Negli ultimi due articoli ‘pillola’ mi sono intrattenuto sul concetto di alimentazione moderna ‘raffinata’ e completa non conoscenza del proprio sistema di corpi sottili costituenti una grande identità capace di trascendere le 3d.
L’inconsapevole condotta di Vita del genere umano lo ha progressivamente condotto a ritenersi solo ed esclusivamente il corpo fisico, per cui, oggi, è davvero difficile riportare il focus su tutto quello che ci caratterizza nei piani non manifesti dell’energia. Tutto ciò corrisponde ad un piano lungamente perseguito da energie di controllo di Natura parassitaria; Natura che può estendersi tranquillamente a ricomprendere sia concetti legati ad Alieni che a Demoni che a Caste di uomini che si sono tramandati il ‘sapere’ parallelamente allo scorrere del tempo e della storia deviati.
In realtà, secondo me, sulla Terra si è da sempre combattuta una guerra per il controllo della capacità umana di generare energia vitale e, dunque, per il controllo planetario. Pianeta che ha ricevuto le ‘grazie’ di molte razze e specie, le cui tracce esulano da ciò che possiamo trovare scritto nei libri.
Piuttosto troviamo qualche accenno di loro nel tramandarsi delle antiche tradizioni e riti inerenti a minoranze etniche sparse sul Pianeta ed in qualche ‘sacra scrittura’ più o meno conosciuta e più o meno ‘insabbiata’. Perché tutto questo mistero?
Perché la ‘mano’ che ci ha guidati si è ritratta dallo scenario che ci ospita, come in una sorta di Grande Fratello planetario tridimensionale. Quale soluzione migliore al fine di controllare ed approfittare della grande creazione energetica che siamo capaci di ‘auto produrre’?
Lasciandoci ‘soli’ sul Pianeta, almeno nella parte densa dell’energia, siamo stati capaci di smemorizzare ogni nostro centro superiore di contatto con il Mondo scomparso del sottile.
In questa pratica, l’alimentazione ha avuto davvero una grande importanza. È infatti attraverso la capacità di introdurre sostanze nel corpo fisico, come se fosse una 'caldaia' di un motore, che trasformiamo l’energia conservata nelle sostanze di cui ci nutriamo in energia di ‘movimento’. C’è qualche altro modo che conosciamo per alimentarci? Rimanendo nelle 3d, mi sembra proprio che non ne esista un altro. Per cui tutto ciò che ingurgitiamo, trasformandolo, ha importanza massima.
Gli 'Dei' hanno lasciato le 3d per questo motivo.
Dopo grandi guerre e devastazione planetaria, nelle ere dimenticate, i vincitori o i sopravvissuti, hanno deciso di lasciarci virtualmente soli sulla Terra. Ovviamente l’ispirazione ‘divina’ non sarebbe mai mancata nel veicolare ed indirizzare gli umani ‘preposti’ al ruolo di amministrazione, verso una ben precisa direzione evolutiva: quella più accomodante queste entità parassite…
Ho molta fantasia, vero?
Lo zucchero è una delle metodologie chimiche adattate per un simile scopo: è buono, perchè dovremmo rifiutarlo? Altro che problemi di linea e di grasso in eccesso; queste evidenze corrispondono solo ai danni collaterali del vero scopo dell’introduzione massiva di questa droga artificiale: mantenerci staccati dalla più grande rimanenza di noi stessi, ossia la struttura dei corpi sottili, Chakra, etc.
Tutto quello che possiamo leggere nelle 3d è relativo alle 3d e, in quanto tale, è sempre manchevole di almeno un ‘pezzo basilare’ del come sono andate le ‘cose’. È per forza così, in quanto gli umani sono ‘soli’ da troppo tempo per avere ancora la capacità di ‘ricordare’ chi essi fossero stati un tempo. Sotto incantesimo e di fatto sempre in uno stato di perenne drogaggio.
Rinunciare allo zucchero equivale staccarsi dalla droga.
