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martedì 31 agosto 2010

L'insostenibile pesantezza dell'essere.






Sto leggendo “The Reconnection” di Eric Pearl, libro che è provvidamente entrato in famiglia grazie al prezioso apporto di una amica, e mi sono imbattuto in un termine, che si riferisce ad una vera e propria professione, “Chiropratica”; non avendo diretta conoscenza del campo di azione della Chiropratica, mi sono almeno superficialmente informato:

“La chiropratica dal greco cheir, mano et praxis, azione, è una pratica che dichiara come obiettivo il mantenimento e il ristabilimento della salute dell'uomo, passando dalla diagnosi, il trattamento e la prevenzione delle sue deficienze funzionali concentrando la sua azione sull'integrità del sistema nervoso, assumendo che esso controlli tutti gli altri sistemi del corpo umano e portando una particolare attenzione alla colonna vertebrale che lo contiene, nel presupposto, in particolare, che le disfunzioni del midollo spinale possano interferire con quella che definiscono l'innata capacità del corpo di guarire da sé (intelligenza innata)”.
Fonte: Wikipedia

Che credenziali ha questa professione?

È praticata in tutto il mondo ed è normata in una quarantina di giurisdizioni nazionali, alcune delle quali hanno creato dei corsi universitari ad hoc.
In Italia non esiste alcun percorso di studio riconosciuto né sono stati stabiliti requisiti per l'acquisizione di tale titolo, tuttavia la legge finanziaria del 2008 ha previsto l'istituzione di un albo dei chiropratici senza però specificarne i requisiti di ingresso né l'area o la modalità di competenza”.
Fonte: Wikipedia

Ma lasciamo l’istituzionalità di Wikipedia per leggere cosa si dice nel sito www.chiropratica.com:

La chiropratica è una disciplina scientifica olistica e un'arte curativa, nell'ambito del diritto alla salute. La chiropratica concerne la patogenesi, la diagnosi, la cura, la terapeutica nonché la profilassi di disturbi funzionali; essa si occupa, altresì, delle sindromi del dolore e degli effetti neurofisiologici relativi a disordini statici e dinamici del sistema neuro-muscolo-scheletrico.
 
… la Chiropratica, fondata nel 1895 a Davenport, Iowa, da Daniel David Palmer, è negli anni successivi, cresciuta costantemente espandendosi in tutto il mondo ed è definita come una scienza, un'arte e una filosofia.
 
la chiropratica è uno dei metodi di cura naturale più diffuso al mondo, terza professione sanitaria negli Stati Uniti per numero di praticanti. Si concentra sul trattare le cause che provocano i problemi fisici invece di trattare i sintomi. La chiropratica si basa su un assunto molto semplice: problemi strutturali del corpo, particolarmente problemi che implicano la colonna spinale, possono generare disfunzioni alla funzionalità del corpo, specialmente al sistema nervoso.
 
Il midollo spinale, che rappresenta la maggiore via di comunicazione del nostro sistema nervoso, è situato nel canale midollare all’interno delle vertebre. Il midollo trasmette gli ordini impartiti dal cervello al resto del corpo e tutti i movimenti, funzioni e sensazioni sono controllati dal sistema nervoso. Un problema a livello della colonna può interferire con i nervi che fuoriescono dalla colonna; tale disallineamento o blocco è chiamato sublussazione. Le sublussazioni possono creare vari sintomi quali mal di schiena, male al collo, cefalea, dolori alle spalle, parestesia agli arti, sciatalgie e una miriade d’altri problemi. Queste sintomatologie possono essere originate da questo “schiacciamento” o interferenza con i nervi al momento di uscire dalla colonna e andare verso il resto del corpo.
 
