venerdì 22 gennaio 2010

LuciaStove, scalda il "cuore".







Esiste un certo tempo nel quale le notizie particolarmente “sensate” si colorano di una valenza, come dire, quasi profetica; come se gli organi di diffusione di massa intonassero il suono del corno Vichingo che, dall’alto dei fiordi, annunciava il ritorno delle navi cariche di uomini e di “merci” e perciò annunciando un motivo di festa. Ieri le notizie provenienti da oltreoceano, da parte del presidente USA Obama, in relazione ad importanti imposizioni e restrizioni al modo di fare “affari” da parte delle banche americane, mi aveva colpito in maniera particolare; ed in effetti ha colpito anche i mercati globali, tramite un calo molto marcato. Tale diminuzione drastica delle contrattazioni mi fa sorridere. Ma come? Si annunciano misure che vanno nella direzione di cambiare quella modalità che ha dato luogo alla grande crisi internazionale ed i mercati rispondo in questo modo? Questo mi fa capire, ancora di più se era necessario, da chi sono “rappresentati” i mercati internazionali. Le borse si comportano come un branco di lupi affamati, per i quali l’importante è solo il profitto e non la modalità con la quale lo si raggiunge. C’è chi sostiene che le misure annunciate ieri da Obama non siano rappresentative di una vera volontà di cambiare, ma io sono fiducioso. Obama non può smantellare le infrastrutture di un “modello” con simili “radici” in maniera netta e brusca, perché il mondo cadrebbe in preda al panico e il cambiamento potrebbe essere peggiore del male da trasmutare. Io credo in quell’uomo quando denuncia che non può sostenere la visione dei grandi bonus dati dalle banche ai propri manager in un periodo in cui erano del tutto fallite e in virtù degli aiuti statali ricevuti. Aziende troppo grandi per fallire si diceva; un vero e proprio paradosso che deve finire.
L’altra notizia profetica alla quale dobbiamo dare un seguito tutti noi, senza lasciarla sparire nel nulla, è questa:

