Cito da Matrix Reloaded, una porzione di dialogo tra l’Agente Smith e Neo (Sig. Anderson):
“Come lei ben sa le apparenze possono ingannare il che riporta la nostra conversazione alla ragione per cui siamo qui. Noi non siamo qui perchè siamo liberi, noi siamo qui perchè non siamo liberi di sottrarci a questo dato di fatto, non c’è ragione nel negarlo, non c’è scopo, perché sappiamo entrambi che senza scopo noi non esisteremmo.
È lo scopo ad averci creato!
È lo scopo che ci connette!
È lo scopo che ci motiva che ci guida che ci spinge!
È lo scopo che stabilisce!
È lo scopo che ci vincola! Noi siamo qui per colpa sua Sig. Anderson , siamo qui per togliere a lei quello che lei ha cercato di togliere a noi… Lo scopo!”
Ognuno di noi ha, o dovrebbe avere nella Vita, uno scopo. Ce lo siamo mai chiesto quale possa essere il nostro scopo personale? Anche in maniera solo egoica.
“Il problema degli scopi, è un problema essenziale. Fintanto che un uomo non ha definito il suo proprio scopo, non è nemmeno capace di cominciare a ‘fare’. Come si potrebbe ‘fare’, se non si ha uno scopo? Prima di ogni cosa, ‘fare’ presuppone uno scopo… L’esistenza non ha un solo scopo, ma numerosi… Vi interrogavo sul vostro scopo personale, su ciò che volete raggiungere, e non sulla ragione d’essere della vostra esistenza. Se voi mi dite qual’è il vostro scopo, potrò dirvi se noi seguiamo la stessa strada oppure no”.
Fonte: “Frammenti di un insegnamento sconosciuto” di P.D.Ouspensky
Chiediamoci allora quale sia il nostro scopo personale, formuliamolo dentro di noi; iniziamo a tracciare una rotta per meglio comprendere l’avvenire, i suoi feedback. Nella regione del tempo-spazio, il tempo è tridimensionale, scorre avanti e indietro come un libro aperto e liberamente sfogliabile; per questo possiamo parlare di feedback riferito all’avvenire, ossia di reazione ad uno specifico stimolo che è, nella fattispecie, lo scopo.
“Come lei ben sa le apparenze possono ingannare il che riporta la nostra conversazione alla ragione per cui siamo qui. Noi non siamo qui perchè siamo liberi, noi siamo qui perchè non siamo liberi di sottrarci a questo dato di fatto, non c’è ragione nel negarlo, non c’è scopo, perché sappiamo entrambi che senza scopo noi non esisteremmo.
È lo scopo ad averci creato!
È lo scopo che ci connette!
È lo scopo che ci motiva che ci guida che ci spinge!
È lo scopo che stabilisce!
È lo scopo che ci vincola! Noi siamo qui per colpa sua Sig. Anderson , siamo qui per togliere a lei quello che lei ha cercato di togliere a noi… Lo scopo!”
Ognuno di noi ha, o dovrebbe avere nella Vita, uno scopo. Ce lo siamo mai chiesto quale possa essere il nostro scopo personale? Anche in maniera solo egoica.
“Il problema degli scopi, è un problema essenziale. Fintanto che un uomo non ha definito il suo proprio scopo, non è nemmeno capace di cominciare a ‘fare’. Come si potrebbe ‘fare’, se non si ha uno scopo? Prima di ogni cosa, ‘fare’ presuppone uno scopo… L’esistenza non ha un solo scopo, ma numerosi… Vi interrogavo sul vostro scopo personale, su ciò che volete raggiungere, e non sulla ragione d’essere della vostra esistenza. Se voi mi dite qual’è il vostro scopo, potrò dirvi se noi seguiamo la stessa strada oppure no”.
Fonte: “Frammenti di un insegnamento sconosciuto” di P.D.Ouspensky
Chiediamoci allora quale sia il nostro scopo personale, formuliamolo dentro di noi; iniziamo a tracciare una rotta per meglio comprendere l’avvenire, i suoi feedback. Nella regione del tempo-spazio, il tempo è tridimensionale, scorre avanti e indietro come un libro aperto e liberamente sfogliabile; per questo possiamo parlare di feedback riferito all’avvenire, ossia di reazione ad uno specifico stimolo che è, nella fattispecie, lo scopo.
