lunedì 29 febbraio 2016

Coprendo la causa, vivi di conseguenza.



Bollettino = “comunicazione ufficiale di notizie di pubblico interesse”.
Link
Per il motivo sopra esposto, da oggi – giorno “fuori dal tempo” dell’anno bisesto – SPS si riferirà ai propri “scritti”, con il termine “bollettino”. Perché:
comunicazione ufficiale di notizie di pubblico interesse
Notizia = “dal latino ‘notitia” da notus… noscere, conoscere…”.
Link
Ogni “quotidiano SPS” avrà un numero progressivo, partendo – quest’oggi – dal numero naturale accumulato nel tempo “qua, così” di 1767 (a partire dal 17 settembre 2009).

Questo, perché… SPS è quell’antenna, issata sopra allo status quo dominante, che si è ben radicata al fine di garantire una fonte d’informazione e copertura, in alternativa sostanziale, rispetto a… tutto ciò che è loop, nel loop AntiSistemico (il reale manifesto, in questa versione “ingiusta” lato umano, individuo per individuo).
Il “verso giusto”, di una simile riformulazione di realtà unica, sostenibile poiché manifesta in chiave di ricatto/dipendenza/”induzione alla… sopravvivenza”, è solamente quello “lato Dominio”:
  • la conformazione di potere centrale
  • a capo della forma che riconosci come la “tua” realtà di riferimento concreta, materiale ed unicamente possibile (un “collo di bottiglia” sorvegliato dalla forza dominante, non manifesta ma “solo” compresente).
  

venerdì 26 febbraio 2016

Dio, la porta ed il calcio.



Il mondo è ingiusto (lo sanno anche i "sassi"). Ti consoli solo con l'immagine di Dio (se ci credi).
E se "non ci credi", che cosa ti rimane da "fare"?
Perché “non ti fidi” di quello che vedi? Perché “ti fidi” di quello che sembra? Perché “ti fidi” di quello che… ti dicono gli esperti? Perché hai così poca stima di te? Perché ti fermi, quando non dovresti farlo e, all’opposto, procedi quando dovresti fermarti?
Perché “la coperta è sempre troppo corta”?
Domanda e risposta collidono, perché c’è una sovrapposizione di stati (a formare strati), nella gerarchia (gerarchia che “non si forma”, ma… “è”).
 
Ossia, c’è sempre un “prima e un dopo”, anche quando tutto sembra avvenire allo stesso tempo. La gerarchia è la “legge”, qualcosa che “si spalma nella sostanza del reale manifesto, qua così”…
La “coperta non è, dunque, troppo corta”:
  • sembra esserlo
allorquando
  • la “tua” prospettiva
  • tende a ritenerla tale
  • non riuscendo, complessivamente, ad osservare d’insieme l’insieme auto organizzato da un centro non apparente, dominante poiché grande concentrazione di massa (mandante o mente operativa indiretta) in delegazione frattale espansa (Genio o braccio operante direttamente).
Ergo: l’azione dominante “increspa il tessuto reale manifesto”, per “interposta persona (non fisica)”.
  

giovedì 25 febbraio 2016

Nella sostanza, il contenuto.


 
In molte "trame da/di film", non capisci l’evoluzione della storia (il... come si sviscera dopo un “colpo di scena molto cervellotico”), “i perché”… ma, non ti sforzi nemmeno di capire “se è vero”, perché il ritmo incalza, la pressione aumenta e, sopra a tutto, “nulla avviene per caso (compreso il "tuo" conseguire in... fiducia)”.
Infatti, ricorda sempre che c’è una regia, che non vedi.
Un controllo che ha previsto tutto.
E la regia è solo uno dei livelli in gioco, che prendono decisioni “per te” (per il tuo auto intrattenimento). Dei fattori causali che hanno interesse ad operare così, perché ogni livello risponde a quello “superiore”, al quale la dipendenza (gerarchia) ricollega sempre.
Ogni livello? Sì, fino ad un certo punto, “dove” accade che le “cose” iniziano a rendersi dubbiose, fumose, evanescenti, profonde e non alla luce solare (interramento).
Una “zona” off-limits, per te. Qualcosa che delimita “qualcosa”.

Te ne accorgi? Segui a ritroso la “catena” (qualsiasi… catena). Prima o poi non riesci più a “spiegartela”, perché “le acque si agitano”, oppure, “le acque sono talmente calme, da confondersi col cielo”.
  

mercoledì 24 febbraio 2016

Il destino è stato cambiato. Ma nulla va mai perduto.


