martedì 5 luglio 2011

Guidare o essere guidati.




Certo è che si sta alimentando una immagine vampiresca, oscura e tenebrosa; questo atteggiamento è pericoloso perché nutre un fenomeno di massa che può portare a forme di fideismo fanatico, ma anche a qualcosa di peggio: non dimentichiamoci che questo fenomeno interagisce con la psiche collettiva e se la psiche collettiva prende certe forme, il fenomeno potrebbe prendere proprio quelle forme.

Da ‘Nient’altro che se stessi’ di Carlo Dorofatti

A prescindere da quale sia l’argomento da cui è stata estratta questa citazione, la stessa vale a pieno per ogni e qualsiasi altro ‘scenario’. Che cosa significa?

La forma tipica del loop, del cerchio, del ‘è nato prima l’uovo o la gallina?’.

Non abbiamo ancora compreso il ‘giro del fumo’ che veicola il sottile al manifesto e viceversa. Il nostro ruolo dovrebbe essere ‘centrale’, nel senso dell’occhio del ciclone, del movimento senza movimento, della forma giroscopica, dell’occhio che tutto vede, invece il nostro ruolo, pur rimanendo sempre centrale, risulta molto simile al rotolare giù per la montagna o nel torrente tumultoso, rimanendo travolti dal senso di quello che accade.

La forma da ‘riempire’ necessita di una guida, non di un 'assistente alla guida'.

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
Prospettivavita@gmail.com

lunedì 4 luglio 2011

Sotto allo stesso cielo.

  

Per la prima volta in Vita mia, sono riuscito a vedere la ‘pioggia energetica che cade dal cielo’.

C’è molto verde davanti a me: una intera collina coperta di boschi rigogliosi. Una piccola valle con un modesto torrente. Un alternarsi di piani differenziati dalla distanza percepita. Una serie di coagulazioni d’ombra e di luce verso l’ora del tramonto d’una giornata pressochè serena. Osservando le parti d’insieme in ombra, è apparsa una fitta pioggia di luce, proprio come se piovesse sottilmente, in maniera ‘convinta’ e continua.Se i raggi del Sole riescono a raggiungere la superficie con maggiore intensità, questa pioggia s’infittisce ancora di più, aumentando d’intensità nella sua parte maggiormente percepibile nelle zone d’ombra.

L’ombra è come fatta anche di una nebbiolina sottile e, mi accorgo solo adesso, ci sono anche tralicci della corrente che passano lungo il tracciato del piano della valle, lungo il senso di scorrimento del torrente, che fa compagnia attraverso il rumore di una piccola cascatella formatasi naturalmente tra i massi rocciosi in gran parte di colore bianco.

Quando la copertura nuvolosa aumenta, i raggi solari scemano d’intensità e la pioggia d’energia risulta a me meno visibile.

Il ricordo va a Zamperini, il quale descrive nel suo Blog un irraggiamento solare frammisto ad un qualcosa d’altro: probabilmente radioattività proveniente dal Giappone, che in qualche maniera si propaga dunque a livello globale attraverso qualche ‘canale’ naturale planetario, secondo un effetto molto più marcato quando il cielo è sereno. L’effetto è quasi immediato su alcuni Chakra e, se sufficientemente sensibili, è possibile anche misurarlo.

Ciò si propaga sullo stato di salute personale.
Come è possibile che la radioattività si propaghi globalmente, a prescindere dalle correnti atmosferiche e dalle condizioni climatiche? Il pensiero va a due illustri personaggi che hanno già ‘abbandonato’ questo piano dimensionale: Tesla e Arguelles.

Tesla narrava della possibilità di utilizzare uno strato dell’atmosfera per irraggiare corrente elettrica in tutto il globo in maniera wireless, sfruttando le componenti naturali legate all’effetto condensatore della Terra. Arguelles ha sviluppato il concetto di Noosfera, secondo il quale questa nuova fascia che circonda il Globo è da mettersi in relazione all’evoluzione della mente collettiva umana.
I due ‘fenomeni’ messi insieme e letti all’unisono ci fanno frattalmente capire che la distanza è facilmente ‘aggirabile’ e che gli effetti d’irraggiamento naturali possono unire l’intero Mondo in termini di ‘conseguenze realizzabili’.

