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martedì 15 maggio 2012

Wtc e amianto.




Circolano pubblicità di Imprese che si ‘offrono’ di togliere e smaltire l’amianto dalle case; nelle locandine si cita un ‘obbligo per legge’ relativo all’eliminazione dell’amianto e una compartecipazione alle spese del 50% da parte dello Stato.

Ciò che era consentito ora è fuori legge. 

Lo Stato che permetteva, ora non permette più. È sufficiente questo cambio di rotta, al fine di ritenersi nel ‘giusto’ e di 'lavarsi le mani'? E tutte le imprese che lo hanno utilizzato sino a quando era ‘a norma di legge’, come si possono ritenere responsabili per le malattie delle persone che abitano in case 'pericolose'? E tutti i cittadini che lo hanno utilizzato per eseguire coperture alla ‘moda’? Battono cassa, ovviamente.  

Di chi è la responsabilità, ora che tutti sono vittime e nessuno è colpevole?

Eternit, giudice: emerso ‘dolo di elevatissima intensità’.
Il comportamento degli imputati nel processo Eternit per le morti da amianto ha evidenziato un ‘dolo di elevatissima intensità’. È quanto afferma il giudice di Torino che lo scorso febbraio ha condannato a 16 anni di carcere i due ex dirigenti della società Stephan Schimdheiny e Louis De Cartier De Marchienne.
 
Nelle 733 pagine di motivazioni della sentenza depositate oggi, il giudice Giuseppe Casalbore scrive che i danni dell'amianto erano noti dal 1968 e che ‘sia De Cartier che Schmidheiny hanno continuato nonostante tutto e non si sono fermati, né hanno ritenuto di dover modificare radicalmente e strutturalmente la situazione al fine di migliorare l'ambiente di lavoro e di limitare per quanto possibile l'inquinamento ambientale’.
 
Lo scorso 13 febbraio la Corte d'Assise ha condannato a 16 anni il magnate svizzero Schmidheiny, 65 anni, e il barone belga De Cartier De Marchienne, 91 anni - che hanno annunciato ricorso in appello e per i quali i pm avevano chiesto 20 anni -, per disastro doloso permanente e omissione dolosa di misure antinfortunistiche.
 
Alla Eternit spa è attribuita la morte di quasi 3.000 persone in quattro stabilimenti italiani a partire dagli anni 50.
 
Nessuna attenuante.
 
‘Gli imputati - si legge - hanno cercato di nascondere e minimizzare gli effetti nocivi per l'ambiente e le persone derivanti dalla lavorazione dell'amianto pur di proseguire nella condotta criminosa intrapresa, facendo così trasparire un dolo di elevatissima intensità’.
 
‘Non può essere riconosciuta alcuna attenuante mentre risulta evidente che gli imputati hanno agito in esecuzione del medesimo disegno criminoso’.
 
Nella sentenza, il tribunale ha riconosciuto 25 milioni di euro di risarcimento danni al comune di Casale Monferrato, 20 milioni alla Regione Piemonte e 100 mila euro all'Associazione familiari vittime dell'amianto (Afeva).
 
I risarcimenti ai parenti di vittime o malati costituitisi parti civile - oltre 6.000 - sono nell'ordine di una media di circa 30mila euro ciascuno.
 
‘Il comportamento degli imputati, come risulta evidente da tutto quanto fin qui considerato, assume caratteri di notevole gravità con riferimento alla pluralità dei luoghi e degli stabilimenti interessati, con riferimento alla notevole durata della loro condotta e con riferimento alla straordinaria portata dei danni e del pericolo che ne sono conseguiti e che, come si è detto, tuttora continuano a conseguire’, si legge ancora.
 
Il giudice aggiunge inoltre che per De Cartier ‘non può essere ipotizzato un dolo di minore intensità, magari con riferimento alle meno approfondite conoscenze di cui avrebbe potuto disporre circa la pericolosità dell'amianto, perché è utile ricordare che, come si è visto, fin dal 1968 (...) si discuteva dei pericoli per la salute derivanti dalle polveri di amianto’.
Link 
  • i danni dell'amianto erano noti dal 1968
  • fin dal 1968 (...) si discuteva dei pericoli per la salute derivanti dalle polveri di amianto.
44 anni fa si discuteva del problema amianto in Italia, per cui questo ‘problema’ era conosciuto, ovviamente, anche nel resto del Mondo ‘evoluto’, per cui anche negli Usa. Leggiamo cosa dice Wikipedia alla voce ‘Torri Gemelle’:

La realizzazione iniziò nel 1966 con la costruzione della Torre Nord (WTC 1) e dei 4 edifici minori Marriott World Trade Center, WTC 4, WTC 5 e WTC 6. Nel 1968 due gru iniziavano la costruzione della Torre Sud (WTC 2) e 4 anni dopo il WTC 1 era completo con i suoi 417,5 m; nel 1973 fu completata anche la Torre Sud e contemporaneamente alla costruzione del World Financial Center, cominciò la costruzione dell'edificio WTC 7. Il complesso entrò subito a far parte della World Trade Centers Association come tutti i WTC presenti nel mondo.
Link 

Teniamo bene a mente gli anni relativi alla costruzione del complesso del WTC e continuiamo a leggere:

il problema più ingombrante per le Torri Gemelle era rappresentato dall’enorme quantità di amianto che contenevano. Costruite in un’epoca (1969-1973) in cui l’amianto non era ancora proibito...
 
Questo composto fu usato sia per la protezione antincendio delle strutture in acciaio sia come isolante per le condutture dell’aria condizionata e dell’acqua.
 
Solo nei primi anni ’70 l’amianto iniziò ad essere riconosciuto come cancerogeno, ma a quel punto la costruzione delle Torri Gemelle era quasi terminata. Non è chiaro fino a che punto della costruzione sia stato usato, nè quale sia la quantità esatta di amianto utilizzato, ma le stime variano fra 400 e 5000 tonnellate complessive di amianto presenti nelle Torri Gemelle a costruzione ultimata.
 
Man mano che venivano introdotti i regolamenti contro l’amianto, la situazione per le Torri Gemelle si faceva sempre più difficile, finchè nel 1989 l’amianto fu definitivamente proibito in tutte le costruzioni civili. A quel punto si provò una soluzione di fortuna, incapsulando l’amianto delle Torri Gemelle con un cemento particolare, per evitare la dispersione nell’aria delle sue particelle…
Link 

Nel 1989 l’amianto fu definitivamente proibito in tutte le costruzioni civili.

Ovviamente il WTC era già stato costruito, per cui che fare? 

Mi fermo qua perché ho il Cuore pesante. Questo Mondo non mi rappresenta. Che ci faccio qua?

Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2012
Prospettivavita@gmail.com

 

venerdì 11 novembre 2011

L'individuo e la sua responsabilità.





Oggi mi sento ‘guidato’ a scrivere dell’individuo e della sua ‘individualità’ o responsabilità:

il termine individualità si incrocia con quello di persona, ma non si identifica affatto con esso; anzi, da un punto di vista filosofico ne differisce grandemente. Ciò poiché sia il termine greco 'prosopon' che quello latino 'persona' significano ‘maschera’, cioè l’essere vivente umano che viene percepito come individuo tra altri. 

Al contrario la individualità è una specificità che non concerne la percezione di un certo individuo, ovvero la sua connotazione, bensì la sua denotazione reale di unità esistente unica e irripetibile
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Cercherò di rimanere ‘snello’ nel collegare ciò che questa mattina ho attirato a me in termini di informazioni.

