L’incontro delle leggi fondamentali che reggono il nostro Universo è sostenibile se la funzionalità che ne deriva produce un risultato superiore, un 'valore aggiunto' che connetta quel campo del possibile (relativo, temporale e materiale) all’Assoluto.
La ‘freccia della complessità’ indica la direzione per produrre il ‘valore aggiunto’…
Il significato è proporzionale alla nostra capacità di percepire e di interpretare: è la consapevolezza che dà valore alla forma…
L’Universo è strutturato su criteri di economicità…
È interessante notare come nei miti il ‘Diluvio Universale’ viene spesso interpretato come una naturale conseguenza di una ‘degenerazione’…
Il ‘cono di complessità’ descritto da Carlo Dorofatti nel suo libro ‘Anima e realtà’, è anche rappresentabile così:
un ‘bimbo’ che immerge, anche lievemente, un dito nello specchio d’acqua di un fiume in lento scorrimento. Che cosa succede?
Immediatamente, sulla superficie d’acqua si ‘disegna’ un cono di volume crescente. Tutto ciò che ‘esiste’ all’interno di questo cono, anzi all’interno di questo ‘incantesimo’, che giunge come una perturbazione sottile, rimane invischiato e agganciato ad un ‘volere’ altrui, a proprietà dell’energia polarizzate in maniera strutturata secondo l’intenzione di quel ‘bimbo’.
Che intenzioni aveva? Stava solo giocando?
Ricordiamoci cosa succede nella ‘Storia Infinita’: le ‘cose’ sono molto più vere di quello che si possa pensare e, diciamo che solitamente il piano della percezione è ribaltato. Illusione reale, reale illusione... È tutto fine a se stesso, ossia l’illusione è tale in funzione del livello di consapevolezza.
L’illusione viene meno se la consapevolezza è ‘allargata’.
Se ‘ricordiamo’, allora l’illusione è come vissuta con viva partecipazione, con la certezza che è una illusione ed in quanto tale è possibile viverla ed approfondirla in maniera totale. Ma una dimensione d’illusione svelata ha la stessa valenza di un piano educativo come quello caratterizzato dall’assenza di ‘memoria’? O piuttosto sembrerebbe una sorta di harem personale, o un videogioco, in cui sprofondare nell’ozio più assoluto e togliersi gli sfizi più diversi? Ricordiamo colui che tradisce, nel primo Matrix; per quale fine si è comportato in quella maniera?
Al nostro livello di crescita evolutiva, penso che siano più i rischi che corriamo piuttosto che il ‘valore aggiunto’ a cui possiamo ‘dare luogo’, da una soluzione direttamente centralizzata nella memoria. Secondo me, è per questo motivo che abbiamo subito questo processo di smemorizzazione del sé.
Un processo insito nel programma chiamato Piano Divino…
I pianeti sono come persone: hanno il loro ‘carattere’. Possono influire su ciò che entra nel loro raggio d’azione. Loro sono degli osservatori in evoluzione. Loro infilano il proprio ‘dito’ nella trama, nel tessuto liquido del tempo, generando un fenomeno diretto dalla relativa osservazione, dal proprio punto prospettico, in un gioco di complessità e vortici inerziali che vanno a coinvolgere in maniera sensibile le creature interessate dalla direzione della trama dell’increspatura.
Ecco perché la Luna e i Pianeti possono influenzare anche l’umanità. Osserviamo i frattali a cui possiamo direttamente accedere in Natura. Uno specchio d’acqua è quanto più evidente ci possa essere a tal proposito. Perché?
Perché è in movimento così come può essere fermo oppure interessato da ogni sorta di interferenza. È davanti ai nostri occhi questa teatralità. È sempre stata davanti ai nostri occhi anche quando non esisteva la pellicola cinematografica per dotare di movimento le singole figure statiche.