 
Il mondo non è quello che dovrebbe essere. Qualcosa è andato storto. Il destino è stato cambiato. L’umanità è andata persa. Non conosciamo l’origine di questo grande male. Da quale ‘cellula’ è nato… Eravamo ciechi e deboli, come pecore in mezzo ai lupi… Con la nostra caduta, la Terra non ha speranza. Nessun’anima sarà presente per osservare le onde danzare o gli alberi muoversi al ritmo del vento… Tutto ciò fa parte di un piano...”.
Dragon Ball Z – The fall of men
  • il mondo non è quello che dovrebbe essere
  • qualcosa è andato storto
  • il destino è stato cambiato
  • l’umanità è andata persa
  • non conosciamo l’origine di questo grande male
  • da quale ‘cellula’ è nato…
"Tutto ciò fa parte di un piano...":
  • con la nostra caduta, la Terra non ha speranza. Nessun’anima sarà presente per osservare le onde danzare o gli alberi muoversi al ritmo del vento (proprio per questo motivo, il “piano” non può essere questo. Perché, “qua, così” è una proprietà privata “di tutto, per coloro che vi abitano”, ma sempre secondo un senso, una logica, una strategia, una prospettiva dominante, ossia: interessata).
Il Dominio amministra e, a Filtro di Semplificazione attivo, vive nella propria amministrazione, ergo, l’umanità “serve, qua, così”.
Per cui, non può estinguersi.
Del resto, come può "finire" ciò che, per "sua" natura (ormai, ibrida, trilaterale impoverita e, dunque, duale) è “senza fine”?
  

martedì 23 febbraio 2016

Coi magneti si può.


Se "funziona" tutto questo, allora...
Dovresti fermarti a pensare.
  
No, meglio:
immaginare (un modello di “pensiero” più completo ed originale, senza pesi né attriti o debiti verso il passato). Che cosa?
Come, il paradigma educativo – sempre più globale (alla faccia degli “usi e costumi locali”) – significhi sopra a tutto:
deviazione e controllo a monte, di tutto ciò che “potresti essere/fare se… non fossi sotto/dentro ad un simile giogo”.
SPS è fissato? È paranoico? È “fuori di zucca”?
Vedi un po’ tu. Fai (da) te. Ma… un simile "tuo" giudizio, quanto risente del modello auto ispirante, nel quale “sei” e che, dunque, “ti ha”?
È questo che non riesci più a “fare”: essere te stesso/a.
Essere in te stesso/a…

Nella dualità "servi". Il "centro di massa" è altrove (Terzo Stato)...

Il “tuo” sempre troppo poco tempo, a cosa equivale?
   

lunedì 22 febbraio 2016

Oltre al limite imposto dall'organizzazione della infrastruttura.



  
Perché continuare a sopravvivere, seguendo le indicazioni di marcia provenienti dai “modelli alla moda”, che ti raggiungono come segnaletica sequenziale, incontrata mentre procedi lungo una sola, lunga e controllata preventivamente… “autostrada”?
Il futuro è già descritto, in questa maniera.
L’unica variabile, che può “impazzire, qua così”, sei tu.
Sulla via pre tracciata, per te, accetti di rimanervi per timore di “perderti”. In ciò, in un simile atteggiamento, c’è spazio – ugualmente – per tutto, compresa la lunga lista di lamentele, che trovi sempre il modo di “elevare al cielo”, nonostante non cambi mai quella linea di percorrenza, che ti trova sempre pronto/a nel momento in cui puoi, sostanzialmente, decidere e/ma non lo fai puntualmente.
Decidere di far cosa? Di “andare oltre”. In che modo? Fermandoti.
   

venerdì 19 febbraio 2016

Tu e “Tu” (4)



Tutti quanti hanno un passato, hanno un dolore e hanno una cosa che vogliono… Tu che cos’è che vuoi?”.
U Turn
Volere è potere?”. Sì, se non entri nei particolari (e, lo sai che, il "Diavolo" si nasconde proprio nei dettagli, tra le righe, come un cavillo che – alla fine – permette di avere la meglio sull’intera “causa”).
Quando lo fai (se... lo fai), probabilmente, ti accorgi che esiste, prima ancora (a livello di potenziale gerarchico) l’intenzione.
L’intenzione muove l’azione e la volontà è - nel mezzo - collegata all’azione, non all’intenzione, che è comandata dall’idea e, prima ancora, dall’ispirazione.
Se disegni una “cartina muscolare (dell’apparato non solo fisico ‘essere/fare’)”, condensi su carta ciò su cui non ti soffermi mai più di tanto, perché… sfuggevole, “poco pratico” e sottile (oltre al fatto che "sei/ sopravvivi" e lo fai/sei da una prospettiva dominata, indiretta, inconscia, immerso/a come ti ritrovi nel firewall ambientale, che ti sembra sempre e solo… naturale, perché senza alternativa sostanziale manifesta).
La frattalità espansa, tuttavia, riporta sempre sino a te, qualunque sia il tuo/”tuo” stato, nel quale versi o sei, l’informazione relativa al grado di verità massima, codificata nei livelli della manifestazione realistica “qua, così”.
Immagina:
se la realtà si manifesta ed è manifesta, per via infrastrutturale, ossia, secondo la caratteristica d’assieme “Dominio, forma, gerarchia”, ne consegue che... lo status quo emerge per funzionamento di ingranaggi, che puoi meglio immaginare come dei “livelli”.
Questo livellamento impedisce alla frattalità espansa di raggiungerti direttamente, per mezzo del significato più immediato, relativo al “carico di verità” trasportato, poichémemorizzato.
Lo riesci a percepire?
  
