che percepiamo come un qualcosa di così grande da essere inarrivabile, in realtà ci ‘assistono’ nel processo di Vita e di conoscenza di se stessi.

L’umano, perfettamente integrato nella sua centralità e potere, è 'al di sopra' degli effetti di queste leggi e all’altezza del Piano Divino, del quale è una diretta emanazione.

È una questione di consapevolezza, ovviamente. Quando si soffre, nelle 3d, la sofferenza è ‘autentica’ pur essendo solo una ‘parte’ del Tutto che ci contraddistingue. La ‘sofferenza’ ci sta semplicemente dicendo – ‘Tu sei lì’. Null’altro. Non sta giudicando. Sta solo eseguendo un ‘compito’. Ella è come un nostro riflesso

Se smettessimo di ‘ammalarci’ ogni volta che si ‘accende una spia’ e mettessimo semplicemente in funzione una modalità più ampia dell’osservazione di noi stessi e degli eventi che ‘attiriamo’ tutt’attorno, allora potremmo procedere con fare molto più sicuro verso la nostra maggiore conoscenza.

Questa modalità di non consapevolezza è molto simile a quello che accade quando si manifesta la malattia in noi. Cosa facciamo? Andiamo dal medico. Come se quella malattia piombasse su di noi all’improvviso e fosse essa stessa causa di se stessa. No, la ‘causa’ è il nostro ‘comportamento’ e il ‘delegare’ alla classe medica il compito della nostra guarigione, nel tempo, ha significato perdere ancora maggiormente il ‘controllo di noi stessi’

Ci siamo come ‘spenti’, adagiati sul fondo. 

Tanto c’era sempre qualcuno che ci poteva guarire in qualche modo. Questo è un processo molto antico, che nasce addirittura con lo sciamanesimo, nel momento in cui diventa ‘elitario’, ossia nel momento in cui nella ‘tribù’ s’inizia a parlare di una persona che guarisce, mentre tutti gli altri ‘dipendono da lui per stare bene’.

Il frattale ‘moderno’ è la medicina allopatica, caduta nelle mani Antisistemiche, votata all’osservazione della causa apparente. Non intendo, con questo, demonizzarla, in quanto per le cure di pronto soccorso e di determinati interventi chirurgici è assolutamente basilare, anzi… la medicina allopatica è, con le religioni, tra le poche ‘branche del sapere umano’ ad affermare l’esistenza delle entità parassite, ossia degli organismi virali, ossia quei diretti frattali che testimoniano, al pari di quello che si vede in Natura, della manifestazione fisica di forme viventi, più o meno microscopiche, ‘parassite’. 

Anche l’informatica, il Mondo dei computer, ci narra dell’esistenza di forme ‘virali’; infatti persino nell’ambito al silicio di pc e cellulari esistono i cosiddetti ‘virus’. In quella sede è opportuno notare come l’esistenza del virus sia da mettere in relazione all’intenzione umana di generarlo ad ‘immagine e somiglianza’ dell’impulso sovradimensionale che ‘ispira’ inconsciamente. Molte volte questi ‘virus’ sono delle retro ingegnerie di modelli di debugging utilizzati dai programmatori per verificare il proprio lavoro

Da notare, altresì, che abbiamo anche in questo caso ‘coloro’ che traggono un beneficio dalla progettazione e diffusione virale dei programmi ‘nocivi’ al maggior numero di computer possibile. Chi sono? Tra le righe, le case produttrici di ‘antivirus’.

Ecco il frattale del Mondo alla ‘rovescia’: chi 'protegge' è lo stesso che diffonde la causa opprimente.

Alludevamo, pocanzi, al cambiamento come atto strutturale insito nelle 3d. Questa notizia, a tal proposito, ‘rischia’ di procurare un vero terremoto in ambito sportivo calcistico, ossia in quella sorta di ‘reame incantato’ nel quale i ‘cittadini’ sono tutti milionari in Euro e appaiono come distaccati dal contesto 3d, da cui traggono la loro linfa vitale di denaro, fama, etc.  

Il calcio si apre al tetto salariale.
Per combattere la crisi economica, il Levante ha deciso di auto-imporsi un tetto salariale sugli ingaggi, con valore massimo fissato a 500.000 euro: non saranno più tollerate 'escursioni' al di sopra di questa cifra. 

Il club granota è il primo a fissare una soglia ben definita: svolta nel calcio?
 
Cinquecentomila euro all'anno, non uno in più. Che, di per sé, fanno comunque una bella cifra, con cui vivere in maniera più che dignitosa. E se qualcuno dovesse avere richieste maggiori sarà libero di firmare, sì, ma per un'altra squadra. Il Levante non ammette più contrattazioni che superino il mezzo milione di euro per la stipula dei contratti dei suoi giocatori: la squadra valenciana ha deciso di auto-imporsi un tetto salariale ben definito per abbassare i costi fissi ed evitare, dunque, gravi buchi nel bilancio in un periodo economico di per sé già estremamente complicato.
 