Il cielo è un grande veicolo globale d’informazione unitaria.

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011



venerdì 1 luglio 2011

Archetipo, immagine, realtà.




Cosa s’intende per ‘induzione’?
Il metodo induttivo o induzione (dal latino inductio, dal verbo induco, presente di in-ducere), termine che significa letteralmente ‘portar dentro’, ma anche ‘chiamare a sé’, ‘trarre a sé’, è un procedimento che partendo da singoli casi particolari cerca di stabilire una legge universale... 
 
Uno dei primi filosofi a ricorrere a questo concetto fu Aristotele, il quale, attribuendo a Socrate il merito di averla scoperta, sosteneva che l'induzione fosse, appunto, ‘il procedimento che dai particolari porta all'universale’.
 
Secondo Aristotele, la conoscenza umana si può svolgere in due direzioni, scegliendo una delle due seguenti strade: avere una prima conoscenza sensibile del particolare e da questa risalire all'universale (via dell'induzione, appunto), o seguire la strada opposta, cioè partire dall'universale per andare al particolare (via della deduzione).
Da Wikipedia 
  
Abbiamo osservato nell’articolo di ieri come ci sia la seria possibilità, dimostrata per indu/deduzione, che attraverso l’atto dell’immaginare si possa effettivamente teletrasportare un ‘potenziale’, ossia proprio quel tipo di potenziale inerente all’essenza meditativo/immaginifica interpretata in un dato momento. 

Ciò s’innesta nell’ampio panorama che descrive la Legge d’Attrazione e la sua ingannevole ambiguità.

L’opera che ha condotto un certo tipo di sapere a permeare dal’ basso’ gli strati sociali più massivi, rientra in un piano di ‘annegamento da troppa informazione’. La negazione dell’esatto modello che aveva da sempre imperato, sino ad un certo punto della storia deviata umana: il mantenere nell’ignoranza.

Ciò a cui siamo tutti quanti interessati è uno tsunami informativo di dimensioni asfissianti, a cui si dovrebbe rispondere attraverso una logica di ‘ignoranza selettiva’: ossia l’applicazione di un metodo induttivo e deduttivo.

Indurre e dedurre è un po’ il ‘ricordare’ quel ‘solve et coagula’ di alchemica ispirazione e, in definitiva, il frattale della ciclicità tridimensionale in cui ci siamo auto installati, luogo in cui ‘tutto scorre’.

L’assenza di movimento apparente descrive comunque corpi in attività, come un vulcano. La Terra ruota su se stessa? E chi lo dice? La Fisica e le immagini dei satelliti e la linea d’ombra, etc. Ciò che si muove nelle 3d potrebbe essere fermo nelle dimensioni più alte e potrebbe sembrare fermo se osservato da grande distanza, quando il Pianeta diventa un puntino nello Spazio. Cosa significa questo effetto? 

Che tutto è inerente ad una prospettiva da cui s’inquadra la sensazione dell’atto del guardare.

I moderni telescopi osservano lo Spazio con altro tipo di ‘vista’ ed osservano ‘cose’ ed aspetti diversi dal come li poteva scorgere l’umanità di qualche decennio fa. 

‘Tutto scorre’, ma anche ‘tutto dipende’
   
L’atto del ‘dipendere’ introduce una serie di ‘carichi passivi’, ossia di particolari ‘esterni’ che influiscono sull’atto del generare l’osservazione. È un bene? Forse, è solo un 'aiuto'. Meglio inquadrare questo aspetto nell’ottica del bicchiere mezzo pieno.

L’osservazione dipende. E allora l’immaginare? Non è anche l’opera immaginativa una sorta di osservazione? Infatti, anche l’immaginare dipende da tutta una serie di fattori; prima di tutto dipende dalla capacità di concentrazione e di visualizzazione, ossia di maturare quella data e viva ‘presenza’ in tutto quello che facciamo. 