Una struttura a livelli, magari concentrici, magari tutti emergenti attorno ad un centro (che non è manifesto), edifica una “gabbia di contenimento, indirizzamento, riconfigurazione, auto intrattenimento apparente” ma, anche:
  • un filtro d’impedenza “naturale”
  • per quel segnale frattale espanso, che giunge "esternamente"
e
  • incontra una simile “rete”
  • dovendo codificarsi ad hoc, trasportato nella corrente multilivello, non casuale.
      

giovedì 18 febbraio 2016

Tu e “Tu” (3)


Illuminazione artificiale e... "tutto quello che serve".
La chiave sta nella presentazione”.
Uncanny
La “presentazione” è, apparenza. Dunque:
la chiave è apparenza, oppure, gioca sull’apparenza?
La “chiave” è sostanziale, anche se “apparente” o se “gioca sull’apparenza”, perché – in ogni casogenera un risultato preciso, esatto, inteso ed intenso.
Sia che “ciò che sai, perché ti viene presentato”, è apparente o meno, per la mente non cambia nulla, in termini di efficacia della presentazione, di realismo rappresentativo, di scenografia seducente.
E ciò, dimostra che 1) tu fai tutto per auto suggestione “direttamente ma indirettamente e/o viceversa”, 2) tu fai tutto per auto suggestione indotta da 3) una fonte esterna, che 4) si presenta a te “nella migliore delle vesti, auspicate per mezzo della ragione d’insieme dominante (moda)”.
La “tua” mente funziona per luoghi comuni.
Ora, trova il modo di accorgerti che “questi luoghi comuni, si formano per sensibilizzazione della Massa, da parte di una fonte non meglio precisabile, perché non precisata (dimenticata)”.
La ragione fondamentale della forma del reale manifesto “qua, così”: il Dominio.
Il Dominio è come un agente virale:
si trasmette da individuo ad individuo, sopravvivendo nello stesso ambiente di riferimento (l’unico contesto che sembra, a tutti, possibile poiché immaginabile).
In termini di loop, ti pieghi ad incurvare anche l’orizzonte, che ti trasmette sempre segnali di feedback, relativi ad una chiusura dello spazio, piuttosto che il contrario… come se, per mezzo del tuo sguardo, andassi a sbattere contro una parete di contenimento, piuttosto che penetrare quel limite, andando oltre, dentro a ciò che circonda il pianeta.
   

mercoledì 17 febbraio 2016

Tu e “Tu” (2)

    
 
Se ci sei “tu, uno stagno e un sasso” e 1) tu tiri il 2) sasso, nello 3) stagno, succede che dal punto d’incontro tra sasso e stagno (superficie e massa acquea), prende “vita” un fulcro di attività che, in breve, si espande in ogni direzione, dando luogo – sulla superficie apparente – ad una serie di cerchi concentrici, in espansione, dovuti al fatto che il sasso scende, in profondità, liberando/smuovendo “energia” - facendo da centro - oltre all'oscillazione dell'acqua, dovuta allo scontro tra superfici).
Ergo, andando a fondo, il sasso genera una sorta di “ipocentro (vortice)”, che per le leggi in vigore – frutto della conseguenza – creano una serie di “onde di ritorno in/alla superficie”, che – a loro volta – alimentano nuova attività centrale, dalla quale si diparte un nuovo anello della figura concentrica complessiva, che ha attività temporale direttamente proporzionale alla quantità di energia posseduta e rilasciata dai corpi, post impatto.
  

Qualcosa che ha a che fare con le masse in gioco, con l’altezza dalla quale è piombato il sasso, con la sua velocità di crociera, etc.
Cadendo sulla terraferma, il meccanismo è lo stesso, però il risultato è funzione di un diverso tipo di impatto ed assorbimento, da parte del suolo. 
  
