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mercoledì 3 agosto 2011

Espressioni, pastiglie e terremoto (2).

 

 
 
Un 'corpo' che si muove, anche esternamente all’orbita terrestre, ha effetti su di noi... allo stesso modo di un natante che passa in prossimità della costa alterando il moto ondoso dalla sua posizione di 'quiete', il quale si ‘abbatte’ per forza di cose sulla riva, dove i bagnanti registrano uno strano aumento delle onde chiaramente percepibile

Adesso ne sono certo, per cui riporto anche questo esempio. Nel mio giro quasi quotidiano in bici, mi fermo in un luogo nella campagna attorno a casa mia. Mi riposo un attimo, faccio della respirazione e mi lascio andare ad una sorta di breve meditazione/osservazione di me stesso e del paesaggio raggiungibile con lo sguardo.

Ebbene…  mi sono accorto che quando passa un aereo sopra di me, e ne passano moltissimi essendo sopra alla direttrice d’atterraggio dell’aereoporto della Malpensa, i suoi effetti in termini di ‘aria smossa’ si fanno sentire quasi immediatamente a terra. Non è un caso

Me ne sono accorto nel tempo, perché delle strane alitate di vento deciso si alzavano dal nulla, ogni volta che passava un velivolo, e duravano giusto il tempo necessario ad annunciarlo al resto del Mondo: trenta secondi? Sì, più o meno. Gli aerei che passano non viaggiano al massimo della loro altezza, relativa alla velocità di crociera, ma sono più bassi, però non tanto bassi come potreste immaginare, infatti li si vede ancora piuttosto piccoli, eppure il loro effetto fisico non passa inosservato. Cosa voglio dire?
  • che dobbiamo imparare ad osservare gli effetti e le cause, ma in maniera espansa, tramite una ‘seconda vista’ quantico/intuitiva
  • che dobbiamo imparare a ‘vedere’ tutto ciò che si ‘muove’ e a relazionarlo a noi nell’insieme delle ‘cose’, come un grande concerto d’eventi
  • che dobbiamo imparare a capire che ogni fenomeno ci raggiunge e ci riguarda da molto vicino
  • che dobbiamo imparare ad assumere ciò che vediamo come ad un grande ‘esempio’, un frattale che narra di noi, di come siamo fatti.
È una questione di altezza e di peso il tempo di passaggio? Se rimaniamo in un ambito 3d, probabilmente sì. Pensiamo ad un Pianeta come Giove, quale onde possa smuovere nel Cosmo e quali effetti possa avere nonostante la distanza dalla Terra.


Pensiamo a cosa possa procurare, in termini di ‘effetti secondari’, il cosiddetto allineamento di più Pianeti. Infatti cosa osserva la scienza che studia i movimenti planetari? Esattamente ‘cosa fanno’ e ‘quali configurazioni stanno tracciando tra di loro i Pianeti.
 
Ecco perché un Pianeta più vicino o più lontano può procurare ‘riflessi’ sulla Terra e dunque sull’umanità. Ma quel ‘riflesso’ sarà casuale? Ossia come sono interpretabili le azioni umane indotte, che avvengono sulla Terra in seguito ad una determinata ‘figura’ planetaria tracciata? 
 
Caos, caso, destino, fato, fortuna, sfortuna, volontà, intenzione, buono o cattivo esito… come possono spiegarsi le vicissitudini che viviamo alla luce anche di questo fenomeno tanto lontano quanto sfuggevole?

Dipende da noi e da quanto siamo centrati in noi stessi, da quanto ci conosciamo.
 
Il ‘nulla è per caso’ è valido quando abbiamo il ‘pallino’ delle operazioni, altrimenti è un ‘subire’, anche se comunque l’insegnamento è sempre opportuno, anche se molto più diluito nel tempo è il suo significato evolutivo.
 
Sostengo, da tempo, che il genere umano è coinvolto/inserito in una struttura di controllo/assorbimento dell’energia  vitale, ad opera di entità parassite, che si alimentano della nostra funzione di 'generatori'. Ovviamente la loro ‘traccia’ non è direttamente riscontrabile, in termini di viva presenza, perché agiscono ed esistono in un altro 'luogo dimensionale'

Castaneda scrive che ‘ci hanno dato la loro mente’. Carlo Dorofatti afferma che il ‘pensiero è una sostanza in cui siamo inseriti’ e che ‘ è del materiale che, allo stato attuale, non generiamo ma che riceviamo’

Non è la stessa cosa? 

Il controllo è molto profondo e subdolo, perché ‘la mano che ci inseriti in questi contesto si è ritratta dimensionalmente’. Come possiamo accorcergi della presenza di queste entità? In molti modi, in realtà, però tramite una legge, quella dell’analogia frattale, possiamo osservare la loro indiretta presenza tramite il riflesso, la scia che lasciano nel Mondo 3d.

Un riflesso molto evidente è il Mondo/Modo che 'stiamo costruendo': la negazione del vivere in armonia. Cosa significa? 

Per chi stiamo costruendo questo Mondo? 

