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venerdì 10 giugno 2016

Risolvere il loop è previsto nel loop stesso.


Punto di "è già passato" e... conseguenza spiral/loop spaziotemporale (ottica)...
Chi controlla il passato controlla il futuro. Chi controlla il presente controlla il passato...”.
George Orwell
Il “controllo” è… wireless (senza “fili”, non locale). In “leva”. Ubiquo.
  
Poiché, deriva dalla compresenza, non manifesta, della dominante (che la simbologia globale, frattale espansa, della “divinità”, ricorda – causalmente – tanto da “vicino” da potersi sovrapporre).
Orwell aveva intuito? Può essere. Del resto, molte sue “idee”, confermano ciò che afferma SPS:
  • la “ragione fondamentale” che “move il sole e l'altre stelle…” non è l’amore
bensì
  • “qua, così” è la dominante.
Qualcosa che puoi ritrovare ad ogni “grandezza” dell’osservato ma, solo attraverso lente frattale espansa, con prospettiva ottica aumentata (dimensione aggiuntiva), “lato tuo, centrale”. 
Un esempio, in tal senso, è:
Atwill afferma che il Cristianesimo non è iniziato come una religione, ma come un progetto di governo sofisticato, una sorta di esercizio di propaganda utilizzato per pacificare i sudditi dell’Impero Romano…
Link
Ovvio, questo non vale solo per una religione, ma… per tutte, poiché 1) la memoria frattale espansa ti ricorda sempre, ovunque e comunque, il momento di “è già successo”, 2) la dominante viene replicata, ad ogni livello, in quanto caratteristica ambientale tipica/fondamentale, nella realtà che si manifesta di conseguenza, 3) l’esperimento, in corso d’opera, si risolve nel momento in cui la dominante è interamente manifesta.
  

lunedì 23 maggio 2016

La “memoria" ti riconosce, poiché "è già successo".



Un altro mondo è possibile…”.
Ken Loach
La religione è la “branca scientifica” che più ti ricorda della compresenza, non manifesta, dominante (che sia Dio, che sia il Diavolo: non importa, a livello di lente frattale espansa “lato tuo, osservatore, centrale”).
La tecnologia informatica è, invece, quella che più esprime il concetto di programmazione, alias:
  • d’incantesimo previsionale (algoritmo, trasferimento interno dell’intenzione esterna, dominante).
Una macchina è quanto di più “esatto”, esista, in termini di asservimento, ordine, assenza di interferenza propria, lavaggio del cervello nativo, etc.
Perché esistono i “virus”, nella macchina software?
Perché, la realtà manifesta è caleidoscopica ed indicante sempre il “nord magnetico dominante”; da qualsiasi parte la “giri/orienti”:
  • la realtà manifesta è totalmente controllata (segnale frattale espanso = esistenza della macchina hardware/software/wetware)
  • la realtà manifesta è totalmente dominante (segnale frattale espanso = esistenza del virus, trasversale al funzionamento della macchina)
  • la realtà manifesta riflette totalmente la “tua” condizione esistenziale “qua, così” (segnale frattale espanso = mondo del lavoro, il debito, Dio).
Ogni livello frattale espanso, è configurato a forma piramidale “qua, così”, per cui… ogni livello frattale espanso è interpretabile in funzione della “lente/prospettiva, dell’osservatore di parte e/o dominante” e 1) mantiene sempre lo stesso significato, anche se 2) lo stesso significato incarna più “stati” allo stesso tempo, potenzialmente, 3) come il comportamento dell’acqua vs il livello della temperatura, insegna.
Mediante una sola “caratteristica ambientale”, si coordinano tutte le altre, in un ambito nel quale esiste sempre l’eccezione e dove “l’eccezione conferma sempre la regola” (a meno che, questa "eccezione"... sia una nuova grande concentrazione di massa).
  

mercoledì 30 marzo 2016

Una realtà manifesta "stabile". Ma da quale prospettiva?



Tu, che sei una persona “normale”, hai forse qualche causa pendente con la “giustizia”?
Temi di essere “arrestato/a”? I servizi di pubblica sicurezza ti sono addosso? Sei pieno/a di “cause giudiziarie”? Hai molti “scheletri nell’armadio”, oltre a quelli di “ordinaria amministrazione”?
No. Vero?
 