Ora, le onde concentriche si espandono, in teoria, in ogni direzione ma, usualmente, alla società umana interessano, soprattutto, quelle che 1) riesce a vedere (nello/sullo specchio d’acqua), 2) riesce a rilevare (strumentazione) e 3) quelle che la vanno ad interessare direttamente (effetti materiali, distruttivi, dannosi e/o positivi).
  

Nel fare questo, l’umano – mediamente - tralascia quelle onde che si espandono verso il cielo e lo Spazio, e quelle che proseguono in profondità, perché rientranti in un ambito meno diretto e meno visibile, rispetto alla manifestazione fisica che colpisce i sensi e l’orientamento sociale d’insieme.
Quindi, tu – abitudinariamente – tendi ad ignorare una buona parte di quello che accade, ergo ogni azione che porti a termine è sempre parziale, anche perché ti muovi in un ambito che la scienza deviata ha ristretto, rispetto alla sua più vasta portata “naturale”. 
   

martedì 16 febbraio 2016

Tu e “Tu” (1)


Sistema - AntiSistema.
Ci sono cose a portata di mano che tuttavia ci sfuggono. E quando ce ne accorgiamo sorge spontanea la domanda:
perché ci ho messo tanto a capire?
Perché evidentemente, prima, non era il momento giusto.
E la stessa “logica” vale per qualunque scoperta, grande o piccina che sia
Link
Perché ci ho messo tanto a capire? Perchè non sei tu, a decidere.
 
Chi decide, anche per te, quando è “il momento giusto”?
Chi ha deciso di “aprire le tratte commerciali per il continente pre colombiano”? Chi/cosa agisce, non osservato “qua, così”, in maniera totale e dominante, deviando – ad hoc – il corso originale della tua orbita/destino?
  • ci sono cose a portata di mano che tuttavia ci sfuggono (come il Dominio)
  • e quando ce ne accorgiamo sorge spontanea la domanda: perché ci ho messo tanto a capire? (perché il Dominio non lo intende)
  • perché evidentemente, prima, non era il momento giusto (quando ti accorgerai, evidentemente, del Dominio, dunque? Quando sarà il momento se, questo momento... non è permesso dal Dominio?) 
  • e la stessa “logica” vale per qualunque scoperta, grande o piccina che sia (certamente, è così, perché il Dominio domina indisturbato, limitandosi ad ispirare e ad “agire per delegazione frattale espansa”, ossia, anche per mezzo di ciò che – da qualche giorno – la scienza ufficiale afferma di avere “scoperto/intercettato/rilevato strumentalmente”: le onde gravitazionali, che sono una parte misurabile dell'effettiva legge, strumento, memoria, frattale espansa).
      

lunedì 15 febbraio 2016

Apparire.



Perché, in SPS, viene utilizzato il termine “AntiSistema”?
Perché, dalla prospettiva di SPS, è semplice accorgersi che “il reale manifesto” è come ribaltato, rispetto a quel tipo di realtà “sostenibile, in termini di equilibrio morale”.
Infatti, “qua, così, i… valori, si sono trasformati in avere, lasciando lo spessore dell’essenza al di là della soglia della manifestazione/attenzione”,
Ergo, come puoi ancora aderire alla indicazione, relativamente al Mondo emerso, di Sistema? Lo puoi fare solo senon ne comprendi la sostanza, ma – solo – ti limiti ad aderirvi per abitudine ed assenza di alternativa.
SPS, utilizza la propria lente frattale espansa, che inverte l'esistente in quanto “manifestazione reale”, ottenendo – appunto – l’esatta “misura (peso, valenza, significato)” di ciò che scambi per l’unico tipo di possibilità applicabile alla solida realtà di ogni giorno.
“Qua, così”… è tutto al contrario, dal punto di vista della “moralità”, dove per morale s’intende “giustizia, onestà... in ogni tipo di rapporto tra esseri manifesti”.
A livello frattale espanso, tutto ciò è regola, per cuiil grado di ingiustizia, viene rappresentato (emerge) ovunque.
Ma, bada bene, non sei mai in presenza di una mancanza di equilibrio, perché – questo – esiste sempre “lato, prospettiva dominante”.
Ossia, l’AntiSistema è un perfetto modello d’insieme “reale manifesto”, in stato di equilibrio dominante…
Lo squilibrio riguarda te, la Massa, semmai. Ma questo è insignificante, rispetto al Dominio, che si fonda e si regge proprio su una simile asimmetria, perfettamente simmetrica.
   

venerdì 12 febbraio 2016

Il labirintico status quo (7)


 
Attorno a quale “Sole”, ruoti?