Lo scopo funge dunque da stimolo.
“Oggi è quello che è, perché ieri è stato quello che è stato. E se oggi è come ieri, domani sarà come oggi. E se volete che domani sia differente, dovete rendere oggi differente. Se oggi è una conseguenza di ieri , domani esattamente nello stesso modo sarà una conseguenza di oggi. E se qualcuno ha studiato a fondo ciò che è accaduto l’altro ieri, una settimana, un anno, dieci anni fa, egli può, senza rischiare di sbagliarsi, dire ciò che accadrà o ciò che non accadrà domani”.
“Oggi è quello che è, perché ieri è stato quello che è stato. E se oggi è come ieri, domani sarà come oggi. E se volete che domani sia differente, dovete rendere oggi differente. Se oggi è una conseguenza di ieri , domani esattamente nello stesso modo sarà una conseguenza di oggi. E se qualcuno ha studiato a fondo ciò che è accaduto l’altro ieri, una settimana, un anno, dieci anni fa, egli può, senza rischiare di sbagliarsi, dire ciò che accadrà o ciò che non accadrà domani”.
Fonte: “Frammenti di un insegnamento sconosciuto” di P.D.Ouspensky
In questo senso i feedback giungono anche dal passato, da come è stato ieri; ossia possiamo interrogare il passato, il presente ed il futuro ed interlacciarli in funzione di uno stimolo “motore”: lo scopo. Ma occorre eseguire un lavoro su se stessi al fine di divenire padroni di se stessi ed essere in grado di formulare e seguire un proprio scopo, perché l’uomo, allo stato attuale, è molto distante dall’avere raggiunto una simile condizione:
“Ciò che accade o ciò che può accaderci dipende da una delle seguenti cause:
In questo senso i feedback giungono anche dal passato, da come è stato ieri; ossia possiamo interrogare il passato, il presente ed il futuro ed interlacciarli in funzione di uno stimolo “motore”: lo scopo. Ma occorre eseguire un lavoro su se stessi al fine di divenire padroni di se stessi ed essere in grado di formulare e seguire un proprio scopo, perché l’uomo, allo stato attuale, è molto distante dall’avere raggiunto una simile condizione:
“Ciò che accade o ciò che può accaderci dipende da una delle seguenti cause:
- l’accidentalità
- il destino
- la nostra volontà
Così come siamo, dipendiamo quasi interamente dall’accidente. Non possiamo avere un destino nel vero senso della parola, così come non possiamo avere volontà (come ci insegna anche il Dr. Couè)… Ciò che è accidentale resta imprevedibile. Oggi un uomo è in un modo, domani è differente; oggi gli accade una cosa, domani un’altra… L’avvenire non può essere predetto che per degli uomini; non può essere predetto per delle macchine folli… Potrà sembrare paradossale, ma possiamo ben dire di conoscere il nostro avvenire: esso sarà certamente identico a ciò che è stato il nostro passato. Nulla può cambiare da sé”.
Fonte: “Frammenti di un insegnamento sconosciuto” di P.D.Ouspensky
Il pensiero di Gurdjieff è anche figlio del proprio tempo, tuttavia resta indelebile per valenza e significato; ciò che è mutato, semmai, è il potenziale energetico a nostra disposizione. La Terra è colpita da energia molto potente che sta provvedendo a risvegliare, in ogni modo, il senso stesso che ci tiene legati a questa dimensione. Si potrebbe dire che questa energia sta mutando la “gravità” entro la quale ci muoviamo o non ci muoviamo. Nulla può cambiare da sé; vero! Infatti il cambiamento era previsto per questi tempi: doveva succedere qualcosa in un senso o nell’altro. L’umanità intera, a livello animico, ha mutato il proprio destino, decidendo di non terminare la propria “rincorsa” in uno strapiombo senza fine e approfittando della rinnovata carica di energia “esterna” a disposizione.
