L’India potrebbe decidere domani la sorte del BlackBerry.
L'India potrebbe decidere di chiudere temporaneamente i servizi di BlackBerry Messenger ed email se Research In Motion non offrirà soluzioni adeguate alle preoccupazioni riguardanti la sicurezza, nel corso dell'incontro in programma domani tra governo e operatori. Lo hanno riferito funzionari governativi.
Il ministero degli Interni dell'India farà pressioni per fissare delle scadenza per imporre a Rim di condividere dettagli dei codici criptati quando domani funzionari governativi incontreranno gli operatori.
L'India sostiene che i servizi del produttore canadese dello smartphone BlackBerry potrebbero essere utilizzati impropriamente dai militanti poichè le agenzie di sicurezza non hanno accesso ai messaggi inviati con questi servizi.
Fonte: Yahoo
L'India potrebbe decidere di chiudere temporaneamente i servizi di BlackBerry Messenger ed email se Research In Motion non offrirà soluzioni adeguate alle preoccupazioni riguardanti la sicurezza, nel corso dell'incontro in programma domani tra governo e operatori. Lo hanno riferito funzionari governativi.
Il ministero degli Interni dell'India farà pressioni per fissare delle scadenza per imporre a Rim di condividere dettagli dei codici criptati quando domani funzionari governativi incontreranno gli operatori.
L'India sostiene che i servizi del produttore canadese dello smartphone BlackBerry potrebbero essere utilizzati impropriamente dai militanti poichè le agenzie di sicurezza non hanno accesso ai messaggi inviati con questi servizi.
Fonte: Yahoo
Gli Stati e le forme organizzate di controllo hanno sempre "sete" di sicurezza; ma di quale sicurezza stiamo parlando? A nome di chi essi parlano? Dei soli cittadini “racchiusi” entro i confini geografici?
Chi controlla chi?
In questo caso, il caso sopraesposto relativo all’India, si parla di militanti come capro espiatorio ed in funzione di ciò si reclama una mancata capacità di controllo sull’intera popolazione.
“… le agenzie di sicurezza non hanno accesso ai messaggi inviati con questi servizi…”.
Ecco la definizione di “controllo sociale” espressa in Wikipedia:
"Il controllo sociale è l’insieme delle attività dirette ad uniformare la condotta degli individui facendo rispettare le norme e le aspettative del gruppo.
In ogni società il controllo sociale opera sull’individuo su due livelli:
1) Il controllo informale, o interno, corrisponde al processo di socializzazione. Questa è distinta in:
- Primaria. Viene condotta dalla famiglia, comporta una prima elementare assimilazione delle norme sociali.
- Secondaria. Viene condotta dagli altri gruppi di appartenenza quali ad es. il gruppo dei pari o le istituzioni scolastiche.
2) Il controllo formale, o esterno, è il controllo attuato dalle istituzioni, dalle norme penali e dalle sanzioni, ossia da agenti esterni che sorvegliano la condotta dell’individuo.
Analizzando le statistiche ufficiali è possibile notare il fatto che questo secondo tipo di controllo è relativamente inefficiente. In Italia, ad esempio, per ogni 100 reati commessi solo in 30 casi si giunge all’identificazione del reo e solo in 10 casi viene comminata una condanna definitiva; in altre parole, spetta solo a un numero esiguo di colpevoli scontare realmente la pena".
Prima cosa che mi colpisce di questa breve definizione è la frase “spetta solo a un numero esiguo di colpevoli scontare realmente la pena”; ciò esprime solo ed esclusivamente il frattale che nel mondo regna l’ingiustizia e che i veri “colpevoli” riescono a prosperare ad “altezze” diverse rispetto all’aleggiare delle leggi predisposte dall’uomo o controllo formale.
Cerchiamo di notare come il piccolo rispecchi sempre il grande e viceversa, perché in questo modo avremo accesso ad una forma di “investigazione” relativamente semplice ed immediata di come siano schierate le “forze” in campo. Non si tratta di minimizzare o di fare di tutta l’erba un fascio, bensì solo di applicare una delle leggi che sottintendono alla creazione espressa nella proprietà dell’energia condensata di replicare olograficamente ed in maniera frattale ogni piano della realtà percepita.
La proprietà frattale è alla base della compressione dei dati, ad esempio:
“La compressione dati è una tecnica utilizzata in ambito informatico e telecomunicazionistico per la riduzione della quantità di bit necessari alla rappresentazione in forma digitale di un'informazione.