Quale è, il tuo centro? E, all’opposto: 
  • quale è, il “tuo” centro?
C’è una parola “magica”, che indica chiaramente la possibilità di predeterminare le “cose”, in maniera sottile e, questo termine lessicale è:
indirettamente.
Se, ciò, “non ti dice niente”, allora cambia la prospettiva – attraverso la quale ti auto indottrini “qua, così” – ad esempio, utilizzando i sinonimi:
  • implicitamente, sotto sotto, tacitamente, velatamente…
  • di riflesso, di rimbalzo, di traverso, in modo indiretto, obliquamente.
Link
Implicitamente = non dichiaratamente
Sotto sotto = tra le righe
Tacitamente = occultamente
Velatamente = oscuramente
Di riflesso = ai fianchi
Di rimbalzo = opportunamente calcolato
Di traverso = non chiaramente
In modo indiretto = aggirando
Obliquamente = ambiguamente.
Quanti, di questi termini, hanno in sé… il riferimento alla “mente”?
Moltissimi. Un caso? No.
La mente è un dispositivo ricetrasmittente, usato “qua, così”… dalla Massa, per ricevere segnale portante AntiSistemico e per trasmettere, ad una potenza inferiore, lo stesso segnale ricevuto… tutto attorno a sé, coprendo giurisdizionalmente la zona in cui, ogni singolo individuo, vive:
come un ripetitore di segnale.
Se, ora, le Autorità – ad esempio – ti dicessero tutto, ma proprio tutto, relativamente allo “stato di salute” del “tuo” Paese… allora, si comporterebbero in maniera “diretta (lineare, onesta, giusta), senza nulla da nascondere.
Tuttavia, non succede mai, perché le Autorità (sempre, ad esempio) trovano molto più sensato “lato loro”, dirti tutto... ma in maniera indiretta (e, qua sopra, hai un elenco di sinonimi, che ti rendono – così – perfettamente in grado di comprendere, da te, che cosa esattamente significhi un simile termine).
Direttamente, "vedi e filtri".
Indirettamente, non vedi e “passa di tutto”:
  • ordini di verità diversi
  • ti dicono tutto
  • ma… non te ne fai mai nulla.
   

giovedì 11 febbraio 2016

Il labirintico status quo (6)


Come "vedi"? Una piramide è davvero... piramidale?
I “termini” di/in una esperienza comune (che riguarda tutti, potenzialmente) come vengono scelti e da chi/cosa… vengono scelti?
In funzione di quale "obiettivo"? Perché?
Obiettivo decentrabile.
La Massa “non ha tempo”, per approfondire le questioni (seppure, queste, la riguardino). Per cui, le Autorità (che sembrano votate dalla Massa e, dunque, “elette”) puntano a scegliere “termini espressivi accomodanti (quando ciò serve a “mettere una pietra sopra”) o termini espressivi eccitanti (quando ciò serve a “scagliare pietre angolari”).
Ossia, il lessico utilizzato (alla moda) è “direzionale”:
invita sottilmente a schierarsi, a favore della decisione governativa, perché 1) nave comune, 2) destino comune, 3) via ed interesse comuni.
In questa maniera, da sempre “qua, così”, i pochi – al comando – hanno potuto utilizzare la forza d’urto della Massa (i tanti), per scopi trasversali rispetto al sentire pubblico comune.
La sopravvivenza propria (Statale), comporta l’inevitabile conquista altrui e la relativa cancellazione del destino di popoli invasi e dominati. Il tutto, al fine di garantirecosa? Che uno Stato possa continuare a sussistere, nella esatta “forma intenzionale dominante, sia l’interno che l’esterno”, ossia che:
  • i pochi possano continuare ad avere la meglio sui tanti
  • tanti, che sono sia i cittadini dello Stato dominante, sia i cittadini oggetto della conquista.
Le categorie nelle quali gli individui rientrano, da una simile prospettiva, sono solo due:
  • dominanti
e
  • dominati…
Una situazione, comunque, parziale… visto che per comprendere meglio ciò che è, principalmentegià accaduto (alla Massa)”, occorre introdurre nella “presa in causa” – anche – la compresenza reale del Dominio, facendo shiftare (slittare) tutto di una “categoria (ottava, ceto, strato, posizione, etc.)” e, così, introducendo quel “terzo stato”, dal quale il Dominio governa in assoluta “quiete”.
  1. Dominio
  2. Dominanti
  3. Dominati.
    

mercoledì 10 febbraio 2016

Il labirintico status quo (5)


