martedì 5 novembre 2019

Chi c’è, non esiste. Chi non c’è, esiste = chi c’è, c’è.



Sei (nel) “qua (così)”; lad-dove passi da Babbo Natale a… “nella vita non ti regala niente nessuno”.
Wow
E, dopo che hai ricevuto effettivamente dei regali - per qualche “tener3” anno - vieni proiettat3 in qualcosa di diametralmente oppost3. 
Qualcosa che “fa (e lascia)”… danni.
Qualcosa che ti cambia, ap-portando l3 modifica te vs “te”. 
Ovvio, qualcosa che “è” causale (anche se non esiste; c’è cosa/chi se ne approfitta e, dunque, “hai voglia a dimostrare” davanti ad un tribunale).
Sei, se preferisci, nell’Anti-Sistema. 
Oppure, ancora, sei nel “Sistema”, con l3 natura e l3 “natura” contemporaneamente auto esistenti.
Origine e... creazione.
Poi, anche se non “vuoi”, sei dove ognun3 lavora e, nonostante ciò, crede che sia tutt3 farina del proprio sacco. 
Sei in un impero senza alcun3 necessità di vessilli esposti alle torri del castello (che è divenut3, nel durante, un “museo”, da visitare – indovina un po’ – a pagamento o “dietro a compenso”). 
Sei nell’ambiente frattale espanso, in cui tutt3 è verità, alias, significato (informazione, memoria, etc.), ma, sostanzialmente e non “di fatto” (che è e rimane il terreno su cui si esprime ed esplica l3 scienza, ch’è deviat3 secondo auto deviazione standard, in tale forma di status quo de noantri).
Insomma, sei in un sacco di cose, contemporaneamente ma parallelamente e/o in modi sovra/sotto espost3 = come in quei quadri dell’im-possibile, in cui uno scenario entra nell’altr3 ed allo stesso “tempo”... viceversa, senza fine di continuità, come in un incanto se (se) non ne riesci ad auto decodificare l3 trama. 
Sei in un3 sorta di “teatro”, che il teatro rappresenta, essendo proprio informazione infrastrutturale ambientale. 
Ergo: 
sei nell’essere causalità di ogni dato o “del dato”. 
Poi, sei anche nel reale manifest3 a maggior punto di sospensione
nel controllo wireless, non locale, ubiqu3, in leva, etc. che, ad esempio ma causalmente, anche l3 tecnologia (ti) riflette, non essendo “solamente” tecnologia, bensì, di più – essenzialmente – informazione. 
Sei nel “è già success3”, ovvero, nel continua a succedere ad immagine e somiglianza (eco). 
Ecco perché tutt3 si rassomiglia nell’essenza o nel significare.
Infatti, se getti un granello dalla cima di un pendio, per differenza di potenziale (gravità, accelerazione, etc.) giungerà sino ad “a valle” un’autentic3 valanga (conseguenza). 
Sei, allora, parte dell’essere “a Massa”, che si carica tutt3 sulle spalle, poiché, “natura(le)” o “norma(le)” = “così (qua)” fan tutt3 (anche se “non ti ap-pare”).
Sei “un3 e trin3” o puoi essere in infinit3 modi, nonostante credi di non sapere, di non essere possibile, di essere fantascienza oppure (come in) un film (film che è ancora e sempre, informazione ambientale “che non guarda in faccia a niente e/o a nessun3”)…
Un esempio di come (nel) “qua (così)” tutt3, invece, venga pres3 o ri-as-sunt3 in maniera o modalità “lucciole per lanterne”? 
Ecco quanto
Jordan Ellemberg: il buon senso è tutto un algoritmo
C’è un insopprimibile principio estetico che pervade anche le 580 pagine de “I numeri non sbagliano mai. Il potere del pensiero matematico”... Jordan Ellenberg…
La matematica, questo è il messaggio di Ellenberg, è regina e serva delle vite di noi tutti, comuni mortali, che i numeri e i teoremi li mastichiamo a fatica…
Pietro Greco 31 agosto 2015 Link
“Dove” si trova l’informazione ambientale frattale espansa, in tale “libro” di 580 pagine?
Ovunque
Tant3 che... è un’assurdità non accorgersene.
Invece, l’essere “scienza”... diventa e appare, come qualcosa di elitari3, di “per sol3 addett3 ai lavori”, per chi ha un QI superiore, etc. 
Ossia, il mondo – versione Anti-Sistema – è… di/in parte, rispetto al come dovrebbe essere, che rimane im-possibile o utopia.
Cosa (chi) significa, invece, tale “libro”, va completamente nel dimenticatoio.
È come, ad esempio – molto grezzamente - adorare l3 “sacra pala”, invece che utilizzarl3 per scavare.
Oppure, è come mettere in un museo qualcosa di molto antic3, ch’è ancora “antic3” tecnologia ma (ma) senza più il principio “energetic3” che l’auto alimentava.
Immagina di trovare un walkman nell’anno 3000:
laddove il concetto di “corrente d’alimentazione” è assolutamente mutat3.
Che cosa te ne faresti di un simile “primitiv3” manufatto? L3 metteresti in un museo, al limite.
Senza ricordare a cosa (chi) servisse, al proprio “tempo”. E, dunque, cosa (chi) significasse e continua a significare (poichè squadra che vince... continua a succedere, sostanzialmente). 
Allora, è ancora prendere una pala e adorarl3, invece che usarl3 o, ancora di più, auto decodificarne l3 portata in termini di significato (come se quell3 pala fosse l’ingranaggio di un assieme che “ora” ti sfugge proprio, essendo l’ambiente in toto).
Ricevo e condivido.
Pregiudizio di sopravvivenza= avviene quando guardiamo le cose che sono sopravvissute quando invece dovremmo concentrarci su quelle che non ce l'hanno fatta = ?
Retro ingegneria invers3 (per ciò non ce l'hanno fatta...).
Cosa (chi) non ce l’ha fatt3, scompare dal (nel) “qua (così)”, poiché “è già success3” ed il continua a succedere è sempre all’insegna dell3 parte che ha vinto.
Ossia, ecco perché “guardiamo le cose che sono sopravvissute...” e che, allora, sembrano essere tutt3 ciò che esiste.
Significativamente:
l’essere compresenza eco-dominante, che non esiste; c’è
(non) risulterà mai se (se) sei in tale mo(n)dus…
Alias: 
ecco(ne) l3 strategia portante, nonché il significato (riportat3 in ambito di informazione ambientale frattale espansa, che richiede l’atteggiamento chiave “formulare”). 
O, ancora, nell’Anti-Sistema “guardi anche a cosa/chi non c’è più”, ma, che nel modus operandi “qua (così)”… ce l’ha fatta (seppure è decedut3) = santi, personalità storiche da studiare a memoria (e magari riconoscersi), apparenze più o meno spiccate, pezzi dell3/nella “macchina”, etc.
Quando finisci nel libro di storia (deviata), sei nel museo Anti-Sistema;
“servi(vi) e continui ancora a farl3”.
Mentre, ciò che “non ce la fatta”, tant’è che… langue al di là del “libro”.
Ergo:
tra il dire ed il “Fare…”
che cosa (chi)
non esiste ma c’è… di mezzo?
“Fai… di ricordare”.
     
Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2019
Bollettino numero 10-30
Riproduzione libera”.