Il pesante giro di vite adottato dal Levante è una grande novità all'interno della Liga e nel calcio in senso lato: certo, i club minori che militano nei principali campionati sono costretti, giocoforza, a una gestione più oculata degli ingaggi e, di conseguenza, a rinunciare a giocatori importanti, ma il caso della formazione granota è unico, perché è la prima a fissare con precisione una linea oltre la quale è vietato andare. Cinquecentomila euro, appunto. In questo senso, se un giocatore punta già di per sé a strappare un contratto migliore, saprà già che sarà inutile provare a bussare alla porta del Levante; di contro, un giocatore che accetterà di imbastire una trattativa con la seconda squadra di Valencia, saprà a cosa andrà incontro.
 
Ovviamente il tetto salariale vale anche per i giocatori già in organico: il centrale difensivo David Navarro, che ha un ingaggio di un milione di euro, sarà costretto a tagliarlo della metà se vorrà continuare a giocare nel club granota anche nella prossima stagione. Se il salary-cap resterà sempre una parola incomprensibile per i grandissimi club come Real Madrid e Barcellona, l'imposizione di un tetto salariale sulla falsariga di quanto proposto dal Levante potrà invece essere una soluzione per le altre squadre del campionato spagnolo, e non solo

un'idea che potrebbe attecchire ovunque in Europa, quanto meno per aiutare i club a fare chiarezza sin da subito: 

o questi soldi qui, o niente, cambiare aria.
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È una questione di tempo, come lo è stato per ogni ‘rivoluzione’. 

Il 'contrasto tra Mondi' è diventato talmente stridente da infastidire anche un ‘sordo’. In un contesto che cambia possibilmente in ‘meglio’, occorre attendersi la manifestazione del ‘nuovo’ all’insegna di valori diversi rispetto al ‘vecchio’ o, meglio, rispetto all’attuale forma di paradigma. Osserviamo da vicino il meccanismo perverso del Pil, un sistema di calcolo tramite il quale la moderna economia ‘misura’ il livello di crescita o di 'de crescita' degli Stati e, dunque, del Mondo. 

Il Pil tiene conto di tutto, anche degli effetti nefasti che accadono nel Mondo. Per cui una guerra, paradossalmente e nel medio periodo, fa addirittura ‘bene’ al Pil di una Nazione. Logicamente ci sarà una Nazione che subirà e una che ‘godrà’ apparentemente della situazione. Pensiamo al meccanismo usuale messo in atto durante tutte le guerre:
  • uno Stato attacca un altro Stato per un certo ‘motivo’
  • la distruzione è più o meno distribuita
  • uno dei due Stati alla fine della guerra ha ‘vinto’
  • le politiche economiche si rimettono in moto per la ricostruzione di entrambi i Paesi.
Si distrugge per cambiare degli ‘assetti’ e per infine tornare a costruire. Non solo. Il Pil misura anche l’indotto economico generato dal malessere, dagli incidenti, dagli infortuni, etc. 

Maltempo, Adoc: ultimo weekend costato a romani 440 euro spese extra.
‘Il weekend di maltempo è costato in media 440 euro alle famiglie romane’. Lo sostiente Carlo Pileri, presidente dell'Adoc (Associazione per la difesa e l'orientamento dei consumatori), che aggiunge: ‘Cento euro di spesa per l'acquisto delle catene, il cui prezzo è più che raddoppiato in concomitanza della neve, una vera e propria speculazione. Dato che le catene sono pressochè introvabili, soprattutto per le vetture più comuni, chi non ha potuto acquistarle ed è stato multato sarà costretto a pagare in media 250 euro di sanzione. L'allarme neve ha provocato anche un aumento dei prezzi dei beni alimentari, con un aggravio di spesa per i romani pari a 120 euro, il 30% in più di quanto normalmente speso mensilmente’.

Secondo il presidente di Adoc, inoltre, ‘il maggiore consumo di energia elettrica e gas ha comportato un aggravio di spesa pari a 50 euro, i rialzi della benzina fino a 1,85 euro al litro hanno causato un aumento della spesa pari a 80 euro, il prezzo di un pieno. Infine, per lavare le auto, sporcate da neve e sale, il costo è di 15 euro. Totale, quasi 450 euro di spesa in un solo weekend’.
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Il maltempo ha dunque generato un innalzamento del Pil. Ma è 'crescita' quella identificata dal Pil?

Quel denaro speso in più dalle famiglie viene registrato come ‘crescita’ dello Stato. È tutto misurabile in termini di maggiori o minori introiti, di proiezioni mancate o rispettate, di annunci superiori o inferiori alle attese. È tutto ‘relativo’ perché illusorio…

Riguardo alla spinosa vertenza greca, non ancora definita, Monti ha detto di non avere aspettative eccessive sul lavoro dell’Eurogruppo. Sono stati fatti sforzi importanti ed è importante raggiungere un accordo, ma quando qualcosa è meno atteso è più facile perseguirlo
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Questa frase suona un po’ sibillina, tuttavia ‘quando qualcosa è meno atteso è più facile perseguirlo’ equivale, secondo me, a mantenere lontana l’opinione pubblica da questioni troppo ‘delicate’ e relative al ‘controllo’ dell’opinione pubblica stessa. È l’applicazione consapevole di quel ‘distacco’, necessario al fine di non generare ‘potenziale superfluo’, per come lo intende il ‘virtuale’ Vadim Zeland

È l’assumere il proprio compito, lo stare nei ‘ranghi’ delle proprie mansioni, nella tranquillità che ciò che interessa accadrà. È una virtù dei ‘forti’, questa e, in soldoni, significa essere consapevoli del proprio potenziale di co creazione e del proprio ruolo.