Non certo per noi, in termini di ‘buon futuro’. Perché se non si cambia il modus operandi, non rimarrà molto di questo Mondo. Dunque? Ciò equivale a dire che queste entità non temono la fine di questo Mondo, essendone al di fuori, ma temono di non sopravvivere se mancherà loro l’energia vitale prodotta dal genere umano. Ognuno ha il proprio tallone d’Achille. Per cui, volenti o nolenti, prima o poi dovranno concedere che il genere umano cambi rotta, in maniera sempre controllata, al fine di non distruggere questo ecosistema planetario ed in definitiva la loro ‘riserva di caccia’

Per questo motivo gli Usa hanno alzato il tetto del debito...
A meno che possano trasferirsi in un altro Mondo direttamente assoggettabile alle loro mire esistenziali, nel quale fare ripartire ancora un volta il medesimo disegno concettuale di sfruttamento totale di risorse ed opportunità…
 
Uno scenario o l’altro non muta la polarità del fatto che, sino a quando il genere umano non si risveglierà verso se stesso, allora queste entità avranno il grande vantaggio di non essere 'viste' nè direttamente percepite, per cui potranno continuare a coltivare i 'campi umani' senza nessun timore di essere fermate

Il loro operato è in linea con il Piano Divino: perché no? 

Esistono anch’esse per ‘conoscere se stesse’ e sino a che l’umanità non le aiuterà, allora esse continueranno a tessere ed a ordire fitte trame di possesso e di sfruttamento altrui, non ritenendo possibile auto produrre il proprio cammino evolutivo senza l’apporto e la dipendeza altrui.
 
È un loop molto esteso, quello della lontananza dal proprio sé. Non riguarda il solo genere umano, ma il genere umano è frattalmente collegato al tutto, così come le entità parassite sono definite in questo modo da me/noi solo perché le temiamo e non le conosciamo. 

Gettando luce tra le diversità e le ritenutà ostilità, allora è possibile venire a capo della situazione. Ma questa fase ‘viene dopo’, perché ‘prima’ ci dobbiamo accorgere che esistono… cosa assai difficile se siamo impegnati sempre a ‘fare altro’

Sempre troppo lontani da noi stessi, dall’attimo divino eterno presente in cui si co crea l’esistenza.
 
In un prossimo articolo vorrò trattare unitamente i concetti relativi al ‘Potenziale Superfluo (Zeland) vs gli Specchi Esseni’. Perché? Perché fa parte della direzione di cammino intrapresa…
 
È un linguaggio che ci sfugge quello della Natura:
 
La contraddizione, che tanto sconcerta il modo di pensare ordinario, deriva dal fatto che dobbiamo usare il linguaggio per comunicare la nostra esperienza interiore, la quale per sua stessa natura trascende la possibilità della lingua.
D.T. Suzuki citato da Fritjof Capra ‘Il tao della fisica’
 
L’altro giorno ho chiaramente percepito la realtà come un qualcosa di assolutamente perfetto. Un qualcosa di ‘itinerante’ ma che si muove di perfezione in perfezione. 

Ad un certo punto, ho vissuto come una 'schiarita del panorama' osservabile in me, innanzitutto delineandosi gli ambiti della scala polare legata al ragionamento di quel momento, ossia:
 
evoluzione o ingegneria/ingegnerizzazione della Vita.
 
Quello che abbiamo chiamato ‘evoluzione’ l’ho percepito chiaramente come un qualcosa di ‘artefatto’, di ingegnerizzato, nel senso di ‘già vissuto da altri, che per esperienza hanno co creato delle modifiche in termini di migliore adattamento al continuum esistenziale’

Per ‘altri’ intendo quelle creature/essenze che ci hanno preceduti e che, in qualche modo, sono più avanti nel processo di ‘inspirazione’ ad opera del Creatore. Rudolf Steiner ne parla nel suo profondo libro ‘Le cronache dell’Akasha’, e ovviamente non solo lui. Anche Dante o Tolkien, e tantissimi altri, ce ne hanno dato un assaggio.
 
Il nostro corpo è perfetto.

Ogni ambito è stato progettato allo scopo di superare asperità esistenziali legate ad un certo tipo di scenario attraversato. Come non notare che le ciglia, quei 'quattro peletti' quasi senza senso, riescono a deviare una goccia di sudore ai lati, proteggendo in  questa maniera l’occhio, il quale deve poter contare su una perfetta visibilità in ogni ambito ed occasione?
 
Tutto ciò è sinonimo di attenzione, di perfezione. Percepiamone il grande senso compiuto...

Osserviamo, a tal esempio, una vettura molto costosa:

non è forse la quintessenza della perfezione attualmente raggiungibile, escludendo la tecnologia d’avanguardia militare e spaziale?
 
Non siamo il corpo, però siamo anche il corpo – almeno sino a che ne stazioniamo al suo 'interno', sino a che ne abbiamo necessità, e ne abbiamo ancora grande necessità... oh sì.

Il corpo si vuole bene, si auto guarisce, non mente.

Ascoltiamolo un po’ di più perche parla sempre di noi e della nostra funzione ‘ponte’ tra dimensioni diverse. Le sue 'espressioni' costituiscono un linguaggio vivente, così come la Terra è viva e si manifesta anche attraverso i moti dei terremoti, in conseguenza diretta anche della nostra funzione di 'pastiglie' per la sua evoluzione... perchè 'nulla è per caso e tutto è opportuno'.
 
Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
Prospettivavita@gmail.com