domenica 21 marzo 2010

La quadratura sociale.




Nuvole come se bruciassero
nello spazio
          di un giro di memoria,
      di un volo dello sguardo
         distolto dalla strada.
Al bivio
mi divido
curioso
considerando
 il destino
  allo stesso modo
   di una rimessa in libertà
    per decorrenza dei termini;
ciò che ero
un minuto fa
ora
è solo un ricordo da stendere al sole.   


 

sabato 20 marzo 2010

La massa critica al posto del simbolo dell'eroe.





Il 14 maggio 2010 torna al cinema la premiata ditta Russel Crowe&Ridley Scott con una nuova versione di Robin Hood, l’eroe che rubava ai ricchi per dare ai poveri. A questo link, trovate il trailer in italiano http://www.youtube.com/watch?v=5L3v7W8lOFg.

Nelle versioni cinematografiche c’è sempre spazio per la figura dell’eroe, così come nelle versioni a cartoni animati. L’eroe raffigura un mito che giunge da lontano, l’archetipo dell’essere giusto ed equilibrato che non accetta il sopruso, la violenza, l’usurpazione, le angherie ai danni dei più deboli. Gli eroi sono sempre esistiti. Di tanto in tanto ne nasce uno nel mondo. Sono dei distillati preziosi di ragion d’essere. Di eroi la società ne ha sempre bisogno, perché la società è sotto scacco da tempo immemorabile ormai. C’è voglia di eroi.  E nella sofferenza si trova l’humus perfetto per la nascita degli eroi. Così come i “contrari” rappresentavano lo strumento d’equilibrio per la società dei nativi americani, gli eroi configurano il modello globale che tenta di alzare la china di fronte all’energia di “stress” dell’Antisistema. Ma chi sono gli eroi oggi? Dove sono? Chi me ne segnala uno “vivo”? 

Ho trovato in rete, su Youtube questo splendido film che parla della “Leggenda di Ip Man” ; un grande film che narra della dominazione giapponese in Cina, che per 8 anni tentò di piegare lo spirito del dragone rosso cinese, sino alla conclusione della Seconda Guerra Mondiale con la resa incondizionata del Giappone. Costui era un maestro di Kung Fu che praticò ed insegnò lo stile Ving Chun. Nel film è veramente impressionante la concentrazione, la bellezza e la fluidità dei “gesti”. Ip Man insegnò anche a Bruce Lee. Osservando il mondo da angolazioni diverse ma “alte”, è facile comprendere come l’uomo sia diverso solo nei tratti fisici e nel colore della pelle, ma in realtà sia identico quando viene “piallato” dal rullo compressore della violenza e della guerra, che è uguale a tutti i livelli. 

I sentimenti e le reazioni sono sempre le stesse: la nascita di un eroe

Senza una figura carica di questa energia i popoli rimangono chiusi entro se stessi. Si ha dunque bisogno di un “simbolo”, di una forma d’onda da seguire e replicare, perché il lavoro vibrazionale fatto dall’Antisistema è totale e pressoché perfetto. Gli uomini morranno nella paura senza la nascita di un eroe. È sempre stato così nel corso della storia. Sarà sempre così anche adesso e nel futuro? Forse adesso serve una massa critica eroica, più che un singolo essere dotato di questa caratteristica unica. E questa massa critica c’è già. È già pronta da tempo ormai. Si muove dietro le fila, in silenzio come il perfetto eroe che non perde tempo in teatralità da film quando non servono o non sono prioritarie. Gli esseri umani che oggi sembrano pecorelle in fila per essere tosate, sono in realtà leoni. Non lupi nei confronti dei propri esseri come ci hanno insegnato tempo addietro. Noi siamo leoni pronti a scattare contro le “fruste” di coloro che miseramente non hanno trovato altro modo di soggiogare un intero pianeta, scegliendo di confondersi nelle dimensioni invisibili dell’umanità. Staccando l’uomo dalle proprie origini, dalle radici dello spirito. Seducendo e scoccando frecce tossiche e cariche di droga. Un piano ideato migliaia di anni fa. Una pazienza elefantiaca. Un potere lungimirante che ha approfittato delle pieghe e della flessibilità del piano divino. Tenebre all’opera fuoriuscite dalle “cantine” del Creatore. Oscurità che diventerà in questo modo “evidente”. Piano divino che si completerà stringendo a tenaglia e trasmutando il “male”. Noi siamo eroi che hanno accettato di venire qua in missione speciale, al fine di salvare e concludere il “gioco”. Eroi che nella loro fase consapevole hanno accettato di “paracadutarsi” in un luogo che ci avrebbe tolto la “memoria”. Eroi della prima specie, della prima ora… Gloria a tutti noi.  

