SPS

lunedì 31 maggio 2010

Il cambiamento.






Concludo una serie di articoli finanziari, con una breve carrellata di notizie rilevanti, nello stesso ambito. Con la prima notizia, prendiamo nota del connubio, mai mancato, tra industria delle armi e banche. L'immagine dell'Italia nel mondo non riconduce assolutamente a questa realtà nascosta, semmai l'Italia è vista sempre sotto ad altri aspetti, anche stereotipati, ma mai agganciata, dai più, a questa spietata forma di tecnologia applicata all'industria della morte globale. Riflettiamoci sopra, perchè non siamo poi così tanto avulsi al concetto bellico:

Imprese, +61% export armi italiane 2009.
FIRENZE. Le esportazioni di armamenti italiani nel 2009 sono cresciute del 61% nonostante la crisi secondo il rapporto 'Finanza e armamenti'. Lo studio dell'Osservatorio sul commercio di armi (Oscar) e' stato presentato oggi. Nel 2009 in Italia le banche 'si sono ripartite - spiega il rapporto - operazioni di incasso vendite dell'industria di prodotti per 'sicurezza e difesa' pari a 3,79 miliardi su un totale di commesse alle aziende pari a 4,9 miliardi (+61%). E' il record ventennale di crescita.
Fonte: Yahoo

La notizia che segue, mette in risalto come tutto possa cambiare da un momento all'altro, anche di fronte ad una tradizionale e consolidata serie di anni di attivi finanziari:
 
Bp: in dubbio il destino del gruppo inglese.
MILANO. Sono sempre più numerosi i commentatori dubbiosi sulle possibilità di sopravvivenza del gruppo petrolifero inglese. La critica più dura è quella del presidente russo, Dmitry Medvedev, che ha detto senza mezzi termini: "Nessuno sa cosa accadrà nel Golfo del Messico. C’è persino incertezza sul destino del gruppo" riferendosi a BP, perchè "la natura delle responsabilità è tale da distruggere chiunque".
Così, si legge in un articolo di Milano Finanza, mentre BP cerca ancora di bloccare la falla nel suo pozzo offshore, ormai si comincia a discutere apertamente del destino del gruppo inglese. Un’azienda che fino all’incidente dello scorso 20 aprile sembrava inattaccabile dall’alto dei
230 miliardi di dollari di fatturato del 2009.
Il dibattito si muove su più fronti, mentre il colosso petrolifero è impegnato a gestire anche una crisi di immagine senza precedenti, che potrebbe in futuro rendere molto costoso se non proprio impossibile l’ottenimento di nuove concessioni. E non solo negli Usa.
Fonte: BorsaItaliana

Ecco, poi, come le “corporazioni” difendono i diritti acquisiti nel tempo, di fronte ad ogni tipo di nuova evidenza e di mutamento delle condizioni sociali; questo è il modello “Fiat”, per intenderci:

Manovra: Racca, chiuderanno 3000 farmacie. 
MILANO. Se la manovra passerà come è oggi chiuderanno più di 3.000 farmacie, quasi il 20% di tutte le farmacie italiane.'' Lo afferma Federfarma. La federazione che raccoglie 17.500 farmacie private sul territorio nazionale. ''Ne conseguiranno, ha osservato la presidente, Racca, gravi problemi occupazionali. La manovra, infatti, costerebbe alle farmacie 428 milioni di euro l'anno e il taglio sarebbe del 30% dell'utile lordo. Per le farmacie a più basso reddito, come le rurali,la chiusura è certa.
Fonte: Yahoo

E poi ecco il solito Ministro Tremonti, esternare una delle sue “ondeggianti” rivelazioni degne del migliore veggente:

Finanziaria: Tremonti, senza stabilità si rischia crollo.
ROMA. Non siamo dentro una di quelle solite congiunture negative, che tante volte abbiamo visto nei secoli e nei decenni passati. Siamo ad un tornante della storia. E questo processo è avvertito più dal basso che dall’alto, più dai popoli che dalle elites".

Grande frase questa che, detta da uomo che occupa una simile posizione, è molto ma molto lungimirante. Prestiamo attenzione all’uomo Tremonti, perché quando è in “giornata” esprime delle rare e “pesanti” verità.
 
 
 

domenica 30 maggio 2010

Prospettiva.




Tutto quanto concerne l'Anima si
svela spontaneamente ed ogni
sforzo razionale non fa che allontanarla.
Questo perche' la sua natura
non e' fenomenica. Si coglie
col cuore come una poesia, come
un'opera d'arte. Si sente, si ama
ma nessun concetto, come ombra
fugace, e' ad essa adeguato.

Quando cerchi Dio,
Dio è lo sguardo dei tuoi occhi.

Mevlana Jalaluddin Rumi


   

sabato 29 maggio 2010

Unisci et impera.




Nell’articolo di ieri , sono stato azzardato, mosso da passioni interne ed intense e poco chiaro; come un temporale estivo che si scateni tra la calura ed una intromissione di aria più fresca da “fuori”. Cosa mi è successo? Probabilmente uno scatto di consapevolezza (ricordate che è tutto alla rovescia? Quindi, scatto di consapevolezza e non di follia), unito all’accelerazione dell’ansia di “dover” fare qualcosa. È come se vedeste meglio una “cosa” e subito vi accorgeste dell’assurdità che la contiene. Dunque, che si fa oggi? Innanzitutto leggiamo un po’:

Costruire un sistema intorno alla propria passione.
Anche se la mia azienda si era ripresa e andava bene, non avevo più la passione. Il padre ricco riassunse la mia frustrazione quando disse: "I giorni di scuola sono finiti. È ora che tu costruisca un sistema intorno al tuo cuore. Costruisci un sistema intorno alla tua passione. Lascia andare l’azienda manifatturiera e costruisci quello che sai di dover costruire. Hai imparato bene da me, ma sei comunque figlio di tuo padre. Tu e tuo padre in fondo all’anima siete degli insegnanti”.
Io e Kim traslocammo in California per imparare nuovi metodi didattici, per essere in grado di creare un’attività intorno a quei metodi. Prima di riuscire a far decollare l’attività, finimmo i soldi e ci ritrovammo in mezzo alla strada. Sono stati quella telefonata al padre ricco, con accanto mia moglie, la rabbia verso me stesso e il riaccendersi della passione che ci hanno fatto uscire dai nostri guai. Ben presto eravamo tornati a costruire la nostra impresa. 

L’azienda era un istituto scolastico che usava metodi d’insegnamento quasi diametralmente opposti a quelli della scuola tradizionale

Invece di chiedere agli allievi di stare seduti e fermi, li incoraggiavamo a essere attivi. Invece di insegnare attraverso lezioni, insegnavamo attraverso il gioco. Invece di essere noiosi, volevamo che i nostri insegnanti fossero divertenti. Invece di avere degli insegnanti, cercavamo persone d’affari che avessero realmente avviato una impresa e che insegnassero secondo il nostro stile. Invece di dare voti agli studenti, essi davano il voto agli insegnanti. Se un insegnante riceveva un brutto voto, veniva sottoposto ad un altro corso intensivo di formazione o veniva invitato a dimettersi. Età, curriculum scolastico, sesso e religione non erano fattori discriminanti. Tutto ciò che chiedevamo era un sincero desiderio di imparare e di farlo velocemente. Alla fine siamo stati in grado di insegnare l’equivalente di un anno di ragioneria in un giorno.
Sebbene ci rivolgessimo principalmente agli adulti, avevamo giovani, alcuni sedicenni, che imparavano insieme a dirigenti d’azienda sessantenni ben pagati e ben istruiti. Invece di essere in competizione in prove d’esame, chiedevamo loro di collaborare in squadra… Gli allievi erano entusiasti di imparare. Imparare li galvanizzava… e volevano imparare di più.
Ci focalizzavamo sull’insegnamento di due sole materie: imprenditoria e investimenti… Chi voleva imparare queste materie con il nostro stile didattico correva da noi. Non facevamo pubblicità. Era tutto basato sul passaparola. Si presentavano persone che volevano creare lavoro, non quelli che lo cercavano. Una volta deciso, quella sera nella cabina telefonica, di non mollare, le cose cominciarono ad andare avanti. In meno di 5 anni abbiamo messo in piedi un’impresa multimilionaria con 11 uffici in tutto il mondo. Avevamo costruito un nuovo sistema scolastico, e il mercato se ne era innamorato. La nostra passione lo aveva fatto accadere, perché la passione e un buon sistema hanno superato la paura e i condizionamenti del passato.
Da “I quadranti del cashflow” di Robert T. Kiyosaki

Oggi mi è venuto in mente ciò che, questo libro, rappresenta in ottica della mia bozza di idea di ieri: una conferma, uno spunto, una fiamma continuamente accesa nel cuore. Non mi è facile essere più chiaro, perché le idee si stanno muovendo e logisticamente completando, progressivamente.

