Osservando le immagini di ‘emblemi araldici’, che compaiono a questo link, mi sono ritagliato lo spazio per il tempo di una riflessione:
questi ‘simboli’ sono come degli schemi radionici, ossia dei ‘circuiti’ personalizzati sulla base di un comune schema generale; in questo caso l’immagine di uno ‘scudo’. Ad esempio, l’immagine di testa del presente articolo viene descritta in questa maniera a questo link:
I Apprendista Introdotto.
Il grado di Apprendista deve considerarsi quello che più esattamente rappresenta il Libero Muratore nella sua perpetua opera di perfezionamento di sé… Viene detto che il grado di Apprendista è il solo che siamo ben sicuri di portare legittimamente, di tutti gli altri, non ne saremo mai veramente certi.
Ecco… a questo volevo arrivare oggi, sulla spinta di una intensa sensazione interiore, nata nelle ultime giornate di ‘festività’; quella sempre più tangibile sensazione di fare parte di un ‘vasto’ piano d’azione ‘educativa’, ed infine ‘auto educativa’, messo in atto (per ‘retroazione’ d’immagine e somiglianza, frattale e olografica) ‘persino’ dall’intera organizzazione umana attualmente al ‘potere’, ossia quella sorta di ‘compagnia segreta’ alla base dell’accompagnamento adattivo descritto nella ‘discesa’ vibrazionale umana, nel corso del tempo, molto simile ad una immane apnea al di sotto del livello delle 'acque del mare'.
Cosa intendo dire?
Che ho la sempre più certa convinzione che ‘tutto’ sia sempre stato gestito con grande perfezione, persino a livello di ‘controllo umano ad opera di umani’.
Una ulteriore conferma per 'estensione massima' del concetto di opportunità e di non esistenza del caso.
Il meccanismo che ha drenato la 'conoscenza', ed in ultima analisi ‘il ricordo’, individuale, lasciando l’essere umano ‘nudo’ alle prese con le proprie ‘difficoltà’, o paure, di fronte al ‘vuoto’ esistenziale, mi sembra sempre di più un atto volontario, un fenomeno deciso e ‘ruvido’, di una intenzione senza freni di permettere al genere umano ‘anche di precipitare’ e di raggiungere il ‘fondo del barile’, ma sempre in maniera 'graduata'.
Sino a quale punto saremmo arrivati prima di ‘mutare vibrazione’ e, dunque, risvegliarci? Il ‘segreto’ che ha da sempre accomunato i vari ‘ordini iniziatici’, d’ogni tipo e geografia, è grandemente indicativo di un intento globale di ‘amministrazione’ della proiezione 3d esistenziale-fisica, di una intera specie in lenta e costante presa di coscienza attraverso un ‘duro allenamento’ in stile quasi ‘militare’:
l'aggettivo militare indica tutto ciò che viene gestito da o per conto delle forze armate, in contrapposizione a ciò che militare non è (civile)…
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Il ‘sapere’ è stato drenato opportunamente dal Mondo. Perché? Perché ‘intimamente’ lo desideravamo e perché era necessario, al fine di ‘liberare le nostre negatività represse’.
Coloro che ‘non hanno dimenticato’, rappresentano una parte del genere umano ‘capace’ di ricollegare il senso della fruizione del tempo nel reame illusorio del tempo. Ciò rappresenta un ‘ordine militare’ della gestione delle informazioni e del comportamento, ‘interpretato’ dalle organizzazioni sovrastoriche, le quali hanno da sempre gestito l’intero processo di ‘caduta e risveglio’ del campo umano, in virtù di un meccanismo ad orologeria innescato alle origini dell'esperienza esistenziale.
Individui che hanno coraggiosamente interpretato le leggi Cosmiche, applicandole e convertendole alle 3d, nella personalizzazione dello ‘scenario’ 3d Planetario disponibile. Ben consci del livello di co creazione che la ‘massa’ avrebbe dato luogo nel reame del tempo Planetario, e del ‘rischio’ di ciò che magneticamente sarebbe stato attirato, in termini di presenze parassite.
