“I mercati europei salutano con decisi rialzi l'accordo tra i ministri delle finanze dell'Ecofin per un piano di aiuti che potrebbe arrivare fino a 750 miliardi di euro e porre un freno alle tensioni che hanno investito l'area euro sull'onda della crisi del debito greca”.
Fonte: Yahoo
I ministri delle finanze europee si riuniscono una domenica, facendolo sapere a tutto il mondo, ed il lunedì successivo i mercati finanziari fanno +10%; potenza delle illusioni, vero?
Certo, perché stiamo parlando di illusioni, in quanto in una domenica non si possono mettere in atto le misure previste, e trovare i soldi necessari per “aiutare” le sorti dei paesi europei più malandati. A meno che “tutto” faccia parte di una immane manipolazione, ribasso compreso. Fin qua tutto “normale” dunque. Noi viviamo con l’orecchio a quello che i media ci raccontano e che Tremonti confessa, a singhiozzo, o ai TG o sui suoi libri: due verità diametralmente opposte.
Per vendere dei libri, si sia occorre avere il “nome” ed i contenuti, meglio se “piccanti”. Ecco dunque spiegato l’andamento oscillante del nostro ministro delle finanze. Un uomo che non riesce completamente a svolgere il solo ruolo istituzionale, ma che “tende” anche a sviscerare quello che, in coscienza, percepisce come la “madre di ogni pericolosità”; il senso di responsabilità verso il genere umano futuro, probabilmente, morde alle “caviglie” l’uomo Tremonti; eppure non riesce a svincolarsi dal gioco della politica, del potere, delle connivenze, etc. Ma anche ciò non descrive nulla di nuovo.
Pensiamo a come siamo fatti noi, nella nostra “media”; se lavoriamo in Telecom Italia, ad esempio, difendiamo la “nostra” azienda di fronte al mondo intero. Perché? Perché dipendiamo da lei, dallo stipendio elargito. Ma se dobbiamo dare dei ladri alla concorrenza non esitiamo minimamente; eppure tra le aziende dello stesso genere non c’è differenza ormai. Se prendiamo azioni della Monsanto, ad esempio, tiferemo per le politiche “malsane” di questa azienda. Perché? Perché cerchiamo di guadagnare dal rialzo delle azioni, fregandocene della modalità con la quale questa azienda fa profitti. Se beviamo Coca Cola, lo facciamo perché è buona, ma non abbiamo la forza di farne a meno pur essendo consci che non fa bene e che le politiche aziendali, in certe aree del mondo, sono completamente antietiche e immorali.
Il discorso è che “occhio non vede, cuor non duole”: ma la coscienza prima o poi busserà alle nostre “porte”.
Chiediamoci se il rialzo delle borse è sano, se va nella direzione “giusta”, se è sostenibile; oppure se è solo un altro vano tentativo di mantenere un modello, un paradigma senza più futuro. Come al solito la responsabilità è solo nostra. Non aspettiamo che i ministri risolvano i problemi per noi. Essi devono stare al “gioco”. Le vere scelte sono quelle che possiamo mettere in “campo” noi…
Noi che siamo affaccendati a “fare altro” dalla mattina alla sera.
Fonte: Yahoo
I ministri delle finanze europee si riuniscono una domenica, facendolo sapere a tutto il mondo, ed il lunedì successivo i mercati finanziari fanno +10%; potenza delle illusioni, vero?
Certo, perché stiamo parlando di illusioni, in quanto in una domenica non si possono mettere in atto le misure previste, e trovare i soldi necessari per “aiutare” le sorti dei paesi europei più malandati. A meno che “tutto” faccia parte di una immane manipolazione, ribasso compreso. Fin qua tutto “normale” dunque. Noi viviamo con l’orecchio a quello che i media ci raccontano e che Tremonti confessa, a singhiozzo, o ai TG o sui suoi libri: due verità diametralmente opposte.
Per vendere dei libri, si sia occorre avere il “nome” ed i contenuti, meglio se “piccanti”. Ecco dunque spiegato l’andamento oscillante del nostro ministro delle finanze. Un uomo che non riesce completamente a svolgere il solo ruolo istituzionale, ma che “tende” anche a sviscerare quello che, in coscienza, percepisce come la “madre di ogni pericolosità”; il senso di responsabilità verso il genere umano futuro, probabilmente, morde alle “caviglie” l’uomo Tremonti; eppure non riesce a svincolarsi dal gioco della politica, del potere, delle connivenze, etc. Ma anche ciò non descrive nulla di nuovo.