Diciamo che la mia idea riguarda un tipo di insegnamento “alla rovescia”, come questo appena citato, ma va molto oltre. Si spinge nelle case di ogni persona, negli alveoli delle loro paure.
 
Perché paure? 

Perché parliamo della madre di ogni paura: l’ignoranza, in questo caso di tipo finanziario. Perché il potere che utilizza le banche & Co. ha sempre la meglio sulla massa? Perché la massa non è resa in grado di comprendere quello che un simile potere mette in atto da sempre. Perché la scuola dove va la massa è una scuola che impoverisce, annoia, spegne, allontana,  rende l’idea stessa di  andare a scuola una cosa addirittura vomitevole. Perché nella scuola gli insegnanti sono annegati nelle loro stesse passioni annacquate dall’organizzazione imposta, dalla burocrazia, dagli odi, dalle invidie, da ciò che pensa la massa di loro; cane che si morde la coda. Nella società non vige la reciproca stima tra massa e insegnanti. Le energie messe in moto sono negative, corrosive, elusive, pessime per instaurare un “reame” virtuoso.

Insegnare finanza alla Kiyosaki, 1 anno in 1 giorno, significa avere le scorciatoie per giungere dritti al cuore delle questioni senza perdersi nei meandri, nelle postille, nelle perdite di equilibrio dei giri di parole e dei numeri

Perciò, avere degli ottimi insegnanti che “operano” tutti i giorni da anni è il segreto per avere successo su questa marea nera di ignoranza. Perché scrivo “operano”? Perché si dovrebbe insegnare una finanza concreta, quella del guadagnare concretamente da operazioni “pronti-via”. Tutto ciò è solo speculazione? He He He… non fatemi ridere! È solo imparare a stare al mondo, in questo mondo dominato, per ora, da dinamiche legate al denaro, al possesso, all’avidità che generano alla fine solo paura. Perché? Perché la massa non ce la fa, perché è ignorante e, quando ci prova, perché ci prova di tanto in tanto, prende solo scoppole pazzesche. Chi non ha in portafoglio Tiscali a prezzi folli?

È a scuola che si cresce, ma in una scuola di tipo nuovo, non regolata dallo Stato. È a scuola che si impara a volare alla stessa altezza di chi ci frega da sempre. È ora di farla finita con questa continua angheria silenziosa, diffusa e ripetuta

Non ci ha insegnato nulla nemmeno l’Argentina? 

No! Perché le banche sono ancora le stesse e, molto spesso anche le persone dell’organico, ed hanno ancora lo stesso modo di “fare”, perché non ne conoscono altro. Perché? Perché hanno dimenticato come erano agli inizi della pratica. E perché non è scritto “noi siamo dei benefattori” nei piani originari dei “pensanti”.

Insegnare ad ogni persona, almeno una per gruppo familiare, a guadagnare effettivamente in Borsa si può. Esiste almeno il 5% dei trader che ha trovato il modo di guadagnare in maniera continuativa. Assoldarli significa portarsi a “casa” i migliori docenti; assicurarsi le informazioni alla “fonte”.

Follia? Quanti ma e quanti se, vero? Ma chi se ne frega! Tutto è possibile…

Questi trader vincenti, sono comunque sottoposti a stress continuo e, pensate, che non accetterebbero di guadagnare bene, insegnando? Non accetterebbero di "emergere" alla luce, rendendosi utili alla massa? Liberando parte della loro giornata? Io credo di si...

So che “ascoltano”, anche  questo Blog, le persone giuste. 

Servono degli uomini di mentalità organizzativa, centralizzante, oltre ai trader insegnanti... perchè la mia idea va molto oltre... credetemi :) 

Beh, la mia missione è di “unire” la massa in qualche maniera; questo mi sembra il più consono per il mio attuale momento evolutivo. È da qualche anno che mi balza in testa questo costrutto: redistribuzione etica del reddito.

Esiste un flusso di denaro che passa sopra le nostre teste ad ogni istante; il denaro è ormai elettronico e sta tornando vicino alla sua forma originaria di parte dell’energia spirituale. Se ognuno di noi potesse agganciarne una parte, verrebbe ridistribuito eticamente.

Rispondere alla speculazione primaria, che accumula, con una speculazione inversa, che distribuisce, è una modalità di equilibrare l’equazione umana…

Come al solito è tutto alla rovescia… speculare ha il suo lato positivo!

In attesa che i tempi cambino, cambiati da noi… 

 

venerdì 28 maggio 2010

Cercasi potere per chiudere "lavanderia" illegale.





Ho cercato e trovato questo concetto:
Viribus unitis (locuzione latina che significa letteralmente "con le forze unite" ed è più liberamente traducibile con "tutti assieme").
Da Wikipedia

Da qua il proverbio "l’unione fa la forza“...

Se il messaggio originale era “con le forze unite”, è possibile comprendere come questa verità sia espandibile frattalmente ad ogni ambito della creazione; anche per quanto inerente le forze latenti della singola persona. Ovvio che il concetto si applica più visivamente alle masse. Nel passato le popolazioni, le nobiltà in lotta tra di loro, i vari reami dello stesso impero, venivano chiamati ad unirsi di fronte al pericolo di una invasione straniera: conosciamo questa “strategia” praticamente in ogni epoca. 

La stessa Unione Europea, gli Stati Uniti d’America, la Federazione degli stati indipendenti Russi, etc. sono esempi di questa azione d’unità. Ogni corporazione, organizzazione, club, circolo, etc. ne è un esempio. 

La rete Internet esprime tale concetto. 

Le politiche di aggregazione delle multinazionali fagocitano i piccoli/medi per creare organismi sempre più grandi. Mentre i continenti sembrano allontanarsi l’uno dall’altro e, l’uomo sembra isolarsi sempre più nelle proprie abitazioni, in realtà stiamo assistendo al fenomeno esattamente contrario: la concentrazione. E guarda caso, l’obiettivo degli “illuminati” quale è? Una sola moneta, un solo governo, etc. Veramente pazzesco come le “carte” in tavola siano mischiate, confondendo luci per abbagli. 

Leggevo nel materiale Wingmakers, che la Terra e i suoi abitanti saranno pronti per entrare a far parte della comunità galattica, proprio quando si registrerà l’unità planetaria, di cui la rete Internet è la più grande realizzazione in tal senso.

Dunque? Dobbiamo tanto temere l’opera del potere degli “Illuminati”? Secondo me è tutto opportuno, secondo il disegno del piano divino. Ho smesso di preoccuparmi da tempo. Semmai coloro che avranno la gestione del potere unico sulla Terra, dovranno essere meritevoli di questa enorme responsabilità; ed in tal senso, i tempi stanno forgiando gli uomini che avranno un simile compito, oltre che a forgiare una tipologia di individui diversi dal solito, più aperti al lato spirituale.

Il disegno è in fase molto avanzata, anche se non sembra per nulla.

Questo Blog cerca di unire ogni forma di profano alla relativa controparte sacra, perché “tutto” è così; come la famosa mela di Platone o il simbolo del Tao insegnano

Purtroppo questo Blog, per ora, non ha numeri sufficienti per unire le persone: cosa che io sento come impellente e come missione personale. Tuttavia non mi sono ancora chiare le modalità di attuazione di questa azione. Questa mattina ho pensato a cosa potrei fare, e mi è venuto in mente innanzitutto la delineazione di un “ambito” nel quale muovermi: la finanza. Io mi occupo di molte cose, tra le quali anche di Borsa (in virtù del motto qua contenuto di sacro profano sacro).

Come è possibile applicare il concetto di “unione delle forze” in questo ambito? Avendo ben chiaro che una piccola parte dei nostri pochi soldi messi insieme possono smuovere le montagne; perché? Perchè siamo in tanti. E per questo semplice motivo possiamo fare, uniti, il bello ed il cattivo tempo.

Allora? Per oggi mi fermo a questo punto: prima voglio leggere cosa ne pensate!

C’è la possibilità di “invertire” il flusso del denaro che un certo potere unito, toglie a tutti noi quotidianamente. Esistono risorse meravigliose che operano staccate ed isolate e non fanno parte dell’Antisistema. Io sono certo che i tempi chiedono questo, e sapete perché? Perché le Borse sono delle gigantesche lavanderie di denaro sporco; levandogli quel giro di denaro che serve solo ed unicamente per “oliare” i suoi meccanismi, destinati a pulire il denaro elettronico illegale, questo enorme mostro meccanico collasserà. Dunque l’idea è di destabilizzare il mondo?