Abbiamo due casi evidenti e compenetrantisi:
- un corpo che si muove sulla superficie dell’acqua
- un corpo fermo sulla superficie dell’acqua.
La causa e l’effetto hanno più 'sorgenti' nel momento in cui il punto di origine è multidimensionale, ossia è riferito all’osservazione di una entità o di un astro o di un principio creatore, e colui che si muove è un’altra entità, astro, etc.
Tutto ciò che risiede nell’ombra del cono sul futuro è sotto l’influsso del cono determinato dal piano dell’osservatore e della sua interferenza. Raggiungere questa interferenza agisce anche al piano del passato, in quanto l’osservatore in movimento si ferma terminando di increspare la superficie d’acque.
Da quel 'punto', insieme all’aumento della consapevolezza deriva anche un innalzamento della responsabilità.
È quello un punto di ascensione verso la comprensione diretta del punto prospettico dell’osservatore superiore. Il raggiungerlo determina l’evidenza del ‘valore aggiunto’ appena consolidato. Succede questo ogni volta che un desiderio si avvera e la nostra parte terrestre raggiunge il livello animico relativo all’esaudimento di quel desiderio.
L’Anima è immediatamente quello che desideriamo.
La differenza strutturale che ci separa è tutta nella comprensione del ‘dove siamo’ rispetto al ‘dove dobbiamo essere’: una differenza vibrazionale o, per meglio capire, una differenza di distanza tra i due centri osservatori dislocati lungo il fiume della Vita.
I due ‘fuochi’ sono relativi a due punti prospettici differenti.
Se ora inseriamo un altro piano degli eventi, come quello delle entità parassite, potremo capire che esiste un altro ‘cono di complessità’ più grande che ricomprende gli altri due, e così via fino a raggiungere le ‘stelle’.
È più semplice essere consapevoli che il cono relativo alle entità parassite è irraggiungibile rimanendo nel cono inerente al piano del moto dell’osservatore in movimento sul 'fiume'. Da quel livello non potrà mai raggiungere il cono superiore da cui emerge l’interferenza, che decreta il controllo Antisistemico relativo al piano percettivo in cui si è inseriti.
Occorre un altro tipo di ‘moto’, diciamo più ascensionale o ‘consapevole’. Il piano di osservazione o di interferenza è inserito nel processo vigoroso/evolutivo universale: ha cioè un senso, altrimenti non potrebbe continuare ad esistere.
Questo piano è relativo ad una linea temporale parallela a quella inerente al suo cono d’interesse: la sua esistenza è però riflessa nello specchio d’acque e tramite l’analogia frattale è direttamente percepibile. Il riflesso è agganciato alle leggi e aalle proprietà del tempo in cui siamo inseriti.
La biodiversità autorizza anche a meglio comprendere come ogni Pianeta, corpo, energia, entità, abbiano ‘caratteri’ diversi e dunque, come il proprio potere d’interferenza abbia differenti gradi di amalgama con il piano osservato.
Ecco come due linee di tempo possono essere raffigurate, mentre si scontrano l’una con l’altra:
Siamo ispirati sempre più a fare astrazione delle 'cose'. A percepire secondo altre modalità dell’essenza…
Su Nexus di agosto/settembre 2011 si parla anche di Chani: avete mai sentito parlare di Chani?
Dio fa colisione di tempo
colisione di tempo e già
colisione di tempo già creata
colisione di tempo existe
in fine voi deve decidere cosa fare di colisione di tempo
e qualcosa fare
voi non può cambiare ciò creato da dio ma con libero arbitrio
deve decidere cosa fare di colisione di tempo, ok.
Io dice mangia ovo perke ovo fa bene voi prima ke marcio
se non ovo fa male.
E ancora:
voi è dio in vostro universo
ma voi non è dio in universo di dei
voi deve capire ciò…voi non in vostro universo ancora, ok.
Che cosa è Chani? È innanzitutto una fonte alternativa di fornitura di prospettiva…
Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
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