Osserviamo il ‘vecchio’ come stenta a ‘lasciare andare’. Si ostina a radicarsi nella struttura energetica che sta lentamente ‘scivolando via’.

Codice disapplicato.
Premafin ha verificato la sussistenza, per gli amministratori non esecutivi, dei requisiti di indipendenza dichiarati. Il cda ha deciso di ‘disapplicare’, tra i criteri enunciati dal Codice di autodisciplina delle società quotate, approvato da Borsa italiana, quello che prevede che non possa essere considerato indipendente il soggetto che sia stato amministratore della società per più di nove anni negli ultimi 12, ‘ritenendo che la semplice durata dell`incarico, disgiunta da ulteriori elementi di valutazione nel caso concreto, non costituisca elemento idoneo di per sé a inficiare l`indipendenza di professionisti qualificati’…
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Questa è ‘paura’. Paura di perdere la posizione guadagnata nei livelli Antisistemici, per cui ci si ostina a circondarsi degli stessi individui ‘ci cui ci si fida’.

Da qualche settimana a questa parte sembra che gli investitori internazionali abbiano deciso che l’Europa non è più in pericolo, tanto che i mercati obbligazionari dell’area euro hanno fatto spallucce anche all’ipotesi di default della Grecia…
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Chi sono ‘gli investitori internazionali’? Essi hanno deciso che… 

Ci si rende conto, mediamente, che il Mondo è amministrato da ‘pochi’? Sembra una favoletta, ormai. Dirlo o scriverlo suscita esclamazioni del tipo: ‘Ancora con queste storie?’. 

Matrix has you.

Whitney Houston è stata trovata morta in un hotel di Beverly Hills. Aveva solo 48 anni. L'annuncio è stato dato dalla sua rappresentante, Kirsten Forster, che però non ha rivelato le cause della morte. La Houston lottava da anni contro la dipendenza da alcool e sostanze stupefacenti…
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Osserviamo le routine come siano ben radicate nel substrato delle 3d. Ecco il caso di un altro ‘Vip’ morto nelle consuete circostanze dubbie, atte a costituire un simbolo perpetuo da consacrare all’industria del business 'post mortem' a beneficio altrui

Anche lei, la tenera Whitney, che mi faceva battere forte il Cuore da adolescente, se n’è ‘andata’ in maniera tragica, nella solita camera d’Hotel. Bah. Pace a lei e grazie per quello che ha fatto di bello al Mondo intero.

Infine, vediamo come gli opposti si attirino e come il ‘paradosso’, per questo paradigma, governi le vicissitudini 3d:

la piccola era glaciale.
Tra la fine del 1200 e l'inizio del 1800 la Terra fu investita da una piccola era glaciale: un periodo di freddo intenso, con picchi da inverno Siberiano, che in alcune zone del pianeta rese la vita davvero difficile ai nostri antenati. 
 
Secondo uno studio condotto dall'Università del Colorado il calo di temperature fu innescato da un periodo durato circa 50 anni di massicce eruzioni vulcaniche nelle aree tropicali.
 
I ricercatori sono arrivati a questa conclusione grazie all'analisi di alcun reperti vegetali risalenti a quel periodo carote di ghiaccio prelevate in vari punti del Polo Nord e informazioni raccolte dai sedimenti lacustri.
 
Un modello realizzato al computer ha permesso di ipotizzare, circa 800 anni fa, un'attività vulcanica così intensa da diminuire l'insolazione del pianeta: il materiale emesso dai vulcani emise anche grandi quantità di solfati e aerosol che riflessero la luce del Sole verso lo spazio. 
 
'È la prima volta che qualcuno ha chiaramente identificato la causa fondamentale del periodo freddo che innescò la Piccola Era Glaciale', ha spiegato Gifford Miller dell'Università del Colorado.
 
'Le nostre simulazioni - ha spiegato il ricercatore - dimostrano che il freddo prodotto dai vulcani può aver innescato una reazione a catena che ha interessato i ghiacci polari e le correnti oceaniche diminuendone la temperatura generale e conseguentemente la loro attività'…
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Il freddo prodotto dai vulcani: che meraviglia di espressione!

Le eruzioni vulcaniche, ossia un simbolo di fuoco e calore, sono dunque in grado di procurare l’effetto opposto: il freddo. Tramite copertura della luce del Sole, ovviamente. 

È interessante questo accostamento di ‘valori’. 

Viene in mente la condizione geografica particolare, a cui abbiamo dato il nome, Islanda

una terra di fuoco e ghiaccio.

Un luogo della Terra che ricorda molto da vicino il simbolo dello Zen:


Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2012
Prospettivavita@gmail.com