Ognuno di noi indossa una ‘maschera’ ed il Teatro, creato dal genere umano, non è altro che la rappresentazione frattale di questa più ampia verità. La persona è un insieme di ‘maschere’ o personalità, come ben descrive Carlo Dorofatti nel suo libro ‘Anima e realtà’.

Esistono personalità diverse in funzione di un certo cammino previsto dall’Anima in sede di pre nascita e, dunque, nulla viene lasciato al caso anche se può non sembrare.

Il punto prospettico da cui una persona ‘osserva’ è frutto del momento in cui 'versa', ossia dipende dal tipo di personalità che in quel ‘momento’ assurge al ruolo di regia della ‘nave’ umana. Le ‘particelle’ di personalità sono svariate e si portano dietro una propria memoria storica. 

Il Karma della persona è quindi una miscellanea differente che emerge dall’insieme di tutte le personalità impiegate, che si manifesta per riflesso nel corso di ogni singola esistenza terrena.

Cerchiamo ‘prove’ del fatto che sia il macro Universo che il Micro Universo si comportano alla stessa maniera, ossia sono causa e conseguenza del principio individuale che, infine, ricondotto alla sua funzione 'complessa' originale non rappresenta altro che la manifestazione unica dell’Unita di base della Creazione: il Principio Divino.

L’unita ed il tutto, ad un certo punto, diventano una sola 'cosa'. Coincidono come ripiegando le estremità di uno spezzone di corda, dando luogo alla figura di un cerchio e disegnando una traiettoria a spirale, proprio come quella di una galassia o degli infiniti frattali che, anche sulla Terra 3d, possiamo tranquillamente osservare attraverso l’usufruizione dei sensi.

La dualità è l’esemplificazione dell’intero e la sua rappresentazione ‘binaria’. Vivere la dualità separa l’intenzione, se non sufficientemetne centrati e presenti in se stessi.

Riporto un brevissimo stralcio della lettera inviata ai ricercatori del Cern dall’Amico Vincenzo Russo (a cui chiedo venia per il troppo tempo trascorso senza scrivere di lui e del suo Genio. Mi riprometto di scrivere al più presto un intero articolo sulla sua opera illuminata a cui, prima o poi, la comunità scientifica internazionale ed il genere umano intero dovranno rendere omaggio):

L’esperimento del Cern dimostra dunque che la fisica del visibile costruita con numeri immaginari (cardinali pitagorici) converge a numeri continui mentali (ordinali parminedei).
 
La Mente invisibile include dunque l’Universo visibile. Non c’è Universo fuori dalla mente dell’osservatore.
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Questa profondissima ‘intuizione’ riporta ancora il focus sulla capacità individuale dell’esistenza. L’individuo, come ‘particella/insieme’, viva ed univoca, o Human Bit, della Creazione.

Da osservatore a osservatore si ‘spiega’ l’Universo. Tutto il resto è una sua rappresentazione frattale complessa/semplificata, in cui gli Human Bit possono dare luogo al fenomeno omnicomprensivo della propria funzione esistenziale applicata agli schemi interattivi da esperienziare.

Una struttura flessibile, duttile e malleabile, che dipende dall’apporto di ogni singola componente pur dimostrando il contrario all’evidenza dell’affioramento sensoriale 3d. 

Un mosaico in cui ogni singolarità è assolutamente necessaria al fine dell’intessitura della trama evolutiva.

Leggiamo ancora:

l’arte è sempre individuale. Ogni singolo individuo può imprimere il proprio marchio caratteristico ad ogni azione, che diventa così attività artistica...

Per i Greci i concetti e le idee erano qualcosa che proveniva dallo spirito. La ragione non aveva quelle caratteristiche di freddezza, di aridità che ha oggi per noi in quanto prodotto elaborato personalmente…

Ho voluto dirvi queste parole introduttive solo per farvi capire che nei secoli precedenti all’epoca moderna, vale a dire fino al XV secolo, gli uomini si incontravano in maniera tale per cui l’uno parlava all’altro muovendo dall’anima affettiva o razionale, e dalla stessa anima accoglieva ciò che l’altro gli diceva

Oggi ci troviamo di fronte all’anima cosciente. 

Che le cose stanno così, però, è diventato chiaro all’uomo in cammino solo nel periodo a cavallo fra il XIX e il XX secolo. La trasformazione è avvenuta attraverso le circostanze che vi ho già descritto, ma così i problemi della vita si presentano agli uomini in un modo completamente nuovo. E oggi certe questioni vanno osservate in maniera nuova, altrimenti non è possibile l’incontro fra anima cosciente e anima cosciente, il che per l’uomo d’oggi significa fra uomo e uomo.

E nella nostra epoca risentiamo proprio del fatto di non riuscire a individuare questo raccordo fra uomo e uomo. Dobbiamo soprattutto porre certe domande in modo nuovo, così che la nostra formulazione possa in un primo momento apparire grottesca, pur non essendolo affatto…

Lo sviluppo naturale soggiace a determinate condizioni. E una delle leggi dell’evoluzione naturale che oggi sono pochissimi ad intuire è che in realtà solo a partire da un determinato momento della propria vita si diventa capaci di capire qualcosa dei nessi della vita, di quelle cose che l’uomo deve capire e che non si limitano alle informazioni ovvie sulle cose esteriori…
Da ‘Rudolf Steiner - Arte dell'educare arte del vivere - Fondamenti di pedagogia’

Questo scritto, di circa 90 anni fa, è inerente alla 'discesa' dell’Anima nel corpo del genere umano. Ciò che alimentava ed ispirava i Greci si è trasformato nel tempo, eseguendo un suo download nella forma fisica ‘finita’ delle 3d. 

Da un certo lasso di tempo in poi, l’umanità ha iniziato a vivere seguendo il precetto di una differente struttura energetica. Ciò può essere intuito anche nel cambiamento che è intercorso da quel momento in poi, in cui le cronache umane iniziano a non descrivere più la presenza di divinità o 'semidei' presenti sulla Terra, ma lasciano intendere ad una loro ‘scomparsa’ o ritiro. 

Sia che si tratti di alieni o di principi multidimensionali non ben ancora inquadrati dalla nostra attuale consapevolezza, l’unica cosa certa è che da un certo momento in poi, la storia umana cambia e diventa più ‘concreta’, camminando con le proprie ‘gambe’. 

Come si interfaccia il discorso delle entità parassite descritte da Castaneda, oppure le interferenze Luciferine, Asuriche, etc. evidenziate da Steiner? 
 
Secondo me, semplicemente come un processo aggregativo di ‘parti’ individuali disperse nell’ignoranza di sé. È il tempo, in un reame del tempo, che scorre prima di dare luogo alla trasformazione. Fuori dal tempo esiste un processo di trasmutazione, parallelo, che veicola tuttavia verso lo stesso ‘fine’: ri convergere con il proprio ‘carico’ di valore aggiunto.

Il processo trasformativo è ‘fisico’ o chimico, mentre quello trasmutativo è ‘eterico’ o alchemico. Il primo percorso è più simile ad un cammino che passa da difficoltà a difficoltà crescenti, il secondo invece ad un volo magico tra le anse della possibilità.

Il genere umano ha intrapreso il primo percorso, anche se il secondo non si discosta di molto, qualora ci si sappia sintonizzare sulle opportune lunghezze d’onda.