Il potere occulto, che si cela ‘oltre’ all’intera struttura di amministrazione sociale, è secondo me la rappresentazione negativa del positivo, in virtù di quel ribaltamento dei piani inerente alla percezione illusoria 3d.
Per cui, una volta chiarito questo ambito… il ‘resto’ diventa una conseguenza dettata dal libero arbitrio ‘permesso’ e del livello di partecipazione più o meno consapevole al gioco evolutivo della Vita. Ho sempre di più la sensazione di fare parte di una gigantesca struttura organizzata abilmente, atta a forgiare, un individuo ‘maturo’ ed aperto alla multidimensionalità, convertita e pienamente vissuta, rispecchiata anche nel corpo umano a livello tridimensionale.
Ho come l’impressione di sentire il ‘disegno’ pratico in corso d’opera. Un ‘piano’ lungimirante, capace di ‘dare corda’ ad ogni impulso represso, per vari motivi, dalle scintille divine in via di auto determinazione. Liberi di co creare ogni tipo d’illusione e di viverla in maniera ‘autentica’, soffrendo e gioendo d’ogni possibilità della esperimentazione.
La ‘verità’ viaggia a livelli sottili e va agganciata in maniera sincronica in funzione di una senzienza sempre più presente e ‘ramificata’ fuori e dentro di sé.
Insegnante: Cosa t’induce a cercare il tuo Sé Superiore? È l’ispirazione. L’ispirazione che viene dai maestri spirituali venuti prima di te. L’ispirazione che viene dalla Natura. L’ispirazione che viene dall’arte. Ma, ancor più importante, è l’ispirazione che entra in te dai regni del Navigatore di Totalità, nel tuo strumento umano, e ti accende instancabile il desiderio di ricordare la realtà del Frammento-Dio depositato in te.
Studente: Come riconosco tale ispirazione?
Insegnante: Non è importante riconoscerla. Importa solo che tu la senta e accolga la sua presenza, perché è in questo modo che sviluppi la fiducia in te stesso e nel conoscere da te stesso.
Wingmakers
L’ispirazione giunge da ogni ‘latitudine’ e si mescola con la capacità di provare paura, ossia di ‘scambio’ bioenergetico con le altre entità che abbiamo attirato attraverso il nostro 'comportamento'.
La paura è ‘solida’. Cosa significa?
In base al ruolo che le persone si sono ritagliate nella società, è possibile osservare la loro missione vibrazionale in una determinata Vita, il tutto alla luce dello status globalmente accumulato/sviluppato nel contesto di tutte le reincarnazioni. Un individuo con funzioni di comando su altri individui avrà un certo compito spirituale da affrontare e sbrigliare, viceversa, un individuo che prende regolarmente ordini dai suoi ‘capi’, avrà un’altra direzione da seguire. Entrambi stanno maturando esperienza esistenziale, da ‘riportare’ sincronicamente al Creatore in ‘ascolto’ continuo.
Un amministratore delegato di una grossa multinazionale internazionale, avrà un ruolo vibrazionalmente più ‘complesso’ di un contadino della provincia lontana dagli agglomerati cittadini. Niente è meglio o peggio, ma semplicemente stiamo riferendoci a due situazioni diverse. Dunque, impariamo a percepire, anche in funzione del ruolo interpretato socialmente, di cosa ‘abbiamo ancora necessità di approfondire di noi stessi a livello animico’.
Ripeto, non è una classifica ma una ‘funzione’ espressa in una recita .
Una recita sicuramente ‘non a caso’. Persone che affrontano vaste platee, parlando loro, hanno una funzione globale radicata, che nella stessa Vita, altre persone non hanno, perché, magari, impegnate a consolidare altri percorsi risalenti ad altre Vite. L’operaio e il padrone vivono esperienze diametrali, per quanto riguarda la percezione 3d in merito all’attaccamento, pur essendo l’operaio non al di sopra dell’attaccamento stesso e viceversa. L’evoluzione prescinde dall’appartenenza ad una singola classe sociale.