Ebbene, di conseguenza, perché molti “imprenditori, politici, ex presidenti, ex amministratori delegati, persino… ecclesiastici e sportivi, sono – viceversa – alle prese con situazioni del tipo “a te, ancora, estranee”?
Perché, “ad un certo livello” sembra che non si possa fare a meno della “bustarella”, del “doping”, dell’inciucio?
Perché, “al tuo livello” sembra che non esista tutto ciò?
Perché… quando sei in coda, sembra che la tua scelta sia sempre quella “sbagliata (in termini di “tempo occorrente per arrivare a… pagare, prenotare, giungere allo sportello, adempiere al “tuo dovere”, etc.)?”.
Se ti sembra di essere completamente “lindo/a”, ossia, se riesci a pensarti al di là, al di fuori di situazioni che, invece, sembrano colpire solo “gli altri”, sei grossolanamente “disturbato/a”.
Perché?
Perché cambia solo, appunto, il “livello” nel quale sei inquadrato/a. Non cambia la sostanza. E se ci pensi bene, te ne puoi accorgere tranquillamente.
È la “dimensione dell’interesse” che cambia.
Non la questione “corrosiva”, nella quale sei.
   

venerdì 18 marzo 2016

La free energy de’ noantri (7) e “I droni della morte” (parte 1)



SPS “la voleva finire qua, con la saga de’ noantri”, ma (c’è sempre un “ma”)… ha sentito che “non è ancora finita”.
Non sapendo nemmeno dove intende arrivare, continua (perché… il tema “free energy” tocca aspetti centrali dello stanziante status quo” che, come una immane, eterna, auto vorticante tempesta secolare, non ti lascia mai; poiché ricade su di sé, in termini frattali espansi, fondamentali, l’interesse dominante che ivi solo riflette, sempre che non ti limiti a patirne solo gli effetti, in termini di… destino, mancanza di alternativa sostanziale, conseguenza, dipendenza, norma, abitudine, prassi, convenzione, usi e costumi, moda, tendenza, credo, sapere, ricordo, educazione, alimentazione, valori, politica, tutto compreso, etc.).
Qualcosa “che non vuole finire” è qualcosa che “ha ancora molto da dire”.
Così, anche la presente “saga”, descritta in SPS, non finisce certamente “qua, così”.
Se ti sei stufato/a di “leggerla”, è solo un problema tuo.
 
Ti serve sempre qualcosa di “nuovo”, per destare la "tua" curiosità, per non decadere nella “noia”? Anche questo è un tuo problema, poiché le informazioni (relative a qualsiasi stato dell’arte) sono sempre disponibili tutte attorno e dentro a/di te.
Se… non… ne… vuoi/puoi… prendere… atto… allora conseguirai “qua, così” in eterno, girando sul posto convinto/a sempre di “fare/essere altro”.
La free energy “la incarni tu”. Te ne sei accorto/a?
  

lunedì 14 marzo 2016

La free energy de' noantri (3)



In “questo mondo, ci devi saper stare ('farti furbo').
In che senso?
In quello che... ti devi adattare per poter sopravvivere? Tutto qua? Si riduce a ciò, l’intero ambito della “tua” esistenza “qua, così”?
È lecito, allora, “semplificare” il tutto, paragonandolo ad una lotta senza fine di continuità e senza nessun “valore”, nemmeno in grado di scalfire la “cortina di ferro” del reale manifesto?
 
Presso gli antichi greci, esisteva il duopolio Atene/Sparta; pressi gli uni, si celebrava l’arte della “mente”. Presso gli altri, quella del “fisico”. Ossia, due espressioni facenti capo ad individui, del tutto identici, ma “diversificati per luogo di nascita (manifestazione)”:
  • era, infatti, “sufficiente” nascere qua o là (ed essere valutati “abili”, direttamente al momento dell’arrivo alla luce del Sole)
  • al fine di divenire “ateniesi o spartani”
  • assumendo, nel tempo auto educativo, la valenza una o altra.
Ma, prestandosi a questo, “dove andava a finire il cosiddetto ‘libero arbitrio’ individuale”? Dove… la relativa sovranità? Secondo quale “intento”, i neonati venivano destinati verso una precisa “direzione”?
Oggi, non è diverso. Se ci pensi bene, non è cambiato niente…
  

martedì 8 marzo 2016

Semina e selezione programmata...