LuciaStove, nasce a Tortona la soluzione per portare energia e biochar nei villaggi
di Marco Magrini
La vita di Nathaniel Mulcahy è cambiata il 29 ottobre 2004. Fatto sta, che quel 29 ottobre cade dalle scale e si rompe letteralmente l'osso del collo. I soccorsi arrivano quasi cinque ore dopo e lo trovano ancora vivo, solo perché la sua cagnetta aveva usato il muso per tenergli la testa sollevata, e il corpo e le zampe per reggergli la schiena. «Senza di lei sarei morto», racconta Mulcahy, oggi 44enne. «Da quel giorno, ho deciso che non volevo più lavorare per far ricca un azienda, ma per migliorare il mondo. A tempo pieno». È così che, mentre lavorava su un progetto per migliorare la vita degli haitiani, ha inventato la LuciaStove, oggi un marchio registrato. Con cinque pezzi di alluminio, anche in Africa possono costruirsi un fornello pirolitico – capace di combustione senza ossigeno – che si alimenta con foglie, rami o scarti agricoli, che produce pochissimo monossido di carbonio (una delle principali cause di morte, nelle cucine del terzo mondo) e che lascia il solo residuo del biochar, il carbone vegetale: un potente fertilizzante, da reinserire nel più virtuoso dei cicli agroalimentari. «La sua particolarità – spiega Mulcahy con irrefrenabile entusiasmo – è che sfrutta attentamente la dinamica dei fluidi per ottenere una combustione con un efficienza del 93%, contro il 7-12% di un fuoco aperto». E il procedimento è replicabile su larga scala. Tutti i pirolizzatori del mondo sono chiusi, per tenere fuori l'ossigeno. Invece, la LuciaStove è miracolosamente aperta in alto: basta gettarci dentro della biomassa, accenderla e, dopo pochi secondi, il calore prodotto innesca la pirolizzazione, aiutata da un piccolo ventilatore laterale. Dagli ugelli in alto – disegnati in modo da sfruttare tre diversi vortici che si creano all'interno – esce un gas sintetico, fatto di idrogeno, metano e monossido di carbonio. Il quale, bruciando forma una specie di cappa che consuma l'ossigeno impedendogli di entrare, ma al tempo stesso esercita un "tiraggio" verso il basso che fa entrare l'azoto. «Tre etti di biomassa – spiega Mulcahy – bruciano per quasi un'ora e mezzo, regalando energia termica e, alla fine, lasciando come residuo un etto di biochar. Il quale, è un eccellente fertilizzante ed è capace di stoccare per secoli l'anidride carbonica che era nelle piante». La WorldStove, l'azienda fondata da Mulcahy per commercializzare la sua invenzione, sta già discutendo con «importanti aziende italiane dell'agroalimentare» (che lui non vuole ancora nominare) per adottare il procedimento su scala industriale. «Ci sono aziende che spendono fino a 30 euro a tonnellata, per smaltire i propri scarti. In questo modo, avrebbero energia gratis per i propri bisogni produttivi (o per venderla alla rete sotto forma di elettricità), e anche un fertilizzante naturale da reimmettere nel ciclo», con un conseguente, minor uso dei fertilizzanti chimici. Ma la commercializzazione? Non doveva salvare il mondo? «La WorldStove vende già questa tecnologia in Canada sotto forma di caminetti ecologici, visto che lì la combustione della legna è stata vietata. E abbiamo ricevuto una commessa per produrre 1,4 milioni di fornelli per ammodernare tutte le saune della Finlandia», dice Mulcahy con un sorrisetto malizioso. «Tutti fondi che servono per finanziare la distribuzione della LuciaStove nel Terzo Mondo a prezzi bassissimi, sottocosto, con la formula del microcredito». Migliaia di esemplari sono già stati spediti in Uganda, Indonesia, Zaire, Cameroon, Malesia, Mongolia e Costa d'Avorio. Un intoppo c'è: il ventilatore che affianca la LuciaStove, richiede corrente. «Ma lo abbiamo già risolto con tre diverse soluzioni – risponde Mulcahy – una delle quali sfrutta la gassificazione coassiale del fornello, autogenerando l'elettricità per la ventola. Anzi, anche di più: ci si può ricaricare il cellulare». Di fatto, per efficienza, facilità d'uso e per i benefici ambientali che comporta, la LuciaStove è un'invenzione che potrebbe far parlare di sé. È frutto dell'intuizione di un momento? «La mia cagnetta, stava ormai molto male», racconta Mulcahy. «Un giorno, mi ha appoggiato teneramente il muso sulle gambe. Mi sono messo a pensare e ho avuto il mio momento eureka. Poi, quando ho finito di mettere su carta le mie idee, lei se n'è andata».
Come avrete intuito, si chiamava Lucia.
Fonte: http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/dossier/Economia%20e%20Lavoro/risparmio-energetico/frontiere/luciastove-biochar.shtml?uuid=68d0d23e-0edb-11de-b874-530b20f3f76e&DocRulesView=Libero

Detto e fatto, oggi la sua invenzione sta convincendo tutti. Ha inventato LuciaStove, una stufa per cucinare e riscaldare, che non inquina, perché non brucia legno o combustibili minerali, bensì il gas che si sprigiona dagli scarti agricoli (pula, noccioli, residui). Non solo: dopo la generazione di calore, resta il biochar, un carbone vegetale che cattura l'anidride carbonica (antieffetto serra), trattiene l'acqua e migliora la fertilità dei terreni. "Alcuni amici avevano finanziato la costruzione di una scuola a Haiti. Ma i bimbi non la frequentavano perché impegnati a raccogliere legnetti per il fuoco. Sono un ingegnere: ho cercato di migliorare l'efficienza delle loro stufe. Ho venduto la mia casa per avviare, con 300mila dollari, la produzione industriale delle parti della stufa più delicate, qui in Italia. In un solo pacco, in cui si spedirebbe una sola stufa della concorrenza, al costo di 60 euro riesco a inviarne 18. Il prezzo unitario di una stufa base (un cubo di 15 cm) è di 12 euro. Dal 2008 il progetto è decollato. Abbiamo ricevuto ordini per due milioni di stufe". Ora Nat lo invitano alle Nazioni Unite. E arrivano sponsor come l'italiana AlmoNature, che finanzia il progetto. E Nat ha anche un sogno di crescita culturale per tutti. "Grazie a LuciaStove, che produce elettricità, anche i computer potranno diffondersi capillarmente". 
Info: http://worldstove.com, worldstove@gmail.com
Fonte: http://www.millionaire.it/content/view/3025/67/