Nel corso di una esistenza si tracciano ‘segmenti’ vibrazionali sempre più addensati. La loro Natura è legata alla mente, ai pensieri, che si condensano nel magnetismo Planetario. Vivere nella paura significa addensarla in un ‘vettore’ denso d’energia e… ‘dargli Vita propria’.
Un simile ‘vettore’ si fissa nel tessuto energetico delle 3d e sarà dotato di determinate ‘coordinate’ spazio-vibrazionali. Tramite uno schema radionico è possibile disegnare ‘circuiti’ che si avvalgono anche di questo vettore, oppure che lo vanno ad ‘ammortizzare’ o altro. La paura è ‘densa’ ed è molto simile ad un ‘tratto’ di autostrada; percorrendo determinate ‘strade’ la si può addirittura ‘respirare’. La sua forma pensiero si manifesta densamente ed attrae tutto ciò che risulti ‘affine’, ossia dotato di familiarità magnetica.
Ho trovato in ‘Rete’ delle rappresentazioni grafiche capaci di ‘aprire’ determinati varchi nell’energia, al fine di richiamare entità che stanno al di là della soglia, le quali dovranno rispondere se opportunamente ‘chiamate in causa’, ovviamente attraverso le proprie capacità o caratteristiche vibratorie naturali. A parte il pericolo che si corre nell’esporsi a certe aggregazioni della possibilità energetica, il fatto che si ma ha colpito ricade nell’ambito ‘grafico’ dello schema di ‘chiamata’, ossia una sorta di vero e proprio codice grafico assimilabile al disegno di una certa circuiteria elettrica tradizionalmente sviluppata in ambito civile.
Ebbene, la paura potrebbe essere una parte di un ‘circuito vibrazionale denso’, capace di collegare parti diverse della ‘possibilità’. Un segmento denso in grado di cortocircuitare il passaggio di energia, veicolandolo in un percorso più ‘attraente’ per la scelta di scorrimento energetico ‘reale’ e non ‘convenzionale’:
prima di cominciare le attività è importante definire il senso della corrente. Nella realtà sono gli elettroni che si spostano dal polo negativo al polo positivo, ma per convenzione, si dice che i protoni si spostano e quindi che la corrente va dal polo positivo e quello negativo. Tutto il contrario di ciò che accade in realtà. Tutti gli schemi elettrici e le formule parlano di senso convenzionale della corrente…
Da ‘Scienza e gioco – l’elettricità’ della Clementoni
Se togliessimo quel ‘tratto denso’ della paura, l’intero circuito avrebbe un funzionamento del tutto diverso in termini di ‘efficienza’ energetica. La paura è come una sorta di resistenza che dissipa energia. L’effetto diretto del riscaldamento dissipatorio è la spia che permette di osservarla nel piano 3d:
il suo effetto è un utilizzo scompensato dell’energia e un lento e graduale drenaggio dell’energia circuitale.
Il ‘calore’ prodotto come dissipazione energetica è l’effetto 3d, mentre sul piano sottile la sua rappresentazione è un’emanazione energetica molto simile al profumo di una pietanza che cuoce sul fornello. Questa ‘aromaticità’ attrae i relativi predatori… che da piani prospettici diversi la percepiscono come un’irresistibile richiamo.
La paura è una intensa emozione derivata dalla percezione di un pericolo, reale o supposto. È una delle emozioni primarie, comune sia alla specie umana, sia a molte specie animali.
Reazioni.
La paura è un'emozione dominata dall'istinto (l'istinto è un impulso) che ha come obiettivo la sopravvivenza del soggetto ad una suffragata situazione pericolosa; irrompe ogni qualvolta si presenti un possibile cimento per la propria incolumità, e di solito accompagna ed è accompagnata da un'accelerazione del battito cardiaco e delle principali funzioni fisiologiche difensive…
La paura è talvolta causa di alcuni fenomeni di modifica comportamentale permanenti, identificati come sindromi ansiose: ciò accade quando la paura non è più scatenata dalla percezione di un reale pericolo, bensì dal timore che si possano verificare situazioni, apparentemente normalissime, ma che sono vissute dal soggetto con profondo disagio.