No. Solo di ripulirlo e girarlo a 180 gradi.

La crisi è una ghiotta opportunità per unirsi e trasmutare ciò che non va ed è già destinato a crollare. Non temiamo questo crollo perché è opportuno… Un "albero" malato in maniera terminale può essere abbattuto, per tempo... prima del crollo naturale...

Vi prego di diffondere questo messaggio perché non è uno scherzo! So che ci sono molti in "ascolto"...

Grazie.

Buona Vita

  

giovedì 27 maggio 2010

La Rai che non ti aspetti: in groppa all'elefante.





Rai: 61,8 mln perdita gruppo 2009.
Roma. Il Consiglio di amministrazione della Rai ha approvato con 8 voti a favore e un astenuto il bilancio del gruppo per il 2009 che prevede un perdita di 61,8 milioni di euro rispetto ad un deficit tendenziale ad inizio anno di oltre 150 milioni di euro. Tale risultato, informa una nota, è stato ottenuto a seguito di interventi incisivi decisi  dall’azienda e che hanno riguardato contemporaneamente la razionalizzazione dei costi e delle spese e una più attenta gestione dei ricavi. Gli ulteriori interventi di risanamento del bilancio aziendale, sino al pareggio dello stesso, sono compresi nel Piano Industriale 2010-2012 già approvato dal CdA del 20 maggio scorso.
Fonte: Reuters

Come girare la “frittata“, quando si amministra un bene pubblico, senza sentire particolari responsabilità. Allora, perdere 61 milioni di euro diventa un risultato. Tutti gli anni, mamma Rai, raccoglie centinaia di milioni di Euro dalla richiesta globale del canone:

“Chiunque detenga uno o più apparecchi atti od adattabili alla ricezione delle radioaudizioni è obbligato al pagamento del canone di abbonamento, giusta le norme di cui al presente decreto”.
(Regio decreto legge 21 febbraio 1938, n.246 art.1)
Fonte: Wikipedia

Ora, non intendo io fare le solite polemiche su questo balzello, scivolato tra noi da una finestra spazio temporale sul Medioevo, bensì intendo porre lo “sguardo” su coloro che “amministrano” questa importante azienda, la quinta in Europa. La Rai raccoglie denaro pubblico dal canone e dalla pubblicità. La concorrenza solo dalla pubblicità. La differenza è notevole. Eppure la concorrenza non è in rosso, mentre la Rai lo è per default. Cosa significa? Che coloro che gestiscono il carrozzone pubblico non sentono e non sono nemmeno chiamati ad esprimere “virtù” del buon padre di famiglia, nella pratica quotidiana del loro lavoro. È suffciente tenere "l'elefante" in strada.

Il giro del fumo è molto politico ormai e importante dal punto di vista del “controllo” dell’informazione

Sembra che questa sia la peculiarità richiesta agli amministratori del gruppo Rai, alla “testa” pensante. Dal momento in cui non è pensabile che la “testa” sia bacata, ossia mancante di capacità e/o intelligenza, l’unica evidenza logica è che la “richiesta” che giunge dal mondo che si cela oltre la politica, sia proprio quella del mantenimento e controllo del ruolo pubblico di gestione dell’informazione. Ossia? Ecco di nuovo l’Antisistema in azione. La Rai è un potente strumento di “drogaggio” della massa. Per questo motivo necessita di un certo tipo di uomini al suo pseudo comando: uomini adatti ad un certo tipo di “mansione”.

Questo è, secondo me, il motivo dello scempio pubblico ad ogni sua “latitudine”. Non è semplicemente richiesto di essere responsabili di una azienda, in maniera tale da renderla virtuosa nei conti, bensì di amministrare passivamente il suo lato di controllo sulle masse. Per i continui “buchi” di bilancio c’è sempre un modo di mettere una “pezza”; anzi, la modalità con la quale viene sempre messa la “pezza”, fa parte proprio del “gioco”. 

Le masse incoscienti sono chiamate ad "aprire gli occhi": è il solito lato auto educativo.  


  

mercoledì 26 maggio 2010

Il "rischio" di cambiare.






Ognuno, nel mondo, cura i propri “affari” personali, dal momento in cui crediamo e abbiamo dato peso rilevante, al riconoscimento del denaro come veicolo per ottenere qualsiasi “cosa”. Sembra che, al di fuori di esso, non vi siano altri modi per ottenere quello che si desidera. Ecco, a titolo di esempio, un classico discorso, la filosofia, di chi deve proteggere il proprio interesse; in questo caso si tratta di una corporazione, ossia quella della farmaceutica. Leggiamo:

Manovra finanziaria: Assobiotec; Sidoli, no a tagli prezzo farmaci.
Milano. "Non si può, e non si deve, utilizzare nuovamente la spesa farmaceutica per sanare il deficit della sanità; e, soprattutto, non si possono e non si devono operare nuovi tagli al prezzo dei farmaci, che andrebbero a penalizzare gli investimenti in ricerca e sviluppo, a discapito della salute dei pazienti di domani, quelli, cioè, che potrebbero beneficiare delle terapie oggi allo studio da parte delle aziende impegnate nella ricerca e sviluppo di farmaci innovativi" così Alessandro Sidoli, Presidente di Assobiotec, l’Associazione per lo Sviluppo delle Biotecnologie, interviene, a poche ore dal Consiglio dei Ministri, sui tagli che si prospettano nella manovra finanziaria.
Lo si apprende da una nota in cui Sidoli afferma che "il farmaco innovativo rappresenta un bene prezioso per i cittadini, per il progresso scientifico e per l’economia: tra i farmaci innovativi, infatti, una larga parte sono di origine biotecnologica. Parliamo di terapie che oggi vengono impiegate per trattare o prevenire infarto, sclerosi multipla, tumore al seno, fibrosi cistica, leucemia, malattie genetiche rare, epatiti, diabete e molte altre patologie. E numerosi nuovi prodotti sono inoltre in sviluppo: da questi arriveranno, auspicabilmente, risposte a malattie ancora senza cura e trattamenti migliorativi rispetto agli attuali. La possibilità di tutelare la salute nel futuro dipende in gran parte dalle scelte che verranno fatte oggi. Ecco perchè diciamo un deciso ''no” ai tagli ai danni dei farmaci che si prospettano nella manovra finanziaria: penalizzare nuovamente le imprese farmaceutiche e biotecnologiche con tagli ingiustificati, da un lato avrebbe conseguenze pesanti sulla ricerca tesa a identificare nuove terapie e a rispondere a bisogni oggi ancora insoddisfatti e, dall’altro, contribuirebbe, indirettamente, a legittimare sprechi nella spesa ospedaliera, da più parti denunciati e documentati" conclude il presidente di Assobiotec.
Fonte: MilanoFinanza

Di articoli simili a questo, ma in ogni altro ambito dell’economia, fossero gli impresari di pompe funebri, fossero i fabbricanti di caramelle, il discorso non cambia affatto. Il leit motiv è sempre lo stesso; proteggere il proprio “territorio” affaristico e tutto ciò che comporta l’andare avanti. La politica aziendale in auge da decenni è di “fare” numeri sempre più alti, in termini di fatturato, utili, espansione, vendite, ecc. Ma come si fa? Come è possibile andare sempre e solo avanti per una direzione che “sfrutta” la massa, unico target finale di ogni logica commerciale; è come prosciugare lentamente un pozzo di petrolio

Ecco come si fa! Opponendosi ad ogni tentativo di riforma, di modifica dello status quo. Perché? Perché i privilegi ottenuti in anni in cui era possibile maturare determinati punti di vantaggio, sono finiti. E togliere oggi quello che è stato permesso anni fa, è sempre causa di conflitti e polemiche. Coloro  che siedono al governo, hanno anche il compito di “superare” queste anacronistiche “avvisaglie di malumore”; ce la faranno? La gente pensa di no, perché fanno parte della stessa “pasta” di chi dovrebbero “danneggiare”. Però, prima o poi, i pesi dovrebbero mutare di rilevanza. È tuttavia inutile scandalizzarsi ed “offendersi” di un simile operato, perché i politici incarnano un frattale di come “siamo fatti noi” mediamente

Quello che voglio dire è che, in una società in equilibrio, i singoli cittadini non sono disposti ad agire contro una certa etica, che vorrebbe un “clima” ben diverso nella condivisione delle risorse della Terra e del proprio lavoro. Ciò che si persegue è sempre l’accumulo di masse di denaro, a qualsiasi costo, a qualsiasi livello sociale. 

