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venerdì 31 luglio 2015

Che cosa è fonda(mentale)?


Agnes: "Perchè sei in pigiama?"
Vector: "Questo non è un pigiama.. è una tuta scalda muscoli"
Edith: "Per che cosa ti scaldi?"
Vector: "Cose!"
Margò: "Che tipo di cose?"
Vector: "Cose superforti che voi non capireste!"
Agnes: "Tipo dormire?"
Vector: "Questo non è un pigiama!"...
Cattivissimo Me
(Attenzione "pericolo":
articolo lungo, per via delle(c)citazioni).

"Esserci a Expo 2015 è fondamentale”…
Expo, Faraone: Dal Miur 3.5 mln a scuole per visitare l'evento.
"L'abbiamo detto più volte e ancora lo ribadiamo:
la scuola non è solo insegnante dietro la cattedra e alunni dietro ai banchi. La scuola è società e forma i ragazzi in qualsiasi momento e in qualsiasi circostanza.
Per questo come Miur abbiamo deciso di destinare, attraverso il progetto 'Tutti ad Expo', dei fondi alle scuole di ogni ordine e grado perché gli studenti italiani possano avere la possibilità di partecipare a Expo 2015"…
Link
  • la scuola non è solo insegnante dietro la cattedra e alunni dietro ai banchi
  • la scuola è società e forma i ragazzi in qualsiasi momento e in qualsiasi circostanza (da quanto tempo esiste la “scuola”? E che “forma” ha la società? Che cosa si insegna se, dopo tutto questo tempo, non è cambiato nulla nella sostanza? Ingiustizia c’era e ingiustizia c’è… Che cosa studi? Che cosa ti fanno studiare?) 
  • perché gli studenti italiani possano avere la possibilità di partecipare a Expo 2015 (ed in tal modo, poter incontrare McDonald's, Nestlè e Coca Cola, etc.).
"Nessuno, tantomeno il presidente della Repubblica, è un uomo solo al comando. Non è possibile in democrazia"…
Sergio Mattarella
A Mattarella bisogna, anche, (ri)cordare che:
  • certa(mente) è così; in(fatti) al comando unico c’è il Dominio
  • non è possibile in Democrazia” (alias, la Democrazia “qua, così” è un filtro che non ti permette di ritornare sovrano di/in te stesso/a).
Correggi il “tuo” modo di guardare alla realtà manifesta. Ti “conviene”…
  

martedì 28 luglio 2015

Come "un rametto nella corrente".



Nella “tua” mancanza di consapevolezza, che cosa diventi?
Un rametto nella corrente.
"Eri" qualcosa di (di)verso rispetto ad "ora".
"Sei" qualcosa di (di)verso rispetto ad "ora".
Dove per “ora” devi intendere una porzione di tempo immaginario (evocato e virtuale), che non passa mai… sino a quando non cambia la (ri)programmazione a cui sei andato in(contro), vivendo progressiva(mente) “qua, così”.
Dunque:
  • “eri” e “sei”, sono stati che coincidono parallela(mente)
  • perché esiste il potenziale ed il manifesto.
Il reale manifesto è una versione “ridotta” del/dal reale potenziale:
  • possibile e impossibile
alias
  • l’(im)possibile (terzo stato).
Il terzo stato non è solo l’unione virtuale e simbolica (potenziale) della scala dei valori “abitabili” nel reale manifesto (alto e basso, freddo e caldo, sopra e sotto, etc.). Allo stesso tempo, il terzo stato non è solo/anche la fuzzy logica (le sfumature che vanno dal bianco al nero, ossia i valori di grigio nel mezzo).
Il terzo stato è, propria(mente), un di(verso) stato fisico “(ri/in)vestibile”.
L’on e off contemporane(o/i) è una condizione pratica dell’essere vivente.
Non è teoria, astrazione, virtualizzazione, evanescenza, impalpabilità, etc.
Essere nel terzo stato equivale ad aprire il proprio orizzonte, la propria “capacità”. Significa abbracciare tutto in maniera altra, (ri)uscendo ad in(quadrare) ogni ambito secondo una prospettiva espansa del “sentire”.
Uno stato fisico, dunque, e perfetta(mente) adottabile da chiunque.
Che cosa significa “vivere dal/nel terzo stato”?
  

lunedì 27 luglio 2015

Un discorso (s)fuggevole.