 

venerdì 19 marzo 2010

David Icke senza "veli".




Mi sono avvicinato al mondo di David Icke, in maniera “responsabile” solo da poco; non ho ancora letto tutti i suoi libri, eppure mi sembra di conoscerlo da sempre. Questo succede perché c’è una relazione che va oltre il piano della mente, in quello “spazio” dove esiste l’energia del campo vibrazionale della coscienza. Una simile familiarità spiega molte cose. Spiega perché siamo più vicini o più lontani alle persone e/o alle “cose”. Siamo in pratica un mix, una miscellanea, una pozione magica che bolle nel calderone delle possibilità
 
Su Youtube si trova una intervista ad Icke a questo link
 
È molto interessante perché mette in risalto gli inizi relativi al suo risveglio. Ed in quei sintomi ognuno di noi può riconoscere i propri. Il processo è simile per esseri simili. I meccanismi che spingono a lasciare quello che si “ha” o meglio che si crede di avere, come il lavoro, sono meccanismi strani, quasi perversi secondo una logica ferrea tipica del mondo duale. Poi ognuno può anche non credere che la Vita di Icke sia andata in quel modo, certo! Ma allora smetta per favore anche di credere a quello che sostengono le religioni, la pubblicità, la storia, etc. Chi ce lo dice che è andata così? Uno storico o David Icke per me pari son.

Di Icke mi piace il discorso relativo al punto di osservazione. È molto simile a quello che sostengo io, quando scrivo che ci sono diversi punti di “vista” nell’osservare la realtà percepita.
 
È come se tanti “me” stessero seduti su di un colle a vedere. 
 
Ognuno ad altezze diverse di questo colle. Ognuno dunque vedrebbe le “cose” da un piano dimensionale diverso. E man mano che il punto ottico si alza, anche la visuale si espande e dunque la consapevolezza di quello che circonda l’osservato. È come se la coscienza stesse in alto ad osservare la mente che costruisce il mondo dei sensi in funzione di determinati stati vibrazionali decodificati dal cervello. Il fisico sta sul piano più concreto e “piatto”; sta a valle diciamo, e crede di vivere e di essere solo un “fisico”. La mente diventa la sua padrona. La coscienza osserva e testimonia l’ambito esperienziale.

Ognuno di noi può scegliere di mettersi sul piano della coscienza e, per questo, accettare di vedere ogni cosa che capita al fisico come un grande gioco di riflessi e di esperienze. Tutto qua. Quando Icke dice “che rideremo per una settimana quando scopriremo la verità” penso che abbia ragione; e percepisco già le mie risate liberatorie. Icke è passato dai riflettori della televisione, sotto ai quali conduceva programmi sportivi, e dai palcoscenici della politica alla pubblica derisione, quando iniziò a sostenere la sua nuova “verità”. Una nazione intera che lo derideva; la potente Inghilterra intera. Quella nazione “utilizzata” dai fratelli Wachowski per ambientare le trame realistiche di “V for vendetta”: l’Inghilterra domina! Il teatro scelto dalla coscienza di Icke per delineare le trame del proprio “gioco”.

Quando ci accorgiamo di classificare, di credere, di imparare a memoria, di essere un personaggio in carne ed ossa, stiamo scegliendo dal punto di vista della mente. La coscienza “è” e basta. Dovrebbe essere sufficiente questo per farci comprendere che siamo molto di più di carne ed ossa messe insieme per lavorare una Vita intera; anche se non è il lavoro il problema, bensì le modalità di lavoro, il tipo di lavoro, la finalità del lavoro, il perché, il come, il quando, il dove… un lavoro che quasi sempre è contro le proprie passioni e dunque il nostro “essere”.  
 
Questo andare “contro” quello che si “è”, porta a confondersi, a perdersi e ad osservare il mondo dalla sua superficie, senza slancio ne prospettiva. I significati sfuggono se ci stiamo nel mezzo e ne siamo perturbati. Da qua il famoso detto “cane che si morde la coda”.

Siamo pervasi da antiche conoscenze scolpite nei monumenti, ad esempio, oppure nelle leggende. Ma non le capiamo più. L’Antisistema le ha scalpellate via dai nostri campi vibrazionali terreni. Ricordo sempre che il senso di tutto ciò è sempre auto educativo. È una grande concertazione che porterà i frutti della grande semina, in virtù del piano divino. All’opera ci sono forze senza limiti che plasmano i mondi dai primordi. Non saranno interferenze aliene, ne quelle dell’ego che potranno deviare per molto il cammino di una umanità lanciata verso i verdi campi delle praterie dell’Universo.

Correre a piedi nudi sulla verde erba fresca, senza distruggere nessun “filamento”; con le ali ai piedi… ed il vento ad “incoraggiarci”…