Anche l’onesto commerciante all’angolo della strada, si è adattato ad aumentare i prezzi ogni anno: a prescindere! Perché? Perché la “responsabilità” è sempre di qualcun altro non ben specificato, nella filiera di produzione. L’aumento del “bene” si scarica sempre sulla massa, ma nella massa è compreso anche l’onesto commerciante, il quale con una mano prende e con l’altra deve dare, come è giusto che sia, ma con effetti di rigonfiamento della speculazione sul costo della Vita. Avevo già rimarcato questa prospettiva in altri articoli, però ci tengo a precisare che, sino a quando la “legge” in vigore tra di noi, sarà il “mors tua vita mea” di profumo vagamente gladiatorio, non potremo staccarci da questa realtà dominata dalla sopravvivenza, dal possesso e dalla paura.

In una società evoluta, le eventuali medicine dovrebbero essere gratuite e gestite dagli Stati.

Ecco un altro esempio tipico di opposizione al cambiamento; non so quanto Obama rappresenti una vera novità nel panorama politico mondiale,  colore della pelle a parte, per cui intendo solo manifestare “riconoscimento” perlomeno per la sua opera di “ridefinizione” delle regole:

Riforma finanziaria negli Usa: contro Obama anche Alan Greenspan.
Alan Greenspan, ex presidente della Federal Reserve, la banca centrale statunitense, si associa alle critiche contro la riforma della finanza voluta dal presidente Barack Obama. Critiche che nelle scorse settimane erano state manifestate anche dall’attuale presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke.
In particolare Greenspan ha attaccato la Volcker Rule, ossia la norma che impone il blocco delle attività speculative effettuate dalle banche sui mercati finanziari, approvata lo scorso 22 marzo dalla Commissione bancaria del Senato e che dovrà essere discussa nelle prossime settimane dal Parlamento.
L’amministrazione Obama si vuole invece ottimista. Uno dei principali consulenti economici del governo, Lawrence Summers, ha spiegato di essere convinto che la riforma verrà approvata dal Congresso.
Fonte: TicinoLibero

La riforma finanziaria è stata, nel frattempo, approvata il 20 maggio 2010:

Il Senato americano approva la riforma finanziaria.
NEW YORK – La riforma finanziaria in America, la più importante dagli anni Trenta, e' ormai cosa fatta. Ieri, nella notte, i Senatori, con una maggioranza bipartitica di 59 voti contro 39, hanno approvato il pacchetto di regole che cambierà il volto del settore bancario americano e forse mondiale.
Ora tornerà in scena il presidente Barack Obama: cercherà di facilitare il processo di riconciliazione con il progetto approvato dalla Camera. Un compito non necessariamente facile visto che vi sono alcune differenze di fondo. Ma l'esito finale a questo punto è scontato: il compromesso è inevitabile, il passaggio parlamentare certo, anche se alcune misure più dure del Senato, come quella sui derivati, potrebbero essere ammorbidite.
Comunque sia il presidente, dopo la riforma sanitaria, potrà firmare un'altra legge storica, che servirà in questo caso da punto di riferimento per il resto del mondo. Certamente per il gruppo dei Venti, che alla fine di giugno si riunirà ai margini del G8 canadese e discuterà un approccio comune per rendere più trasparente – e sicuro – il modus operandi delle grandi istituzioni finanziarie mondiali.

C'e' da chiedersi se il progetto, ammorbidito al Senato in alcune delle parti più dure e probabilmente corretto ancora, sarà poi sufficiente per contenere il rischio di nuove crisi sistemiche. Di certo la legge ridisegnerà per i prossimi decenni il modello competitivo di un settore che ormai include non solo le banche commerciali, ma quelle d'affari, gli hedge funds e i fondi comuni. Fondi hedge e private equity in particolare dovranno sottoporsi a controlli che finora non avevamo, si cercherà di chiudere i gap di regole alla radice degli scandali finanziari; si daranno maggiori poteri di intervento e di controllo alla Federal Reserve, si creerà una nuova agenzia per la protezione dei consumatori, si cercherà di rendere quanto meno più trasparenti le operazioni sui derivati e di limitare l'esposizione al rischio speculativo delle grandi banche, attraverso una combinazione di tasse e di regole. Al di là della formula finale, questi parametri di fondo sono comuni ai due progetti di legge. Una delle battaglie più dure sarà portata avanti dalle banche per evitare che la posizione del Senato, che impedisce alle banche di operare sul mercato per conto del proprio portafoglio, sia abolita. Si tratta comunque di una legge che ha già lasciato il segno sul mercato: la caduta di ieri del 3,6% in borsa a New York, riflette certamente le preoccupazioni per la crisi europea, ma sconta in parte una riforma temuta, che potrebbe nella sua forma finale limitare di molto le attività finanziarie e di conseguenza – dicono i pessimisti e i banchieri - quelle produttive. Di certo i guadagni da favola, le speculazioni selvagge, le incertezze e i rischi che hanno caratterizzato un modello di vita e di lavoro per i primi anni del nuovo secolo, verranno rimessi in discussione.
Fonte: IlSole24Ore

Il dare più potere alla FED è, secondo me, ancora molto sospetto. Le attività produttive limitate da questa riforma? Bah; secondo vecchi canoni certamente! Ma io sono pronto a correre il “rischio”…

 

martedì 25 maggio 2010

Relazionare il "centro" con la "periferia".





Scrivevo ieri in questo articolo, proprio in merito alla “coerenza”; in particolare cito da “Così curavano” di Givaudan:

“… Indipendentemente dal livello di coscienza e quindi dal comportamento, il modo in cui una persona si sente intimamente inattaccabile, graniticamente sicura di sé e logica nelle proprie convinzioni, costituisce una sorta di corazza più o meno solida e resistente, che impedisce il formarsi di brecce vibratorie.
In base a questo concetto, basta che un uomo si percepisca come coerente e incrollabile all’interno delle proprie manifestazioni, anche aggressive, perché sia risparmiato dalla malattia”.

Coerenza, dunque, come sinonimo di centratura in se stessi. Dove per centratura si deve intendere, far perno sulla propria struttura comportamentale caratteriale, ossia senza distinzione fra bene e male. L'esempio calza alla perfezione, vista la tipologia sociale moderna media prevalente, poco etica, morale, altruista, ecc. 

Diciamo che un certo tipo di "potere" in auge, è sempre stato estremamente coerente con i propri propositi guida, e questo non sicuramente nelle linee di principio del bene, almeno all'apparenza.

Da qua è possibile intuire come una buona autostima possa fornire quella vibrazione personale in risonanza con i nostri centri di “potere” sottili. Iniziare mille “cose” diverse e non portarne mai a termine nessuna, è un pericoloso diluente della nostra capacità realizzativa, co-creativa. Per questo motivo, secondo me, siamo passati dall’eliminazione della conoscenza, all’analfabetismo, all’addirittura troppa informazione odierna, tra l’altro di dubbia qualità. L’Antisistema ci conosce bene perché nasce da noi. 

Lo “svuotamento” del genere umano corrisponde alla crisi d’identità dell’individuo; questa voragine scavata in noi è stata poi riempita di materiale a sua volta vuoto, proprio come i moderni materiali chimico plastici, come il polistirolo: leggero e voluminoso. O come lo svuotamento progressivo dei pozzi petroliferi, le cui cavità sempre più vuote agiscono da cassa armonica per le memorie vegetali fossili depositate da milioni di anni.

Teniamo presente che uno spazio “vuoto” generato in qualunque posizione, per esempio sottoterra, può amplificare i messaggi che lo raggiungono, può fungere da cassaforte, da memoria, da strumento di “detonazione” vibrazionale.   

Leggiamo questa breve ed interessante “riflessione”, tratta dal sito www.cleanergy.it, nel quale l’ideatore della tecnologia CleanergyRoberto Zamperini, narra proprio dell’ordine di coerenza scoperto:

Malcom Rae, grande radioestesista inglese, scoprì e dimostrò che è possibile memorizzare “la firma energetica”, o se si preferisce il “timbro”, di una cellula, di un organo, di una malattia, di un pensiero di un emozione, del livello d’intelligenza di una persona, dello stato di salute di una persona in un particolare momento della sua vita, eccetera. Il Dr Zamperini riscoprì questo concetto che definì in seguito Caratteristica Vibratoria. Tutte le cose sono caratterizzate da una funziona vibratoria complessa e dinamica che permette, non solo di individuarla in Diagnosi Sottile, ma anche di considerarle bersagli precisi per l’invio di energie sottili.