Il pensiero di Gurdjieff è anche figlio del proprio tempo, tuttavia resta indelebile per valenza e significato; ciò che è mutato, semmai, è il potenziale energetico a nostra disposizione. La Terra è colpita da energia molto potente che sta provvedendo a risvegliare, in ogni modo, il senso stesso che ci tiene legati a questa dimensione. Si potrebbe dire che questa energia sta mutando la “gravità” entro la quale ci muoviamo o non ci muoviamo. Nulla può cambiare da sé; vero! Infatti il cambiamento era previsto per questi tempi: doveva succedere qualcosa in un senso o nell’altro. L’umanità intera, a livello animico, ha mutato il proprio destino, decidendo di non terminare la propria “rincorsa” in uno strapiombo senza fine e approfittando della rinnovata carica di energia “esterna” a disposizione.
L’umanità intera ha colto l’attimo e si è manifestata attraverso uno scopo: quello del proprio risveglio!
Domani non sarà più uguale a ieri, perché l’oggi è cambiato e domani sarà come oggi… Una parte dell’umanità ha iniziato a conoscere se stessa e, per questo motivo, ha potuto manifestare e seguire uno scopo. Sulle ali del ricordo della “libertà”, la massa critica ha potuto mutare l’avvenire; per questo possiamo intendere che “non esiste più il futuro di una volta”.
A livello di singole individualità, rimangono le stesse difficoltà nel manifestare se stessi al mondo, perché non si conosce ancora “chi si è”. Si è avvolti come da uno strato di pigrizia nel “fare” le cose non solo spirituali ma anche ordinarie, sempre per gli stessi motivi sopraesposti. Esistono regioni o reami energetici/vibrazionali che ci attirano ed ancorano a sé; una volta agganciati rimaniamo come nella loro “orbita” o come avvolti nella tela del ragno. La legge d’attrazione funziona alla rovescia, in questi casi, anzi, funziona in maniera usule ma la percezione che si riceve è sempre quella di un capovolgimento. Ciò che è “scritto” nel nostro inconscio ci allontana dalla corretta formulazione, dallo scopo a noi “utile”, ingannandoci in maniera sottile, quasi per il nostro "bene". Tutto attorno a noi contribuisce a scrivere dentro di noi. L’Antisistema è in possesso delle chiavi di amministratore persino delle nostre volontà, controllate tramite un’opera totale di riscrittura delle routine esistenziali quotidiane, ricalcate dal passato al fine di mantenere il futuro entro il proprio controllo. Egli protegge se stesso, convinto di proteggere tutta l’umanità, così come il nostro inconscio “si muove” convinto di proteggere noi stessi, la sua proprietà. In questo grande offuscamento d’intenti non malvagi, ma solo opportuni secondo un certo punto di vista prospettico, la Vita scorre come in un canale artificiale: il torrente che doveva divenire fiume per giungere al grande mare, è stato incanalato in condotti artificiali che lo conducono a vorticare senza mai trovare una via d’uscita. In questa maniera le “acque” si magnetizzano sempre più, rimanendo vittime di quel circolo vizioso che prende il nome di oblio o sonno del “chi si è”, dando luogo ad un “incantesimo” che congela ogni possibilità di “fare” perché si è senza scopo, senza stimolo.
In questo senso, vediamo perché i nostri propositi stentano a decollare.
“La seconda legge fondamentale dell’Universo è la Legge del Sette o Legge dell’Ottava. Per comprendere il significato di questa legge, occorre considerare che l’Universo consiste di vibrazioni. Queste vibrazioni agiscono in ogni tipo di materia, quale che sia il suo aspetto e la sua densità, dalla più sottile alla più grossolana; esse hanno diverse origini e vanno in tutte le direzioni, incrociandosi, urtandosi, diventando più forti, più deboli, arrestandosi l’una con l’altra e così via. Secondo le concezioni abituali dell’Occidente, le vibrazioni sono continue… A questo proposito, il punto di vista dell’antica conoscenza si oppone a quello della scienza contemporanea, perché essa pone alla base della sua comprensione delle vibrazioni il principio della loro discontinuità… di svilupparsi in modo non uniforme, ma con periodi di accelerazione e di rallentamento.
