lunedì 3 maggio 2010

Come cannibali insensibili.





A volte mi capita di vedere, a mezzogiorno, la trasmissione televisiva “La prova del cuoco” su Rai1. La “sfilata” di sapienza gastronomica esposta giornalmente, ai quattro venti, è di una mancanza totale di consapevolezza relativamente a quello che si “consiglia” alle persone in termini di ricette e tipologia e quantità di ingredienti. Logico che queste mie parole possano scatenare l’incomprensione generale, eppure quel modo di mangiare proposto a livello nazionale è totalmente in linea con le politiche direzionali dell’Antisistema. Ho visto delle signore cuoche, belle rubiconde, preparare dolci o secondi piatti talmente “ricchi” di condimenti, burro, zucchero, etc. da rimanerne assolutamente sconvolto. E poi che dire della totale insensibilità dimostrata in quella sorta di “università del sapere”, nei confronti degli animali, i quali vengono mostrati disegnati e sezionati, illustrando le loro qualità succulente, parte per parte; il "tutto" abbinato ai vini consigliati dal Sommelier? 

Per carità, tutto “buono” per far generare un tripudio di succhi gastrici, ma francamente ne voglio e ne posso fare a meno.

Ormai io e mia moglie non riusciamo più a mangiare carne animale, anzi la carne in generale, la vediamo come un pezzo di cadavere; un estratto da un corpo ucciso apposta per lo scopo. Un animale che ha sofferto, che è stato privato della Vita e che ha in corpo gli ormoni di una Morte violenta.

Non credo al concetto che gli animali siano stati creati per alimentare gli umani; la catena alimentare è un qualcosa di totalmente andato “fuori giri” con il tempo e lo scempio da noi apportato. Si dice che l’uomo primitivo fosse fruttariano e che fosse in perfetta armonia con il creato che lo circondava. Ovvio che parliamo di un tempo molto lontano, un tempo che è andato, in cui la Natura intera viveva nel flusso originario dell’abbondanza. Oggi, viceversa, la “polarità” è stata invertita e ci siamo abituati a pensare ad ogni cosa in termini di “scarsità”; sembra che tutto sia misurato e a termine. Come il petrolio, l’oro, le risorse preziose del sottosuolo, gli anni migliori della Vita, etc. Persino l’acqua! Ma ci pensate? Viviamo sul pianeta azzurro e riteniamo che l’acqua sia un bene scarseggiante. Perché?

Perché ci hanno tolto e, dunque, abbiamo perso la capacità di “saper fare”. Radunandoci nelle città siamo pian piano stati alleggeriti della nostra abilità pratica, della conoscenza che stava alla base di una Vita “pratica”. Il nostro orizzonte si è sempre più limitato, sino a quasi azzerarsi. Ormai vediamo ciò che succede nel mondo attraverso le tv. E quando si tratta di “fare”, ci limitiamo alle mansioni generiche o specialistiche che il mondo del lavoro ci chiede di sviluppare. Non siamo più capaci di fare nulla di pratico. Non siamo più capaci di iniziare un progetto e portarlo alla sua logica conclusione. Quindi l’acqua scarseggia perché dipendiamo dalle condutture colabrodo degli acquedotti di società pubbliche che, ben presto, saranno by passate dalle più efficienti società private che si aggiudicheranno gli appalti locali. Quando l’acqua sarà privatizzata scoppieranno guerre per l’oro blu. È possibile che siamo direzionati verso una situazione di questo tipo? Non è meglio aprire gli occhi prima? Non è meglio comprendere per tempo che, un certo modo di cucinare, ad esempio, è stato attualizzato per mantenerci nello stato di perenne drogaggio della nostra natura divina? Le televisioni utilizzano il loro potere di convincimento sulle masse in maniera “deviata”, ossia contro il bene della popolazione

Ciò a cui assistiamo non è progresso, bensì una mera continuazione degli antichi giochi che mantenevano le persone in “cattività”, come le lotte nel "Circo massimo" tra gladiatori nell’antica Roma. Così come lo sport moderno, concepito per allontanare le masse dal libero pensiero. Insomma tutto il vivere moderno si basa su un concetto di scarsità, di unicità, di talenti rari, tranne che nel modo di mangiare, il quale deve essere abbondante, ricco di condimenti, di zuccheri, di abbinamenti irrealistici da digerire attraverso caffè e ammazza caffè o pillole per l’acidità o la pesantezza post alimentazione. Tra le moderne patologie troviamo situazioni mediche imbarazzanti come una obesità o uno stato di sovrappeso senza precedenti nella storia. Le “autorità” non si sognano nemmeno di diffondere una cultura più sensibile, perché questo modo di alimentarci risuona del tutto “normale”; dove il concetto di normalità è andato progressivamente identificandosi con quello di disequilibrio esistenziale

Un esempio tipico è la vertigine o l’instabilità del corpo nello spazio, che descrive proprio un modello di male adattamento sensoriale oppure,  chissà, un tentativo di distacco da una situazione illusoria che crediamo scioccamente “unica e sacrosanta”. 


 

domenica 2 maggio 2010

All'umano ignoto.