L’Anima è diventata tridimensionale. Ha conquistato le 3d. il genere umano ha costituito la funzione di ‘ponte’ per far sì che questo potesse accadere.

Individualmente e globalmente: insieme siamo Uno.

Vorrei trattare ora un altro aspetto che mette in evidenza l’ambito individuale umano. Ringrazio l’Amico Carlo Ronconi per avermelo segnalato.

Human Design System.
La scienza della differenziazione individuale.

Human design è la nuova scienza che decodifica il funzionamento meccanico del nostro organismo e ci fornisce una conoscenza pratica circa la natura individuale delle persone, della loro salute, psicologia, dei loro talenti naturali, delle loro vulnerabilità, del loro condizionamento e della loro autorità interna, a partire dalla quale poter prendere decisioni affidabili in tutte le aree della vita...
 
Occultato nel nostro Dna risiede un codice che determina quello che sei e come assimili il mondo esterno, è l’impronta originale scritta nei tuoi geni che, irripetibile e inconfondibile, è stata impressa nella struttura del tuo disegno individuale.
 
Con l’arrivo del sistema del disegno umano è ora possibile decifrare il codice individuale di qualsiasi essere umano usando solamente l’ora, la data e il luogo di nascita

Il risultato è un grafico che può essere letto come un manuale di istruzioni personalizzato, fatto su misura per ogni individuo. Ricevere questa informazione è stata per molti un esperienza che ha trasformato completamente il loro modo di percepire se stessi e la vita, ha finalmente permesso loro di riconoscersi come i veri protagonisti della propria esistenza.
 
All'interno di noi stessi esiste un codice che determina quello che siamo ed il modo con il quale interagiamo con il mondo esterno. Equivalente ad un codice genetico della personalità, è la nostra impronta originale, irripetibile ed inconfondibile, è il nostro Disegno individuale. Human Design può essere specifico quanto la tua personale formula genetica.
 
Human Design si basa su di un sistema che decodifica l'impronta registrata nei geni al momento della nascita, svelando così le meccaniche comportamentali coscienti ed incoscienti. Con l'uso di tecnologia informatica e di un sistema binario estratto dall’I-Ching della tradizione cinese, i dati di nascita sono filtrati da una matrice universale ( o ruota degli esagrammi).
 
Quello che emerge è una sequenza di numeri che è poi trasferita ad una mappa del corpo conosciuta come Corpo Grafico del Rave; uno schema formato da nove Centri.
 
I Centri rappresentano la mente, le emozioni, il cuore, l'istinto, l’adrenalina, l’ego e svelano i modelli ed i ritmi che governano la nostra vita. Il Grafico può essere usato come una ‘mappa’, per riconoscere i meccanismi basici che operano nella nostra vita.
 
Human Design non è un sistema per credenti. 

È un sistema adatto a persone che vogliono avere una mappa orientativa per sperimentare personalmente, piuttosto che seguire come un atto di fede la parola di un altro. È un potente strumento d’auto-conoscenza che permette di essere la guida di se stessi.
Link

Trovo davvero ‘coerente’ e sincronica questa 'vision' espressa da questa ulteriore branca della scienza. Credo che un ‘codice’ individuale possa esistere, però questa verità non nega le altre verità, ossia tutto il lavoro degli altri ricercatori, che per altre vie e scelte, hanno contribuito ad innalzare il livello di consapevolezza umano.

Conoscere il nostro codice individuale è inerente alla nostra sfera ‘intima’. È uno strumento per l’auto conoscenza. Non può essere brevettato né tantomeno essere nascosto per meri scopi di business o di controllo. Le leggi Universali conferiscono ampie differenziazioni in ogni ambito dell’auto esperienza esistenziale. Non esisterà mai una ‘sola’ via per raggiungere la meta

Scrivo questo per coerenza con alcune mie espressioni che qualcuno, forse, potrà obiettare. Esiste un esempio molto pratico a cui alludo, ma che non è materia né di questo articolo né di questo Blog, ma diverrebbe solo motivo di Gossip.

Questa mattina ho percepito nella mente una vocina che mi ha sussurrato una data: 23 04 1964. Sono andato in Google e l’ho digitata. Ebbene, mi sono lasciato guidare e ho scoperto un pdf molto interessante ed inerente, guarda caso, al processo di responsabilità, autonomia e individualità

Un esempio molto concreto ed ancora evidente persino ai giorni nostri. Un esempio che nel frattempo è ‘maturato’ come un bubbone sempre più evidente. Leggiamone una piccola citazione.  

Discussione del disegno di legge: Provvidenze a favore degli Enti autonomi lirici e delle istituzioni assimilate (1104).
Presidente: L’ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n.1104, concernente provvidenze a favore degli Enti autonomi lirici e delle istituzioni assimilate. Il Relatore, onorevole Semeraro, ha facoltà di svolgere la sua relazione.

Come è noto, con la legge del 1963 i contributi a favore di questi Enti furono aumentati da 3 a 5 miliardi di lire, ma anche allora si disse che quei 5 miliardi sarebbero stati insufficienti per affrontare la situazione degli Enti lirici…

Tradirei l’attesa degli onorevoli colleghi e del signor Presidente se non affermassi che questo ulteriore contributo di 3 miliardi non risolve totalmente la situazione, perché esistono altri debiti presso gli Enti lirici. A questo punto, pur essendo convinto dell’autonomia totale degli Enti, non posso fare a meno di osservare, che non si spiega la contraddizione fra questa autonomia e il fatto che lo Stato deve sempre intervenire per sanare i bilanci

A mio modesto avviso, affrontare alla base, alla radice la situazione significa porre gli Enti lirici dinanzi alle proprie responsabilità; nel senso che se essi sono autonomi perciò debbono preoccuparsi di tutti (i loro problemi). 

Il passivo è enorme, aumenta con il passare degli anni; le circolari ministeriali di remora alle spese esagerate e non giustificabili non vengono rispettate. Autonomia degli Enti lirici sì, ma nel rispetto di quelle somme che lo Stato può mettere a loro disposizione…

Proporrei, pertanto, che il provvedimento venga approvato senza ulteriori ritardi. Gli interessi passivi, infatti, aumentano continuamente e purtroppo le somme stanziate non servono per gli scopi degli Enti lirici, bensì a pagare gli interessi ai vari Istituti
Link 
 
Sono trascorsi quasi cinquant’anni da questa esposizione dei fatti. L’Italia ha continuato sulla stessa frequenza di sperperi e di irresponsabilità. Le Banche allo stesso modo hanno sguazzato nella palude degli intenti italici. È pazzesco notare come si parli sempre di ‘Enti’ e mai di persone e di loro responsabilità

Si tende a 'fuggire'...

Allo stesso tempo possiamo osservare come sia chiara e forte l’intenzione degli Enti di essere autonomi, ossia di rispettare frattalmente l’imprinting umano di auto determinazione individuale, anche se rifiutando il carico di oneri che deriva come naturale conseguenza, ossia la propria responsabilità auto sostenente quello che si è divenuti o che si è chiamati a divenire.

Il denaro sperperato dove è andato a finire? Negli ‘ozi’ di chi se ne è approfittato, nelle ‘pance’ delle Banche e nella speculazione che oggi sta contribuendo a smantellare gli ‘ozi’ di tutti e le Banche stesse.

Prima o poi tutti i nodi vengono al pettine.

Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2011
Prospettivavita@gmail.com

giovedì 26 maggio 2011

Vogliamo te.