Importante notare che la chiropratica dal dicembre 2007 è stata riconosciuta legalmente anche in Italia.
Infatti la legalizzazione della professione, promossa e cercata dai chiropratici fin dalla fondazione dell’associazione italiana chiropratici nel 1974, è arrivata, forse anche un po’ a sorpresa, con l’inserimento di un emendamento all’interno della legge finanziaria 2008.
Tale emendamento ( articolo 2, comma 355) legge testualmente:
“È istituito presso il Ministero della salute, senza oneri per la finanza pubblica, un registro dei dottori in chiropratica. L'iscrizione al suddetto registro è consentita a coloro che sono in possesso di diploma di laurea magistrale in chiropratica o titolo equivalente. Il laureato in chiropratica ha il titolo di dottore in chiropratica ed esercita le sue mansioni liberamente come professionista sanitario di grado primario nel campo del diritto alla salute, ai sensi della normativa vigente. Il chiropratico può essere inserito o convenzionato nelle o con le strutture del Servizio sanitario nazionale nei modi e nelle forme previsti dall'ordinamento. Il regolamento di attuazione del presente comma è emanato, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, dal Ministro della salute.”
Per vostra sicurezza, visto che questa professione non è stata tutelata per più di 30 anni in Italia,
potete rivolgervi  all’Associazione Italiana Chiropratica, nata nel 1974,  per proteggere sia la professione sia per tutelare i pazienti, chiedendo se il chiropratico che vorreste frequentare sia regolarmente laureato”.

Beh, ora ne sappiamo qualcosa in più. Nel libro “The Reconnection” il Dr. Pearl si è laureato in Chiropratica negli USA, presumibilmente negli anni 80, e in quelle terre esistevano già corsi di laurea ufficialmente riconosciuti.

Ora, avendo ben presente quale sia la più grossa “disfunzione” della medicina allopatica occidentale, ossia la cura del sintomo in luogo di quella della causa e leggendo al contempo che la Chiropratica si occupa proprio del “contrario”, ho percepito un chiaro messaggio sincronico dell’Universo, nel far giungere a me queste informazioni; è come se fossi spinto a perseguire questa strada o chissà almeno ad approfondirla. Attraverso le mie mani “sento” che posso fare molto per me e per gli altri e ne ho avuto anche qualche sporadica prova nel recente passato. Chissà!

Tempo fa avevo scritto, in un articolo, della sublussazione a cui il genere umano è quasi totalmente assoggettato sin dalla nascita; mi riferisco all’Atlante o vertebra C1, la vertebra che sorregge l’intero cranio. Una sua “deviazione” può, a catena, determinare una serie infinita di problemi d’ogni tipo.

A “naso” sento che è la strada giusta per allineare il nostro corpo ed il nostro sistema energetico di conseguenza; nella colonna vertebrale scorre l’energia Kundalini, la quale se deviata può causare un’altra serie infinita di problematiche inerenti la salute e l’equilibrio della persona.

Tutte informazioni che il nostro medico di famiglia può dare, vero?

Ma a pagina 54 del libro di Eric Pearl, in cosa mi imbatto? Leggiamo insieme:

“… andai a Brooklyn a parlare con un chiropratico, che mi fu presentato da un amico di famiglia. Il dottore mi spiegò la filosofia di base che sta dietro all’arte e alla scienza della Chiropratica. Mi spiegò che esiste un’intelligenza universale che mantiene l’organizzazione e l’equilibrio dell’Universo stesso e che esiste un’estensione di quell’intelligenza, detta intelligenza innata, in ognuno di noi, che ci tiene vivi, in salute ed in equilibrio. Questa intelligenza innata, o forza vitale, comunica con la parte restante del nostro essere fisico, in larga parte attraverso il nostro cervello, il midollo spinale e tutto il nostro sistema nervoso, cioè il sistema di controllo del corpo. Fino a quando la comunicazione tra il nostro cervello e il nostro corpo è aperta e scorre libera, restiamo nel migliore stato di salute possibile.
Quando una delle vertebre si muove o cambia posizione, il risultato può essere una pressione sui nostri nervi, che inibisce o sopprime la comunicazione tra la parte controllata da questi nervi specifici e il nostro cervello. Il risultato  di questa interferenza è che le nostre cellule possono cominciare a distruggersi e la nostra resistenza ad indebolirsi, producendo così il dis-agio, ciò che precede la malattia. Quello che fa un chiropratico è rimuovere l’interferenza causata da questi disallineamenti (chiamati sublussazioni) della colonna vertebrale, e ciò permetterà alla nostra forza vitale di riprendere il suo normale corso, riportandoci così ad uno stato di salute ottimale. In altre parole, è un processo di guarigione attraverso la rimozione della causa. Non tratta il sintomo, né cerca di nasconderlo”.