In questo senso, la paura perde la sua funzione primaria, legata alla naturale conservazione della specie, e diventa invece l'espressione di uno stato mentale.
La paura di oggetti o contesti può essere appresa; negli animali questo effetto è stato studiato e prende il nome di paura condizionata, che dipende dai circuiti emozionali del cervello.
Gradi della paura.
La paura ha differenti gradi di intensità a seconda del soggetto: persone che vivono intensi stati di paura hanno sovente atteggiamenti irrazionali. La paura come la rabbia è una risposta al dolore o alla sua percezione: nella paura l'eccitazione si ritira (nella nuca), mentre nella rabbia si dirige verso la fonte del dolore, sia questo reale o immateriale. Se un individuo impaurito è costretto ad attaccare si arrabbia e non ha più paura. In tal senso alcuni atteggiamenti derivanti dagli stati di paura possono essere considerati pericolosi, quando si tramutano in rabbia. La paura può essere descritta con termini differenti a seconda del suo grado di intensità:
- Timore
- Ansia
- Paura
- Panico
- Terrore
Timore.
Il timore è la forma meno intensa della paura e si determina quando una situazione promette piacere ma, al tempo stesso, anche dolore: c'è la percezione della possibilità di perdere il piacere atteso ma ci si muove ancora verso di esso.
Il timore è la forma meno intensa della paura e si determina quando una situazione promette piacere ma, al tempo stesso, anche dolore: c'è la percezione della possibilità di perdere il piacere atteso ma ci si muove ancora verso di esso.
Ansia.
In questo caso la minaccia del dolore e quella del piacere si equivalgono generando una situazione di conflitto nell'attesa di qualche indizio capace di far pendere la bilancia da una parte piuttosto che dall'altra.
Paura.
La paura emerge quando il contesto è dominato dalla minaccia del dolore o dalla sua percezione: in questo caso si è pervasi dal desiderio di scappare o comunque di allontanarsi dalla fonte di dolore, sia questo reale o immaginaria.
Panico.
Nel momento in cui la paura diviene travolgente, si determina il panico. L'impulso è sempre quello di scappare ma è talmente forte che si decide di allontanarsi dalla (probabile) fonte del dolore correndo via alla cieca. La situazione di panico è correlata alla claustrofobia.
Terrore.
Il terrore è la forma più estrema della paura, di intensità ancora maggiore al panico, dove l'impulso a scappare è talmente elevato da ricercare una soluzione immediata: in questo caso l'individuo sceglie di ritirarsi dentro se stesso. Il terrore è una vera propria fuga verso l'interno, la muscolatura si paralizza nel tentativo di ridurre la sensibilità dell'organismo nell'agonia finale.
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I mass media contribuiscono al foraggiamento ed irraggiamento dell’ordine della famiglia della paura, a livello ormai globale. La paura innesca un processo che porta ‘dentro’ di sé. Esattamente il vettore contrario a quello che ci ha portati alla rinuncia a ‘guardarci dentro’. Il ‘terrorismo’ di Stato, se ben inquadrato, ha questa proprietà interiorizzante. È necessariamente un ‘male’, questo?
Iniziamo a notare le tracce della ‘grande opera’ anche a livello del Mondo 3d.
L'amigdala, o corpo amigdaloideo, è una parte del cervello che gestisce le emozioni ed in particolar modo la paura… È ritenuta il centro di integrazione di processi neurologici superiori come le emozioni, coinvolta anche nei sistemi della memoria emozionale.
È attiva nel sistema di comparazione degli stimoli ricevuti con le esperienze passate e nell'elaborazione degli stimoli olfattivi… Mentre l’ippocampo ‘rimembra’ i fatti, l’amigdala ne giudica la valenza emozionale. L'amigdala quindi fornisce a ogni stimolo il livello giusto di attenzione, lo arricchisce di emozioni e, infine, ne avvia l'immagazzinamento sotto forma di ricordo.