Sarà nostra responsabilità, non fare insabbiare questa fantastica notizia, questa realtà di tipo nuovo, questa energia assolutamente meritevole di manifestarsi in un mondo che lo necessita tantissimo e che se lo “merita”; l’età dell’oro è oramai giunta tra di noi. Ovvio, “oro” inteso come “luce”.

giovedì 21 gennaio 2010

Una nuova normalità, ma il Timolo è sempre là.





Se invece della crisi è meglio pensare a una fase di “nuova normalità”, come insegna un indirizzo consolidato Oltreoceano e come ha ribadito già nel 2009 la società di consulenza McKinsey, c'è da pensare che anche il marketing dovrà seguire un corso “nuovo” a partire da quest'anno. Sotto osservazione è il consumatore dell'era “new normal”, le abitudini e quello che si aspetta dai marchi, la chirurgica scelta prima di ogni mossa. Le strategie dei grandi gruppi stanno tenendo conto di questi mutamenti strutturali”, spiega a ItaliaOggi Marco Mazzù, partner di McKinsey, “e il crescere della tecnologia, le labili barriere tra momenti di lavoro e privati, la possibilità di essere costantemente connessi in rete, ma anche i cambiamenti demografici, indicano che bisogna uscire dalle strategie tradizionali di comunicazione e intraprendere un percorso integrato e orientato ai micro-mercati. Il principale risultato”, racconta Mazzù, “è una modifica del processo decisionale, come insegnano i casi Lego o ancora di Audi dove il 10-15% delle idee per nuove strategie e prodotti sono arrivate direttamente dalle scelte dei navigatori-clienti”.
Fonte: http://it.finance.yahoo.com/notizie/marchi-attenti-al-passaparola-italoggi-0c07291f6b84.html?x=0