Ricordate? Tutto parla una stessa “lingua” che facciamo solo fatica a comprendere. Per me la sublussazione della vertebra C1 o Atlante è da mettere in diretta causa allo stato generale di mancanza di energia vitale e altro, a cui siamo tutti quanti sottoposti in questo reame dell’Antisistema… altro che stress!

Abbiamo necessità di pochi "ragionamenti" ma efficaci, che colpiscano al cuore del problema; non una marea di termini incomprensibili e di studi che si disperdono nell’oceano infinito della nostra bio struttura.

Poche regole che delimitino le cause.

Perché il corpo non riesce a produrre Vitamina C? Domanda da un milione di dollari. Perché? Perché un corpo perfetto non produce ciò che gli serve? Perché nasciamo con l’Atlante lussato? Perché?

Una sola risposta: la causa è l’Antisistema e il “braccio armato” è la conoscenza posseduta dall’Antisistema. Una conoscenza segreta che è stata spazzata via dal mondo da noi tutti percepito.

Queste nostre caratteristiche di manchevolezza sono la prova della sua esistenza e della sua lungimirante opera spalmata sulle onde del tempo, con pazienza certosina, certo che le generazioni della società umana avrebbero perso “memoria”, mentre le generazioni che perpetrano il “Controllo” assolutamente no!

Se osserviamo la rappresentazione della figura mitologica di Atlante che ci giunge dall’antichità, potremo osservare dei piccoli particolari molto importanti:

“Atlante è un personaggio della mitologia greca. Era uno dei Giganti, figlio di Giapeto e di Climene. Ma secondo una versione più curiosa sarebbe un figlio di Zeus e di Climene mentre secondo Platone sarebbe figlio di Poseidone e di Clito.
Secondo Esiodo, Zeus lo costrinse a tenere sulle spalle l'intera volta celeste (anche se in altre versioni regge il globo terrestre) . La punizione gli fu inflitta per essersi alleato col padre di Zeus, Crono, che guidò la rivolta contro gli dei dell'Olimpo”.
Fonte: Wikipedia

I termini chiave delle allegorie o metafore che colorano il linguaggio anche figurativo degli antichi sono i seguenti:
  • punizione
  • tenere sulle spalle l’intera volta celeste
  • rivolta
Questa terminologia indica un controllo inferto per tenere a bada qualcuno o qualcosa che ha tentato o potrebbe tentare di “ribellarsi” o meglio “risvegliarsi”: il genere umano intero rappresentato iconograficamente dalla sfera del mondo.

Il frattale analogico che ce lo testimonia è la condizione dell’economia globale, sul modello Statunitense: il cittadino che sorregge l’economia nazionale attraverso l’uso di fare debito!
 
Un modello "malato".
 
Una “azione” che mantiene distanti da sé e che perpetua un modello sbagliato che, a cascata, infligge le dirette conseguenze proprio su coloro che lo alimentano inconsciamente. 

Notate come la figura che sorregge il mondo sia in una posizione innaturale; notate la testa come sia girata in maniera mostruosamente pericolosa. Pensate a tutte le conseguenze del caso, trasmesse al resto del corpo che versa in una condizione di:
  • tensione
  • pesantezza
  • mancanza di energia
  • prigionia
Nulla è per caso.
 
La "comunicazione" che viene interrotta è, in realtà, quella tra il nostro cervello e la nostra coscienza...
 
Si può vivere con un peso simile costantemente "appoggiato" sulle spalle?

   

lunedì 30 agosto 2010

Dal nostro punto semovente prospettico.