L’amigdala è dunque l'archivio della nostra memoria emozionale, per ciò analizza l’esperienza corrente, con quanto già accaduto nel passato: quando la situazione presente e quella passata hanno un elemento chiave simile, l’amigdala lo identifica come una associazione ed agisce, talvolta, prima di avere una piena conferma.
Ci comanda precipitosamente di reagire ad una situazione presente secondo paragoni di episodi simili, anche di molto tempo fa, con pensieri, emozioni e reazioni apprese fissate in risposta ad eventi analoghi. L’amigdala può reagire prima che la corteccia sappia che cosa sta accadendo, e questo perché l’emozione grezza viene scatenata in modo indipendente dal pensiero razionale, e prima di esso.
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Ecco due diverse tipologie di ‘segnale’ presenti in noi. Due diverse emittenze contrassegnate da capacità di risposta raffinata ed utile per la gestione separata della ‘realtà’ percepita e percepibile.
Quando compare uno stimolo emotivo, vengono attivati (tramite i canali sensoriali: vista, udito, etc.), l’amigdala ed il sistema limbico che, a loro volta inducono una reazione fisica piacevole o spiacevole. Questa reazione fisica stimola l’amigdala e sistema limbico, ma anche la corteccia somato-sensoriale ed insulare a formare una mappa somato-sensoriale della reazione fisica allo stimolo (cioè uno schema delle sensazioni che abbiamo provato in risposta a quello stimolo).
La corteccia orbito-frontale collega lo stimolo emotivo a questa mappa somato-sensoriale, creando il cosiddetto marcatore somatico. Quando, in un secondo tempo, si presenta un stimolo emotivo simile a quello che ha innescato la prima risposta fisica, la corteccia orbito-frontale (con la collaborazione dell’amigdala), riattiva le mappe somato-sensoriali legate allo stimolo emotivo originario.
Questa riattivazione provocherebbe quella sensazione fisica piacevole o spiacevole (marcatore somatico), capace di avvertirci della possibile natura favorevole o sfavorevole dello stimolo attuale e quindi di aiutarci a prendere una decisione al riguardo...
Un effetto durevole del lavoro corporeo richiede una presa di coscienza del fatto che si sta modificando qualcosa…
'Blocchi' a livello connettivale:
la retrazione crea un fulcro non fisiologico, tale fulcro retraendosi attrae a sé i tessuti con cui è connessa, obbligando l’organismo a creare adattamenti e compensazioni. Si tratta di zone rigide e silenti in quanto caratterizzate da una propriocettività alterata e da una diminuzione della coscienza.
Smembramento della corrente dei sentimenti da parte delle tensioni croniche:
la consapevolezza corporea è strettamente legata al movimento corporeo. Noi siamo in grado di percepire ciò che si muove; ciò che non si muove è scarsamente percepito o addirittura completamente fuori dalla nostra percezione cosciente. Per tale ragione, le parti del corpo bloccate da tensioni muscolari croniche sono pressoché escluse dal normale campo propriocettivo; non solo, ma l’individuo non è nemmeno consapevole delle tensioni responsabili del deficit motorio e del deficit percettivo.
Un sentimento è la percezione di un evento o di un movimento interno al corpo.
Se non c’è evento non ci sono sentimenti, perché non c’è nulla da percepire. Un emozione è un movimento (un moto) verso qualcosa ( il prefisso 'e', di 'e-mozione', denota la direzione dall’interno verso l’esterno). Ogni emozione è movimento dal centro verso la periferia, dove viene tradotta in azione:
- l’amore, viene vissuto come un impulso di protendersi verso qualcuno;
- la rabbia, come un impulso di colpire intorno a noi;
- la tristezza, come un impulso di sfogarsi con il pianto.
L’impulso dell’emozione deve raggiungere la superficie del corpo per essere vissuto come sentimento. Non occorre, comunque che produca una qualsiasi azione manifesta. Se l’impulso produce nella muscolatura uno stato di predisposizione ad agire, allora sarà vissuto come emozione.
