venerdì 4 settembre 2015

Per sempre.



Che senso ha avvisarti che fra 50 metri c’è un autovelox?
Ai sensi della sicurezza dei pedoni (diciamo così), che senso ha? Tu che fai? Rallenti… sino a superare, candidamente, il dispositivo multante, per poi subito dopo ritornare ad accelerare (con buona pace della sicurezza dei pedoni).
Che cosa viene preservato/a?
La sicurezza del guidatore, che se non avvisato per tempo, potrebbe frenare di colpo – giunto in prossimità dell’autovelox – causando incidenti e/o pericolo per i pedoni (sempre loro).
Inoltre, per non far sembrare la presenza dell’autovelox come un “agguato alla tua persona”, vieni avvisato anzitempo (un diritto ottenuto a suon di ricorsi presso il giudice di pace/prefetto, o chi per esso).
Ma… se ti metti nei panni del pedone, che attraversa la strada con la carrozzina e relativa prole, la tua frenata, "su commissione", come risulta… se, egli si trova a percorrere la strada subito dopo l’autovelox, quando inizi ad accelerare nuovamente?
Esiste, dunque, il tuo diritto ed il suo diritto. Come la metti? Chi ha ragione?
Calcola che tu sei in macchina e il pedone è a piedi:
  • chi ha la peggio?
  • chi ha ragione?
Chi dovrebbe capire qualcosa che, invece, per motivi egoici… non capisce?
Ci sono dei frangenti particolari, che fanno capire come prevalgano sempre certi interessi, di fronte a prospettive che di volta in volta cambiano, come per mutare di vento:
  • se tu fossi al volante e “mettessi sotto” un pedone… per eccesso di velocità?
  • se tu fossi un pedone che “venisse messo sotto” da un veicolo che sfreccia a velocità eccessiva, subito dopo un autovelox?
  • se tu fossi l’agente che piazza l’autovelox per svolgere il proprio dovere?
  • se tu fossi il legislatore che legifera per mansione?
  • se tu fossi il costruttore di automobili “troppo veloci”?
  • sese se
   

giovedì 3 settembre 2015

Dipendenza dalla memoria.



Ormai, quando associ ad un “termine”, del linguaggio in uso, il relativo significato… non esiti nel ritenere interamente sufficiente ciò che “sai, perché ti hanno detto che…”. L’insegnamento ha prodotto il proprio scopo, nella società.
 
L’evidenza è (diventa), dunque, l’associazione “termine vs ‘suo’ senso”:
una convinzione per convenzione.
Non solo; in questa maniera è possibile “far fluire/fruire” alle persone, costituenti la società umana, delle verità di parte (“qua, così”), piuttosto che delle altre verità – non evidentemente – "sgradite" allo status quo.
Quindi, il significato agganciato alla singolarità del termine ricorsivo, è solo una faccia di tutte quelle possibili, se… solo tu avessi la “forza” di prenderle in considerazione ogni volta che rincorri al/il termine stesso, nelle situazioni che si fossilizzano sempre maggiormente all’interno di “più o meno ampi bacini dell’abitudine, auto descritta proprio nei termini a cui ti viene immediatamente da pensare”…
Il linguaggio è un modello di vasi comunicanti, che serve per la trasmissione di “messaggistica immediata” (sms, negli smartphone).
Allo stesso modo, il pensiero è un modello, a monte, che serve per la trasmissione del linguaggio.
Ancora più a monte trovi l’immaginazione e l’ispirazione…
Dopo di che, tutto sembra svanire nel nulla, ad “immagine e somiglianza” di qualsiasi moto/evento umano, se sufficientemente analizzato e sospinto all’indietro, verso la relativa forma di origine. Ad esempio:
  • la radio trasmette “contenuti”
  • ricevendoli dalla società privata, che li diffonde.
Se tu ignori l’esistenza della fonte, che trasmette, e studi l’impianto audio meccanico “radio”, ricavi solo che... la componentistica trovata fisicamente a formare la radio, è in grado di:
evocare, in qualche maniera (fede), la “musica”.
Come se la musica sorgesse per mezzo delle singole parti, d’insieme, nella radio.
In realtà, la radio è costruita (ma, prima ancora, è... ideata) per ricevere e diffondere nell’ambiente… dei “contenuti”.
  

mercoledì 2 settembre 2015

Risposta come ritardo (un effetto che c'è sempre e che dice molto).




"Causa/Effetto" alias "Domanda/Risposta":
  • una risposta, così come un effetto, giunge sempre
  • anche se "nel mezzo" c'è un ritardo.

È, ormai, diventato “normale” che aerei telecomandati da grande distanza (dalla distanza sufficiente a superare ogni tipo di limitazione della “giurisdizione” e del relativo rispetto della “libertà altrui”) – in alcune Nazioni – possano abbattersi con il proprio carico di “missili intelligenti”, sulle Vite di “presunti appartenenti ai vari gruppi terroristici”, che corrispondono ad un pericolo potenziale per “lo stile di Vita americano, nel Mondo”.
Sì, perché, è la prospettiva Usa ad essere sempre “spiegata” su/in questa realtà manifesta “qua, così”.
Tutto “lo è” dal “meridiano zero” di Washington:
  • che decreta cosa sia “questo”, piuttosto che “quello”
  • che decreta cosa sia “buono”, piuttosto che “cattivo”.
E tutto il Mondo consegue (perché la diversità, come la biodiversità, è solo uno specchietto per le allodole, una strategia derivante dall’antica “precauzione” del… divide et impera).
Drone Usa uccide cinque militanti nel nordovest del Pakistan
Link
In Pakistan, oltre ai “guai ambientali naturali”, da qualche anno si sono aggiunti anche i raid coi droni, che possono colpire tutto e tutti… perché coperti dalla tipologia di missione “Salva Mondo”. È davvero bizzarro come, ormai, tutto ciò venga digerito dalla Massa, dove per “bizzarro… deve intendersi: causale e non casuale”.
Non esiste, da questa prospettiva, nessuno spazio per il paradosso o il “fato”, rientrando di fatto tutto quello che accade, in ciò che “deve accadere perché… previsto” dal Dominio.
È sempre il Dominio che sfugge dalla comprensione complessiva:
  • la causa non apparente che esiste
  • a prescindere da te e da quello che sei portato/a a “pensare” (a prescindere… proprio perché sei portato/a a pensare che…).