Lo zucchero come dolcificante naturale è già contenuto negli alimenti, per cui non serve che se ne aggiunga ulteriormente. È un conservante? Per questo lo si mette, ad esempio, nei piselli, che sono già dolci di loro? No comment. Ogni ambito è buono per mantenerci in questo stato di catalessi continua.
C’è sempre un valido motivo che emerge quando si decide di fare un po’ di luce, in questo caso l’Antisistema cavalca l’onda della produzione in massa di 'scatolame' per la grande distribuzione, per cui il problema della conservazione va affrontato; da ciò deriva l’uso dello zucchero come conservante.
Ricordiamolo sempre: c’è sempre una valida ragione 3d per spiegare un certo impiego di un prodotto o di una tecnica, ma quello che non si sa è che la Natura compie lo stesso compito tramite ben altre modalità molto più ‘sostenibili’ e non invasive.
Chi ha la forza per sottrarsi al reame dello zucchero in un Mondo che è basato sull’utilizzo massivo di questo ‘pastrocchio’?
Mc Donald’s ci ha costruito sopra una fortuna zuccherando a volontà tutti i propri prodotti. E Coca Cola? La lista è infinita…
Leggiamo brevemente cosa significhi ‘ignorare’ il regime alimentare moderno:
I buruscio o bruscio o hunza sono una popolazione che vive nelle valli pakistane settentrionali di Hunza, Nagar e Yasin. Ci sono anche oltre 300 buruscio a Srinagar, India…
I buruscio-hunza, secondo quanto viene riportato da Ralph Bircher, contavano circa 10.000 abitanti (almeno fino a qualche decennio fa), sparsi in circa 150 villaggi situati a un'altitudine che oscilla tra i 1660 e i 2450 m. sul livello del mare. La conformazione del territorio rendeva questo popolo abbastanza isolato dai popoli circostanti, a causa delle vie di comunicazione impraticabili e pericolose se non addirittura assenti.
Gli hunza abitano molto al di sopra della valle omonima, sui loro terrazzi (mesas) spesso fortemente soscesi e impervi, non esenti dal rischio di frane, con strapiombi di 600-900 metri. Dal territorio degli hunza è possibile osservare i vicini nagir separati da un profondo grande canyon che rende ancor più difficile le vie di comunicazione.
Fino a pochi decenni or sono gli hunza erano governati da un mir (corrispondente al nostro re); il loro capoluogo era Balbit conosciuta anche come Karimabad. Lo stato principesco di Hunza venne abolito il 25 settembre del 1974.
Gli hunzakut e la regione di Hunza ha uno dei più alti tassi di alfabetizzazione in confronto agli altri distretti similari pakistani ed è una delle maggiori attrazioni turistiche del Pakistan; molti pakistani e turisti stranieri viaggiano per la regione per godere dei paesaggi pittoreschi e delle sue sbalorditive montagne. Il distretto possiede molte attrattive moderne ed è abbastanza progredito rispetto allo standard asiatico. La leggenda locale ci racconta che questi hunza potrebbero essere stati associati con il regno scomparso di Shangri-La.
La longevità degli hunza.
La popolazione degli hunza viene talvolta notamente menzionata per la sua aspettativa di vita eccezionalmente lunga. Ralph Bircher uno dei maggiori studiosi di questo popolo di circa 10.000 individui, riporta alcune caratteristiche sbalorditive, quasi leggendarie, nel suo libro Gli hunza, un popolo che ignorava la malattia, ovvero:
- sono quasi esclusivamente vegani (la carne era consumata poche volte l'anno e i prodotti di origine animale piuttosto raramente);
- la dieta si basava su un apporto calorico inferiore alle 2000 kcal, nonostante i lavori piuttosto pesanti che svolgevano;
- praticavano un duro semi-digiuno stagionale a causa dell'assottigliamento delle scorte dei viveri in attesa del nuovo raccolto;
- gli indumenti che indossavano erano poco adatti, secondo i parametri comuni, a sostenere i rigori invernali;
- l'età media riguardo alle aspettativa di vita era calcolata a circa 120 anni;
- l'efficienza fisica e la smagliante salute permaneva fino a tarda età;
- non si conoscevano malattie (prima dell'arrivo massiccio dei prodotti della civiltà consumistica).