Allarme a Sumatra, vulcano in eruzione dopo 400 anni.
Roma - È allarme rosso nell'isola indonesiana di Sumatra, dove il vulcano Sinabung è entrato in eruzione per la prima volta da 400 anni, proiettando fumo e cenere a 1.500 metri d'altezza e costringendo alla fuga migliaia di persone.
L'allerta e' scattata alla mezzanotte locale, quando l'attività del vulcano, già registrata nel corso della giornata, si e' improvvisamente intensificata, cogliendo di sorpresa gli abitanti e le autorità, secondo la Bbc online
''E' la prima volta dal 1600 che il Sinabung e' entrato in eruzione, quindi abbiamo scarse informazioni sulle sue modalità e sul suo impatto'', ha detto il capo del Centro vulcanologico indonesiano, Surono. Il Sinabung, alto 2.460 metri, si trova 60 chilometri a sud-ovest di Medan, la città principale dell'isola di Sumatra. L'Indonesia e' situata sulla cosiddetta cintura di fuoco del Pacifico, zona ad altissima attività sismica e vulcanica.
Fonte: Yahoo

Chi può dire se questo vulcano era attivo o "spento", prima di ieri? 400 anni sono tanti. Ma tanti riferiti a cosa? Ovviamente a colui che osserva! Se l’uomo è l’osservatore “privilegiato”, colui che scrive e ha memoria di sé, allora 400 anni sono decisamente troppi per esprimere un giudizio sullo “stato” di un vulcano considerato dormiente. Vivendo mediamente 80 anni, infatti, non è possibile “classificare” ritmi ben più estesi nel tempo. Si può lasciare traccia di una rilevazione ma non seguirla personalmente.

Ovvietà? Può darsi…

Nella nostra “grandeur” paventata, ci illudiamo di classificare ogni “cosa”; nella nostra “grandeur” espressa, non crediamo alla nostra condizione divina, ma solo in una lontana discendenza con il principio creativo raccontato dalle religioni. Ma allora da dove giunge questa “supponenza” che ci demarca nettamente da ogni altra specie vivente del pianeta Terra? 

In soldoni, esclusivamente dalla considerazione della nostra “intelligenza”! 

Dunque un dato di fatto basato sulla "solida" constatazione di avere la meglio su ogni altra forma di Vita, in virtù di una strana prosecuzione della legge della giungla, della legge del più forte. Per questo motivo non esitiamo a prendere tutto ciò che ci “serve”, a studiare ogni respiro della creazione, ma partendo sempre da una base di negazione del senso superiore della nostra "presenza in loco". 

Perché così ci hanno insegnato nelle nostre società, famiglie, scuole, etc.

Descriviamo un paradosso ed allo stesso tempo un “teorema che cammina”. In ciò esprimiamo tutte le caratteristiche dell’acqua che si “associa” per costruirci in gran parte, nella fattispecie esprimiamo la sua caratteristica di flessibile incomprimibilità.

Le sue proprietà principali sono:
  • fluidità: un liquido è un fluido che, in assenza di forze esterne tra cui quella di gravità, ha una forma sferica. I liquidi, a causa della limitata forza di coesione fra le molecole, sono scorrevoli, cioè fluidi. Si dice quindi che "non hanno forma propria". Ciononostante, non tutti i liquidi sono egualmente fluidi, così si dice che l'etere è più fluido dell'acqua o anche che l'acqua è più viscosa dell'etere.
  • elasticità: i liquidi sono molto elastici, cioè si deformano facilmente sotto l'azione di una forza e riprendono immediatamente la forma primitiva appena cessa l'azione della forza deformatrice.
  • incomprimibilità: un liquido è un fluido il cui volume è costante a temperatura e pressione costanti; la comprimibilità dei liquidi è in genere molto bassa, e trascurabile se confrontata a quella dei gas, quindi i liquidi sono considerati incomprimibili…
Fonte: Wikipedia

L’uomo è proprio così!
  • fluido
  • elastico
  • incomprimibile
L’uomo impara da se stesso tramite “l’azione dello sbaglio”. Almeno funziona così sino a quando rimane in un certo ambito legato al dominio dell’intelligenza, poi si dissolve, perdendosi per ampie anse, allorquando cessa di usare la propria intelligenza anche sensoriale e percettiva, lasciandosi andare alle onde melliflue e ipnotiche delle credenze.
 
In ciò, nel disegnare questo atto, si circoscrive in cerchi più piccoli che percorre come una “cavia” impazzita, come in un loop, un "errore" nell’equazione di Vita. Da questa posizione, lo sbaglio non è più percepito lucidamente e subentra la reiterazione, la malattia, la perseverazione oltre ad ogni evidenza e si sa che: perseverare è diabolico.