Azione torsionale, per la formazione dell'apparente "infinito".
La storia umana, raccontata ufficialmente (ossia, deviandola), è una “vicenda di sangue”.
Ad ogni livello sociale, è sempre stato il sangue a scorrere a fiumi.
Ed, ogni livello, si è replicato nell’altro, senza fine di continuità, ordinatamente ma... senza darlo a vedere.
In maniera tale da (anche quando "vedi"), prendere sempre un abbaglio, eleggendolo a dogma, di caso in caso.
Una replica che si serve della dimenticanza – frutto del sopravvivere “senza memoria” – al fine di esercitare “il proprio interesse (costituito dal concetto unilaterale della “proprietà privata”, derivante da qualcosa “che si sente dentro, e che non riesci più ad interpretare per quello che è: sovranità centrale nativa”).
Qualcosa, dunque, sfrutta qualcosa d’altro, in quanto “qua, così”:
  • qualcosa “ha di più”
e
  • qualcosa “ha di meno”
ma
  • non come te lo potresti anche, tutto sommato, aspettare. No. In una maniera oltremodo “ingiusta”, dove… qualcosa ha tutto e qualcosa non ha nulla.
Questo “qualcosa” è, nella sostanza, “qualcuno” – a Filtro di Semplificazione attivo.
Nella gerarchia (nel livellamento), ogni strato/stato/Stato… riproduce sempre (sempre):
  • un “doppio e sovrapposto (parallelo ombra)… segnale portante (banda di scorrimento)”.
      

martedì 9 febbraio 2016

Il labirintico status quo (4)


Quando, la luce, incontra un "corpo di contrasto", si manifesta... illuminando e caratterizzando.
Sei nato/a nello status quo.
Qualcosa che è sempre attuale, perché viene mantenuto, come tale, per mancanza di alternativa sostanziale e, non, perché… “è possibile solo questo modo, 'qua, così', di concepire il mondo”.
La realtà è, prima di ogni manifestazione, un potenziale, un iceberg... dal quale si distaccano (non casualmente) pezzi, che insieme costituiscono il reale manifesto “qua, così” (perché inteso/scelto dalla grande concentrazione di massa, dominante… che non è l’iceberg, bensì, “il terzo incomodo”: il Dominio, il "calore/colore" che agisce sull'iceberg, affinché perda i pezzi, in sintonia con l'agente dominante).
E “se sei nato/a direttamente nel ‘qua, così’”… che ti resta da fare, se non puoi “essere ciò che già sei, ma che hai dimenticato”? Non ti resta che “piangere”, ossia… conseguire, se non ti accorgi.
Ti sei adattato/a. Hai messo radici. Hai creato una bolla nella bolla, facendotela andare bene, anche se… dentro di te, qualcosa, non riesce mai del tutto ad “accomodarsi”, perché è come se ti manca sempre qualcosa, anche quando ti sembra di avere tutto.
- E Junior?
- Non si ricorda niente. Lui, sai… non l’ha mai conosciuta veramente. Così la cosa non lo tocca molto

Il coraggioso
Qualsiasi “perdita” può essere dimenticata, nel tempo e nella diluizione mentale, facendo sempre altro. Avendo sempre “come prima cosa da fare… mille altre cose da fare”.
  

lunedì 8 febbraio 2016

Il labirintico status quo (3)


"Nascere (manifestarsi)"...
Segui il “filo logico”, ovverosia… gli effetti della frattalità espansa, nel momento in cui, consegui o ti accorgi:
la traccia mnemonica frattale espansa, "cambia", in funzione di te.
Se:
  • consegui, (non ti accorgi), le informazioni ci sono sempre ma… non te ne fai nulla
  • ti accorgi, le informazioni vengono “come a galla (ebollizione frattale espansa)”, si evidenziano ai tuoi occhi. Poi, tocca te, la decodifica d’insieme, il “trarne un senso, nella tua più autentica direzione”.
Il labirintico status quo è un “luogo parziale scambiato per totale”, per via monotematica e unilaterale, indiretta e dominante/dominata. Qualcosa che rimanda sempre ad altro (anima, Dio, spirito, al di là, etc.), procrastinando lo scioglimento di ogni dubbio, in un “secondo tempo”... che non avviene mai (loop).
Nel “qua, così”, ci nasci già dentro, per cui:
  • non esiste un ingresso fisico, una porta da aprire e/o chiudere
  • non esiste, per come ti abitui, né l’ingresso, né l’uscita
  • la “prigione perfetta”.
Nel “qua, così”, ci muori dentro, per cui:
  • anche se rinasci
  • non riesci mai a…
In cosa consiste il “filo di Arianna”?
  

venerdì 5 febbraio 2016

Il labirintico status quo (2)