Prospettiva artificiale (parte).
Nessuna quantità di esperimenti potrà dimostrare che ho ragione; un unico esperimento potrà dimostrare che ho sbagliato...”.
Albert Einstein
Eppure, Einstein – a ragion veduta (da quello che è successo) – “ha avuto ragione”. No?
“Qua, così”… indica lo status quo.
Non un “stato attuale qualsiasi”, ma… quello che esattamente non cambia mai, nonostante tutto quello sei portato/a a… pensare.
Ad esempio, il “qua, così” attuale deriva da un’unica linea di “depressione”, che viene avanti e prosegue ininterrottamente da… “sempre”:
  • tutto ciò che sai, rientra nello stesso “solco d’aratro”
  • dalla condizione cosiddetta “primitiva”
  • alla condizione cosiddetta “moderna”.
Tutto è di parte, poiché unilateralmente proposto ed approvato:
  • la parte che propone è quella dominante, per “bocca” di quella che approva, ossia, di quella più interessata/influente e, ovvio, inconsciamente reagente per non apparenti questioni di “interesse personale”, innalzate politicamente al livello dell’interesse comune
  • la parte che approva, “in seconda istanza”, è la Massa (che si limita, però, solamente a conseguire).
Approvando, cioè, “per tacito consenso”…
La Massa si crede ignorante (in... difetto), nonostante tutto ciò che è disponibile tutto attorno ad essa. Perché, un individuo della Massa, di fronte ad un “esperto” o ad una “autorità”, si scioglie come neve al Sole, sempre (pur gonfiato dall'Ego).
  

lunedì 29 febbraio 2016

Coprendo la causa, vivi di conseguenza.



Bollettino = “comunicazione ufficiale di notizie di pubblico interesse”.
Link
Per il motivo sopra esposto, da oggi – giorno “fuori dal tempo” dell’anno bisesto – SPS si riferirà ai propri “scritti”, con il termine “bollettino”. Perché:
comunicazione ufficiale di notizie di pubblico interesse
Notizia = “dal latino ‘notitia” da notus… noscere, conoscere…”.
Link
Ogni “quotidiano SPS” avrà un numero progressivo, partendo – quest’oggi – dal numero naturale accumulato nel tempo “qua, così” di 1767 (a partire dal 17 settembre 2009).

Questo, perché… SPS è quell’antenna, issata sopra allo status quo dominante, che si è ben radicata al fine di garantire una fonte d’informazione e copertura, in alternativa sostanziale, rispetto a… tutto ciò che è loop, nel loop AntiSistemico (il reale manifesto, in questa versione “ingiusta” lato umano, individuo per individuo).
Il “verso giusto”, di una simile riformulazione di realtà unica, sostenibile poiché manifesta in chiave di ricatto/dipendenza/”induzione alla… sopravvivenza”, è solamente quello “lato Dominio”:
  • la conformazione di potere centrale
  • a capo della forma che riconosci come la “tua” realtà di riferimento concreta, materiale ed unicamente possibile (un “collo di bottiglia” sorvegliato dalla forza dominante, non manifesta ma “solo” compresente).
  

giovedì 25 febbraio 2016

Nella sostanza, il contenuto.


 
In molte "trame da/di film", non capisci l’evoluzione della storia (il... come si sviscera dopo un “colpo di scena molto cervellotico”), “i perché”… ma, non ti sforzi nemmeno di capire “se è vero”, perché il ritmo incalza, la pressione aumenta e, sopra a tutto, “nulla avviene per caso (compreso il "tuo" conseguire in... fiducia)”.
Infatti, ricorda sempre che c’è una regia, che non vedi.
Un controllo che ha previsto tutto.
E la regia è solo uno dei livelli in gioco, che prendono decisioni “per te” (per il tuo auto intrattenimento). Dei fattori causali che hanno interesse ad operare così, perché ogni livello risponde a quello “superiore”, al quale la dipendenza (gerarchia) ricollega sempre.
Ogni livello? Sì, fino ad un certo punto, “dove” accade che le “cose” iniziano a rendersi dubbiose, fumose, evanescenti, profonde e non alla luce solare (interramento).
Una “zona” off-limits, per te. Qualcosa che delimita “qualcosa”.