È facile comprendere come “qualcosa” si sia insinuato nella normale capacità di  intendere e volere dell’umanità intera; per cui si tende a classificare “esseri” molto antichi, come i vulcani, utilizzando i panni della biostruttura umana svuotata dalla sua essenza superiore. Le montagne vulcaniche che hanno cicli molto più estesi rispetto a quelli che demarcano la Vita terrena dell’uomo, mal si prestano per essere “domati” dai numeri delle statistiche

Da questo punto prospettico ci sfugge gran parte del significato della presenza di Vita sulla Terra e fuori dai ritenuti confini extraplanetari.
E, come al solito, è sempre una questione di punto prospettico; di lungimiranza

La Natura sa sorprendere proprio come l’uomo, perché la “composizione” materiale è la stessa e la funzione superiore si compensa; perché è un gioco di squadra in realtà ciò che sta succedendo. Ogni fenomeno è legato all’altro da stretti giri di cause e conseguenze che non sempre trovano riscontro nelle prove ricercate dalla scienza addomesticata dall’Antisistema.

Si procede a "balzi". L’evoluzione, infatti, sorprende anch’essa.

Il nastro di Möbius, accennato brevemente ieri qua, ha dei significati notevoli per l’esplorazione e la comprensione simbolica del nostro cammino o processo evolutivo.
Esso esprime verità anch’esse di natura e proprietà “liquide”.

Partendo da un punto zero (Nascita) e camminando sempre avanti percorriamo le due facce della superficie di un “nastro” (Vita), ritrovandoci alla fine (Morte) ancora al punto iniziale. Come è possibile? Perché il percorso subisce alla sua esatta metà un ribaltamento dei piani, una torsione di 180 gradi della prospettiva, permettendoci di camminare sempre avanti e di percorrere ed esplorare la parte nascosta della superficie che si celava sotto ai nostri “piedi”.
Procedendo sempre nella stessa direzione si giunge a fare due cicli senza passare dal punto di partenza e terminando il percorso al punto di partenza: una vera e propria magia.
 
Tornare al punto di partenza non significa ricominiciare nello stesso modo, ma eventualmente ricomnciare già arricchiti dell'esperienza pregressa, diversi, più vicini alla comprensione del sè.

I due cicli descrivono un otto piegato su se stesso le cui due componenti sono sfasate di 180 gradi: il simbolo dell’infinito sintetizzato in un concetto di “risparmio” di spazio e la considerazione intima del Moto Perpetuo.

Il
"Möbius" esprime ogni verità possibile:
  • è una "prigione" se noi ci sentiamo in maniera tale, se abbiamo consapevolezza di essere come pressati, strangolati
  • è un "motore" di spinta se viviamo la Vita percependoci come su una "rampa di lancio"
Ricordiamo sempre che è il nostro punto prospettico che autorizza la formazione di un potenziale piuttosto che un altro. Cosa decidiamo di essere o di fare? I balzi evolutivi sono racchiusi in questo concetto.

Io non parlerei di rompere il
"Möbius" ma di uscirne per abbracciare una nuova dimensione, in quanto il Mobius esprime la ciclicità nella quale siamo tutti inseriti; una ciclicità a Matrioska, a cerchi concentrici, a verità dentro verità. Come l'uovo che viene rotto dal becco del pulcino per aprirsi alla Vita, ad una nuova dimensione della Vita.

Al di fuori della "danza dei cicli", esiste l’esplorazione degli altri spazi dimensionali dell’Anima. Uscire da questo percorso prevede che la nostra evoluzione sia sbocciata nella comprensione del “chi si è”. La velocità e la pressione, così come la temperatura ed il volume sono tutte in crescita, proprio come nella camera magmatica di un vulcano, nella sua potenzialità di connessione e “comunicazione” con l’esterno

Se il simbolo dell’infinito è un motore, il nastro di Mobius descrive un motore “piegato in due” e riposto nell’armadio delle nostre possibilità.

