SPS

domenica 24 gennaio 2010

Io vedo.





Sento di poter
d’un sol balzo
scavalcare le montagne,
e sguainando denti di luce
infurio
tra gli alberi distratti
a specchiarsi nel cielo;
prendo appunti della mia rabbia
che pulsa di mandria
accecata dalla paura
e dalla soverchieria,
corro
fuggo
oppure
quantisticamente
realizzo il presente.
Sono uno strato complesso
di foglie cadute
ammassate
ferite
calpestate
in via di trasformazione.
Sono l’aria che respiro.   



4 commenti:

  1. quello che i tuoi versi hanno suscitato in me e magari non è la tua versione , è il correre dell'uomo dai tempi di Neandertal che abbandona la sua nudità , la sua essenzialità per cominciare ad alzare la testa e provare a vivere" da solo" la sua esistenza , un esistenza che si è riempito di paure... uno strato complesso di foglie cadute, ammassate, ferite..
    ma la corsa lo ha stancato , non c 'è più spazio per un pensiero rumoroso . Nel silenzio ha finalmente ascoltato "la sua voce"
    Ora può respirare.

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  2. Diciamo che è la nostra visione delle "cose" dal punto di vista della velocità dei sensi e del pensiero; come se fossimo consapevolezza sparsa nell'aria o una telecamera mossa a velocità superiore a quella della luce...
    Comunque è bene che ognuno "veda" ciò che meglio lo rappresenta...
    Grazie di cuore...
    Serenità

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  3. sento d un sol balzo scavalcare le montagne... quantisticamente realizzo il presente accipicchia Davide te lo auguro di tutto cuore .
    beh a proposito di commenti una volta ho commentato ad un amica una poesia che tutto voleva essere tranne che quello che aveva scritto lei . succede anche questo amico mio, comunque il tuo articolo è bellissimo ma soprattutto interessantissimo . continuaaaa..

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  4. Le parole si prestano ad infinite combinazioni, significati, percezioni, sensazioni, etc.; come un puzzle multidimensionale.
    Sarebbe stupido non darti ragione :)
    La poesia poi, si presta ancora di più, essendo slegata persino dalle "regole"...
    Meraviglia...
    Grazie ancora...
    Serenità

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"Fai..." un po' Te.