Te ne accorgi? Segui a ritroso la “catena” (qualsiasi… catena). Prima o poi non riesci più a “spiegartela”, perché “le acque si agitano”, oppure, “le acque sono talmente calme, da confondersi col cielo”.
  

martedì 23 febbraio 2016

Coi magneti si può.


Se "funziona" tutto questo, allora...
Dovresti fermarti a pensare.
  
No, meglio:
immaginare (un modello di “pensiero” più completo ed originale, senza pesi né attriti o debiti verso il passato). Che cosa?
Come, il paradigma educativo – sempre più globale (alla faccia degli “usi e costumi locali”) – significhi sopra a tutto:
deviazione e controllo a monte, di tutto ciò che “potresti essere/fare se… non fossi sotto/dentro ad un simile giogo”.
SPS è fissato? È paranoico? È “fuori di zucca”?
Vedi un po’ tu. Fai (da) te. Ma… un simile "tuo" giudizio, quanto risente del modello auto ispirante, nel quale “sei” e che, dunque, “ti ha”?
È questo che non riesci più a “fare”: essere te stesso/a.
Essere in te stesso/a…

Nella dualità "servi". Il "centro di massa" è altrove (Terzo Stato)...

Il “tuo” sempre troppo poco tempo, a cosa equivale?
   

venerdì 19 febbraio 2016

Tu e “Tu” (4)



Tutti quanti hanno un passato, hanno un dolore e hanno una cosa che vogliono… Tu che cos’è che vuoi?”.
U Turn
Volere è potere?”. Sì, se non entri nei particolari (e, lo sai che, il "Diavolo" si nasconde proprio nei dettagli, tra le righe, come un cavillo che – alla fine – permette di avere la meglio sull’intera “causa”).
Quando lo fai (se... lo fai), probabilmente, ti accorgi che esiste, prima ancora (a livello di potenziale gerarchico) l’intenzione.
L’intenzione muove l’azione e la volontà è - nel mezzo - collegata all’azione, non all’intenzione, che è comandata dall’idea e, prima ancora, dall’ispirazione.
Se disegni una “cartina muscolare (dell’apparato non solo fisico ‘essere/fare’)”, condensi su carta ciò su cui non ti soffermi mai più di tanto, perché… sfuggevole, “poco pratico” e sottile (oltre al fatto che "sei/ sopravvivi" e lo fai/sei da una prospettiva dominata, indiretta, inconscia, immerso/a come ti ritrovi nel firewall ambientale, che ti sembra sempre e solo… naturale, perché senza alternativa sostanziale manifesta).
La frattalità espansa, tuttavia, riporta sempre sino a te, qualunque sia il tuo/”tuo” stato, nel quale versi o sei, l’informazione relativa al grado di verità massima, codificata nei livelli della manifestazione realistica “qua, così”.
Immagina:
se la realtà si manifesta ed è manifesta, per via infrastrutturale, ossia, secondo la caratteristica d’assieme “Dominio, forma, gerarchia”, ne consegue che... lo status quo emerge per funzionamento di ingranaggi, che puoi meglio immaginare come dei “livelli”.
Questo livellamento impedisce alla frattalità espansa di raggiungerti direttamente, per mezzo del significato più immediato, relativo al “carico di verità” trasportato, poichémemorizzato.
Lo riesci a percepire?
  
Una struttura a livelli, magari concentrici, magari tutti emergenti attorno ad un centro (che non è manifesto), edifica una “gabbia di contenimento, indirizzamento, riconfigurazione, auto intrattenimento apparente” ma, anche:
  • un filtro d’impedenza “naturale”
  • per quel segnale frattale espanso, che giunge "esternamente"
e
  • incontra una simile “rete”
  • dovendo codificarsi ad hoc, trasportato nella corrente multilivello, non casuale.
      

giovedì 18 febbraio 2016

Tu e “Tu” (3)