Sul fatto che la Vita 3d sia ciclica penso che non ci siano dubbi. Tutto ce lo dimostra continuamente, dal cambio delle stagioni ai nostri ‘chiari di Luna’. Questo scenario oscilla tra un minimo ed un massimo e le creature che vi albergano cercano di… fare cosa?

Barcamenarsi tra i cicli oppure trovare un proprio centro.

Le individualità cercano di sopravvivere o di vivere? Quale vibrazione guida la continuità del battito cardiaco? Quale 'voce' grida continuamente 'Vogliamo te!'...
 
Forti preoccupazioni legate alla salute, alla carriera, a problemi economici, rappresentano alcuni aspetti che generano delle dissociazioni dalla realtà. Sottraendo la memoria all'esercizio della normalità quotidiana, anche nei gesti più semplici e noti’, come chiudere l'acqua o spegnere il gas. Ad affermarlo è Massimo Di Giannantonio, psichiatra dell'università 'G. D'Annunzio' di Chieti.
Da Yahoo 
 
Che cosa è una preoccupazione? Il termine deriva da ‘preoccupare’, dal latino prae, prima e occupare (occupare), cioè ‘occupare prima’. 

Una preoccupazione s’inserisce in un piano quotidiano di Vita. Ciò che preoccupa, ‘occupa prima’ di ogni altra cosa. Cosa ‘occupa prima’? Certamente il focus di attenzione attraverso il quale deriva tutta una serie di emozioni e stati d’animo relativi alla condotta esistenziale. 

Questo vero e proprio ‘posto d’onore’ aspetta, ai giorni nostri, a tutte quelle vicissitudini legate all’ambiguità del percepito, al denaro, al debito, al lavoro, alle responsabilità, etc. Cioè a tutte quelle cose che appesantiscono il nostro 'passo'. Di tutta questa famiglia di ‘cose’ molto simili a palle al piede, la responsabilità gioca un ruolo basilare nella condotta di Vita

Questo 'gioco di riflessi' è molto simile alla programmazione di una macchina, la quale viene indotta a ‘fare’ in un certo modo piuttosto che in un altro, proprio attraverso l’opera di un analista programmatore che sviluppa un algoritmo decisionale, lo converte in linguaggio macchina e lo installa nell’hardware della macchina. Chi riveste il ruolo di analista programmatore per la ‘macchina umana’?
 
Dipende da quale modalità vibrazionale ci caratterizza.

In una modalità di sopravvivenza, le funzioni vengono come delegate alla parte di cervello più antica, in cui si annidano i programmi ancestrali di sopravvivenza, legati agli istinti che ci hanno permesso di attraversare le infinite asperità, legate a periodi in cui era davvero difficile raggiungere la 'sera'. In una modalità di abbondanza le cose funzionano in maniera diametralmente diversa, e sarà un'altra zona della mente a poter organizzare la visione della Vita.

La modalità di sopravvivenza attualizzata al contesto moderno, risuona un po’ come paradossale; infatti in un Mondo ipertecnologico dove il concetto di abbondanza si ‘spreca’, ed è chiaramente osservabile, seppure in una parte minoritaria della società, dove cioè esiste un termine di paragone ‘reale’, è davvero difficile sentirsi legati ancora ad un concetto di ‘tirare a campare’

Questa distonia è capace di introdurre in noi dei moti separativi molto potenti. 

È come vedere 'sfarfallare' davanti ai nostri occhi la ‘realtà’ percepita. È come iniziare ad osservare un disturbo nella trasmissione continua delle 3d. È come un segno che evidenzia il confine dell’illusorietà dell’Antisistema. 

Non suona strano, a volte, questo Mondo? Non sembra davvero un gioco, una finzione? Che cosa spinge un militare ad obbedire al proprio superiore? Il senso del dovere e la responsabilità. Che cosa è il senso del dovere? È un programma inserito nelle profondità dell’inconscio. È l’ombra residua di un dovere più alto di cui non ricordiamo più le vere fattezze. Questa ombra è il frattale del senso nativo, della missione a noi assegnata a livello animico. 

Il dovere (dal latino debere, derivato a sua volta dalla preposizione de, 'da', e dal verbo habere, 'avere') è il comportamento imposto da una norma.
Da Wikipedia 
 
Il termine norma (dal latino norma) in filosofia viene ad indicare una regola, un criterio o un giudizio. A differenza della massima, però, la norma non costituisce solo una regola di condotta, ma può essere anche regola o criterio di qualsiasi operazione o attività. La norma si distingue anche dalla legge dal momento che può mancare del carattere coercitivo di quella, ma può divenire legge nel momento in cui viene resa coattiva da una pubblica sanzione. La norma può dunque rappresentare un caso concreto, un modello o un esempio.
Da Wikipedia 
 
Dovere è ‘da avere’. Un comportamento che ci induce ad avere. È ispirato da una norma, ossia da un esempio. La norma diventa legge, cioè una imposizione, nel momento in cui c’è una pubblica sanzione.

La funzione dello Stato e dell’organo dell’amministrazione della Giustizia ha dunque la funzione di imporre dei comportamenti che assecondino dei modelli, che se disattesi conducono all’imposizione attraverso la funzione legiferante dello Stato stesso.

C’è un ‘potere’ che ha assunto la capacità di imporre il proprio volere, in maniera ufficialmente accettata dalla maggioranza della massa. A chi corrisponde questo ‘potere’? Alla casta politica? Ossia alla rappresentanza dei cittadini eletti ad immagine e somiglianza della massa stessa? Certamente no. Lo sanno tutti che i politici devono assecondare un altro tipo di potere che ha permesso a loro di occupare quella posizione di pseudo comando.

C’è un potere legato alle lobby degli affari, con il quale la stragrande maggioranza delle persone evidenzia la vera testa pensante che agisce nell’ombra. Ma non è il denaro che interessa ad un certo livello del ‘controllo’

Il denaro è il mezzo imperante per amministrare gli animi. 

C’è un potere oscuro legato alle associazioni segrete che 'affondano' nel passato anche remoto, ma questo potere è anch’esso solo un riflesso, un frattale del vero motivo per il quale il genere umano non è 'libero'. Il sasso che è stato gettato nell’oceano umano e che ha mosso onde cicliche di un certo tipo è un ‘affare’ energetico che rispecchia la personalizzazione subita da questo scenario 3d, che chiamo Antisistema.

L’Antisistema è una’macchina’ eterea programmata per svolgere un determinato compito auto educazionale del genere umano

Un’insieme di scintille divine legate insieme, seppure separate illusoriamente, da una condotta esistenziale inerente alla auto educazione responsabile. Il mito e la leggenda relativi a Dei, prima, e a Semidei, dopo, e relativa loro ‘scomparsa’, è il riflesso dell’opera di venuta in Terra della nostra presenza divina, smorzata dalla programmazione imposta dal ‘corso di studi’ esperienziali.

Sulla Terra 3d siamo a scuola.

E a scuola cosa fa ogni buon allievo? Pensa a fare bene, pensa a studiare, pensa ai propri voti e pensa ad essere promosso, ossia segue la via del ‘Conosci Te Stesso’. Tutto ciò non descrive un’opera egoistica ma un’azione continua di miglioramento di se stessi, consci che la propria ‘pulizia’ corrisponde alla pulizia di una parte di Mondo. 

