Sento di poter
d’un sol balzo
scavalcare le montagne,
e sguainando denti di luce
infurio
tra gli alberi distratti
a specchiarsi nel cielo;
prendo appunti della mia rabbia
che pulsa di mandria
accecata dalla paura
e dalla soverchieria,
corro
fuggo
oppure
quantisticamente
realizzo il presente.
Sono uno strato complesso
di foglie cadute
ammassate
ferite
calpestate
in via di trasformazione.
Sono l’aria che respiro.
d’un sol balzo
scavalcare le montagne,
e sguainando denti di luce
infurio
tra gli alberi distratti
a specchiarsi nel cielo;
prendo appunti della mia rabbia
che pulsa di mandria
accecata dalla paura
e dalla soverchieria,
corro
fuggo
oppure
quantisticamente
realizzo il presente.
Sono uno strato complesso
di foglie cadute
ammassate
ferite
calpestate
in via di trasformazione.
Sono l’aria che respiro.
quello che i tuoi versi hanno suscitato in me e magari non è la tua versione , è il correre dell'uomo dai tempi di Neandertal che abbandona la sua nudità , la sua essenzialità per cominciare ad alzare la testa e provare a vivere" da solo" la sua esistenza , un esistenza che si è riempito di paure... uno strato complesso di foglie cadute, ammassate, ferite..
RispondiEliminama la corsa lo ha stancato , non c 'è più spazio per un pensiero rumoroso . Nel silenzio ha finalmente ascoltato "la sua voce"
Ora può respirare.
Diciamo che è la nostra visione delle "cose" dal punto di vista della velocità dei sensi e del pensiero; come se fossimo consapevolezza sparsa nell'aria o una telecamera mossa a velocità superiore a quella della luce...
RispondiEliminaComunque è bene che ognuno "veda" ciò che meglio lo rappresenta...
Grazie di cuore...
Serenità
sento d un sol balzo scavalcare le montagne... quantisticamente realizzo il presente accipicchia Davide te lo auguro di tutto cuore .
RispondiEliminabeh a proposito di commenti una volta ho commentato ad un amica una poesia che tutto voleva essere tranne che quello che aveva scritto lei . succede anche questo amico mio, comunque il tuo articolo è bellissimo ma soprattutto interessantissimo . continuaaaa..
Le parole si prestano ad infinite combinazioni, significati, percezioni, sensazioni, etc.; come un puzzle multidimensionale.
RispondiEliminaSarebbe stupido non darti ragione :)
La poesia poi, si presta ancora di più, essendo slegata persino dalle "regole"...
Meraviglia...
Grazie ancora...
Serenità