L’inibizione del movimento per mezzo di una tensione cronica dei muscoli ha effetto di sopprimere il sentimento. Una tensione del genere irrigidisce il corpo e rende parzialmente insensibili.
Poiché la rigidità è associata con la repressione dei sentimenti, si può dire quali sentimenti vengono repressi esaminando il tipo di tensione:
- mascelle serrate – ostacolano l’impulso di mordere, che però può emergere sotto forma di pungente sarcasmo. Le mascelle serrate bloccano anche gli impulsi di succhiare, sopprimendo il desiderio di intimità e di contatto.
- gola contratta – impedisce i singhiozzi profondi e aiuta a reprimere la tristezza.
- spalle irrigidite – riducono l’intensità di una reazione d’ira.
- rigidità generalizzata del corpo – lo intorpidisce, limitandone la respirazione e la motilità. Cosi facendo riduciamo la quantità di ossigeno immessa, diminuendo l’attività metabolica e riducendo l’energia disponibile per i movimenti e i sentimenti spontanei.
La respirazione possiede la caratteristica di essere un’attività naturale e involontaria, soggetta però, nello stesso tempo, al controllo cosciente.
Gli stati emotivi influiscono direttamente sulla respirazione:
- rabbia – il respiro diventa più rapido, per aiutare il soggetto a mobilizzare una maggiore quantità di energia per l’azione aggressiva.
- paura – trattenere il respiro perché nello stato di paura l’azione è sospesa.
- panico – come una persona cerca disperatamente di sfuggire a una situazione minacciosa, il respiro si fa rapido e poco profondo.
- terrore – si respira a fatica, in quanto questa emozione ha un effetto paralizzante sul corpo.
- stato di piacere – la respirazione è lenta e profonda.
La chinesiterapia, la ginnastica propriocettiva, la ginnastica medica, e in particolare le metodologie che si basano su un lavoro percettivo-motorio di presa di coscienza corporea e di rieducazione propriocettiva e posturale, si rivelano estremamente utili per il paziente, ma non sono in grado di contattare quelle dinamiche emozionali di cui lo stesso soggetto non è consapevole. D’altra parte non è certo questo l’obiettivo delle tecniche chinesiterapiche.
Il fluire della corrente e i sentimenti:
il 'feeling' (l’importanza della retroazione). In un intervista di Alessandra Callegari, nel luglio 2003, Alexander Lowen dichiara:
'È sbagliato il fatto che la mente controlli tutto, anche i sentimenti e le emozioni. Con la mente, gli uomini pensano: 'posso fare questo e quello', ma non ne hanno un vero feeling, non lo sentono.
La gente non è sana.
E anche quando fa qualcosa per sé, per esempio attività fisica, ginnastica in palestra, sport ecc., non lo fa per stare bene, ma solo o prevalentemente per essere più forte, più bella. Per l’immagine. Insomma, non sente. Il sentire non ha a che fare con l’intelligenza, né con la forza.
Ecco perché la bioenergetica può insegnare a diventare più vivi, più vitali e a sentirlo...
Se dovessi scrivere un libro ora, non insisterei sul carattere, ma sulle dinamiche energetiche del corpo, sul respiro, sulla vibrazione, sul grounding. Questo non significa che non si debba dire ai propri pazienti quali problemi caratteriali hanno. Ma non saranno in grado di cambiarli per il solo fatto di sapere che li hanno. Chi vuole teorizzare troppo, lo fa perché ha paura di stare nel corpo e preferisce stare nella testa. Visto invece che ci sono buone tecniche corporee, come quella che ti ho mostrato prima, meglio non parlare troppo…' (L’intervista integrale si trova sul sito: http://www.alessandracallegari.it).
Non credo che sia superfluo ricordare che nel suo significato più generale la parola feeling denota percezioni collegate al corpo (sensazioni di malessere, di benessere, di dolore, sensazioni tattili), più che un apprezzamento di ciò che è veduto e udito.