Ognuno rimanga attento su quello che fa e su quello che ‘è’…

Ecco che allora il problema del potere e del controllo, diventa un aspetto secondario della questione esistenziale: tutto parte dalle nostre rinunce nell’applicare la regola del ‘Conosci Te Stesso’. Per cui il substrato di energia solidificata che ci accoglie è stato programmato con regole affini alla nostra immagine olografica acquisita in Terra 3d attraverso le nostre rinunce. 

Queste rinunce hanno decretato un’accelerazione del processo di addensamento del lato oscuro che ‘ci portiamo dietro’ direttamente dalle cascate della Creazione. Se non abbiamo accettato di conoscerci e conoscerlo dentro di noi, allora l’evoluzione lo ha portato fuori di noi, in maniera tale da non avere più nessuna possibilità di nascondere la testa sotto alla sabbia illusoria del reame della Maga Circe.

È tutto opportuno. 

Ad ogni nostra rinuncia, ad ogni nostra irresponsabilità, corrisponde una azione uguale e contraria per effetto, che ci obbliga sempre di più a prendere visione del problema da affrontare. Vivere in un corpo denso significa anche svilupparlo in ogni ‘direzione’. Un simile atto di ‘sviluppo’ comporta una analoga espansione di ogni emisfero legato alle diverse gradazioni del ‘sentire’, istinti, sensi ed emozioni comprese. 

La separazione sessuale la si vive in Terra 3d. Una entità angelica non lo sa cosa significhi. Così come non può sapere cosa significhi cedere al male perché le sue ali non sono tanto sensibili, a meno che essa non corrisponda ad un grado evolutivo che è già passato dall’esperienza tridimensionale. Secondo me esistono differenti ‘versioni’ dell’entità angelica, cioè esistono entità che ancora devono passare dall’esperienza tridimensionale, ossia che stanno apprestandosi alla ‘discesa’ nell’incarnazione, ed entità che ci sono già passate. 

La differenza tra le due ‘classi’ determina una corrente energetica che alimenta la separazione ed il 'moto' al tempo stesso. Il ‘moto’ è necessario in quanto spira sempre nella direzione evolutiva, essendo un suo ingranaggio necessario ed opportuno.
 
La separazione non nasce sulla Terra. È un riflesso che proviene da una ‘regione’ più alta…

La logica evoluzionistica spirituale è sfuggevole dal punto prospettico di cui ci siamo dotati, osservando dalla finitezza presunta di questo corpo fisico, eppure dobbiamo consapevolizzarci che non esistono confini tra la carne e l’aria. Noi possiamo divenire ‘aria’ se solo trasferiamo il nostro focus in tal senso. E possiamo mantenere la nostra presenza allo stesso tempo in più modalità percepienti.

Milano, 17 maggio 2011 – UniCredit lancia oggi la nuova campagna pubblicitaria, che interesserà tutta l’Europa. Sviluppata dall’agenzia pubblicitaria BBH London, la campagna annuncia la nuova idea di brand di UniCredit: ‘La vita è fatta di alti e bassi. Noi ci siamo in entrambi i casi’.

L’idea di brand ‘alti e bassi’ è stata sviluppata dal posizionamento di UniCredit come ‘banca di tutti i giorni’. Creata sul rapporto di fiducia che UniCredit ha costruito con i propri clienti e grazie ai prodotti e ai servizi che mette a disposizione, la comunicazione tocca il lato emotivo delle persone con una campagna che dimostra un approccio diretto, empatico, e fatto per una banca che guarda alla vita reale.

‘La vita è fatta di alti e bassi. Noi ci siamo in entrambi i casi’. È l’espressione verbale che dimostra questa empatia, rassicurando il cliente sul ruolo di sostegno di UniCredit anche nell’imprevedibilità della vita, nelle sfide e opportunità che presenta.

La nuova campagna nasce dalla consapevolezza che una banca debba essere capace di parlare un linguaggio comprensibile che rappresenti anche l’alternanza delle situazioni della vita' - ha dichiarato Paolo Fiorentino, Vice Direttore Generale di UniCredit, ‘nasce dal nostro posizionamento di marca...
 
da ciò che cerchiamo di ‘essere’ nella mente dei nostri clienti

Per noi significa semplificare l’organizzazione, sviluppare prodotti semplici e comunicare efficacemente' - ha aggiunto Fiorentino. ‘Vuol dire soprattutto saper interpretare i bisogni concreti dei nostri clienti per fornire loro benefici reali e tangibili ed essere un partner affidabile nel lungo periodo, capace di capire, di essere di sostegno nei momenti difficili e di favorire i successi’…
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La vita è fatta di alti e bassi. Noi ci siamo in entrambi i casi’ – suona come una minaccia piuttosto che come una rassicurazione. Perché? Perché è l’idea che ci siamo fatti delle Banche. Perché? Perché ne hanno combinate di tutti i colori e non sembra esserci alternativa al loro potere e livello di servizio. 

Ossia, dove possiamo mettere il denaro se non in una banca?

In casa no, perché possono arrivare i ladri. Per cui di chi non ci fidiamo? Degli altri. La banca è solo un riflesso del nostro attuale status di malfidenza. Status che si è creato attraverso l’opera dei secoli e dell’azione negativa umana, di cui i ‘potenti’ sono sempre stati solo la rappresentazione evidente. 

Lo ‘strumento’ è nella massa. 

Questo ‘strumento’ viene programmato dalla massa senza però averne più nessun sentore. Lo strumento è l’Antisistema, chiamato così perché la massa vive in una modalità antitetica rispetto alla propria sorgente/destinazione. 

Nelle 3d si ‘viene’ per 'misurare' se stessi…

Le banche continueranno a comportarsi così, sino a che la massa non aumenterà la propria vibrazione energetica. E come le banche, continueranno a comportarsi alla stessa maniera tutte le fome associative ed organizzative umane, fatte ad immagine e somiglianza di indiviualità immature e lontane da sé e dagli altri.

Le entità parassite hanno Vita facile in questo status, ma non dipende da loro il livello di degrado in cui si versa globalmente. La ‘casa’ l’abbiamo sporcata solo noi e tutto quello che viene ‘dopo’ è una conseguenza dello stato di degrado in cui ci manteniamo.

La responsabilità può essere definita come la possibilità di prevedere le conseguenze del proprio comportamento e correggere lo stesso sulla base di tale previsione
 
La responsabilità presuppone una situazione di libertà, in cui la persona può scegliere quale comportamento tenere; ove tale scelta non gli fosse possibile, infatti, anche laddove fosse in grado di prevedere le conseguenze delle sue azioni, non potrebbe comunque adottare un diverso comportamento alla luce della sua previsione. 

D'altra parte, affinché si possa parlare di responsabilità, è necessario che la persona si trovi in una situazione di libertà limitata, in cui i comportamenti che può tenere non sono del tutto indifferenti giacché, altrimenti, non vi sarebbe ragione di scegliere l'uno piuttosto che l'altro sulla base delle conseguenze previste.
 
Da quanto detto emerge che una persona si può dire responsabile di uno stato di cose se sussistono congiuntamente le seguenti condizioni:
  • lo stato di cose è una conseguenza del suo comportamento;
  • la persona avrebbe potuto prevedere questa conseguenza certa o anche solo probabile del suo comportamento;
  • la persona, volendo, avrebbe potuto comportarsi diversamente, evitando così tale conseguenza.
In un senso diverso, si dice che una persona è responsabile se, quando agisce, cerca di prevedere le conseguenze delle sue azioni e correggerle di conseguenza.
Da Wikipedia

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
prospettivavita@gmail.com

 

martedì 24 maggio 2011

Tra luce ed interferenza.