Roberto Zamperini, gli ordini di coerenza ed il principio di trasmutazione.
Alla fine di un percorso di ricerca, il Dr. Zamperini è arrivato alla conclusione che esistono vari livelli di intonazione ed intelligenza ovvero di coerenza delle energie sottili. Un fascio di energia è tanto più coerente, quanto più è costituito da vibrazioni che viaggiano contemporaneamente tutte sulla stessa frequenza. La somiglianza tra una normale energia sottile pura e una coerente è grande, ma con una importante diversità: esistono livelli crescenti di coerenza sottile. Il livello di coerenza zero corrisponde, per definizione, alla congestione (energia sporca). A mano a mano che il livello di coerenza sale, l’energia assume caratteristiche estremamente utili per la pulizia ed il riequilibrio energetico.
Lo studio degli ordini di coerenza, il rapporto tra questi e la congestione, hanno dato vita al la scoperta del Dr. Zamperini del: “principio di trasmutazione”.
Sfruttando il comportamento e la natura degli ordini di coerenza infatti è possibile trasformare le energie congeste in energie pure.
Il principio di trasmutazione rende il Cleanergy® eterno infatti:
•    Non si usura e non si scarica, né si esaurisce
•    Non si congestiona 
•    Non ha bisogno di scaricare le energie congeste assorbite.
•    La sua durata è illimitata, ovvero eterna.

Utilizzo il Cleanergy da anni, ormai, con risultati sorprendenti; persino mio figlio di 5 anni, nelle rare volte che ha mal di pancia, cerca questo disco di plastica miracoloso. Sapremo ben da noi se si tratta di effetto placebo o altro, ma l’importante è che, ogni volta, il male passa.

Leggiamo velocemente cosa dicono al Cicap, i valenti esaminatori, moderni adepti della Santa Inquisizione, paragonabili alle agenzie di rating USA:

“Che dire? Penso che chiunque abbia un minimo di competenze scientifiche e di semplice buon senso non possa che rendersi conto da solo della totale gratuità e infondatezza di tutto ciò che viene presentato nel sito. Se qualcuno ritiene di aver avuto benefici dall'uso del Cleanergy®, ritengo che tali benefici non possano andare oltre il semplice (e sempre presente) effetto placebo”.

Che dire, scrivo io, del possibile effetto placebo? Che se si trattasse sempre di un simile effetto, e questo effetto mi garantisse sempre la guarigione, beh… avrei finalmente raggiunto la coerenza con la mia essenza che mi vuole solo bene e che mi vorrebbe sempre “sano”; avrei inoltre maturato la meravigliosa capacità di autoguarigione del mio veicolo fisico e del connubio con la mente in perenne agitazione oceanica.

Relazionare il "centro con la periferia": coerenza...

   

lunedì 24 maggio 2010

Muoversi con coerenza nel reame autoeducativo.





La legge d’attrazione “colpisce” e la troviamo in azione, ad ogni “livello” o “piega” del percepito quotidiano. Non meraviglia, dunque, di trovare spiegazioni quantico-spirituali, mascherate da saggezza, conoscenza, esperienza, praticamente in ogni campo dello scibile umano: persino sferruzzando pazientemente tutto il santo giorno.

Ecco cosa scrive Givaudan nel suo “Così curavano”, a proposito di quella forza chiamata coerenza:

Ogni scomparto corrisponde a quella che, tradizionalmente, è chiamata “eggregora” oppure, in termini più moderni, un campo morfogenetico. È una sorta di rice-trasmettitore, con cui l’essere umano si mette in risonanza quando alimenta  dentro di sé un certo stato di pensiero e di focalizzazione di coscienza. In termini più semplici, gli antichi dicevano: “Alimenta la collera e berrai collera, genera amore e sarai nutrito dall’amore. Se, dunque, alimenti il conflitto, il conflitto scenderà dentro di te, ma se semini dolcezza, la tua strada finirà per essere lastricata di unità”.
Oggi verrebbe da ribattere che questa visione delle cose era semplicistica, perché tutti conosciamo esempi di persone dal comportamento buono ed equilibrato, che non per questo vengono risparmiate dalla malattia.
Una realtà che però non sfuggiva neanche ai terapeuti di allora, la cui visione del problema si fondava sul principio della coerenza: ritenevano cioè che, indipendentemente dal livello di coscienza e quindi dal comportamento, il modo in cui una persona si sente intimamente inattaccabile, graniticamente sicura di sé e logica nelle proprie convinzioni, costituisce una sorta di corazza più o meno solida e resistente, che impedisce il formarsi di brecce vibratorie.
In base a questo concetto, basta che un uomo si percepisca come coerente e incrollabile all’interno delle proprie manifestazioni, anche aggressive, perché sia risparmiato dalla malattia. Schematicamente parlando, potremmo dire che gli egiziani e gli esseni ritenevano che vi fossero persone capaci di secernere da sé e simultaneamente tanto il proprio veleno quanto il proprio antidoto.

A titolo di esempio, cito dal libro di Giuseppe Migliorino “I cicli di borsa”, prendendo cioè da un mondo che non è proprio spirituale, almeno all’apparenza, come invece sia presente una certa visione “superiore” che ricollega alla legge d’attrazione ed alla coerenza:

Io sono quello che uno sciamano definirebbe “un guerriero” e ho scoperto di avere iniziato il mio cammino molto prima di quanto pensassi.
Ho avuto molti maestri, ma a nessuno ho mai affidato il mio “potere”: ho preso da ognuno ciò che ritenevo mi servisse e poi ho continuato da solo, sperimentando tutto e “andando oltre”.
Il guerriero che intraprende la “via” verso la sua libertà è sempre solo, ad affrontarsi tutti i giorni, a soffrire ed a lacerarsi il cuore.
Una dopo l’altra dovrà rompere tutte le sue maschere, demolire tutte le sue convinzioni e, alla fine, volare.
Tanti cominciano, moltissimi rinunciano alle prime difficoltà, pochissimi arrivano alla meta… Ho dovuto affrontare migliaia di volte il mio ego e, molto spesso, ho dovuto soccombere, umiliato e ferito. A volte anche disperato. Ma io non mi sono mai arreso, mi sono sempre rialzato e ho ripreso a combatere, come un guerriero impeccabile.

Per questo mi amo più di qualsiasi altra cosa.

Il guerriero è uno sperimentatore solitario, uno che non crede alle verità preconfezionate, ma ha bisogno di trovare la sua verità… Non ho verità da condividere se non con me stesso, e non posso insegnare niente a chi non abbia deciso di diventare anch’egli un guerriero, per sperimentare su di sé ciò che io ho sperimentato su di me, a chi non abbia accettato di soffrire e lacerarsi il cuore nella tremenda solitudine che la ricerca della libertà, almeno inizialmente, comporta”.

Il principio di coerenza, nella sua accezione negativa (non quello interpretato da Migliorino, per chiarezza), mi riporta alla mente il "lato oscuro" della saga di Guerre stellari; il perchè possa proiliferare il male, il perchè esista libero arbitrio, etc.

Autoeducazione...

 

domenica 23 maggio 2010

La semina della dualità.





“Accadde così che i due fanciulli, entrambi di nome Gesù, si avvicinassero l’uno all’altro. Inizia una vita in comune, della quale non può esistere la minima traccia di tradizioni esteriori, che però si sviluppa, come un fiore che si schiude lentamente da una gemma, dinanzi allo sguardo obiettivo di chi accetti nell’intimo il mistero di quella dualità. Fra i due fanciulli la potenza del destino, che aveva fatto incontrare le due coppie di genitori, agiva in modo particolarmente intenso, anche se non appariscente...

Anche nel loro aspetto fisico i due bambini dovevano essere molto diversi. Quello maggiore d’età dobbiamo raffigurarcelo scuro di capelli e di occhi, con tutti i caratteri della sua stirpe, di cui nella sua famiglia si era sempre coltivata rigidamente la purezza. Il bambino più giovane invece, nato in Galilea, il “paese dei popoli”, dove vigeva il principio della mescolanza delle razze più che quello dell’esclusività razziale, possiamo forse raffigurarcelo anche esteriormente di aspetto solare, chiaro di occhi e biondo di capelli…

La massima diversità esisteva anche fra le caratteristiche animiche dei due fanciulli: alla intima quiete sognante e alla specialissima irradiazione che emanava dal più giovane, si contrapponeva nell’altro un’incessante avidità di apprendere e di progredire, e talvolta un orgoglio quasi regale…”.

Da “Infanzia e giovinezza di Gesù” di Emil Bock; pag. 144 e 145

 

sabato 22 maggio 2010

Dai il meglio di te...






L'uomo è irragionevole, illogico, egocentrico
NON IMPORTA, AMALO.
 
