mercoledì 30 aprile 2014

Caduta, baratro e passaggio...


In principio era il Verbo (Logos),
il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era in principio presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui,
e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste.
In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre,
ma le tenebre non l'hanno accolta

Vangelo di Giovanni

Teso è l’arco. Concentrato è il volto. Nello sguardo l’obiettivo…
Ciò che è stato tramandato, ora è qua e vive per mezzo tuo, anche se… non sei tu.
Che cosa sai?
Tramandare: composto della particella “Tra” dal latino “Trans/Oltre” e “Mandare”. Sinonimo di Trasmettere: ma pare si riferisca di preferenza alle età future, ai tardi nipoti.

Si dice anche per “Inalzare”:
con grido alto infinito
le voci al ciel tramanda
(Menzini)
Il Caro l’usa inoltre per “Trafugare”, che è come dire “Mandare nascostamente in altro luogo”...
Link 
 
La scienza deviata afferma che:
i traumi (ciò che è già accaduto) si ereditano, effetti fino alla terza generazione.
Gli effetti psicologici di un’esperienza traumatica si possono trasmettere dai genitori ai figli e ai figli dei figli, fino alla terza generazione...  A svelare un meccanismo finora misterioso è uno studio dell’università di Zurigo, pubblicato su Nature Neuroscience.
La ricerca è stata condotta sui topi, ma gli autori ipotizzano che i risultati ottenuti possano valere anche per l’uomo…
Gli studiosi hanno osservato che i topi traumatizzati modificavano il loro comportamento. Per esempio perdevano la naturale avversione agli spazi aperti e alla luce, e mostravano segni di depressione. Caratteristiche che tramite lo sperma venivano trasferite alla prole, anche se gli esemplari della progenie non subivano stress o traumi. Anche il metabolismo dei cuccioli di topo stressato cambiava:
i livelli di insulina e di zuccheri nel sangue, ad esempio, erano inferiori rispetto a quelli dei topolini nati da genitori non traumatizzati. 
"Siamo stati in grado di dimostrare per la prima volta - riassume Mansuy - che le esperienze traumatiche influenzano il metabolismo a lungo termine, che i cambiamenti indotti sono ereditari" e che gli effetti del trauma ereditato sul metabolismo e i comportamenti psicologici persistono fino alla terza generazione… 

Anche se molte questioni restano aperte e dovranno essere chiarite in studi successivi, puntualizzano gli autori, la conclusione è che "i condizionamenti ambientali lasciano tracce nel cervello, negli organi e nei gameti, e attraverso i gameti queste tracce vengono trasmesse alla generazione successiva"…

Link 
Questa verità può essere stata sfruttata per “vendere più merendine al cioccolato”?
He He He… (mai dire mai).
È solo il “trauma” ad essere trasmesso? E se, invece, fosse "tutto una trasmissione"? Perchè sino alla terza generazione? Il "peccato originale" non è forse un "trauma che dura da Tempo indefinito"?
 

martedì 29 aprile 2014

Multinazionale Mondo.