Illuminazione artificiale e... "tutto quello che serve".
La chiave sta nella presentazione”.
Uncanny
La “presentazione” è, apparenza. Dunque:
la chiave è apparenza, oppure, gioca sull’apparenza?
La “chiave” è sostanziale, anche se “apparente” o se “gioca sull’apparenza”, perché – in ogni casogenera un risultato preciso, esatto, inteso ed intenso.
Sia che “ciò che sai, perché ti viene presentato”, è apparente o meno, per la mente non cambia nulla, in termini di efficacia della presentazione, di realismo rappresentativo, di scenografia seducente.
E ciò, dimostra che 1) tu fai tutto per auto suggestione “direttamente ma indirettamente e/o viceversa”, 2) tu fai tutto per auto suggestione indotta da 3) una fonte esterna, che 4) si presenta a te “nella migliore delle vesti, auspicate per mezzo della ragione d’insieme dominante (moda)”.
La “tua” mente funziona per luoghi comuni.
Ora, trova il modo di accorgerti che “questi luoghi comuni, si formano per sensibilizzazione della Massa, da parte di una fonte non meglio precisabile, perché non precisata (dimenticata)”.
La ragione fondamentale della forma del reale manifesto “qua, così”: il Dominio.
Il Dominio è come un agente virale:
si trasmette da individuo ad individuo, sopravvivendo nello stesso ambiente di riferimento (l’unico contesto che sembra, a tutti, possibile poiché immaginabile).
In termini di loop, ti pieghi ad incurvare anche l’orizzonte, che ti trasmette sempre segnali di feedback, relativi ad una chiusura dello spazio, piuttosto che il contrario… come se, per mezzo del tuo sguardo, andassi a sbattere contro una parete di contenimento, piuttosto che penetrare quel limite, andando oltre, dentro a ciò che circonda il pianeta.
   

martedì 9 febbraio 2016

Il labirintico status quo (4)


Quando, la luce, incontra un "corpo di contrasto", si manifesta... illuminando e caratterizzando.
Sei nato/a nello status quo.
Qualcosa che è sempre attuale, perché viene mantenuto, come tale, per mancanza di alternativa sostanziale e, non, perché… “è possibile solo questo modo, 'qua, così', di concepire il mondo”.
La realtà è, prima di ogni manifestazione, un potenziale, un iceberg... dal quale si distaccano (non casualmente) pezzi, che insieme costituiscono il reale manifesto “qua, così” (perché inteso/scelto dalla grande concentrazione di massa, dominante… che non è l’iceberg, bensì, “il terzo incomodo”: il Dominio, il "calore/colore" che agisce sull'iceberg, affinché perda i pezzi, in sintonia con l'agente dominante).
E “se sei nato/a direttamente nel ‘qua, così’”… che ti resta da fare, se non puoi “essere ciò che già sei, ma che hai dimenticato”? Non ti resta che “piangere”, ossia… conseguire, se non ti accorgi.
Ti sei adattato/a. Hai messo radici. Hai creato una bolla nella bolla, facendotela andare bene, anche se… dentro di te, qualcosa, non riesce mai del tutto ad “accomodarsi”, perché è come se ti manca sempre qualcosa, anche quando ti sembra di avere tutto.
- E Junior?
- Non si ricorda niente. Lui, sai… non l’ha mai conosciuta veramente. Così la cosa non lo tocca molto

Il coraggioso
Qualsiasi “perdita” può essere dimenticata, nel tempo e nella diluizione mentale, facendo sempre altro. Avendo sempre “come prima cosa da fare… mille altre cose da fare”.
  

martedì 2 febbraio 2016

Centri di potenziale (passato prossimo).



La "legge (in ogni sua forma)" è una forma di "passato (sempre) prossimo".