Lasciamoci andare, anche quest’oggi, al flusso delle informazioni che giungono per noi. Il termine ‘noi’ dovrebbe essere, in realtà riferito a ‘me’? Non più. Mi sono reso conto che il concetto di risonanza estende in automatico e travalica l’utilizzo della terminologia del linguaggio. 

Se il linguaggio rispecchia le dinamiche interne al Dna, in relazione alla comunicazione delle sue parti, allo stesso tempo, ‘le sue parti’ costituiscono il nostro ‘essere’, per cui ha senso definire e visualizzare una differenziazione territoriale, una separazione? Non ha senso e ha senso, nel momento in cui trasferiamo la nostra consapevolezza nell’ambito riferito al ‘me’ o al ‘noi’ o al ‘loro’. 

È una questione di presenza e centratura. 

Mi rendo conto che ormai tracciare una linea netta di separazione, serve solo a ‘specializzare’ la ricerca, nel senso di renderla più fine, più personale, ma alfine quello che si scopre, che s’evidenzia, rientra sempre in una questione frattale dell’esistenza/creazione. È 'tutto talmente radicato nel tutto’ che non è possibile fare a meno di osservare la divinità espansa e sparsa dentro e tutt’intorno a noi

È sempre più evidente come il giudizio sia solo un modo per sfuggire a se stessi, evitando di auto osservarsi; come se fosse una forbice, taglia parti di noi e le incolla addosso agli altri, i quali non possono fare altro che rappresentarci, pur essendo al contempo se stessi. È un concetto quantico di sovrimpressione d’immagini a 360 gradi, immagini multimediali ed interattive, vive, che accadono allo stesso tempo, con funzioni diverse, variegate e identificanti differenti dimensioni della comunicazione non solo ‘sottile’. 

Le cose succedono allo stesso tempo ed hanno significati composti e sedimentati dalle dinamiche Celesti. Io sono, come ognuno di voi, il risultato evidente di una serie molto grande di elaborazioni multidimensionali dell’energia, che accadono allo stesso istante, ossia il cui ‘sbocco’ nella realtà 3d accade allo stesso tempo. Da questa prospettiva è possibile comprendere come Steve Rother possa sostenere che il Piano Divino non esista e che il ‘finale’ lo dobbiamo ancora ‘scrivere’, mentre allo stesso tempo, o allo stesso non-tempo, esista un Piano Divino che tenga in considerazione anche questo aspetto svincolante del Libero Arbitrio

Ricordiamo che Gurdjieff ci ha informato che la Legge d’Ottava esprime una verità che può anche invertire il proprio 'percorso', tranne l’onda principale, quella primaria. 

A cosa corrisponde questa onda ‘Madre’? Se non al Piano Divino, all’intenzione del Creatore, a che cosa potrebbe corrispondere? Alla nostra intenzione animica individuale o globale? Certo: intenzione che nel momento in cui si centra, corrisponderà ancora a quella del Grande Padre/Madre.
 
Il viaggio ha una meta certa e sicura, ma il viaggio può protendersi in maniere anche ‘bizzarre’ ed incerte. In queste anse avremo e proveremo l’esperienza di esserci persi e abbandonati. Ma il campo morfogenetico che guida silenziosamente l’evoluzione non smette mai di accompagnarci quanticamente. Anche la scienza di frontiera, quella d’avanguardia, registra la presenza di questi campi guida eterici. Sono riconosciuti ed hanno permesso di superare l’empasse vissuta da Einstein quando ‘ciò che vide aprendo la porta’, lo indusse ad esprimere la famosa frase ‘Dio non gioca a dadi’, osservando le differenze nel comportamento delle componenti subatomiche dell’atomo, come gli elettroni, che, per dirla in maniera colorita, non sempre rispondevano alla stessa maniera ad un apporto di energia e non sempre saltavano di livello. 

Questo ‘delta’, questa imprevedibilità delle componenti invisibili della materia, lo indussero a fermarsi. La 'leggenda' vuole che Einstein si fosse impaurito di fronte a questa interferenza non spiegabile, ma  io credo che ciò che scoprì andò molto più in profondità di quello che ci è stato tramandato dall’Antisistema. Questo ambito della conoscenza che ‘la società ha’ è il risultato di un’opera di ritardo che corrisponde ad uno dei semitoni mancanti nella scala vibrazionale della Legge d’Ottava, che Arguelles riporta, ad esempio, all’interruzione dell’armonia delle Sfere Celesti presente nel Sistema Solare, ossia al ‘famoso’ Pianeta mancante, perché sbriciolato, che attualmente caratterizza la fascia asteroidale tra Marte e Giove:

In astronomia si definisce fascia o cintura asteroidale una regione di un sistema planetario ricca di asteroidi caratterizzati da parametri orbitali simili. Il termine è talvolta impropriamente utilizzato, per antonomasia, per designare la fascia asteroidale più rilevante del sistema solare, la fascia principale, compresa fra le orbite di Marte e Giove.
Da Wikipedia 
 
Quell’antico Pianeta 'mancante', dimostrato anche teoricamente dalla successione numerica della scala di Fibonacci, è la causa da cui, a cascata, s’emana la mancanza di armonia che abbiamo registrato nel corso della storia umana. 

Difficile a credersi, vero? 

E infatti non ci crede nessuno, ma per me questo discorso, invece, è molto più autentico di ogni altra teoria scientifica accompagnata da formule e grandi menti umane. Il 'tutto' ed ogni sua infinitesima parte è la risultante di una vibrazione. Più pura è questa vbrazione e più pura è la Creazione. Se ad un certo punto, la ‘purezza’ iniziale ed inerziale del Logos viene in qualche maniera ‘disturbata’, da un qualcosa che s’inframmezza, ebbene da quel punto in poi si genererà una singolarità, il cui ‘cono’ avvolgerà, abbraccerà, la Vita che s’estenderà da quel nuovo inizio in poi

L’alimentazione di quel braccio di esistenza sarà manchevole della vibrazione superiore di purezza infinita e teorica. Ecco allora un altro concetto di dimensione e di manchevolezza della ‘luce’, di un velo che copre eliminando una componente di fondo del segnale principale, una sorta di filtro passa-non passa. Dobbiamo rammaricarci di questo accaduto? Giammai, dal momento in cui ‘noi siamo’ sempre scintille divine. 

La consapevolezza di questo fatto ci deve condurre a maturare quell’energia di compensazione del gap esistente nel Sistema Solare. 

Da un certo ‘punto’, dal fantasma eterico di quel Pianeta scomparso, s’emana un influsso negativo, nel senso di disarmonico ed imperfetto, manchevole dell’armonia superiore. Che cosa è successo? Le tavolette Sumere, tradotte da Sitchin, narrano di scontri Celesti e di distruzione di un Pianeta dalle cui ceneri nacque l’attuale Terra e la Luna:

'Quando in alto il cielo ed in basso la terra non avevano ancora ricevuto il loro nome, niente esisteva se non Apsu e Tiamat: essi contenevano tutto, e le loro acque si univano nel corpo di Mummu’. 
Enûma Eliš - Incipit del poema.
Da Wikipedia

Cosa è contenuto, tra l’altro, in questo antico poema, di ‘rilevante’? Vediamolo:

… Tiāmat, irata per il destino del suo sposo, mosse guerra agli altri dei alleandosi con il mostro Kingu e con altre divinità; soltanto Marduk, figlio di Ea/Enki, osò affrontarla, chiedendo in cambio di diventare re di tutti gli dei, e la uccise con una freccia. Poi ne tagliò in due il corpo: una parte diede origine al cielo e l'altra alla terra. Con il sangue di Kingu formò gli uomini perché servissero gli dei.
Da Wikipedia

Possiamo notare la nascita del Karma, legato alla violenza, all’ambizione, alla separazione, che a cascata si riverserà sull’umanità posteriore. Di frattale in frattale: che cosa è il ‘peccato originale’? Che cosa rappresenta? E che che cosa rappresenta il ‘debito’ che, ad esempio, ogni cittadino italiano riceve non appena viene al Mondo? 