Questa ‘presenza’ permette di moderare la dipendenza da troppi altri fattori. La dipendenza è come un rumore di fondo relativo alla tridimensionalità. Allo stesso tempo garantisce che quello che accade in termini di ‘resistenza’ è condiviso con tutti, ossia è per tutti e fa parte dello scenario che ci ospita. Per induzione o deduzione possiamo scavalcare l’opera della dipendenza; in che modo? 

Lasciandoci andare, semplificandoci nella struttura del ‘tutto’, divenendo flessibili come l’acqua, che non conosce resistenza perché immediatamente si adatta:

a questo punto ci troviamo di fronte a qualcosa di impersonale (che può originarsi da dimensioni esterne ma, a questo punto, anche interiori) che prende la forma del contenitore che trova, o al quale viene data una forma (che sia energetica o addirittura fisica) che asseconda le nostre possibilità interpretative, psicologiche e sensoriali
Nient’altro che se stessi – Carlo Dorofatti

Infatti:

Dobbiamo ricordare che le dimensioni dell’Universo sono molteplici. Su queste dimensioni (Mondi paralleli) si sviluppano le forme, la Vita  e l’intelligenza in maniera profondamente diversificata e differente rispetto al piano materiale considerato dai nostri sensi.
 
Una ‘dimensione’ non è solo un sinonimo di ‘Mondo parallelo’, ma una qualsiasi sequenza di realtà supportata da un rapporto stabile di leggi. Per esempio, sullo stesso piano temporale, Ere tra loro molto lontane e distinte da eventi importanti (come glaciazioni o grandi cataclismi), possono essere considerate cicli storici compiuti, volte definite della spirale temporale e, quindi, ‘dimensioni’ diverse, anche se rispettano le stesse matrici di Leggi
Nient’altro che se stessi – Carlo Dorofatti

Il ‘fuoco’ che vediamo nelle fotografie inerenti ai fenomeni spaziali non è lo stesso fuoco che brucia sulla Terra: ha un’altra ‘consistenza’. Potrebbe anche non bruciare, come asseriscono molte canalizzazioni. Il Sole, da questo punto di vista, potrebbe allora essere abitabile da esseri o essenze abilitate a quelle caratteristiche particolari, perché no? 

La ricchezza e l’abbondanza regnano sovrane nell’ambito creativo. Per questo motivo, nelle 3d, è tanto difficile manifestare direttamente le abilità magiche di cui siamo dotati. Perché? Perché veniamo qua per imparare e fare esperienza del ‘anche chi siamo quando siamo senza ali’. 

Eppure il ciclo prevede che si possa tornare a fare quello ‘che sappiamo e che siamo’, anche sulla Terra 3d. Ecco che, allora, l’opera immaginativa può rappresentare uno degli svariati canali a nostra disposizione per agganciare quel lato ‘magico’ che abbiamo ‘appeso al chiodo’ prima di emergere dal 'lato' della nascita fisica.

Quando immaginiamo qualcosa, abbiamo la possibilità di fare ‘copia/incolla’ e trascinare la clonazione energetica a livello cellulare, teletrasportando dimensionalmente un potenziale di modello risonante con la nostra intenzione: i miracoli accadono proprio così. 

Non urgono necessità di carattere medicinale per 'guarire' e l’effetto placebo lo dimostra ampiamente.

L’attenzione deve essere riposta sull’opera ‘viva’ dimostrata dal coinvolgimento cellulare. Le cellule riescono ad agganciare quel potenziale immaginato e a trasformarlo concretamente, dal suo potenziale alla sua concretizzazione fisica. Occorre credere che lo si può fare. 

Il non crederlo è una delle dipendenze a cui siamo sottoposti. Dipendenze che si sono, in seguito, sviluppate nel Mondo sociale in maniera frattale, in seguito alle dinamiche ‘inerenti’ e riflessive della nostra presenza nel luogo che ci rispecchia fedelmente. Il potere che si nutre di questo atto è, ovviamente, di Natura Antisistemica, ed è ampiamente riflesso nella tipologia sociale emersa sino al giorno d’oggi: quel Mondo che ci soffoca di dipendenze.

