Primavera –si sa (anche se quest’anno tarda ad arrivare)- è tempo di risveglio e in me si è risvegliata quella voglia/bisogno interiore di fare DECRESCITA che solitamente mi prendeva nel periodo delle vacanze estive, al rientro dalla villeggiatura, quando so di avere ancora davanti un mese e mezzo da passare a casa (noi, insegnanti privilegiate…). E non solo per un fatto puramente economico, ma anche per un sentimento di orgoglio per tutto ciò che riesco ad autoprodurre: il pane, i miei detersivi, il taglio di capelli di mio marito e mio figlio…
Quest’anno la nostra decrescita famigliare si è ampliata, un po’ (questa volta sì) per necessità, un po’ per una sorta di “preparazione” alla nostra quasi totale vita da vegani nella casa nel bosco.
Durante le mie vacanze pasquali, ho prodotto il mio primo seitan, il mio primo latte di avena e la pasta madre (che avevo già prodotto l’anno scorso). Ma andiamo con ordine…
Il seitan.
Credo di aver trovato la mia ricetta ideale per quello di kamut. Questa è la mia terza produzione e il risultato è molto positivo: oltre alla soddisfazione, c’è un risparmio di circa 8 €, perché la produzione è tale da bastarci per tutta la settimana!
Consiglio di leggere il post riassuntivo sul seitan che ho trovato nel blog Semplicementevera, soprattutto per ciò che riguarda la modalità di lavorazione e di cottura.
Personalmente ho preso spunti molto interessanti che hanno migliorato il mio prodotto.
Riguardo la farina da usare e gli aromi per il brodo di cottura, io preferisco usare la farina di kamut (bio, naturalmente) e basta, per il brodo uso: 2 carote, 1 porro, 2 coste di sedano, 1 cipolla, 3-4 cucchiai di salsa shoyu, 1 striscia di alga kombu, 3-4 pezzi di funghi secchi, 1 cucchiaino di sale grosso, in quasi 2 lt di acqua.
Con 700 gr di farina, ho ottenuto (a fine cottura, una volta raffreddata) circa 500 gr di seitan pronto da tagliare e saltare in padella (seguiranno ricette nei prox post !!!).
Il latte di avena.
Con 100 gr. di fiocchi di avena, frullati nel frullatore con circa ½ lt d’acqua, filtrato il tutto tre volte con un colino a maglie fitte, aggiunti 2 cucchiai di miele d’acacia, un pizzico di sale fino e ½ cucc.no di olio di semi di girasole, allungato con altri 700 ml d’acqua, ottengo ogni settimana 1 lt di latte d’avena per la colazione, per il caffè d’orzo e per eventuali ricette (in questo caso poi ne devo fare altro).
Anche in questo caso il risparmio è netto: meno di 1€ a settimana contro i 2,85 del negozio. Senza contare che il “residuo” (mi piacerebbe saper se si chiama okara solo quello della produzione del latte di soja o anche quello degli altri latti vegetali!) non viene buttato perché ho inventato una ricetta per una torta semplice e gustosa.
Informazioni interessanti nel blog Cottoalvapore.
La pasta madre.
Ah, questo vale un post a parte!
Insomma, una primavera produttiva e producente.
Grazie Silvia sei una benedizione, questi consigli e dritte in fatto di alimentazione cascano a pennello per me, io in tema di alimentazione non so ancora come classificarmi, in quanto non sono un vegetariano puro, mi spiego meglio! nonostante non mi alimento più di carne, ancora non mi riesco a staccare dai formaggi, ma sopratutto dal pesce. Certo il mio stato di salute rispetto a dieci anni fa, quando ancora mi ingozzavo di carne, è cambiato in bene in modo evidente, al punto che lo nota anche chi vive vicino a me! Dai Silvia dacci delle dritte! è anche questo un modo per risvegliare le coscienze, ora lo riconosco più di prima. Benedizioni a te e la tua splendida Famiglia! Vincenzo con grande rispetto!
RispondiEliminawow, che emozione rispondere ad un mio post così in fretta!!! Tra una lavatrice e l'altra, mi son concessa 2 min per vedere e... eccomi qua!
RispondiEliminaCaro Vincenzo, grazie mille per tutto. In effetti staccarsi dai formaggi è stata anche per me la maggior difficoltà, ma poi ho trovato LA MIA MOTIVAZIONE: ho letto un post di Isabelle (cottoalvapore.blogspot.com) in cui si parlava di latte vaccino e di come in realtà le mucche da latte inizino a produrre per il loro vitellino, come tutti i mammiferi e quindi COME NOI UMANI; peccato che il vitellino venga TOLTO ALLA MADRE APPENA NATO (oh, certo, danno il colostro al neonato, ma da un biberon, però!!), senza che madre e figlio possano godere di quei momenti di affetto e crescita a cui OGNI ESSERE ANIMALE VIVENTE HA DIRITTO. Da mamma e donna questa è stata la mia motivazione a non bere più latte e mangiare latticini: credo che ognuno debba trovare la propria nel momento giusto. Buone cose Silvia
Ciao David , impara questo : metti in un germogliatore ( te lo puoi anche fare ) i germogli di soia , dopo 3 giorni sono pronti , li sbucci e li metti a frullare in un frullatore ,il composto che hai lo dividi e lo impanni con del pane grattuggiato e con un uovo . il risultato sono delle cottolette di soia . Un abbraccio a tutti voi , Dino
RispondiEliminaCaro Dino,
RispondiEliminaottimo consiglio :)
Ci proveremo, si!
Grazie di cuore...
Un abbraccione anche da parte di Silvia...
A presto!
Una Buona Vita