Nella troppa “libertà” è facile smarrirsi, se non si possiede una “bussola interna” sufficientemente orientata verso obiettivi realmente motivanti e, quasi sempre, coincidenti con il lato "egoico" dell’individuo stesso.
Ossia, che cosa è possibile isolare nel contesto appena portato alla luce? Ecco i capisaldi:
  • libertà = area accessibile alla presenza, nell’area di circolazione
  • orientamento = sostenibilità della presenza motivata, nell’area di circolazione
  • obiettivo = motivazione ed asse portante della presenza, nell’area di circolazione
  • ego = interesse individuale della presenza, nell’area di circolazione.
All’interno di questa “immagine” trova spazio quell’impulso, giudicato come "interferente", che è più  generalmente definibile come:
  • smarrimento = (in)sostenibilità della presenza (im)motivata, nell’area di circolazione.
Lo smarrimento fa da contraltare all’orientamento, nella convinzione generale che esistano sempre coppie di opposti, in grado di caratterizzare ogni fase attraversata dall’individuo e, di conseguenza, dalla “società media” derivante.
La summa mediata, chiamata società, giunge davvero “dopo” ogni azione/comportamento dei singoli? Cioè, la società è davvero l’esito dell’azione comportamentale media elaborata dalle singolarità?
La società è come il fumo che esce dalle ciminiere produttive delle industrie? La società dipende dal modus vivendi degli individui?
Se su cento individui, la maggioranza accetta determinate regole, che cosa significa?
Occorre prestare attenzione al “giro del fumo” e... a sostenerlo, questa volta (in SPS), non è un “esperto” o uno specialista in nessuna materia economica, sociale, legale, etc. Il Sottoscritto è un “prodotto” probabilmente “di scarto” del processo produttivo sociale d’insieme o un… “divergente”, per dirla tutta utilizzando un termine in voga, derivante dalla recente uscita nelle sale cinematografiche mondiali, del film “Divergent”:
la vita di Beatrice cambierà per sempre quando scoprirà di non appartenere a una fazione, ma di essere una Divergente…
Link
Insomma… l’eccezione che conferma la regola?
 

lunedì 28 aprile 2014

L'Uno è solo lo sfondo.



Tutto quello che sappiamo su di voi… è sbagliato!
Dragon trainer
Che cosa sai? 
Principio basilare dell’ermetismo è l’unità della materia, rappresentata dall’Uroboros, il drago che si morde la coda.
Il mondo è concepito come un insieme armonico animato da uno spirito intelligente; legami invisibili uniscono cielo e terra, l’uomo al cosmo. La Spirito universale è il fondamento di tutte le cose manifeste; è la materia prima degli alchimisti, quella che si trova dappertutto, disprezzata dagli uomini che la calcano e non la riconoscono
Link
Ad ogni gradazione di livello del “sapere”, è vivo quel senso apparentemente superiore che giustifica ogni singola azione come parte del totale, al quale ogni azione fa, indirettamente e direttamente, a capo…

Dal punto prospettico umano attuale, a quale livello di consapevolezza/conoscenza si riesce ad accedere? Se il livello di riferimento è ancora qualcosa di intermedio… a cosa ci si espone? Se ciò in cui si crede è, a sua volta, la credenza, la strategia, il piano auto esistente al livello di interfacciamento, a quale rischio ci si apre? A cosa si presta attenzione e Tempo?
L’Uno emerge ad ogni latitudine ed un simile concetto (sentire) sembra ispirare, da una “altezza” estremamente onorevole, rispettabile, edificato al di fuori di tutto e tutti e, per questo, ritenuto al di là di ogni forma di interesse, derivante dallo stanziamento nelle 3d attuali.

Sia che si percorra l’ambito spirituale che quello religioso, esistenziale, filosofico e/o scientifico, etc. sembra sempre che tutto faccia riferimento ad un qualcosa di più “elevato”, che funge da anello di collegamento unico e comune, del quale l’immagine di “Dio” è l’archetipo immaginario più appropriato. Vero?
L’Uno è Dio? L’Uno è il Creatore?
Che cosa si “fa” quando si afferma che “Tutto è Uno”?
Ci si “fa” eco di una verità pre esistente a se stessi. Ossia, ci si “rifà” ad una “prisca-theologia”: alla presunta vera tradizione, madre di tutte le tradizioni.
Qualcosa che ti precede e che ti “ordina”. Qualcosa del quale “tu  non sai autenticamente, nulla… ma del quale ti fidi”. Qualcosa che, supponi, sia in grado di offrirti quello che a livello profondo senti di “non avere, non possedere, non conoscere”. Qualcosa che ti protegge da ciò che le paure irradiano in te, da sempre. Qualcosa che ti attende oltre alla fine di questa Vita e che percepisci come in grado di “aprirti alla vera conoscenza ed alle porte del Paradiso”…