Pensiamo a come siamo fatti noi, nella nostra “media”; se lavoriamo in Telecom Italia, ad esempio, difendiamo la “nostra” azienda di fronte al mondo intero. Perché? Perché dipendiamo da lei, dallo stipendio elargito. Ma se dobbiamo dare dei ladri alla concorrenza non esitiamo minimamente; eppure tra le aziende dello stesso genere non c’è differenza ormai. Se prendiamo azioni della Monsanto, ad esempio, tiferemo per le politiche “malsane” di questa azienda. Perché? Perché cerchiamo di guadagnare dal rialzo delle azioni, fregandocene della modalità con la quale questa azienda fa profitti. Se beviamo Coca Cola, lo facciamo perché è buona, ma non abbiamo la forza di farne a meno pur essendo consci che non fa bene e che le politiche aziendali, in certe aree del mondo, sono completamente antietiche e immorali.
Il discorso è che “occhio non vede, cuor non duole”: ma la coscienza prima o poi busserà alle nostre “porte”.
Chiediamoci se il rialzo delle borse è sano, se va nella direzione “giusta”, se è sostenibile; oppure se è solo un altro vano tentativo di mantenere un modello, un paradigma senza più futuro. Come al solito la responsabilità è solo nostra. Non aspettiamo che i ministri risolvano i problemi per noi. Essi devono stare al “gioco”. Le vere scelte sono quelle che possiamo mettere in “campo” noi…
Noi che siamo affaccendati a “fare altro” dalla mattina alla sera.
Caro Davide, sono un po' scettico con questo titolo, là dove si afferma che "si scrive il futuro". Sì, possiamo "guardare altrove", ma come si fa a distrarre la nostra attenzione, ora, realmente, da quei "piccoli" problemi che ci hai presentato, autentici, nel tuo articolo?
RispondiEliminaCome si può "scrivere il futuro" se non in una utopica speranza di crescita culturale da parte dei governanti i quali tendono a potenziare sempre più le grandi lobbies a discapito dei governati sempre più abbandonati alla loro sorte?
Chi di noi, oggi, tiene gli occhi appena appena aperti, si sta accorgendo quanto male stia producendo questa fottuta (Oh! scusate!) globalizzazione che vuole assoggettare tutti e rincalcarci sotto un unico ombrello.
Ma ci siamo resi conto che possiamo dipendere,
(ma già avviene) economicamente e strutturalmente, da una qualsiasi delle così dette agenzie di rating? E meno male che non sono tante!
Basta che una di queste sopravaluti o sottovaluti il PIL di una nazione che succede il finimondo, a tutte le latitudini.
E tutti i governi devono intervenire per tutelare le loro banche centrali, spandendo miliardi di euro solo e soltanto per far quadrare i loro conti (vedi debito pubblico), non per creare nuovi mercati produttivi, non per creare nuova occupazione, chè sarebbe sacrosanto!
Con stima
Gavino
Caro Amico,
RispondiEliminaecco cosa intendo dire con questo titolo (mi scuso se a volte sono troppo ermetico).
Credo nella nostra Natura divina, per cui siamo tutti noi che scriviamo il nostro futuro (esistono leggi universali a cui non possiamo sfuggire, nel bene e/o nel male). Solo che, nel frattempo, a causa delle nostre paure, a causa del fatto di non affrontarle dentro di noi, abbiamo "guardato" altrove; nel fare questo le abbiamo materializzate all'esterno di noi: ecco così la nascita dell'Antisistema ( il controllo che puoi chiamare come vuoi). L'Antisistema scrive il futuro che vuole, usando noi come "penne". E noi siamo comandati a farlo in maniera inconscia, perchè abbiamo perso il nostro "dominio" interno. Per questo motivo scrivevo "mentre guardiamo altrove", cioè mentre siamo comandati a lavorare, correre, fare e disfare, etc. qualcun'altro ci usa per scrivere il futuro...
Grazie di cuore...
Un abbraccione...
Buona Vita
Se io esprimo un mio pensiero con un " vorrei" è sicuro che non avrò un bel nulla ; così è per la speranza , se noi speriamo , moriremo nell'atte
RispondiEliminasa.Il sottile filo che rivoluziona una situazio
ne allora dov'è? Ecco perchè il sistema non cammina ; la qualità degli operatori è pesante,
perciò i paesi non decollano .Il pensiero su cui poggia la nostra azione è malato . Per guarire ci vuole la volontà che pure io stessa non ho .
Non si cammina perchè ci siamo dati alla mente ,
dimenticando che siamo molto di più , e fi quando non ce lo ricorderemo , saremo destinati al fallimento, ago della bilancia del nostro destino .
Cara Loredana,
RispondiEliminaproprio così...
E' la modalità con la quale ci "poniamo" che è sostanzialmente sbagliata; pensiamo a quello che non vogliamo, abbiamo le idee confuse, non chiare. E coloro che sanno cosa vogliono, lo ottengono, ma cosa ottengono e cosa vogliono?
La nostra "qualità", come scrivi tu, è ottenebrata. Abbiamo perso la fede in noi stessi e nella nostra Natura Divina.
Non ci crediamo più perchè lo riteniamo impossibile, perchè la mente non lo "digerisce".
Volgiamo i nostri pensieri, il nostro sentire, al cuore...
Grazie ancora Amica mia...
Una Buona e Serena Vita