È il corpo che si scioglie d’amore, si congela di paura, trema di rabbia e si protende in cerca di calore e di contatto. Staccate dal corpo, queste parole sono immagini poetiche.
Tutti i sentimenti nascono da processi corporei e devono essere compresi sulla base di questi processi. Sperimentate nel corpo hanno una realtà che conferisce un significato all’esistenza. Se è basata sulla realtà delle sensazioni corporee, un’identità ha sostanza e struttura. Astratta da questa realtà, l’identità è un prodotto sociale, uno scheletro senza carne.
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Ascoltarsi ed essere sempre ben disposti verso di sé… è ‘conoscersi’ sempre più a fondo. Gli ‘altri’ ci rispecchierannno secondo le proprietà naturali plasmate per mezzo della miscela di leggi Cosmiche e Planetarie sempre all’opera.
Un eterno fluire e defluire vettoriale capace di colorare diversamente l’ambito circoscritto attraverso la nostra viva presenza, proprio come il mutare cromatico della rappresentazione Aurea e d’Anima, che l’Arte permette di ben intuire, anche nelle 3d, attraverso la ‘circuiteria corporale’.
Il corpo necessita di flessibilità; al suo interno l’energia deve scorrere al fine di renderlo massimamente polarizzato verso il contenimento della luce. L’equilibrio deve essere libero di muoversi anch’esso, in quanto ogni ‘attimo’ è una funzione d’equilibrio nomade sempre ‘perfetto’ per quella circostanza infinitesimale che lo ha generato, compensato ed usufruito.
Evitate l'uniformità, sia di luogo che d'azione. Essa accompagna quel massimo errore che è il concetto della proprietà personale.
Chi ne è schiavo perde soprattutto la mobilità dello spirito: non ricorda che ogni giorno di lavoro deve essere colorato di una speciale qualità dello spirito.
Non può cambiare luogo, perché il suo spirito è legato in modo permanente alla dimora terrena. Esaminatevi - vi riesce facile cambiare di luogo? Vi è facile cambiare lavoro? In caso affermativo, sapete il valore del Bene Comune.
Se invece un viaggio vi fa scrivere le ultime volontà e il testamento, e una variazione di lavoro vi fa infelice, avete bisogno di cure. Vi si dovrebbero prescrivere viaggi molto pericolosi e i più svariati mutamenti di occupazione. Sviluppereste risorse e coraggio, poiché la prima causa di tale difetto è la paura.
E la paura è anche il germe del bisogno di possedere, di doversi attaccare alla Terra almeno con qualcosa.
Come se un misero tetto potesse albergare lo spirito. Come se una quantità di oggetti proteggesse dalla folgore.
Periodicamente gli ignobili trastulli della proprietà sono stati tolti agli uomini.
Ma la paura, madre della menzogna, riprende a tessere la sua ragnatela e a fabbricare terrori. Aboliamo dunque la paura. Se ne andranno anche la proprietà e la noia.
Quanta migliore salute nel variare luogo e lavoro…
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Come si ricolloca lo ‘schema generale’, alla luce del ‘tutto è parte del Tutto’?
Ecco:
- Piano Divino
- Piano trascendentale
- Piano 3d:
- livello della memoria, ossia del lignaggio umano che si è responsabilmente delineato il compito di conservazione della ‘memoria originale grezza’
- livello della quintessenza, ossia della concreta manifestazione ‘reale’, come risultato finale dell’intero processo esistenziale multidimensionale.
Non avere paura significa ‘credere che tutto sia in un ordine perfetto’, per cui il morire viene trasceso. Se questa verità venisse resa disponibile nuovamente, senza che il livello di consapevolezza individuale fosse all’altezza della sua ‘gestione’, allora il genere umano potrebbe correre il rischio di smarrirsi nella propria identificazione con il potere d’essere.
Un 'punto finale' che corrisponde all’inizio di una nuova avventura, oltre al livello della dualità e dell’inasprimento della mancanza…
Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2011
Prospettivavita@gmail.com