La longevità e la salute perfetta degli hunza hanno fatto avanzare diverse ipotesi a questo riguardo. Le più attendibili riguardano...
- la dieta naturale e vegetariana e il semi-digiuno obbligato stagionale;
- l'altitudine e l'ambiente incontaminato in cui vivono.
Altri ipotizzano addirittura che l'elisir della loro lunga vita fosse il torrente a cui attingevano l'acqua con particolari virtù salutari (virtù dovute, probabilmente alla completa mancanza di fluoro). I vari studiosi di 'questo popolo greco dell'Himalaya' che si sono succeduti hanno riscontrato che la loro longevità e salute si siano andate degradando con il passare del tempo.
Già nel 1979 lo stesso Ralph Bircher riporta la notizia a lui pervenuta tramite conoscenze che il paese aveva ormai perduto la sovranità e la sua influenza; al posto del re (mir) c'era adesso la polizia pakistana; inoltre i prodotti, se non altro alimentari, della civiltà consumistica sembra avessero ormai invaso tutti i villaggi hunza.
L'indagine di McCarrison.
Durante il periodo fra le due guerre mondiali, il medico scozzese McCarrison operante nel circondario di Gilgit, a Nord del Cachemire, rimase colpito dalla conformazione fisica e dalla incredibile capacità lavorativa degli hunza, e per quanto riguarda la sua ricerca sulle malattie trovava questo popolo insignificante dato che non aveva nulla da curare se non qualche trauma o frattura.
Infine abbandonò le sue ricerche riguardanti il campo delle malattie per dedicarsi ad esaminare accuratamente questa ottima condizione salutare degli hunza, da lui reputato il popolo più sano della terra. A parte gli accessi di febbre brevi e violenti e qualche infiammazione agli occhi causata dal fumo del riscaldamento nelle chiuse abitazioni durante il periodo invernale, non v'erano malattie particolari né quelle dovute all'invecchiamento (nessuna diminuzione della capacità uditiva e visiva, né indebolimento degli organi; i denti rimanevano perfetti ed efficienti fino a tarda età).
McCarrison esaminando diversi i fattori essenziali quali le condizioni climatiche, la razza, l'alimentazione, ecc. arrivò alla conclusione che il regime alimentare fosse la chiave per capire l'enigma dell'incredibile salute e longevità degli hunza rispetto anche ai popoli confinanti che vivevano più o meno nelle stesse condizioni ambientali contraendo varie malattie, come tubercolosi, malaria, e tante altre più o meno gravi.
McCarrison in definitiva viene ad elencare queste condizioni alimentari:
- autosufficienza alimentare
- assenza di prodotti industriali e commerciali a livello mondiale (zucchero, conserve, cibi raffinati, ecc.)
- cibi prevalentemente crudi. L'alimentazione base degli hunza è costituita dai prodotti freschi coltivati in loco quali: cereali, frutta, e in misura inferiore legumi (fatti germinare, in certi periodi dell'anno, insieme ai cereali e mangiati così crudi) e latte. La carne e il vino venivano raramente consumati...
Nonostante la carestia gli hunza rimanevano un popolo legato e solidale, allegro, ospitale e generoso, esente da avarizia ed egoismo, dignitoso, nonostante gli stenti, tanto che Lorimer riporta nel suo diario di bordo casi incredibilmente eclatanti e commoventi di ordinaria abnegazione, aggiungendo inoltre che 'la fame non ha nessuna influenza sull'umore di questa gente, non arriva a piegare il loro temperamento'.
Questa economia di sussistenza negli ultimi decenni si è aperta al mercato globale con afflusso di prodotti alimentari esterni più sofisticati che di certo hanno mutato in qualche grado la fisionomia, la cultura, gli usi e costumi degli hunza.
Dieta hunza.