Se fai il bene, ti attribuiranno secondi fini egoistici
NON IMPORTA, FA' IL BENE.

Se realizzi i tuoi obiettivi, troverai falsi amici e veri nemici
NON IMPORTA, REALIZZALI.

Il bene che fai verrà domani dimenticato
NON IMPORTA, FA' IL BENE.

L'onestà e la sincerità ti rendono vulnerabile
NON IMPORTA, SII FRANCO E ONESTO.
 
Quello che per anni hai costruito può essere distrutto in un attimo
NON IMPORTA, COSTRUISCI.

Se aiuti la gente, se ne risentirà
NON IMPORTA, AIUTALA.

Da' al mondo il meglio di te, e ti prenderanno a calci
NON IMPORTA, DA' IL MEGLIO DI TE.

Madre Teresa di Calcutta

Da AuroraBlu

 

venerdì 21 maggio 2010

La grande "mano" che non è una mano.





Era una persona affabile e cordiale, con la quale ci si confidava volentieri. Rolletscheck (un pittore tedesco-boemo) era sentimentale e al tempo stesso leggermente cinico; pessimista da un lato, e, dall’altro, portato a dar così poco valore alla vita, che non gli sembrava valesse la pena di considerare le cose seriamente al punto da diventare pessimisti. Si doveva parlar molto delle ingiustizie della vita, quando egli era presente; ed era capace di sfogare all’infinito il suo sdegno per l’ingiustizia commessa dal mondo conto il povero Schiller, di fronte a Goethe già tanto favorito dalla sorte. Sebbene il rapporto quotidiano con tali persone mantenesse costantemente vivo lo scambio di pensieri e sentimenti, non mi veniva fatto, in questo periodo, di parlare direttamente della mia esperienza del mondo spirituale, nemmeno con coloro con cui ero intimamente legato per tutto il resto. Ero convinto che occorresse anzi tutto riconoscere come la giusta via per penetrare nel mondo spirituale conduca da prima all’esperienza delle idee pure. E in ogni forma mettevo in evidenza che, come l’uomo può avere un’esperienza cosciente di colori, suoni, qualità di calore, ecc., così può sperimentare anche idee pure, non influenzate da alcuna percezione esterna, pregne di vita propria. E in queste idee è lo spirito reale, vivente. “Ogni altra esperienza spirituale umana, così dicevo allora, deve germogliare nella coscienza da questa esperienza delle idee”.
E il fatto ch’io cercavo l’esperienza spirituale a tutta prima nell’esperienza delle idee, conduceva al malinteso, a cui ho accennato, nel quale persino i miei amici più intimi, non vedendo nelle idee la realtà vivente, mi prendevano per un razionalista o un intellettualista.

Da “La mia vita” di Rudolf Steiner – pag. 228-229

Viviamo di “malintesi” nei nostri rapporti quotidiani con gli altri; sia utilizzando le sfumature del linguaggio, secondo univoca sensibilità, sia atteggiandoci attraverso usi ed abitudini comportamentali. E non è davvero facile capirsi. Probabilmente è solo nel silenzio, paradossalmente, che è possibile instaurare quella empatia o telepatia o risonanza con coloro che ci stanno attorno. La comunicazione olografica è sempre attiva, così come il meccanismo specchio/riflesso; se questi tipi di comunicazione non mentono per natura intima del loro senso, è altrettanto vero che non sono di facile comprensione però! Trattasi di altra forma di linguaggio, diversa da quella usualmente e gutturalmente strutturata. Di questi “malintesi”, per dirla alla Steiner, è pieno il mondo e le nostre giornate. Non ci si capisce. Parliamo lingue diverse pur affermando gli stessi costrutti.

Abbiamo portato fuori di noi la modalità comunicativa, perché è stata persa quella “interna”, chiaroveggente.

Tutto ciò mi fa presupporre che il linguaggio sarà oggetto di notevoli trasformazioni nel futuro; è Steiner stesso che ci ricorda, nelle “Cronache dell’Akasha” che giungeremo a “procreare” materialmente la Vita, attraverso l’utilizzo del connubio parola-suono-vibrazione. In pratica un ritorno ai giorni primordiali della grande Creazione, della grande "mano" che non è una mano.

* La splendida immagine di testa si intitola "La grande mano" di Laura Medei 
    
 

giovedì 20 maggio 2010

Quel "fuoco" che rischia di divampare.





Dovremmo iniziare a riflettere profondamente, tutti quanti, su notizie di questo “calibro”, che circolano in “rete”. Tra la Grecia e la Thailandia, i due nuovi focolai del mondo, è teso un filo comune di “nausea” cittadina, nei confronti dei rispettivi governi; in questi luoghi il concetto di ribellione o di rivoluzione è stato “dissotterrato”, proprio perché le condizioni esistenziali sono tornate ad essere “evidenti” nella loro infima qualità. In tutti gli altri stati, diciamo di una certa tipologia di “benessere” percepito, le “cose” non vanno ancora così male, dove per “male” intendo “evidenti”

Quando mancano i soldi per il cibo e per i bisogni primari, la massa torna in "piazza". Lo sa benissimo l’Antisistema, il quale evita proprio di condurre la popolazione allo stremo della “sopportazione”. La gente si adatta a tutto ma non alla fame; a quel punto gli individui si “azionano”, si “danno da fare”; ma in che modo? Passando da un estremo all’altro e sbagliando ulteriormente. La folla è una “bestia” impaurita ed inferocita, a questo livello. Ben lo sanno i governi che tentano con la forza di sedare la “ribellione”. È una lotta tra diverse frequenze di “povertà”. La povertà dei governi è di tipo tremendamente illusorio, perché fatto ancora di persone, di individui strumentalizzati dalla sete di potere, denaro, privilegi. Ecco cosa riporta Yahoo  sulla situazione in Asia:

Bangkok brucia, ucciso anche un fotografo italiano.
Bangkok è teatro di violenze e incendi oggi dopo che stamani le truppe hanno fatto irruzione nell'accampamento delle camicie rosse, costringendo i leader alla resa ma innescando anche scontri in cui hanno perso la vita almeno quattro persone, tra cui un fotografo italiano, e disordini nel Nord del Paese.
I manifestanti hanno dato alle fiamme almeno 17 edifici, tra cui la sede della Borsa e Central World, il secondo centro commerciale del Sudest Asiatico gestito da Central Pattana, che appare fortemente danneggiato dalle fiamme, come ha riferito un testimone Reuters.
Le violenze appaiono "le più diffuse e incontrollate" mai registrate in Thailandia, secondo Charnvit Kasetsiri, noto studioso di storia politica.
Il premier Abhisit Vejjajiva si è detto convinto che il governo riuscirà presto a ristabilire la pace e l'ordine. "Sono determinato a porre fine ai problemi e a ristabilire la pace e l'ordine nel Paese", ha detto Abhisit in tv.
Non è chiaro se gli scontri successivi alla resa dei leader della protesta siano gli ultimi colpi di coda del movimento anti-governativo o se preludano invece a una nuova fase di violenze.
COPRIFUOCO IN TUTTO IL PAESE.
"La situazione è peggiore di quanto ci si aspettasse e sarà molto difficile fermarla", ha detto Kavee Chukitsakem, capo della ricerca di Kasikorn Securities. "Dopo che i leader delle camicie rosse si sono arresi, le cose sono andate fuori controllo".
Abhisit ha imposto il coprifuoco a Bangkok, che conta 15 milioni di abitanti, dalle 20 di stasera alle 6 di domani (dalle 15 di oggi all'una di notte in Italia).
Le forze di sicurezza apriranno il fuoco su chiunque tenterà di appiccare incendi o commettere atti di sciacallaggio, come ha spiegato un alto funzionario delle forze dell'ordine.
"Poliziotti e soldati hanno ricevuto l'ordine di risolvere la situazione e usare le armi per scoraggiare o prevenire tali atti", ha detto in tv Tharit Pengdit, direttore generale del Dipartimento per le indagini speciali.
Il coprifuoco è stato dichiarato anche in altre 21 province del Paese attraverso le emittenti televisive, ora sotto il controllo del governo.
I disordini si stanno in effetti estendendo ad altre aree della Thailandia. Nella città nordorientale di Udon Thani, i manifestanti hanno dato alle fiamme un edificio.
Le persone in viaggio durante il coprifuoco dovranno mostrare il passaporto ai posti di sicurezza per poter passare.
E' stato inoltre imposto il silenzio stampa, e le autorità hanno ordinato a medici e squadre di pronto intervento di stare in standby, mentre le operazioni militari proseguiranno nella notte.
MORTO FOTOGRAFO ITALIANO.
Negli scontri a Bangkok è rimasto ucciso anche il fotoreporter milanese Fabio Polenghi, come confermato in tarda mattinata dalla Farnesina.
Polenghi lavorava da qualche anno come fotografo freelance per diverse agenzie e riviste, e ha girato moltissimi Paesi con la macchina fotografica a tracolla. In Thailandia si trovava proprio per documentare la protesta delle camicie rosse, che oggi -- dopo settimane di protesta -- si sono arrese.
Stamattina presto, mentre i militari si avvicinavano al loro presidio a bordo di mezzi blindati, i quattro leader della protesta dal palco si sono detti pronti alla resa, tra le grida dei manifestanti che li incitavano a proseguire la lotta.
Poco dopo, la tv ha mostrato i quattro nelle mani della polizia, mentre chiedevano alle altre camicie rosse di andare a casa.
Diversi hotel hanno improvvisato barricate in legno per difendere i propri ospiti, mentre alcuni media, tra cui i quotidiani Bangkok Post e Nation, hanno evacuato le redazioni nel timore di attacchi, dopo che le camicie rosse li hanno accusati di aver diffuso informazioni faziose.