Il Dominio "ieri, prepara, l'oggi". In italiano (qualsiasi "cosa" sia) è... sbagliato. Vero? Il tempo del verbo, non è corretto. SPS, tuttavia, è certo che "si capisce ugualmente", di cosa si tratta...
Il passato prossimo come forma dell'attualità.
Questa forma verbale può indicare un'azione da considerarsi compiuta nel presente...
Anche se l'azione è situata nel passato, l'effetto (compiutezza) è attuale, si riferisce al momento dell'enunciazione.
Dunque, non si può parlare di un vero e proprio riferimento temporale al passato, ma piuttosto di aspetto compiuto.
L'attualità della forma del passato prossimo traspare negli esempi soprattutto dalla presenza di un'indicazione temporale abbastanza precisa (adesso; in questo momento). Si noti peraltro che negli enunciati proposti non sarebbe possibile usare il passato remoto...
Link
Sono esistite almeno cinque Ere glaciali nella storia della Terra
Link
Così come un’era glaciale, passata, è già successa, “è già successoche
È lecito, dunque, poter immaginare (non senza una logica basata sui fatti, frattale espansa) qualcosa d’insieme, relativo a “ieri”, anche a partire dai centri potenziali che esistono “oggi”, come – ad esempio – il “deposito dei semi” alle isole Svalbard.
In caso di cataclisma planetario, improvviso o progressivo, coloro che detengono la “proprietà privata”, di una simile “banca”, di fatto, che cosa vengono a detenere, oltre al patrimonio investito nella banca?
Non è, forse, intuibile che, a quel punto, è il “destino umano” ad essere nelle mani di una proprietà unica, privata e non del tutto emersa alla luce del sole, se non altro per quanto riguarda le “intenzioni in toto”.
E se una simile “fonte di memoria”, vivesse di luce riflessa e, a quel punto, potesse esprimere quelle che erano le progettualità iniziali (qualcosa che va al di là di una semplice, utile e provvidenziale, raccolta di sementi mondiali), ossia:
  • un investimento a lunghissimo termine
  • un progetto
  • un “esserci sempre e comunque”, anche a fronte di ogni tipo di asperità, sull’onda lunga del motto: ogni crisi è una opportunità.
   

martedì 29 dicembre 2015

Anche un virus è arruolabile.






La commissione etica che mi ha giudicato dice di essere indipendente: ma chi paga i viaggi e il lavoro dei componenti di questa commissione? La Fifa...”.
Michel Platini
Chi controlla i controllori? E, dunque, possono mai esistere dei “controllori, superiori al giogo delle parti”?

“Qua, così”… no. Ad eccezione di SPS.
Una “piccola indagine”, che chiunque può mettere insieme anche solo limitandosi a leggere ciò che passa in Rete. Uno “schema” che si ripete da sempre e che per ricomprenderlo, basta anche solo limitarsi a spulciare qualche “scandalo” legato, ormai, indissolubilmente al passato, per via delle “prescrizioni” (ad esempio). Una “sostanza” che rimane immutata, nel tempo, nonostante “tutto”.
Una “memoria” troppo superficiale, per permetterti di “ricordare a fondo”…
Tre citazioni e poco (testo) altro. L'approfondimento lo decidi tu, eventualmente.
Da un lato – i soliti danneggiati, infrastrutturalmente previsti “qua, così”; dall’altro lato – i “soliti ignoti”, infrastrutturalmente predisposti “qua, così”:
sullo sfondo, la sottile compresenza – non manifesta – della Ragione fondamentale (Dominio), per la quale le “cose vanno esattamente dove/come devono andare, da millenni (sempre) nello status quo che si riattualizza in continuazione, per ‘tacito consenso’”.
   

lunedì 21 dicembre 2015

Indossa la lente SPS per la realtà aumentata.


 
“Qua, così” (in questo reale manifesto, “ad immagine e somiglianzacertamente di una causa originale”), emerge sempre – per via della “intelligenza/intenzione/memoria frattale espansa” – un modo “altro” di osservare e vedere le “cose”.
Ossia, le parti e la parzialità, la parte e la totalità, mosse da interessi apparentemente diversi ma... identici nella sostanza (“libertà da…”), evocano ed attirano a sé (manifestano) ambiti da concretizzare che, non possono “tutti assieme” divenire realtà manifesta, in quantoché... recanti intenzioni in conflitto tra di loro, dal momento in cui – le parti e la parte – “pensano, vedono e progettano, diversamente, il 'loro' futuro che, per realizzarsi comunemente, necessita del “lavoro inconscio delle parti” (rese ingranaggio, usate, consumate mentre consumano, indottrinate e sagomate ad hoc, molto spesso – quasi sempre – senza più averne il minimo sentore).
In questo gioco, che diventa giogo, esiste sempre (sempre) “La Causa (il Dominio)”.
Ora, come “vedere” questa Causa?
Dal momento in cui, il clou della relativa strategia è “la non manifestazione (al fine di rendere il “vantaggio”, massimo)”, non ti resta che… “evocarla”. Come e in che modo?
  

venerdì 18 dicembre 2015

Se non vedi e non ricordi, non osservi e non interagisci.