La scala di sette toni è la formula di una legge cosmica elaborata da antiche scuole e applicata alla musica. Se tuttavia studiamo le manifestazioni della legge di ottava nelle vibrazioni di altro genere, vedremo che le leggi sono ovunque le stesse (Natura frattale del creato)… Uno studio della struttura della scala musicale offre una base eccellente per comprendere la legge cosmica d’ottava…
Se ne cogliamo tutto il significato, la legge dell’ottava ci dà una nuova spiegazione della Vita intera, del progresso e dello sviluppo dei fenomeni su tutto i piani dell’Universo da noi osservato. Questa legge spiega perché in Natura non vi sono linee diritte, ed anche perché non possiamo né pensare, né fare, perché tutto in noi si pensa da sé, perché tutto in noi accade, e accade generalmente in modo contrario a quello che desideriamo o aspettiamo. Tutto ciò è l’effetto chiaro e diretto degli intervalli o rallentamenti nello sviluppo delle vibrazioni. Che cosa precisamente succede al momento del rallentamento delle vibrazioni? Avviene una deviazione dalla direzione originale. L’ottava comincia nella direzione (voluta) ma una deviazione ha luogo tra mi e fa; la linea cominciata al do cambia direzione. Attraverso fa, sol, la e si, essa discende con un certo angolo rispetto alla sua direzione originale, indicata dalle prime tre note. Tra si e do si trova il secondo intervallo, una nuova deviazione, un altro cambiamento di direzione. Ad ogni ottava, la deviazione è più accentuata, in modo che la linea delle ottave arriva a formare un semicerchio e procede in una direzione opposta alla direzione originaria. Nel suo ulteriore sviluppo, la linea delle ottave, o linea di sviluppo delle vibrazioni, può ritornare alla sua direzione primitiva e quindi formare un cerchio completo.
Questa legge dimostra perché, nelle nostre attività, non c’è mai niente che vada in linea retta, perché, avendo cominciato a fare una cosa, ne facciamo poi un’altra interamente diversa, sovente l’opposto della prima, senza tuttavia notarlo e continuando a pensare di seguire sempre la stessa linea… Dopo un certo periodo di attività energica, di emozione intensa o di comprensione giusta, una reazione interviene, il lavoro diviene noioso e trascurato, momenti di stanchezza e di indifferenza appaiono nel sentimento; invece di pensare rettamente, si cercano dei compromessi; si sopprimono o si scartano i problemi difficili. La linea però continua a svilupparsi, ma non più nella stessa direzione dell’inizio. Il lavoro diventa meccanico, il sentimento sempre più debole, si abbassa al livello degli avvenimenti abituali di ogni giorno. Il pensiero diventa dogmatico, letterale. Tutto si svolge così per un certo tempo, poi vi è di nuovo una reazione, un arresto, una deviazione. Lo sviluppo della forza può proseguire ancora, ma il lavoro che era stato cominciato con ardore ed entusiasmo è diventato una formalità obbligatoria ed inutile; numerosi elementi estranei sono entrati nel sentimento:
A livello di singole individualità, rimangono le stesse difficoltà nel manifestare se stessi al mondo, perché non si conosce ancora “chi si è”. Si è avvolti come da uno strato di pigrizia nel “fare” le cose non solo spirituali ma anche ordinarie, sempre per gli stessi motivi sopraesposti. Esistono regioni o reami energetici/vibrazionali che ci attirano ed ancorano a sé; una volta agganciati rimaniamo come nella loro “orbita” o come avvolti nella tela del ragno. La legge d’attrazione funziona alla rovescia, in questi casi, anzi, funziona in maniera usule ma la percezione che si riceve è sempre quella di un capovolgimento. Ciò che è “scritto” nel nostro inconscio ci allontana dalla corretta formulazione, dallo scopo a noi “utile”, ingannandoci in maniera sottile, quasi per il nostro "bene". Tutto attorno a noi contribuisce a scrivere dentro di noi. L’Antisistema è in possesso delle chiavi di amministratore persino delle nostre volontà, controllate tramite un’opera totale di riscrittura delle routine esistenziali quotidiane, ricalcate dal passato al fine di mantenere il futuro entro il proprio controllo. Egli protegge se stesso, convinto di proteggere tutta l’umanità, così come il nostro inconscio “si muove” convinto di proteggere noi stessi, la sua proprietà. In questo grande offuscamento d’intenti non malvagi, ma solo opportuni secondo un certo punto di vista prospettico, la Vita scorre come in un canale artificiale: il torrente che doveva divenire fiume per giungere al grande mare, è stato incanalato in condotti artificiali che lo conducono a vorticare senza mai trovare una via d’uscita. In questa maniera le “acque” si magnetizzano sempre più, rimanendo vittime di quel circolo vizioso che prende il nome di oblio o sonno del “chi si è”, dando luogo ad un “incantesimo” che congela ogni possibilità di “fare” perché si è senza scopo, senza stimolo.