Il ‘fallimento’ della Grecia è un ‘punto di vista’. L’opera programmata del Governo Centrale è del tipo a lenta discesa o affermazione. Si sta togliendo la carica esplosiva alla possibilità del default improvviso ed inaspettato, in maniera tale da potere utilizzare quella ‘immagine’ per agire sottilmente sugli altri Stati che seguono a ruota per intimo potenziale deflagrante. 

Cosa significa ‘essere già quello che si desidera o s’immagina?’

Certamente non che dobbiamo trasformarci in attori di noi stessi (quello lo facciamo già usualmente, ed inconsciamente combiniamo ‘disastri’), ma semplicemente che dobbiamo già ‘essere’ quello che desideriamo, perché le cellule già implementano quel modello strutturato tramite l’immaginazione creativa e la nostra parte animica già esprime quello stesso desiderio

Insomma, manchiamo solo noi, a livello tridimensionale, all’appuntamento con la nostra ‘felicità’ in termini di auto realizzazione.

Questa è davvero una chiave/ponte molto importante, secondo me.

E ci tornerò molto spesso, descrivendola sempre più nel particolare, utilizzando l’analogia frattale e tutto quello che ne consegue. La ‘clonazione’ più immediata è quella che effettuiamo a livello cellulare, senza necessità di strumentazioni tecnologiche sofisticate

Ricordiamo sempre che le ‘cose’ appartengono a dei punti prospettici. Non esiste il bianco o il nero, ma una gradazione di grigio. Questa gradazione è influenzata dalla capacità Antisisitemica di ipnosi ed incantesimo attraverso l’imposizione di un modello mediatico asfissiante tramite i molti ‘canali’ a disposizione. 

La prospettiva indotta è caratterizzata una certa polarità o ‘colore’, diciamo più vicino al nero che al bianco; ma che non potrà mai divenire completamente nero, in quanto esistono forze naturali che lo impediscono… da qua il discorso ciclico di questa densa dimensione.

Ecco un esempio, ancora sulla Grecia:

Non è vero che la Grecia è insolvente. Come hanno fatto notare due economisti, Carmen Reinhart e Kenneth Rogoff, il default di uno Stato ha a che fare più con la volontà di pagare che con la capacità di saldare i propri debiti. Ed è innegabile che il Paese ha al proprio arco ancora parecchie frecce per aggiustare le cose: conta su un patrimonio molto vasto, potrebbe tagliare la spesa in modo drastico (come sta cercando di fare, del resto), schiacciare l'acceleratore sul versante delle tasse e migliorare la produttività, se fosse pronta a fare sacrifici importanti

‘Piuttosto che la solvibilità’, dice Simon Nixon, ‘la sfida per la Grecia è se i cambiamenti richiesti siano politicamente possibili’.
Da Yahoo 
 
Che vuol dire reale? Dammi una definizione di reale. Se ti riferisci a quello che percepiamo, a quello che possiamo odorare, toccare e vedere, quel reale sono semplici segnali elettrici interpretati dal cervello. Questo è il mondo che tu conosci. Il mondo com'era alla fine del XX secolo. E che ora esiste solo in quanto parte di una neuro-simulazione interattiva che noi chiamiamo Matrix. Sei vissuto in un mondo fittizio, Neo
 
Benvenuto nella tua desertica nuova realtà.
Morpheus a Neo in Matrix.

L'ignoranza è un bene.
Cypher in Matrix.

Immaginiamo un Mondo migliore: il Mondo che intendiamo e non quello che non intendiamo.

Comunicazione ai gentili lettori: per un paio di settimane mi considererò in vacanza. Per cui continuerò ad alimentare SPS ma con delle ‘pillole senza inchiostro’ quotidiane ad orario variabile. Grazie. Tanta serenità.

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
Prospettivavita@gmail.com