 
Immagina:
un labirinto senza uscita e 1) con un solo ingresso o, addirittura 2) senza ingresso
nel quale “non entri ma ti ritrovi (ci nasci dentro)”, senza memoria alternativa sostanziale, rispetto allo status quo albergante
modello “prendere o lasciare (ossia: prendere)”.
Una dimensione fisica che deriva, come conseguenza, da una dimensione mentale "tecnologica" dominante, non manifesta ma “solo” compresente; una direzione massiva acquisita a mo’ di “comando post ipnotico”.
Qualcosa di respirato, mangiato, bevuto, aspirato, ingoiato, creduto; seducente come la tentazione continua e la relativa dipendenza…
Qualcosa del/nel quale “se non ti accorgi, non cambia mai nulla”. E se te ne accorgi, “è più dura di prima”.
Più “ritorni sensibile” e più “diventi insofferente”, motivo per il quale “ciò che esce dalla porta, rientra dalla finestra”.
Qualcosa che disinneschi attraverso il tuo "campo, più autentico, di presenza centrale, coerente", in te lato tuo (terzo stato).
Qualcosa che “ora, qua, così”, ti sembra assolutamente impossibile, perché “non è alla moda, rinunciare a tutto quello che 'si ha' (rischio), a favore di una vera e propria utopia/pazzia”.


Il rischiare non sembra proprio far parte di te, ormai.
Eppure, il "rischio ti piace" perché lo prendi sempre quando vai a scommettere o quando, ad esempio, metti al mondo dei figli (quali rischi corrono?).
Anche se in questo caso, “a rischiare sono loro”.
  

giovedì 4 febbraio 2016

Il labirintico status quo (1)


   
“Qua, così”, ogni forma di “idea, dogma, pensiero” è sempre orfana della “sua” ispirazione. Perché la ragione fondamentale della “forma” non è manifesta, seppure è compresente, ubiqua, predisposta ed intenzionata a…
Quindi, la conseguenza è un reale manifesto “senza testa (ogni esempio, si spreca)”.
Un labirintico modo di procedere, che il “metodo scientifico” ordina in maniera tale, da “conferire direzione logica” auto rafforzantesi, via via, per mezzo della “tua” adesione, per mancanza di alternativa sostanziale manifesta.
Il reale potenziale passa, dunque, in secondo piano… andando progressivamente a scemare, ordinatamente dimenticato; agganciato, com’è, al passo generazionale in continua “aspersione AntiSistemica by Dominio” (la ragione fondamentale della forma).
L'aspersione è un atto tipico di cerimoniali religiosi, probabilmente fin dalla preistoria, mediante il quale un ministro di culto addetto al sacrificio asperge la vittima prescelta (o eventualmente sé stesso) con acqua lustrale (ovvero acqua benedetta o santificata).
Nella religione romana antica, come in quella moderna, l'aspersione avviene tramite un rametto di alloro o olivo, detto appunto aspergillum, immerso nell'acqua lustrale e spruzzato su ciò che deve essere asperso (di solito è la purificazione da compiersi prima di un sacrificio agli dèi inferi).
Per la religione cristiana, l'aspersione ricorda il battesimo e la Pasqua. Il significato rituale sta nella purificazione ottenuta attraverso la purezza dell'acqua
Link
  • probabilmente fin dalla preistoria (da “sempre, qua, così”)
  • mediante il quale un ministro di culto addetto al sacrificio asperge la vittima prescelta (“ministro di culto, sacrificio, vittima prescelta”)
  • nella religione romana antica, come in quella moderna (da “sempre, qua, così”)
  • di solito è la purificazione da compiersi prima di un sacrificio agli dèi inferi (“un sacrificio agli dèi inferi”)
  • il significato rituale sta nella purificazione ottenuta attraverso la purezza dell'acqua (“attraverso la purezza dell’acqua”. L’acqua è “benedetta”. Certo, ma… “prima ancora l’acqua è inquinata”. A livello frattale espanso, l’inquinamento è uno stato esistente e, molto spesso, al di sotto del livello della “tua” osservazione, capacità, diretta. Se “attraverso l’acqua” acquisisci un certo “stato preparatorio”, allora pensa anche al di fuori del cerimoniale, che cosa ti accade ogni volta che bevi o ti esponi all’acqua inquinata e non... "benedetta". Che cosa “assorbi”?). 
          

mercoledì 3 febbraio 2016

La grande telenovela.

 
 
Novela (dal portoghese) = romanzo (il termine romanzo, inteso sia come genere letterario sia come aggettivo attribuito alle lingue neolatine, i cosiddetti volgari, trae le sue origini dal francese antico e in particolare dall'aggettivo romanz, derivazione dell'avverbio latino volgare romanice ed assimilabile all'espressione "alla romana". Dopo la caduta dell'Impero, tutti i cittadini di origine romana parlavano il "romanice" e il suo adattamento "romanz" diventò così un termine per indicare senza distinzione il volgareLink).
Volgare = Proprio del volgo, cioè lo strato sociale culturalmente ed economicamente più svantaggiato; non scientifico; rozzo; lingua che deriva dal latino e vi si contrappone...