In questo senso, vediamo perché i nostri propositi stentano a decollare.
“La seconda legge fondamentale dell’Universo è la Legge del Sette o Legge dell’Ottava. Per comprendere il significato di questa legge, occorre considerare che l’Universo consiste di vibrazioni. Queste vibrazioni agiscono in ogni tipo di materia, quale che sia il suo aspetto e la sua densità, dalla più sottile alla più grossolana; esse hanno diverse origini e vanno in tutte le direzioni, incrociandosi, urtandosi, diventando più forti, più deboli, arrestandosi l’una con l’altra e così via. Secondo le concezioni abituali dell’Occidente, le vibrazioni sono continue… A questo proposito, il punto di vista dell’antica conoscenza si oppone a quello della scienza contemporanea, perché essa pone alla base della sua comprensione delle vibrazioni il principio della loro discontinuità… di svilupparsi in modo non uniforme, ma con periodi di accelerazione e di rallentamento.
La scala di sette toni è la formula di una legge cosmica elaborata da antiche scuole e applicata alla musica. Se tuttavia studiamo le manifestazioni della legge di ottava nelle vibrazioni di altro genere, vedremo che le leggi sono ovunque le stesse (Natura frattale del creato)… Uno studio della struttura della scala musicale offre una base eccellente per comprendere la legge cosmica d’ottava…
Se ne cogliamo tutto il significato, la legge dell’ottava ci dà una nuova spiegazione della Vita intera, del progresso e dello sviluppo dei fenomeni su tutto i piani dell’Universo da noi osservato. Questa legge spiega perché in Natura non vi sono linee diritte, ed anche perché non possiamo né pensare, né fare, perché tutto in noi si pensa da sé, perché tutto in noi accade, e accade generalmente in modo contrario a quello che desideriamo o aspettiamo. Tutto ciò è l’effetto chiaro e diretto degli intervalli o rallentamenti nello sviluppo delle vibrazioni. Che cosa precisamente succede al momento del rallentamento delle vibrazioni? Avviene una deviazione dalla direzione originale. L’ottava comincia nella direzione (voluta) ma una deviazione ha luogo tra mi e fa; la linea cominciata al do cambia direzione. Attraverso fa, sol, la e si, essa discende con un certo angolo rispetto alla sua direzione originale, indicata dalle prime tre note. Tra si e do si trova il secondo intervallo, una nuova deviazione, un altro cambiamento di direzione. Ad ogni ottava, la deviazione è più accentuata, in modo che la linea delle ottave arriva a formare un semicerchio e procede in una direzione opposta alla direzione originaria. Nel suo ulteriore sviluppo, la linea delle ottave, o linea di sviluppo delle vibrazioni, può ritornare alla sua direzione primitiva e quindi formare un cerchio completo.