Dei riflessi di un qualcosa che è accaduto nelle pieghe del tempo. 

Mi sembra inutile scrivere ogni giorno che ‘tutto è opportuno’, però lo faccio ugualmente al fine di non abbassare la vibrazione di/in coloro che leggono. Nulla è per caso. Il piano divino ci 'assiste' anche se il finale, relativo all’umanità, lo si deve ancora scrivere. Cosa faremo tutti insieme, cosa decideremo? 

Io sono molto positivo, e voi? Tutto ciò che abbiamo potuto generare, ci corrisponde ma solo fino ad un certo punto, perché nel reame del tempo ogni forma associativa tende a camminare con le proprie ‘gambe’, sfruttando l’energia dei creatori e dei membri.  

Vadim Zeland lo mette molto bene in evidenza nella sua trilogia del ‘Transurfing’, quando affronta il meccanismo oscuro dei ‘pendoli’.

Le entità parassite che ‘ci hanno’, vivono di questo: alimentarsi a nostro scapito ed inducendoci a generare un ecosistema adatto alla generazione di energia negativa da parte del genere umano in sofferenza e separazione. I ‘pendoli’ li riflettono, riflettono la loro ‘sete’ energetica, così come li riflette il mito del Vampiro o, nei reami della Natura, quelle forme viventi di succhiasangue. Anche in ambito energetico, l’umanità è stata spinta a sviluppare e scegliere forme d’energia a termine, che rispecchiano la paura delle entità che controllano le dinamiche del Mondo tridmensionale. 

La scarsità è imperante. L’abbondanza è divenuta una utopia e il retaggio di una classe dominante e sfruttante il resto dei loro simili. Capite che c’è qualcosa che non va? 

C’è un segnale distorcente che ha permesso a queste creature di agganciarci nel viaggio esplorativo di noi stessi riflessi nel/dal tutto. 

La sinfonia delle Sfere Celesti è venuta meno. L’onda emittente è stata traslata rispetto alla sua vera portanza.

Tutto ciò che s’alimenta del suo raggio traente, della sua guida morfologica, che cresce sotto alla sua ombra, che staziona nel suo cono d’azione, risente di questa imperfezione o alterazione dimensionale delle armoniche, sfasate rispetto all’onda primaria del Creatore. È come vivere sotto ad un ombrello che… protegge o separa?

Le persone sono indistruttibili, ma le organizzazioni no.
Nel lavoro che faccio con le persone e con le organizzazioni, non smetterò mai di sorprendermi della capacità che manifestano le persone di essere resistenti, forti e resilienti.

Anche gli eventi più traumatici, le situazioni più problematiche, le sfide più difficili... raramente danneggiano davvero un individuo.
Certo, possono ferirlo... possono farlo star male, ma difficilmente causano un danno permanente.

Le persone possono sopravvivere ai più devastanti disastri naturali e mantenere un equilibrio mentale quasi inalterato. E riprendersi presto. Ma le relazioni possono essere distrutte da una sola, singola parola... da un’unica azione, o da un’unica non azione

E questo, per me, ha delle implicazioni importanti sulle/e nelle organizzazione di persone, e negli ambienti di lavoro... Di solito è condivisa tra le persone l'idea di percepire i propri simili come 'fragili', e questo porta a considerare persone che hanno avuto un'esperienza traumatica come se fossero una specie di 'oggetti danneggiati', che non funzionano più bene.

E semplicemente... non è così. Non è che magari non soffrano, ma spesso non 'funzionano' molto peggio di come funzionavano prima. Le persone sono molto più forti delle organizzazioni.
Ed il motivo per cui non riconosciamo la vulnerabilità e la fragilità intrinseca delle organizzazioni è che difficilmente ci rendiamo conto che le relazioni che costituiscono una organizzazione sono reali. Sono quasi... solide, cose esistenti e con una propria identità.

Anche persone esperte di dinamiche dei gruppi, o lavorativa, spesso tendono a considerare una organizzazione più come una unione di persone che altro. Ma le relazioni, i collegamenti che costituiscono l'organizzazione sono assolutamente reali ed hanno una vita propria.
 
E determinano in grande misura quello che sarà il comportamento ed il carattere della struttura ... e il comportamento delle persone che fanno l'organizzazione.
Da
www.somaticamente.com 
 
Simone Pacchiele identifica molto bene questa dinamica. È come nel nuovo episodio dei ‘Pirati dei Caraibi’, in cui Capitan Barbanera ha il pieno controllo della propria nave, assi e corde comprese

Ogni singolo anfratto della nave è assolutamente vivo e dotato di sensienza. 

Barbanera ne detiene il controllo grazie ad un oggetto, la sua spada, tramite il quale ha la meglio sull’agglomerato del vascello. Tutto il resto del personale di bordo  è invece soggetto alla potenziale azione dell’energia della nave ed, in un certo senso, anche Barbanera stesso, il quale non esce mai dal proprio alloggio e non si fa mai vedere da nessuno

La nave è una struttura magica che necessita di energia e quindi si prende le vite dei membri dell’equipaggio e tutto ciò che la condotta dell’equipaggio porta ad essa in termini di bottino e di vittime. La nave rappresenta un ‘pendolo’, un incantesimo ed un frattale di ogni altra forma aggregativa umana. Le vele, pur piene di strappi e lacerazioni, fanno viaggiare a grande velocità perché non necessitano della forza del vento ma trae la forza dall’energia delle persone che le alimentano inconsciamente.

Allo stesso modo le persone alimentano questo paradigma, barattando la propria Vita per del denaro che serve per avere l’impressione di vivere, per rimanere attaccati per più tempo possibile a questo scenario che rappresenta l’isola sperduta nell’oceano del film sopracitato. 

Un’isola che nel tempo diventa ‘tutto quello che sembra esistere’: una abitudine... 

Si può vivere senza comprare?
Basta con gli acquisti d'impulso e quelli di cui ci si pente appena si superano le casse. Grazie anche ai social network si sta diffondendo un nuovo approccio all'acquisto, ecosostenibile e solidale, che trova nella Rete, o meglio nelle reti di amici, il fondamento stesso della sua esistenza

E gli scambi, in varie forme e modi, stanno vivendo una nuova epoca dell'oro.
 