Questa notizia proveniente dagli attenti osservatori legati allo studio dei cambiamenti sociali, ai fini di una migliore consulenza strategica da offrire ai propri ed importanti clienti, quali le grandi multinazionali, non è assolutamente da trascurare. Cosa dimostra? Che il cambiamento è in atto. Che le espressioni “nuova normalità” oppure “era new normal” indicano addirittura un fortissimo cambiamento, non solo in atto, ma già sufficientemente maturo da essere seriamente studiato e preso in considerazione. Cosa dimostra ancora? Che noi, la massa, individuo per individuo, dettiamo il respiro dello svolgimento delle tendenze di comportamento. Per questo motivo è tanto importante il controllo da parte dell’Antisistema. La crisi internazionale dovuta agli “errori” dell’economia drogata dal debito ha comportato una modifica nel paradigma in auge sul pianeta. Quanto sia voluto e quanto sia accaduto non è dato sapersi. Diciamo che esiste un piano nel piano nel piano; cicli superiori ed inferiori che si intersecano e determinano le evolventi che scrivono il futuro. Cosa ci indica ancora questa notizia? Che attraverso il nostro libero scegliere e non il semplice adattarsi, la massa sarebbe in grado di determinare la propria volontà ai fini della costruzione di un mondo migliore, più etico, morale, equilibrato. Tutto il "resto" si dovrebbe semplicemente adeguare. Ma cosa manca per far si che ciò avvenga? Che la massa sviluppi un senso di sé, una capacità di coordinamento, una modalità di intendere la Vita coesa, solidale, unitaria. Perché non può ancora succedere? Perché la massa è stata individualizzata, divisa, chiusa nei propri interessi, resa egoistica, separata dagli altri, senza fiducia, limitata nelle proprie capacità decisionali, annichilita. Non potremo, tutti noi, farcela senza un apporto “esterno”, senza un aiuto almeno in termini di “energia”. Occorre guardarsi dentro e comprendere che in noi esistono tutte le risposte ma, allo stesso tempo, necessitiamo di aiuto esterno perché, altrimenti, sarà molto difficile risalire la china. L’aiuto esterno dobbiamo però “meritarcelo”, infatti deve essere la risposta, il riflesso, di una nostra chiara richiesta e la conseguenza di una presa di coscienza e di responsabilità del nostro ruolo nei processi chiave di co creazione. Insomma, come dire che se non lo vogliamo o se siamo indotti a non volere il cambiamento, non lo avremo; saremo rispettati in questo, oppure avremo un cambiamento "pilotato" e fine a se stesso. Se, nonostante tutto, il cambiamento sembra fare capolino, anche se in termini solo di frattale, di esempio nel piccolo che rispecchia però le dinamiche delle grandi “manovre”, significa che il volere di una certa massa critica viene rispettato. La massa critica è pronta sul globo già da tempo. Lavora per tutta l’umanità. La massa critica è costituita da tutti quegli individui che hanno “compreso” cosa essi siano in “realtà”. Essi, un cuore alla volta, stanno lavorando sui piani superiori dell’uomo, al fine di manifestare fisicamente il potenziale della “nuova umanità” piuttosto che della “nuova normalità”. Coloro che si limitano a registrare gli accadimenti sociali, quando si accorgeranno dei cambiamenti in corso, li comunicheranno ai propri importanti clienti e, quest’ultimi, si adegueranno per causa di forza maggiore. Solo quelle aziende che comprenderanno queste dinamiche potranno pensare di sopravvivere e di avere un senso all’interno della danza della Vita. È solo una questione di tempo e, fatto non secondario, una questione di scelta globale da parte della massa. Da ciò si evince come sia importante sfuggire alla presa dell’attuale focus di pensiero imperante ed imperniato attorno al ruolo dell’uomo-predatore. L’umanità non è un virus per questo pianeta, ma rappresenta lo spirito di evoluzione e di integrazione con il “tutto”. Se l’aiuto in termini di “energia” sta spirando per noi dal Cosmo, significa che a livello di potenziale eterico l’uomo sta rispondendo alla “chiamata”, al “senso biologico e spirituale di stare qua. Noi, in ogni caso abbiamo ed avremo sempre il mondo che sceglieremo di plasmare consciamente oppure inconsciamente.
Ecco una riflessione pratica basate sull’osservazione di ciò che ci sta intorno. Mi preme far comprendere che questo fatto non devono essere usato per incolpare le aziende o la pubblica amministrazione, ma per far comprendere quanto ancora siamo “distanti” dall’equilibrio (il frattale da capire è: se una azienda mi tratta così “male”, quello è il mio riflesso, o meglio, il riflesso medio globale umano. Ok. Ho capito devo ancora lavorare su me stesso per essere il cambiamento che voglio vedere nel mondo”. Sino a quando quella azienda vedrà il mio nuovo modo di essere e lo interpreterà nei soli due modi possibili, adeguandosi oppure estinguendosi”).
Cosa indica secondo Voi questo frattale?

Alcool denaturato
Definizione
L'alcool denaturato è reso inadatto per uso alimentare e farmaceutico industriale mediante l'aggiunta di sostanze denaturanti. I denaturanti sono sostanze che vengono aggiunte generalmente ai prodotti cosmetici contenenti alcool etilico per renderli di gusto sgradevole. Gli alcoli denaturati sono designati con denominazione INCI “ Alcohol Denat.” . L'Alcohol Denat. è alcool etilico denaturato con uno o più agenti denaturati conformemente alla legislazione nazionale in vigore in ciascuno Stato dell'Unione Europea.