La dieta degli hunza di qualche decennio fa (riportata da diversi studiosi specialmente da McCarrison e Wrench) era costituita in gran parte da alimenti di origine vegetale prodotti in loco: orzo, miglio, grano saraceno, grano (e quindi l'utilizzo della farina integrale e di una specie di pane azzimo), mais (raro), in misura inferiore legumi (fagioli, piselli, lenticchie, fave, ceci), frutta (more, mele, uva, ciliege, prugne, pesche, giuggiole, melagrane, meloni, pere, mandorle, noci) e specialmente albicocche fatte essiccare (delle albicocche si utilizzavano anche i noccioli da cui si ricavava anche un tipo d'olio), patate, verdure varie, carote, zucche, cavoli, cetrioli, melanzane, pomodori, erbe selvatiche ed aromatiche. Il vino veniva consumato in rare occasioni, perlopiù coincidenti con particolari eventi. Per quanto riguarda i prodotti di origine animale abbiamo il latte (specialmente di vacca), formaggio fresco (brus) e da conservare (rahkpin), ricotta (quark), il burro o maltache (alimento preziosissimo); la carne, in genere ricavata dal bestiame minuto (pecora, capra, gallina), era utilizzata raramente. L'unico prodotto importato e usato con parsimonia era il salgemma proveniente dalle zone vallive vicine.
Lingua.
La lingua hunza attualmente resta ancora senza possibilità di poter essere collegata ad altre lingue limitrofe e non, esistenti o estinte. Secondo Lorimer questa lingua si è evoluta separatamente da almeno 5000 anni a questa parte e comunque lo stesso linguista ammette di non essere riuscito nemmeno a completare un sufficiente vocabolario nei suoi 15 mesi di permanenza, aggiungendo inoltre che avrebbe avuto bisogno di almeno altri dieci anni per poterlo fare.
Religione.
Appartenenti formalmente alla setta dei mussulmani ismaeliti ovvero aderenti alla dottrina di Ismaele o Maulaï, gli hunza, come osservava Lorimer, sono molto diversi dagli stessi popoli limitrofi, non avendo nessuna pratica che si manifesti esteriormente, né rituali, né preghiere, né templi, oggetti di venerazione o pellegrinaggi, né tantomento si può trovare qualche parvenza di mullah o gerarchia religiosa.
La religione e la preghiera vengono vissute intimamente.
Lo stesso Lorimer racconta che soltanto dopo tre mesi scoprì per puro caso che un certo contadino, per nulla distinguibile dagli altri, era in realtà un khalifa (prete laico). Non vi è, almeno apparentemente, traccia di superstizione, né di credenze riguardanti il malocchio, la magia, come avviene invece per i popoli vicini, dai quali si distinguono ancor più per il fatto che le donne non portano il velo ed hanno parità di diritti.
Usi e costumi, arte e letteratura.
Gli hunza sono soliti festeggiare i grandi eventi nel giorno del solstizio d'inverno con danze e musica eseguita dai béricho, musicisti di origine indiana. L'arte come la letteratura è pressoché assente. Come ogni civiltà contadina ci sono diverse festività e riti propiziatori legati alla semina e al raccolto come quella che si celebra il 6 febbraio per la semina dell'orzo. Non manca il carnevale che si celebra all'inizio di febbraio. Gli hunza sono inoltre delle appassionati e abili giocatori di polo.
Da Wikipedia
Siamo anche quello che mangiamo.
Di loro non conosciamo ‘nulla’, e cerchiamo di interpretare la loro cultura tramite lo specchio della nostra, per cui la spiritualità viene meno e non ne troviamo nemmeno in loro in quanto riflesso della nostra aridità esteriore.
Il fluoro presente nell’acqua di casa non dovrebbe preservarci anche dalla formazione della carie? Non mi sembra proprio osservando lo stato di degrado dentale di questa società dei consumi.
Allora, non è più assimilabile questa invisibile presenza ad un’altra droga autorizzata a raggiungere potenzialmente ognuno di noi?
Aimè, ci siamo dentro con mani e piedi…
Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
Prospettivavita@gmail.com