Ma non è solo un modo di risparmiare, tanto più in tempo di crisi: è una vera e propria rivoluzione nei consumi. A parlarci di questa nuova filosofia dell'acquisto è stata Alessia La Villa, 35 anni, creatrice del gruppo su Facebook 'Riuscire a vivere senza soldi'

Nato meno di un anno fa da una discussione fra amici, il gruppo è diventato un punto d'incontro e un 'laboratorio' virtuale grazie al quale dimostrare che non è necessario ricorrere al portafogli per ottenere ciò che serve a essere felici. Basta smettere di pensare che i soldi sono la risposta a tutto e considerarli una seconda opzione rispetto agli scambi fra amici e conoscenti.
'Si tratta di capire quanto un oggetto ci serve — ha spiegato Alessia - e per quelli non indispensabili nell'immediato cercare all'interno della rete. Quante volte è capitato, parlando con degli amici a proposito di qualche acquisto d'urgenza, di sentirsi dire 'se me lo dicevi prima te lo potevo prestare io' oppure 'sai quanti ne ho a casa?’…
 
Gli scambi nella rete ti insegnano a non pensare solo al ricevere ma anche all'offrire'.
 
Ci sono però due problemi che possono ostacolare questa nuova filosofia dei consumi:
  1. Il primo è l'affidabilità delle persone a cui si prestano gli oggetti di elevato valore.
  2. La seconda è la vergogna che alcuni possono provare nel chiedere oggetti in prestito. 
'Molti non osano chiedere perché si sentono in difetto. Si sentono a disagio perché temono di essere giudicati persone che non vogliono spendere o che non possono permettersi determinati acquisti'. Bisogna uscire dal pensiero che chi chiede qualcosa lo fa per tirchieria. 

Il circolo di scambi — sostiene Alessia - crea legami di solidarietà che vanno ben oltre il semplice guadagno materiale. 

Non a caso per il gruppo su Facebook è stata scelta come immagine un bersaglio colorato: per fare centro bisogna liberarsi dell'idea che sono le cose, e il loro accumularsi, a dare la misura del proprio valore. 'Gli oggetti, di qualunque tipo, possono essere utilizzati anche temporaneamente e poi rimessi in circolo — conclude Alessia - in un fluire che ti permette di usare le cose senza mai esserne usato. Allora sì che potremmo dire di aver colpito il bersaglio!'.
Da Yahoo 
 
Cambiare paradigma si può. Servono le alternative. Alternative che sembrano non esistere solo perché non le abbiamo ancora ‘autorizzate’ a livello di massa. In realtà il potenziale per trasformare ogni ambito del percepito è sempre presente e passa lungo ogni nostra Vita: lungo la via del ‘Conosci Te Stesso’.

Alla ricerca di una seconda Terra.
Gli scienziati potrebbero finalmente aver trovato il primo pianeta extrasolare potenzialmente abitabile: si tratterebbe di Gliese 581d, un pianeta roccioso in orbita attorno alla nana rossa Gliese, a 20 anni luce da noi (qualcosa come 189.000 miliardi di km), nella Costellazione della Bilancia...
 
Secondo Living Planet Report, una Terra di scorta potrebbe proprio esserci utile: se andremo avanti a consumare le risorse naturali al ritmo attuale un secondo pianeta da sfruttare diventerà indispensabile attorno al 2030

Siamo quindi di fronte a una scelta: adottare uno stile di vita ed economico sostenibile o... prepararci a un lungo lungo viaggio?
Da Yahoo 
 
Una Terra di scorta? Un secondo Pianeta da sfruttare? Ma che linguaggio ci identifica? C’è davvero da provare vergogna. Costituiamo davvero una colonia virale? Siamo come gli sciami di cavallette che imperversano su raccolti? Siamo davvero così?
   
No. 

È l’ombra che ci veicola che lo è. Noi abbiamo permesso che questa azione fosse perpetrata a nome nostro ma non è assolutamente il volere dell’umanità. Chi si nasconde 'dietro' ci maneggia come plastilina o come bamboline per riti Voodoo

Italia, per vescovi ‘gente stanca di vivere in rissa’ politica.
 
Roma - Per i vescovi italiani la politica è 'inguardabile', 'ridotta a litigio perenne', 'noiosa' e la gente è 'stanca di vivere nella rissa' e si sta allontanando, mentre la stampa è troppo legata alle fazioni.
 
'La politica che ha oggi visibilità è, non raramente, inguardabile, ridotta a litigio perenne, come una recita scontata e - se si può dire - noiosa. È il dramma del vaniloquio, dentro - come siamo - alla spirale dell'invettiva che non prevede assunzioni di responsabilità', ha detto oggi il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, aprendo i lavori dell'assemblea nazionale.
 
'La gente è stanca di vivere nella rissa e si sta disamorando sempre di più. Gli appelli a concentrarsi sulla dimensione della concretezza, del fare quotidiano, della progettualità, sembrano cadere nel vuoto', ha detto ancora Bagnasco...
 
La critica del capo dei vescovi italiani riguarda anche la stampa '...che appare da una parte troppo fusa con la politica, tesa per lo più ad eccitare le rispettive tifoserie, e dall'altra troppo antagonista, e in altro modo eccitante al disfattismo, mentre dovrebbe essere fondamentalmente altro: cioè informazione non scevra da cultura, resoconto scrupoloso, vigilanza critica, non estranea ad acribia ed equilibrio'.
 
Parlando di una Italia in 'crisi oggettiva', Bagnasco ha detto che essa 'non si salva con le esibizioni di corto respiro, né con le slabbrature dei ruoli o delle funzioni, né col paternalismo variamente vestito', ma soltanto con un 'soprassalto diffuso di responsabilità' che porti al dialogo. E ha chiesto di 'preparare una generazione nuova di cittadini che abbiano la freschezza e l'entusiasmo di votarsi al bene comune, quale criterio di ogni pratica collettiva'.
Da Yahoo  

È il caso di dire ‘da che pulpito’, ma in ogni caso ben venga questo monito, in un Mondo che non vede più se stesso ma solo gli altri, confondendo in questo se stesso con gli altri. Il riflesso che giunge per ognuno di noi è, a livello globale, molto chiaro:

stiamo distruggendo 'casa' senza alcun senso evidente.

Perché senza nessun senso evidente? Perché ognuno di noi preso in separata sede è un essere diverso da quello che diventa quando è inserito nel contesto globale, nell'Antisistema che ci veicola come un Mago fa tramite la Magia. E che cosa è la Magia? Qualcosa che esiste solo nelle favole o nei film? No, davvero. Che cosa è, per esempio, l’elettricità? 

Ci siamo abituati ai suoi effetti magici. E solo perché ci siamo abituati non significa che essa non sia Magia. Allora che cosa è la Magia? È un’azione che viene chiamata così per ignoranza dei modelli che la sostengono, ignoranza che veicola le persone: tutti noi o gran parte di noi.

La conoscenza intuitiva e la consapevolezza sono molto meglio di un manuale d’istruzioni, di un libro di testo, di un filtro passa-non passa. È tutto demandato ad ognuno di noi, a prescindere dal ruolo che abbiamo in questa versione della Vita; vittime o carnefici, non cambia la sostanza della rappresentazione globale inscenata…

I ‘pendoli’ continueranno ad oscillare sfruttando la nostra energia, sino al giorno in cui decideremo di ignorarli. A quel punto si fermeranno come degli antidiluviani dinosauri sorpassati dalle spire del tempo e finiranno in un Museo del ricordo, nell’Akasha, nella memoria animica globale e costituiranno la forma archetipica di un esame superato, di un successo memorabile, di un senso nel non senso. 

Proust avrebbe molto da dire a tal proposito:

Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L’opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che è offerto al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso.  ‘Il tempo ritrovato’ di Marcel Proust.

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
prospettivavita@gmail.com