Insomma la situazione non è una barzelletta.

Vorrei proporvi questa aspra, anche amara, canalizzazione “Wings” di Karen Bishop, che fa il punto della situazione animica ed evidenzia come possano accadere sulla Terra, “episodi” anche drammatici; quello che succede in Grecia e Thailandia può essere solo l’innesco di una “sollevazione” planetaria. È importante notare questa espressione: “Questa volta, anche se molte anime hanno scelto di rimanere nell’energia più densa del pensiero e dell’essere, il pianeta si incammina per conto suo”; il pianeta è un essere vivente e pensante che ha scelto di seguire il percorso ascensionale, impartito e diretto dal meccanismo dei Soli centrali.

"In questi ultimi mesi mi è stata concessa l’opzione di rimanere qui sul pianeta o scegliere la dipartita definitiva. Verrebbe da chiedersi quanti cerotti possiamo mettere su una ferita planetaria, prima che sia il momento di gettare la spugna, o forse anche quante delusioni può sopportare un’anima, prima di cominciare ad appassire e morire. E se l’amore è nell’aria, noi inspiriamo questa realtà, possiamo espirarla con facilità, ma abbiamo comunque bisogno di respirarla anche per sopravvivere. Che facciamo quando non c’è più aria da respirare? Come continuiamo a sostenerci e a riempire i nostri polmoni con il prezioso carburante di cui abbiamo bisogno in questi reami nuovi e più elevati, quando l’amore, la premura e l’energia del cuore sembrano una merce assai rara?
 
Il 29 Aprile avevo un compleanno. Per tutti noi esistono punti e momenti pianificati in precedenza per la dipartita di ogni anima, che possono essere adoperati oppure no. Molte volte, i nostri compleanni segnalano il momento di una ri-nascita e noi scegliamo se rimanere e avere qui una nuova esperienza, o se procedere alla dipartita finale e avere una ri-nascita altrove. Io ho sentito che il segnale della dipartita questa volta era potente...quasi travolgente. L’ultima volta che era successo fu quando decidemmo di preparare un piano nuovissimo e di attuare la separazione dei mondi, nel Settembre 2009 (quella volta non era un’energia del compleanno). Qualcosa era decisamente terminato. Molti di noi ricevettero l’opzione di rimanere o di andarsene. E molti di noi scelsero di restare, poiché c’era un nuovo mondo a portata di mano, fatto di anime che sembravano pronte e volenterose. Avremmo avuto un nuovo inizio e saremmo tornati a ciò che avevamo sempre saputo, ma con una tavolozza completamente nuova.
 
Ora ci stiamo accorgendo che la creazione della nuova realtà sta, ancora una volta, andando in una direzione del tutto diversa. Questa volta abbiamo deciso di non aspettare che abbastanza anime siano pronte. Questa volta, anche se molte anime hanno scelto di rimanere nell’energia più densa del pensiero e dell’essere, il pianeta si incammina per conto suo. Con le scelte personali operate da ogni anima attualmente sul pianeta, potremmo proprio sperimentare questo spostamento massiccio, in modi molto più disagevoli di quanto sarebbe stato necessario
 
L’anima di ciascun individuo sceglierà la migliore opzione possibile. Nei tempi a venire, per via del fatto che le anime residenti sul pianeta hanno scelto il metodo di trapasso attraverso il dolore e la sofferenza e sembrano determinate a tener strette le convinzioni dei loro ego di livello più basso, inizieremo ad assistere a grandi spostamenti relativi all’energia del cuore. Con tutti i finali e le perdite in vista all’orizzonte, gli abitanti della terra verranno posti in situazioni in cui non sapranno che cosa sia veramente importante, che cos’è che ha più valore e di cosa essere grati nella propria vita. E forse, solo forse, finalmente ci onoreremo tutti, ci vedremo tutti, saremo grati l’uno dell’altro e ci godremo semplicemente quello che è già qui e c’è sempre stato…
 
Potremmo scoprire che le persone del nostro passato e le cose che non sono mai state risolte adesso vengono in prima linea, perché alla fine incontriamo sempre tutti quelli che hanno toccato la nostra vita. Questi sono i sintomi di un mondo morente, di una morte imminente. Ma sappiamo anche che, dopo ogni morte, arriva una nascita nuova. Un nuovissimo inizio. E, questa volta, sarà una nuova realtà del cuore.
Con tanto amore e gratitudine
Fonte : Stazioneceleste

Per finire questa interessante riflessione su quanto siamo tutti “individui” ed allo stesso tempo tutti “uniti”.

Sistema Mente Umana (SMU) [Human Mind System (HMS)].
Il Sistema Mente Umana è distinto in tre meccanismi funzionali principali: l’inconscio o mente genetica, il subconscio e il conscio. Queste tre componenti insieme formano ciò che la maggior parte delle persone definisce coscienza. Il Sistema Mente Umana è il velo più opaco e distorto che sia posto tra l’umanità e il suo vero sé e corrompe la sua stessa auto-espressione nei reami che noi chiamiamo realtà.

L’inconscio o mente genetica è il deposito di tutta l’umanità; il subconscio è il deposito della linea di sangue della famiglia; la mente conscia è il deposito dell’individuo. Tuttavia, ed è importante capirlo, i modelli base del pensiero provengono principalmente dalle strutture del subconscio e della mente genetica della coscienza. Quindi, nonostante l’individuo si creda unico, separato e particolare, in realtà non lo è. Non nel contesto del SMU.
 
Potete immaginarvi come una copia della famiglia umana avvolta in una copia dei vostri genitori e antenati, posta in un’espressione individualizzata: voi. Ciò che è “Voi” è un SMU in un’espressione a se stante le cui radici, tuttavia, sono totalmente impiantate nel terreno dell’umanità e della discendenza famigliare, tutte “scaricate” (downloaded) durante lo sviluppo del feto prima della nascita.
Fonte: Wingmakers

  

mercoledì 19 maggio 2010

Volevo un gatto nero.






"Con il termine superstizione si indicano credenze di natura irrazionale che possono influire sul pensiero e sulla condotta di vita delle persone che le fanno proprie, in particolare la credenza che gli eventi futuri siano influenzati da particolari comportamenti senza che vi sia una relazione causale.
Superstizione è una parola che deriva dal latino superstitiònem, composto da sùper (sopra) e stìtio (stato), sulla base di "stàre" o "sìstere". Nel significato originario (Cicerone) indicava coloro che insistentemente si rivolgevano alla divinità con preghiere, voti e sacrifici, affinché li serbassero "superstiti" (cioè sani e salvi). Da qui il termine, come espressione di atteggiamento di pavido uso del soprannaturale con lo scopo di scamparla".
Fonte: Wikipedia

Le superstizioni non sono altro che frammenti, immagini, diapositive, di quello che rimane di una antica conoscenza. Anche in questo caso, come per leggende e miti, siamo in presenza di antiche verità “scomposte” dal vento del tempo; nella fattispecie:
  • utilizzo del terrore da parte dell’Antisistema
  • smagnetizzazione naturale dovuta alla gravità terrestre
  • involuzione pro evoluzione secondo le linee guida del Piano Divino
Cito dal bellissimo libro di Givaudan Così curavano”, gradito dono dell’amica Loredana che ringrazio, le parole del faraone Akhenaton sulla magia degli oli:

Un matrimonio di cui troppo spesso si ignora o si trascura l’importanza: quello del Sole e della Terra. È da questa unione che sgorga in effetti il grande principio dell’olio. Perché parlarvene? Perché è precisamente il punto di incontro ideale tra il sottile ed il denso, e li traduce entrambi con la stessa fluidità. Si, l’olio conosce le loro lingue rispettive, con eguale precisione. Contemporaneamente verticale e orizzontale, è il cobra che si intrufola ovunque. Eleva mentre eleva! Ecco perché vi chiedo di considerarlo un ricettacolo privilegiato del Sacro…”

Scritto questo, leggete ora cosa continuavano a fare, i sacerdoti “decadenti” di Amon:

“Se i sacerdoti di Amon continuavano ad usare le sostanze oleose durante i loto riti religiosi, di fatto ne avevano completamente perduto il significato. Oggi, potremmo dire che ungevano con l’olio le statue delle divinità, ma che quei loro gesti non erano affatto unzioni; ripetevano un meccanismo orami vuoto di senso”.