“Da parte di madre mia zia Giulia discende dai re; da parte di padre si ricollega con gli dei immortali. Infatti i Marzii Re, alla cui famiglia apparteneva sua madre, discendono da Anco Marzio, ma i Giuli discendono da Venere, e la mia famiglia è un ramo di quella gente. Confluiscono, quindi, nella nostra stirpe, il carattere sacro dei re, che hanno il potere supremo tra gli uomini, e la santità degli dei, da cui gli stessi re dipendono”.
(Svetonio, Cesare, 6, traduzione di Felice Dessì)

“Egli ebbe ingegno, equilibrio, memoria, cultura, attività, prontezza, diligenza. In guerra aveva compiuto gesta grandi, anche se fatali per lo stato. Non aveva avuto per molti anni altra ambizione che il potere, e con grandi fatiche e pericoli l'aveva realizzata. La moltitudine ignorante se l'era conquistata coi doni, le costruzioni, le elargizioni di viveri e banchetti. I suoi li aveva acquistati con premi, gli avversari con manifestazioni di clemenza, insomma aveva dato ad una città, ch'era stata libera, l'abitudine di servire, in parte per timore, in parte per rassegnazione” - Cicerone

Fonte: Wikipedia

Gaio Giulio Cesare faceva parte della “nobiltà” che si perde tra le nebbie della “fusione” con la stirpe “stellare” originaria degli Anunnaki

Lui fu scelto per continuare il fiume della storia “controllata”. Così come molti altri che oggi ci fanno studiare a scuola. Fu un “grande” uomo? Cosi si racconta. Grande perché ancora oggi lo ricordiamo. Ma quanti altri grandi uomini si sono sepolti nelle tracce del tempo? 

Il monumento al “Milite ignoto” rende onore a tutti i combattenti morti nelle guerre e mai più ritrovati. A certuni sconosciuti cosa si dovrebbe intitolare allora? E poi, perché dobbiamo sempre ragionare in termini di guerre, atti d’eroismo in battaglia, etc. Non esistono molti altri “fronti” ben più basilari per il proseguo della Vita? Certo, si ricordano i Santi, i benefattori, i magnate che hanno donato fortune alla ricerca, alle fondazioni a scopi sociali. Ma chi ricorda coloro che hanno forgiato le “anse”, le “vie”, i “parapetti”, della vicenda Vita quando era a rischio di “estinzione”? Non esiste fare esempi, perché non li conosciamo!

Voglio ricordarli tutti però e ringraziarli e benedirli per tutto quello che hanno fatto per noi. 



 

sabato 1 maggio 2010

Responsabilmente Lorenzo.





Due “citazioni” dallo splendido album “Safari” di Lorenzo Jovanotti. Ed una "perla" finale del suo illuminato pensiero.


Mezzogiorno
La foto della scuola non mi assomiglia più
Ma i miei difetti sono tutti intatti
E ogni cicatrice è un autografo di Dio
Nessuno potrà vivere la mia vita al posto mio
Per quanto mi identifichi nel battito di un altro
Sarà sempre attraverso questo cuore
E giorno dopo giorno passeranno le stagioni
Ma resterà qualcosa in questa strada
Non mi è concesso più di delegarti i miei casini
Mi butto dentro vada come vada
Siamo come il sole a mezzogiorno baby
Senza più nessuna ombra intorno...baby
Un bacio e poi un bacio e poi un bacio e poi altri cento
Teoricamente il mondo è più leggero di una piuma
Nessun filo spinato potrà rallentare il vento
Non tutto quel che brucia si consuma
E sogno dopo sogno sono sveglio finalmente
Per fare i conti con le tue promesse.

Safari
La notte ha mille porte
e nella testa c'è una città intera
che soffia e che respira
che soffre e che ti attira
sempre più dentro
sempre più al centro
sempre più in mezzo fino a che non lo distingui più il confine
tra la tua pelle e il cielo
tra quello che è a pezzi è quello che è intero
la notte ha mille occhi
credi di guardare e sei guardato
sono tempi "rock'n roll"
che si resta senza fiato
cadono i record alle olimpiadi
tutto si supera in un secondo
e in ogni mondo c'è dentro un mondo
che ha dentro un mondo che ha dentro un mondo
ci sono armi nei supermercati
e mettono i "beep" nei vaffanculo
ci dicono continuamente che nessuno è al sicuro
ma questo lo sapevo già
e non è mai stata una buona scusa
per barricarmi dentro casa
la tele accesa e la porta chiusa
safari
dentro la mia testa
ci sono più bestie che nella foresta.


La terra vista dallo spazio è una palla
azzurra e silenziosa
ma se ci vivi ti rendi conto
che è tutta un'altra cosa
niente combacia ci sono crepe
e dalle crepe passa un po' di luce
che si espande nell'universo
prendi tutto quello che ti piace
ho "diamanti sotto ai miei piedi"
ho un oceano dentro alle vene
ognuno danza col suo demone
e ogni storia finisce bene
Safari
dentro la mia testa
ci sono più bestie che nella foresta.


Penso positivo
Io credo che a questo mondo esista solo una grande chiesa
che passa da Che Guevara e arriva fino a Madre Teresa
passando da Malcolm X attraverso Gandhi e San Patrignano
arriva da un prete in periferia che va avanti nonostante il Vaticano.