La compressione dati viene utilizzata sia per ridurre le dimensioni di un file, e quindi lo spazio necessario per la sua memorizzazione, sia per ridurre l'occupazione di banda necessaria in una generica trasmissione dati digitale come ad esempio una trasmissione televisiva digitale... Le varie tecniche di compressione organizzano in modo più efficiente i dati, spesso perdendo una parte dell'informazione originale, al fine di ottenere una rappresentazione dell'informazione più compatta quindi comportante minori risorse per la sua memorizzazione e trasmissione. Come controparte la compressione dati necessita però di potenza di calcolo per le operazioni di compressione e decompressione, spesso anche elevata se tali operazioni devono essere eseguite in tempo reale”.
Fonte: Wikipedia
Lo sviluppo di una tecnologia a base frattale ha permesso, e permetterà sempre di più, la riduzione delle dimensioni e dunque proprio la compressione anche dell'hardware. Avere un nanocomputer che elabora le stesse informazioni dei giganteschi mainframe in possesso alle multinazionali o a enti governativi civili come la Nasa o a entità nazionali, ad esempio per la gestione delle anagrafiche di una intera nazione, equivale ad affermare e credere nelle proprietà frattali ed olografiche della creazione.
Ossia, se il piccolo fa le stesse cose del grande è anche quella una espressione frattale, per cui, anche inconsciamente, l’uomo persegue certe direzioni tecnologiche cavalcando l’onda lunga di una legge universale che è impressa in ogni ambito e dimensione direttamente osservabile.
Da ciò traggo l’idea di investigazione nei frattali.
Riassumere un libro nel classico bigino è anch’esso applicare meccanicamente la legge dei frattali; questa operazione viene fatta "meccanicamente" senza pensare a quello che, in realtà, si "utilizza" al fine di ottenere una compressione vera e propria del “contenitore” più grande nello spazio più piccolo. Nelle operazioni umane di “riduzione” a vario livello la qualità della compressione è frutto di proprietà appartenenti alla sfera personale dell’individualità che “opera”, per cui la qualità e la perdita di dati ritenuti non rappresentativi del risultato finale, è soggettiva e direttamente proporzionale alle “qualità” di chi esegue l’attività. In una macchina la qualità sarà in funzione dell’analisi effettuata al fine di sviluppare un software più o meno ottimale e dai continui aggiornamenti apportati, ossia al continuo perfezionamento del lavoro già svolto.
In Natura invece l’attività è pressoché perfetta.
Per questo motivo l’analisi frattale su base naturale è sempre valida, mentre quella effettuata su base artificiale umana e su capacità umana media, può riservare anche delle “sorprese”, a causa dell’imperfezione della “base” operativa.
La maggiore energia richiesta dal processo in real time delle informazioni di compressione e decompressione, viene equilibrata in qualche modo nel processo “vivo” dipinto in Natura; ossia la Natura ha trovato il modo addirittura di trovare un processo virtuoso, economico, anche in questa attività di riflesso e miniaturizzazione.
In poche parole il processo di “compressione” naturale “costa” meno, alla Natura stessa, che il mantenere integra una sola ed immane rappresentazione della creazione.
Come al solito è tutto invertito nei piani “originali” dell'esistenza.
Se l’uomo non ha ancora “ammesso” l’esistenza e la libera fruizione dell’energia che scorre in ogni singola particella di Vita, non potrà mai ammettere che i processi legati all’energia stessa, possano scorrere in maniera diversa da quella espressa dalle leggi imperfette scoperte sino ad ora, o meglio dalle leggi imperfette “scelte” per rappresentare la società umana globale attuale.
Ancora una volta troviamo l’impronta, la sete di controllo dell’Antisistema ad imbavagliare il vasto ed inesorabile cammino dell’umanità verso la sua naturale evoluzione in una “forma” frattale sempre più compressa e perfetta della creazione. Il tutto disegna una legge e non un mistero. Il mistero è dovuto ai fattori frenanti del moto umano e sono solo temporanei e transitori come una non buona prospettiva dell’orizzonte mentre si è in viaggio.
“Si ritiene che in qualche modo i frattali abbiano delle corrispondenze con la struttura della mente umana, è per questo che la gente li trova così familiari. Questa familiarità è ancora un mistero e più si approfondisce l'argomento più il mistero aumenta”. (Benoit Mandelbrot)
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