Composizione dell'alcool etilico denaturato destinato alla fabbricazione delle profumerie e dei prodotti cosmetici.
L'alcole etilico destinato alla fabbricazione delle profumerie e dei prodotti cosmetici di cui all'art. 1 della Legge 11 ottobre 1986, n. 713 deve essere denaturato mediante l'aggiunta, ad ogni ettolitro di alcole, delle seguenti sostanze:
a-Denatonium benzoato: grammi 0,8; alcool ter-butilico(TBA): grammi 78,8.
b-Dietil ftalato: grammi 500; alcool ter-butilico (TBA): grammi 78,8;
c-Alcool isopropilico: grammi 5000; alcool ter-butilico (TBA): grammi 78,8;
d-Muschio naturale o sintetico: grammi 39,5; alcool ter-butilico (TBA): grammi 78,8;
e-Timolo: grammi 500.
Le formulazioni di cui alle lettere a e b devono essere utilizzate per la preparazione delle profumerie alcoliche, quelle della lettera c per i prodotti liquidi e trasparenti ed in particolare per le lacche ed i prodotti per capelli, quella della lettera d per deodoranti creme ed altri prodotti per la pelle e quella della lettera e per prodotti per l'igiene dei denti e della bocca.

Denaturante utilizzato per prodotti per l'igiene dei denti e della bocca (dentifrici, collutori, paste gengivali, ecc....).
L'art 2 della 524/96 consente l'uso del denaturante di cui alla lettera e (Timolo: grammi 500) nei prodotti per l'igiene dei denti e della bocca. Il Timolo è classificato, dalla F.U. (Farmacopea Ufficiale) XI ed., tra le sostanze da tenere in armadio chiuso a chiave, tabella n.3 (chiamata comunemente tabella dei veleni).

La scheda di sicurezza MERCK relativa al Timolo, in accordo con la Direttiva 2001/58/CE e 1999/45/CE, riporta le seguenti indicazioni: ”Nocivo per l'ingestione. Tossico per gli organismi acquatici, può provocare a lungo termine effetti negativi per l'ambiente acquatico”; tra le indicazioni tossicologiche sono riportate ulteriori informazioni: ”Dopo inalazione della polvere: irritazione delle mucose, tosse, dispnea. Dopo contatto con la pelle: ustioni. Dopo il contatto con gli occhi: ustioni. Dopo ingestione: irritazioni delle mucose della bocca, della faringe, dell'esofago e della zona gastrointestinale. Effetti sistemici: disturbi al SNC disturbi cardiovascolari. Effetto tossico su: reni, fegato. Effetto potenziato da: alcool etilico.
Fonte: http://www.salvelocs.it/alcool-denaturato.htm

Osservate il connubio “Timolo-dentifricio-scheda di sicurezza Merck”… sigh!
Una cosa da sapere: quando si legge una etichetta con gli ingredienti, l’ordine di apparizione degli stessi è determinato dalla loro rilevanza in termini di “peso” in percentuale contenuto nel prodotto esaminato. Il primo della lista è quello più presente. Leggete per favore le etichette. Ci danno una mano a capire.  

mercoledì 20 gennaio 2010

La "Storia" sottosopra di Sitchin.






Oggi ho letto un e-book, liberamente scaricabile al seguente link: I Primi Passi verso la Ricchezza Vera 2
Sono 68 pagine di un’opera più grande, in 5 “capitoli”, di cui questo è il secondo. Ebbene, meraviglia delle meraviglie, mi sono imbattuto nella storia del mondo raccontata, o meglio tradotta, dalle tavolette Sumere ad opera di Zecharia Sitchin, un eminente autore, secondo me, oppure uno “pesudoscienziato” secondo quanto riporta Wikipedia:

"Zecharia Sitchin (Baku, 1922 [1]) è uno pseudoscienziato e scrittore azero. È autore di numerosi libri di divulgazione sulla cosiddetta archeologia misteriosa o pseudoarcheologia, ed è un sostenitore della "teoria dell'antico astronauta" come spiegazione dell'origine dell'uomo. Le controverse teorie di Sitchin, basate sulla sua personale interpretazione dei testi sumeri, sono considerate pseudoscienza dalla comunità scientifico-accademica, ma registrano un buon seguito nell'ambito della letteratura popolare. Egli attribuisce la creazione dell'antica cultura dei Sumeri ad una razza aliena, detta Nefilim (in ebraico) o Annunaki (in sumero), proveniente dal pianeta Nibiru, un ipotetico 12º pianeta del sistema solare dal periodo di rivoluzione di circa 3600 anni presente nella mitologia babilonese. Sitchin afferma anche che in corrispondenza della fascia principale degli asteroidi del sistema solare si sarebbe trovato anticamente un pianeta che i Sumeri chiamavano Tiamat che sarebbe previsto dalla formula di Titius-Bode. Il punto di vista di Sitchin non è comunque supportato da alcuna evidenza scientifica e la teoria non viene considerata attendibile per via dell'assenza di prove a sostegno, sia dal punto di vista linguistico che dal punto di vista scientifico. Le teorie di Sitchin andrebbero secondo alcuni nella categoria del creazionismo non-religioso, ma lo stesso Sitchin riporta nei suoi testi nozioni di Evoluzione teistica (cioè Dio avrebbe creato l'Universo col Big Bang e in futuro giudicherà le creature col Giorno del Giudizio), sebbene egli sostenga che l'uomo sarebbe frutto di esperimenti di ibridazione genetica con specie terrestri condotti da alieni".