Questa legge dimostra perché, nelle nostre attività, non c’è mai niente che vada in linea retta, perché, avendo cominciato a fare una cosa, ne facciamo poi un’altra interamente diversa, sovente l’opposto della prima, senza tuttavia notarlo e continuando a pensare di seguire sempre la stessa linea… Dopo un certo periodo di attività energica, di emozione intensa o di comprensione giusta, una reazione interviene, il lavoro diviene noioso e trascurato, momenti di stanchezza e di indifferenza appaiono nel sentimento; invece di pensare rettamente, si cercano dei compromessi; si sopprimono o si scartano i problemi difficili. La linea però continua a svilupparsi, ma non più nella stessa direzione dell’inizio. Il lavoro diventa meccanico, il sentimento sempre più debole, si abbassa al livello degli avvenimenti abituali di ogni giorno. Il pensiero diventa dogmatico, letterale. Tutto si svolge così per un certo tempo, poi vi è di nuovo una reazione, un arresto, una deviazione. Lo sviluppo della forza può proseguire ancora, ma il lavoro che era stato cominciato con ardore ed entusiasmo è diventato una formalità obbligatoria ed inutile; numerosi elementi estranei sono entrati nel sentimento:
- considerazione
- oppressione
- irritazione
- ostilità
Il pensiero gira in cerchio, ripetendo ciò che già si sapeva e ci si smarrisce sempre di più”.
Fonte: “Frammenti di un insegnamento sconosciuto” di P.D.Ouspensky
Il mio personale “sentire” è proprio atto a “denunciare” il fatto che tutto sia girato al contrario, capovolto rispetto alla sua valenza originaria; la frase che segue è davvero la fotografia per comprendere ciò che è successo in ogni ambito dello scibile umano, sia che ci si riferisca “alla letteratura, alle scienze, all’arte, alla filosofia, alla religione, alla Vita individuale e soprattutto alla Vita sociale e politica”:
“Possiamo osservare come la linea di sviluppo delle forze devia dalla sua direzione originale e, dopo un certo tempo, va in una direzione diametralmente opposta, sempre conservando il nome di prima”.
Fonte: “Frammenti di un insegnamento sconosciuto” di P.D.Ouspensky
Il mio personale “sentire” è proprio atto a “denunciare” il fatto che tutto sia girato al contrario, capovolto rispetto alla sua valenza originaria; la frase che segue è davvero la fotografia per comprendere ciò che è successo in ogni ambito dello scibile umano, sia che ci si riferisca “alla letteratura, alle scienze, all’arte, alla filosofia, alla religione, alla Vita individuale e soprattutto alla Vita sociale e politica”:
“Possiamo osservare come la linea di sviluppo delle forze devia dalla sua direzione originale e, dopo un certo tempo, va in una direzione diametralmente opposta, sempre conservando il nome di prima”.
Fonte: “Frammenti di un insegnamento sconosciuto” di P.D.Ouspensky
Riflettiamo bene su questa sontuosa verità:
"Dopo un certo tempo, va in una direzione diametralmente opposta, sempre conservando il nome di prima".
Quanti fatti ci porta alla mente questa verità? Quanti "organismi" esistono ancora oggi, contrassegnati ancora dallo stesso nome o solo camuffati, avendo deviato di 180 gradi il senso originario della "forza" creativa che li aveva concepiti?
Concludo con queste illuminate riflessioni:
Concludo con queste illuminate riflessioni:
“La vostra coscienza ha sfaccettature che esprimono la luce in sistemi multipli di esistenza. Ci sono molte, moltissime espressioni che abbracciano il vostro Sé totale e ciascuna espressione è legata al perno di coscienza che è la vostra identità fondamentale. E’ qui che la vostra voce e i vostri occhi antichi possono multi-dimensionalmente osservare, esprimersi e sperimentare. Questa è la vostra fonte nutritiva di espansione e di abbellimento. Ponete l’attenzione sulla vostra identità fondamentale e non lasciatela mai. Discernete in che modo ogni frammento d’informazione che arriva sul cammino vi permette di sintonizzarvi a questa voce e percezione. Questa è l’unica disciplina che vi serve, il rimedio alla limitazione".
Capitolo 6. Attivazione della Memoria - Filosofia dei WingMakers - Estratto dalla Camera 7
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