Fare il prete è un mestiere anacronistico. Sarebbe come fare lo spazzacamino, l’arrotino… lo zampognaro. Io non lo voglio un figlio zampognaro!...”.
Se dio vuole
  • fare il prete è un mestiere anacronistico (come arrivi, da "qua")
  • io non lo voglio un figlio zampognaro (a "qua"?).
Ogni processo intellettivo segue una logica, oppure, “(con)segue ad una logica”:
  • è il piccolo che è nel grande (1)
  • è il grande che è nel piccolo (2).
E non è la stessa cosa ma, sembra, “solo un loop”. (In)fatti:
(1) qualcosa che si ripete in seguito a (di)pendenza, avendo scordato il perché (inerzia)
(2) qualcosa che si ripete in seguito a “pendenza”, avendo ben chiaro il perché (ispirazione).
In un solo concetto: “livellazione gerarchica”.
Può, un loop, auto con(tenere) “tutto (causa ed effetti)”? No (se non ricordi che esiste anche un "terzo stato", che esiste in quanto collegamento impossibile tra le polarità emerse nel reale di riferimento comune).
Senza questa "visione", la causa sarà sempre al di fuori del loop, mentre nel loop vive solo il (ri)flesso della causa. Ergo:
  • il loop non ha in sé l’origine di se stesso, essendo un arte(fatto), una infrastruttura progettata ad hoc per (con)fondere
  • la sua “ragione” sopravvive, non manifesta, al di fuori di ciò che sembra contenuto ed orizzonte (che cela tutto ciò che è al di là).
Allo stesso tempo, la causa originale è nel loop per mezzo della frattalità espansa, che “funziona così”... essendo “neutra e neutrale” (legge e memoria) ma, anche, strumento, alias:
tendente ad (im)piegarsi alle grandi concentrazioni di massa (solitamente… una per volta).
La causa è, dunque, come (de)materializzata e teletrasportata all’interno del loop, che la replica ad “immagine e somiglianza” ma… senza connessioni fisiche apparenti e sufficienti, per cui:
  1. “tu” non (ri)esci a fartene nulla, di questa “(s)coperta originale” (acqua calda e status quo)
  2. sino a quando non muti prospettiva
  3. raggiungendo il tuo centro (terzo stato "lato tuo").
 

mercoledì 17 giugno 2015

Il reale manifesto è (in) un’area di memoria (l’inverso della democrazia).


Una (f)orma di reale, "come una memoria che schiaccia".
C’è così tanto da “(de)scrivere”, per (com)provare 1) l’esistenza del Dominio, 2) l’esistenza della frattalità espansa, 3) l’esistenza delle “circuiterie” (la tecnologia sottostante al reale manifesto), 4) l’esistenza della “causa prima”, 5) l’esistenza dell’Oltre Orizzonte, 6) l’esistenza della tua “vera natura”, 7) l’esistenza, dunque, della “deviazione rispetto a…”, 8) etc., etc., etc. … 
Anche se basta solo la "frattalità" (un "senso" che evidentemente si è rinsecchito, in te... visto che "guardi alla gravità", senza vedere la sottostante, sostanziale, frattalità espansa).
Dunque, per evidenziare “che cosa”? He He:
quella sorta di “inganno apparente”, che gioca alla “fisica materiale della manifestazione”.
Qualcosa della quale “non puoi dubitare… perché, reale”.
Se entri nel dettaglio o a “piè pari”, diretta(mente), sulla questione… emerge all’istante che:
  • il "reale" può essere manifesto e/o potenziale.
Il "reale potenziale" è ancora nella sua sede “virtuale”, ossia, possibile se
Il "reale manifesto" è, in(vece), nella sua sede “fisica”, ossia, (ri)emersa
Quale differenza c’è – a livello sostanziale – tra il singolo tipo di reale “fisico” e le infinite gradazioni di reale “possibile, ma… virtuale”?
C’è una “scelta” alla base di questa (ri)proiezione nello scenario unico della "manifestazione per il reale".
Ma, la scelta, “qua, così” è ormai diventata “elitaria”, ossia a “collo di bottiglia”... perché (di)pende dalla “minoranza organizzata (che detiene il potere e che impedisce, di fatto, la propria perdita di potere… bloccando il potere altrui).
Da dove si compie questa “scelta”? Beh… “qua, così”… da “qua, non così” (terzo stato proprio; condizione "annacquata", ma sempre compresente all’interno del paradigma, che difende se stesso da tutto il resto).
Anche in assenza di un “qua, così”, la scelta si compie in base a criteri che tengono sempre e comunque conto della formazione di una grande concentrazione di massa, in maniera tale che la legge/strumento/memoria della frattalità espansa, possa “sentire e replicare, nello scenario neutro emerso”, l’immagine del “nucleo di potere, in proiezione sullo spazio (pre)disposto per la trasmissione della versione di/del reale inerente/(con)seguente”…
Ergo, la condizione reale/programmata/nativa… che com(porta) sempre la formazione di un reale manifesto, è quella "sensibilità delle circuiterie"... verso la necessaria formazione della grande concentrazione di massa. Ma, (ri)corda che:
la grande concentrazione di massa è, anche, la (com)presenza centrale, Sovrana, in equilibrio dal proprio terzo stato –  “lato proprio” – del singolo individuo, capace di permeare tutto attraverso se stesso, la propria unità di base, “uno/a solo/a con se stesso/a”…