Wikipedia rappresenta un ottimo riferimento sino a quando ci si limita allo “scibile” ufficialmente riconosciuto dall’Antisistema; oltre a questo limite, l’enciclopedia libera si dimostra non più tale. Non è difficile  prendere in “castagna” i contenuti offerti da questo prezioso servizio gratuito, quando lo si mette alla prova con autori e testi ritenuti perlomeno sconvenienti dalla “normale” struttura del pensiero dominante. A parte questo discorso, torniamo a bomba a ciò che stavamo analizzando, ossia l’opera di Sitchin. Ebbene nel marzo 2006 m’imbattei in un suo libro, proprio mentre mi imbevevo di input commerciali tra gli scaffali più diversi di un supermercato, che doveva cambiarmi la Vita. Quel libro era “Il pianeta degli Dei” nella sua versione tascabile ed economica e scontata. Copertina nera, formato piccolo, anonimo, in una sola copia gettata tra gli altri libri. Una sola copia che attirò la mia attenzione. Lo presi e lo iniziai a sfogliare. Mi accorsi subito che mi trasmetteva qualcosa in profondità. Penso che il sincrodestino mi stesse parlando attraverso quel libro. Lo comprai e non fui più lo stesso Davide di prima della lettura. Il cambiamento fu epocale e tanto importante da ritenermi oggi nell’anno 4 d.s.(dopo Sitchin). Quello fu solo l'inizio di un processo che è ben lungi dall'esaurirsi. In pratica non voglio parlare di quello che c’è scritto nel libro, perché chi fosse interessato lo può semplicemente scaricare (e-book 2) offerto dal blog http://www.ricchezzavera.com/blog/. (che ringrazio ed al quale porgo i miei complimenti). Sono 68 pagine che narrano, in maniera semplice e sciolta, il riassunto dell’opera di Sitchin; tutto ciò che nelle sacre scritture suona di incoerente, trova un filo logico nella traduzione delle tavolette Sumere, giunte a noi in grande quantità. Il discorso che non ci sono prove è semplicemente ridicolo.
È davvero pazzesco quello che c’è scritto. Conferisce una “ragione” a tutto. Mi sono letto il prezioso lavoro messo a disposizione per refreshare le mie nozioni di storia della “creazione”, e per avere nuovo carburante al fine di continuare a credere in quello che “sento”. L’entusiasmo nell’avere conferma che altre persone sono rimaste colpite dall’opera di Sitchin in maniera così totale, quasi mi commuove. Dal marzo 2006, tutte le “infrastrutture” dell’Antisistema sono per me progressivamente cadute. A partire dai filtri di tutte le religioni, dei sistemi di credenze, di educazione scolastica, di storia, di scienza, di alimentazione, di energia, di conquiste spaziali, etc. Quando dico tutto, intendo dire proprio tutto! Il mondo è alla rovescia. Qualcuno potrà obiettare, “Ma chi te lo dice che è così?”. Giusto. È facoltà di ognuno di noi credere a quello che si vuole, dunque per me è così. Guardando il mondo con la propria coerenza e la propria sensibilità spirituale, ognuno “sente” quello che i sensi riescono a filtrare. I sensi sono progettati per adeguarci alle condizioni a terra. Guardando il mondo con la propria coerenza e la propria sensibilità spirituale ma dal cuore, ognuno “sente” ciò che il cuore puro gli fa giungere della grande “idea” del Creatore. È come se invece di annusare l’aria attraverso un vetro, andassimo direttamente all’aperto. Pertanto ritengo che è da stolti ritenersi l’unica forma di Vita nell’Universo. Quale spreco di spazio, risorse, energia sarebbe. Così come non è possibile concepire la nostra esistenza senza un fine superiore. L’origine della Vita sulla terra è di origine stellare ed il frattale che lo dimostra è il fatto che, sull’intero globo terracqueo, le razze umane si stiano miscelando. Se succede così sulla Terra perché questa dinamica non dovrebbe rispecchiare un normale “moto” di mescolamento anche a livello extraterrestre? Ciò a cui non riusciamo a dare un senso “esatto”, logico, comprensibile” tramite la conoscenza trasmessa dalla storia e dalle scienze ufficiali, trova subito grandi “soddisfazioni” se si prende in cognizione la possibilità di Vita aliena. Per quanto tempo ancora ci dobbiamo “bere” le versioni più ridicole sulle modalità costruttive e sullo scopo delle Piramidi disposte in tutto il mondo in maniera intelligente, sensata e lungimirante? Siamo pronti a riconoscere la nostra ignoranza dimostrata nel passato, ad esempio per quanto riguarda le verità transitorie del medioevo, ma non siamo disposti a mettere in discussione l’attuale livello di verità in auge. Ma perché? Perché in realtà non siamo liberi, non siamo padroni di noi stessi. Siamo occlusi, oscurati da qualche “corpo”, da qualche massa oscura che ci leva la visione del “panorama”. Non solo vediamo attraverso un vetro, ma quel vetro è anche oscurato. Osserviamo la storia più coerente ed impariamo dall’analisi dei frattali, ossia dagli esempi che ci stanno tutti attorno; il piccolo che descrive il grande. Se è successa una “cosa” a questo livello, succede anche al livello superiore, perché i livelli sono interlacciati, sono appunto frattali; si descrivono l’uno nell’altro secondo le forze di creazione che “spirano” nella stessa maniera e con la stessa coerenza in tutto il creato (come è sopra così è sotto) ad ogni livello, dimensione, grandezza o che dir si voglia. Apriamo gli occhi. Il “tempo”, l’energia, lo permette finalmente. Siamo invogliati a farlo, siamo incoraggiati dalla spinta evolutiva ch’è giunta ad un punto cardine, una sorta di collo di bottiglia dove la spinta aumenta considerevolmente, come far passare un fiume in un tubo. Usciamo dalla “tuta” in carne ed ossa del nostro veicolo umano. Comprendiamo che noi non siamo il corpo. Esistiamo a prescindere dalla materia che ci compone, che ci si è “attaccata” addosso grazie al magnetismo del nostro volere, dei nostri pensieri, della nostra immaginazione, della nostra origine. Forse il motivo più grande che ci induce a non credere che ci sia un controllo totale risiede proprio nel fatto che non vediamo altro all'infuori di noi. Questa grande trovata dell'Antisistema è stata, oserei dire, geniale. Per questo motivo non possono, anzi non devono esistere altri popoli nell'Universo. Per mantenere salda la "presa".