La linea E sta sottoterra. Non va in superficie…”.
Time Out of Mind
Che cosa “non esce sino in superficie”?

Ciò che è “al di sotto di…”; alla “sua” radice. All’origine.
L’alimentazione della “forma (emersa)”.
Dunque, che cosa sai in/della superficie? Ciò che "vedi", studi (quello che altri hanno redatto), riconosci, ricordi, etc. Ma, non sai ciò che si annida al di sotto (dove per “sotto” devi intendere: a monte, prima di).
E non lo sai, perché non lo ricordi più.
Lo ignori, dunque.
E avendolo dimenticato, non lo sai. Per cui, consegui (qualsiasi sia l’origine celata alla vista). Da “qua”, puoi riuscire – se te ne accorgi, perlomeno (e SPS te lo sta rammentando da anni) – ad implementare nel “tuo” processo logico/razionale/intelligente/rinsecchito… anche la compresenza silente (Dominio), auto installata al di sotto della prospettiva superficiale.
Mhm… non ti sembra che, allora, la “forma del reale manifesto, abbia un po’ più ‘senso’”?
Ingiusta, rimane ingiusta ma… perlomeno – ora – sai il perché.
E, sapendolo, puoi persino (anche) mettere insieme uno straccio di intenzione, che sia sufficientemente originale (tua, lato tuo) da ritenere di aver finalmente “bucato il firewall ambientale, perlomeno nel senso dell’accorgerti di…
  

giovedì 17 dicembre 2015

Il solito distacco "professionale".



(Link al video)
Il mondo non vi aiuterà. Vi aiuterà Dio. A Dio importa di voi…”.
Time Out of Mind
Dasempre” (da quando te lo hanno insegnato, perché “di tuo” non sai/ricordi nulla. Infatti, cosa “sapevi” appena nato. Di più, “che cosa ricordi di sapere, appena nato”?) “qua, così”la comunità “meglio organizzata (quella solitamente più… pronta alla guerra, ossia, quella intenzionata ad invadere, conquistare, possedere, combattere, dominare, etc.) ha avuto la meglio su tutte le altre
  
Come ti spieghi, altrimenti, "gli imperi (oltre al significato frattale espanso, relativo alla compresenza del Dominio)"?
Non solo; da questa prospettiva, allora, tutto il “sapere (lo “sviluppo sociale”) deriva da una condizione di base (di partenza), definita da una propensione alla sopraffazione altrui.
Questi tempi, sono figli di quel tempo (che non è mai passato di moda ma, solo finito nel "tuo" dimenticatoio).
Che cosa significa, dalla prospettiva frattale espansa?
Che una simile condizione generale (sì, perché, virale. Dal momento in cui, ogni comunità ha dovuto “per causa di forza maggiore – il sopravvivere”, dotarsi della medesima “attitudine alla guerra, alla difesa, alla violenza, etc.”) è “la caratteristica dominante, ‘qua, così’”.
Capisci? Non “una” caratteristica. Ma, “la” caratteristica.
A livello frattale espanso, tutto ciò significa - senza ombra di dubbio - che, 1) non essendoci casualità, 2) esiste, allora, un principio ispirante e 3) dominante, che 4) la "legge, strumento e memoria frattale espansa" replica, per 5) funzione/programmazione nativa, 6) nel medesimo ambito reale manifesto, 7) provvedendo a rendere tutto “simile a sé (specchio riflettente il Dominio)”.
La "caratteristica" è frutto dell’opera d’espansione frattale, “ad immagine e somiglianza” del Dominio (a capo dello status quo).
È il Dominio ad essere la “tua” fonte di sapere/ricordo.
   

lunedì 14 dicembre 2015

Un punto di vista altrui, è la tua certezza.