È già chiara e “visibile” la caduta in termini di conoscenza di questi uomini "chiave" della società di allora; essi già ricadono nella superstizione, nel continuare a seguire una prassi, un paradigma, senza saperne più neppure il perché. Un po’ come oggi nelle funzioni religiose si seguono dei cerimoniali tramandati nel tempo, ma senza più averne il controllo in termini di “princìpio” nativo.

Ecco il motivo per cui si usava ungere, invece, l’olio sulle statue che rappresentavano le divinità:

“Attraverso l’impiego amorevole e intelligente di una materia oleosa, riteneva dunque che si potesse facilitare o ampliare la discesa del Principio divino solare fino nel cuore della materia. Egli (Akhenaton) affermava che era d’altronde proprio per questo che gli antichi ungevano d’olio le rappresentazioni del Divino: con questp gesto, essi erano consapevoli di invitare dei Principi invisibili ad abitare progressivamente le statue, modificandone così il tasso vibratorio e trasformandole, secolo dopo secolo, in “batterie di energia””.

Lasciamo perdere se credere o meno; quello che intendo evidenziare è che l’antica conoscenza, era già dimenticata a quel tempo, lasciando però le proprie tracce ancora nei rituali puntualmente onorati in soli termini meccanici. Dal mio punto di vista questa è la superstizione: facciamo così perché si è sempre fatto e perché altrimenti rischieremmo di rompere una catena, un ponte, con il passato benefico. La paura si nasconde dietro alla superstizione.

Quando noi corriamo il rischio di “rompere” con qualcosa che emerge dal tempo, è perché siamo spinti a farlo per cause molto evidenti o forti, come il non avere alternative o l’essere considerati dei pazzi. Al giorno d’oggi questi “fili” che ci legano gli uni con gli altri al tempo, all’energia condensata, sono divenuti molto “spessi” e forieri di abitudini fredde e vuote; consuetudini dell’emisfero sinistro che, alla faccia della logica, segue pedissequamente atti e “cerimoniali” senza cuore, staccati dalla base di una antica consapevolezza che è “rotolata” disperdendosi a valle, nell’essicatoio delle nostre memorie.

Non passare sotto ad una scala aperta, gettare del sale alle proprie spalle, evitare di rompere uno specchio… la verità si è sparsa e dispersa per ogni dove, ma non ci ha mai lasciato.

Cosa mi ricorda la superstizione? Che i rituali antichi funzionavano senza necessità di tecnologia, per come la possiamo intendere oggi. Che l’atto di estendere una mano sopra ad una “sostanza” con l’intenzione di benedirla, funzionava e funziona ancora, se solo lo facessimo con ferma intenzione, fede e cuore. Ma un simile gesto, oggi è solo considerato un banale rigurgito di idiozia… una superstizione che, tuttavia ad esempio, il Papa esercita tutte le volte che impartisce una benedizione.

 

martedì 18 maggio 2010

Come in alto così in basso.





Scoperta - I tibetani come Superman grazie al loro Dna.
I tibetani hanno un Dna da superman, che si è evoluto nel tempo per resistere alle altitudini alle quali vivono. A scoprirlo è stata una ricerca dell’University of Utah, negli Usa, che ha individuato dieci geni che aiutano chi vive alle pendici dell’Himalaya a trovarsi perfettamente a loro agio sulle cime dove le persone comuni si ammalano immediatamente.
Come ha sottolineato un servizio della Bbc, due dei geni sono collegati all’emoglobina, la sostanza del sangue che veicola l’ossigeno in tutto il corpo. Secondo i medici la ricerca, pubblicata sulla rivista 'Science', potrebbe permettere di scoprire le cure per gravi forme della 'malattia da alte quote' e per altri tipi di malessere.
La 'malattia da alte quote' è il nome attribuito agli effetti negativi causati quando il corpo fatica ad adattarsi alla carenza di ossigeno in montagna. L’altitudine infatti può provocare complicazioni al cervello e ai polmoni, che possono costituire un pericolo anche per i montanari più esperti. Le persone nate sugli altipiani tibetani sembrano invece essere immuni a questi effetti, grazie a migliaia di anni di selezione genetica.
Ma la scoperta forse più interessante della ricerca è che i tibetani sono passati attraverso un’evoluzione genetica che invece non ha toccato altre popolazioni che vivono in alta quota, come quelle andine. Il professor Lynn Jorde, della Scuola di medicina dell’University of Utah, ha dichiarato: "Per la prima volta, siamo riusciti a individuare i geni che spiegano questo adattamento".
Lo studio si è basato su Dna estratto da campioni di sangue presi da 75 abitanti di villaggi che vivono a 4.500 metri di altezza. L’equipe dello Utah, in collaborazione con la Scuola di medicina dell’Università del Qinghai, in Cina, ha comparato tratti del codice genetico dei tibetani con quello della popolazione delle pianure cinesi e giapponesi. Ed è emerso un piccolo numero di geni, che ne includono dieci mai trovati in altre persone, che sono in grado di elaborare l’ossigeno.
Due geni in particolare contribuirebbero ad abbassare i livelli di emoglobina nel sangue, aiutando l’organismo a combattere la 'malattia da alte quote'. Il professor Josef Prchal dell’University of Utah ha sottolineato che la ricerca può aiutare a sviluppare le cure per malattie di cui sono affette persone in tutto il mondo. E ha aggiunto: "Quello che è unico nei tibetani è che non sviluppano un elevato numero di globuli rossi. Questo può essere il punto di partenza per individuare terapie per diversi tipi di malessere".
Fonte: Yahoo

La “malattia da alte quote” è un’altra trovata dell’industria del farmaco; il solo pensare a questo termine mi provoca orticaria o divertimento, a seconda del mio umore. Quello spiacevole stato, che tutti noi soffriamo in medio/alta quota, è solo una difficoltà legata al nostro fisico, il quale non ha l’abitudine a vivere in quelle determinate situazioni. Il rimedio più naturale è l’adattamento; i tibetani si sono adattati come si sono adattati i popoli della Colombia o di altre terre “alte”. 

Il DNA non è il responsabile di questo adattamento, semmai nel DNA c’è la memoria, la registrazione, dell’adattamento dovuto al lavoro, allo sforzo naturale del corpo sincronizzato dal cervello e dall’intelligenza cellulare. 

Il DNA dei tibetani è così diverso e “ricco” per via della loro particolare tipologia di Vita, intesa come unità tra essere ed avere; persone per le quali il sacro della propria origine non si è disperso nella realtà percepita, come per gran parte dell’umanità. La loro spiritualità detta le regole anche per la loro biologia. Farli passare per dei Superman è come dire che “loro sono unici”; in realtà ognuno di noi ha le capacità per sviluppare determinate caratteristiche “uniche”. 

L’unicità delle nostre esistenze è scambiata per la biodiversità: gran tesoro e punto di forza di una specie, dove per specie intendo tutta la Vita in ogni sua forma esistente sul pianeta Terra. Le nostre impronte digitali sono uniche, non la nostra capacità di evolvere, che è accessibile ad ogni individuo che solo lo intenda. Dunque rendiamo onore a questo popolo e prendiamolo come esempio da emulare e non da invidiare.

"La fede si accompagna ad un lavoro di lungo respiro, è il risultato di un impegno portato avanti giorno dopo giorno; è qualcosa di vivo che non dobbiamo mai separare dalla vita quotidiana... Noi possiamo spostare le montagne, ma a condizione di non pensare di poterlo fare in una sola volta. Si può spostare una montagna, ma trasportando una pietra alla volta! Ogni pietra trasportata, vale a dire ogni successo riportato, per quanto piccolo, aumenta la nostra fede, perchè ci sentiamo più solidi, più forti, più padroni delle situazioni..." Omraam Mikhael Aivanhov