Dal latino: vulgus popolo, plebe, massa.
Questa parola nasce in tempi remoti per discriminare alta e bassa società. Il (vulgus) era la massa povera e illetterata, che portava con sé tutta una serie di connotati ulteriori, come i modi rozzi, lo scarso discernimento, l'assenza di attività e gusto intellettuale, la lingua scarna e storpia…
La Massa “vale”, tuttavia.
Tanto che, lo puoi capire osservando il meccanismo delle telenovelas, ad esempio.
In Brasile non c’è la televisione pubblica ed il mercato, enorme, è suddiviso tra almeno 4 reti con segnale presente in tutto il paese:
Globo, Record, Band, Sbt.
La rete Globo è leader indiscussa dell’audience.
   

martedì 2 febbraio 2016

Centri di potenziale (passato prossimo).



La "legge (in ogni sua forma)" è una forma di "passato (sempre) prossimo".

Il Dominio "ieri, prepara, l'oggi". In italiano (qualsiasi "cosa" sia) è... sbagliato. Vero? Il tempo del verbo, non è corretto. SPS, tuttavia, è certo che "si capisce ugualmente", di cosa si tratta...
Il passato prossimo come forma dell'attualità.
Questa forma verbale può indicare un'azione da considerarsi compiuta nel presente...
Anche se l'azione è situata nel passato, l'effetto (compiutezza) è attuale, si riferisce al momento dell'enunciazione.
Dunque, non si può parlare di un vero e proprio riferimento temporale al passato, ma piuttosto di aspetto compiuto.
L'attualità della forma del passato prossimo traspare negli esempi soprattutto dalla presenza di un'indicazione temporale abbastanza precisa (adesso; in questo momento). Si noti peraltro che negli enunciati proposti non sarebbe possibile usare il passato remoto...
Link
Sono esistite almeno cinque Ere glaciali nella storia della Terra
Link
Così come un’era glaciale, passata, è già successa, “è già successoche
È lecito, dunque, poter immaginare (non senza una logica basata sui fatti, frattale espansa) qualcosa d’insieme, relativo a “ieri”, anche a partire dai centri potenziali che esistono “oggi”, come – ad esempio – il “deposito dei semi” alle isole Svalbard.
In caso di cataclisma planetario, improvviso o progressivo, coloro che detengono la “proprietà privata”, di una simile “banca”, di fatto, che cosa vengono a detenere, oltre al patrimonio investito nella banca?
Non è, forse, intuibile che, a quel punto, è il “destino umano” ad essere nelle mani di una proprietà unica, privata e non del tutto emersa alla luce del sole, se non altro per quanto riguarda le “intenzioni in toto”.
E se una simile “fonte di memoria”, vivesse di luce riflessa e, a quel punto, potesse esprimere quelle che erano le progettualità iniziali (qualcosa che va al di là di una semplice, utile e provvidenziale, raccolta di sementi mondiali), ossia:
  • un investimento a lunghissimo termine
  • un progetto
  • un “esserci sempre e comunque”, anche a fronte di ogni tipo di asperità, sull’onda lunga del motto: ogni crisi è una opportunità.
   

lunedì 1 febbraio 2016

Tutti frutti (3)


Trasmissione del "segnale".
Struttura radicata, rete ben formata.
Struttura radicata, rete ben informata…
Tutti “frutti”, nulla sfugge. Tutto, “qua, così” è gregge.
Ora, se fai perno sull’anima (il senso sottile della compresenza) dei dettagli, se ti accorgi della “leva” – in ogni caso – di conseguenza:
  • le informazioni non mancheranno mai
perché
  • di fatto, non mancano mai.
Perché la “rete” necessita di informazioni (segnale di clock), per rimanere esattamente “così, com’è”:
  • ordinata
  • gerarchica
  • strategica
  • dominante
  • inaccessibile all’apparenza
  • non apparente (solo fisica)
  • predeterminante.
La “legge” amministra ciò che richiede di essere amministrato. È un loop che non riesci mai a sciogliere. “È nato prima l’uovo o la gallina”?
Quale “dettaglio” consideri tanto importante, da essere al centro d’influenza della sostanza? Cosa sottovaluti sempre? Dove osservi? Cosa osservi? Perché osservi?
In cosa consta la “tua” deviazione?
Diavolo sta nei dettagli”.