Di doman non c'è certezza…”.
Lorenzo de' Medici
Di quali “certezze” ti nutri? E di quali, si nutre lo status quo?
Ad un primo sguardo, sembra che certi “paletti” siano identici e che, dunque, collimino a livello quasi “naturale” (il credo punta a ritenere la stessa “cosa”, l’esigenza del dipendente e quella del principale).
In realtà, tuttavia, le “tue” certezze derivano dalla necessità centrale “altra”, al governo del reale manifesto “qua, così”.
Il Dominio crede nella certezza (se la “procura” e la alimenta) che il proprio impero sia eterno.
Tu credi in ciò che, nella scia dell’abitudine, respiri come fosse tuo (il sopravvivere facendoti andare bene la “spigolatura” accessibile, come “galline felici, che fanno uova… migliori”).
Per cui, “in chi/cosa credi”? In chi/cosa riponi la tua fiducia?
Di quali certezze ti nutri, tra teorie e convenzione?
Trattasi di una vera e propria “alimentazione”, di una modalità alimentare dettata a “forza” (quella della mancanza di alternativa sostanziale), che ti viene erogata a livello di controllo non manifesto, in virtù di una forza unilaterale del tutto sconosciuta a te, per via del prosciugamento della memoria tra le anse del tempo.
Tu consumi. Egli/loro… ti consumano.
   

venerdì 11 dicembre 2015

Il decreto “salva… chi/cosa”?



Che cosa salvano... i "decreti"? Lo status quo.
Salvabanche, Ue: "Le 4 banche salvate vendevano prodotti inadatti. Governo responsabile"...
Link
Quale tipo di "pubblicità" è contenuta in "tutto quello che succede"? In Europa, il vento soffia dalla parte della Ue:
la sua condensazione ha preso vigore dal momento in cui... è "scoppiata l'ultima grande crisi internazionale".
“Qua, così” non hai scampo se non inizi ad accorgerti.

Ma, un momento. Urge una definizione esatta dei termini, prima di andare avanti.
Non hai scampo = rimani auto ingabbiato/a in questa versione di reale manifesto (“qui, così”). Ora, a qualcuno potrà anche andare bene ma, una simile presa d’atto, deriva dall’ignorare quello che, così, si evita di raggiungere (alternativa sostanziale). Per cui, si può asserire che:
“qua, così” tu sei ingannato (mantenuto all’oscuro), rispetto al tipo di esistenza che puoi condurre se solo… ricordassi. Una dimenticanza che non è accaduta per caso, bensì, che è sopraggiunta proprio grazie al tipo di indottrinamento che, via via, si è auto installato a livello d’abitudine “forzata”. Senza una causa dominante manifesta, tu consegui.
Accorgerti = renderti conto della causa dominante, che è non manifesta, proprio per una migliore efficacia della propria strategia di “comando e controllo”. Qualcosa che è a metà tra il diretto e l’indiretto e che, in definitiva, “è entrambe le circostanze, allo stesso tempo e sempre a livello causale”.
Dunque, se non ti accorgi“non hai scampo”:
rimani “qua, così”.
  

giovedì 10 dicembre 2015

Misura le forze secondo le intenzioni.


"Nonna" Merkel.
"Misura le forze secondo le intenzioni…".
Ryszard Kapuściński
Questa profonda “deduzione” è molto significativa, anche, di quella parte “invisibile” - che è causale - alla radice di “ciò che fai”. L’intenzione "non si vede, ma c'è. Perchè... è dentro".
Ciò che alimenta e forgia un “atteggiamento”, dal quale si giudica il “comportamento”, alla base delle “azioni”. Ma “le intenzioni” che cosa sono, in realtà? Sono solo quello che “provi” interiormente? Sono senza “padre né madre”? No.
Esiste, infatti, l’ispirazione, l’influenza, la tendenza, la “legge”, l’inerzia, la gravità, l’interesse, etc. Cioè? Come riparametri tutto ciò, alla luce di una varietà di “agenti atmosferici”, in azione costante e sempre parte in causa?
"La strada per l'inferno è lastricata di buone intenzioni..."
Karl Marx
Tutto ciò che è nel piano inclinato reale manifesto (gerarchia), risente proprio di una simile “forma (d’onda)”. Per cui, quando si ricorre ai termini del linguaggio, come quelli appena sopra citati, che cosa si esegue?
Si “piazzano” delle denominazioni linguistiche, cariche di significato convenzionale, ad hoc. Ma, queste caratteristiche, in realtà, a cosa equivalgono? Vengono davvero “prima”?