Inoltre il
"Möbius" esprime anche:
  • il concetto degli "specchi" (due piani o mondi sovrapposti e ribaltati)
  • il mondo alla "rovescia" che abbiamo costruito attorno a noi (Antisistema)
  • il senso di familiarità o di deja-vu (dovuto al ciclare)
  • la reincarnazione (dovuta al ciclare)
  • il karma (dovuto al ciclare)
  • il libero arbitrio (nella dimensione del "Möbius")
  • l’evoluzione in corso (dovuta all’entropia, al presunto caos interno che darà luogo ad un balzo, ad una nuova direzione)
  • le dimensioni parallele o la dualità dimensionale (nel simbolismo delle due facce)
  • l’Ego (intenso come costrutto che si crea fintanto che rimaniamo a “respirare” girando attorno a noi stessi senza fine di continuità, procrastinando il “balzo”)
  • la dimensione terrena e quella superiore (nella sua stretta “funzione” essenziale)
  • il “respiro” dei cicli planetari (ad esempio la ciclicità delle stagioni, racchiuse in un "Möbius", ossia in un cammino sempre lineare, consequenziale del cambiamento ritmato che si ripete in continuazione, sempre andando avanti)
La simbologia dell’uomo ed il vulcano è alta e rispecchia, ancora una volta, come la Natura rispecchi l’immagine umana e di come le analogie con la nostra evoluzione siano ben presenti ed evidenziate nel “comportamento” anche incompreso dei fenomeni legati ai moti terrestri.

Nulla è per caso. 
 
  

domenica 29 agosto 2010

Un motivo per "accendersi".





Questa notte ho sognato una “immagine” di questo tipo:
  • una “scala” verticale avvolta su se stessa come una scala a chiocciola
  • un “corpo” o un movimento energetico che ci si muove “dentro” o “sopra”
Questa “cosa” spiegherebbe la Natura del moto discensionale ed ascensionale di ciò che si “emana” dall’Anima, ossia le nostre incarnazioni, il nostro punto d’osservazione prospettico e, dunque, dell’Anima stessa. Ieri notte invece ho sognato di rivivere una vecchia situazione di lavoro e, ad un certo punto, mi trovavo a meditare su ciò che una superficie rifletteva di una stessa immagine. La medesima immagine risultava, in maniera quasi prismatica, rappresentata in maniere diverse a seconda di come la luce e gli effetti distorcenti combinavano il riflesso. La sua osservazione distaccata e diretta portava a comprendere l’esistenza di dimensioni diverse e di Universi paralleli.

Cosa si nasconde nel linguaggio criptico dei sogni? Certamente una vera e propria “lingua” che ci parla ed assume dei significati non casuali.

Questa scala a chiocciola sognata ha delle implicazioni importanti:
  • il movimento di salita e/o discesa è verticale ma “impregnato” di una componente torsionale
  • la forma disegnata è quella di una spirale
  • l’energia sembra poter scorrere in entrambe le direzioni
  • la risalita è prevista proprio dal frattale della forma elicoidale, in quanto se non fosse stata possibile, la “forma” sarebbe stata diversa, perché “tutto” in Natura è perfetto ed opportuno
Ciò porta a considerare che il Moto Perpetuo sia, non solo possibile, ma anche necessario, disegnando "solo" ed esclusivamente un grande ciclo esterno ad altri cerchi più piccoli; disegnando delle onde di probabilità che si miscelano a cascata l’una con l’altra, dando luogo alla Vita ed alle sue vicissitudini elaborate dal pensiero che osserva.

Infatti tutto ciò necessita di un “pensiero” esterno che autorizza il funzionamento: il pensiero del Creatore.

Negli studi, portati alla luce da David Wilcock in “The divine Cosmos”, possiamo leggere delle scoperte illuminanti del fisico russo Kozyrev, relative ad esempio alle forze torsionali che caratterizzano ogni “moto” dello scibile:

L’intensa vita di Kozyrev attraversò una fase sfortunata e difficile nel 1936, quando fu arrestato a causa della leggi repressive di Josef Stalin; subito dopo, nel 1937, iniziò un tormentoso periodo di 11 anni durante i quali conobbe tutti gli orrori di un campo di concentramento. Anche senza equipaggiamento scientifico, durante questo periodo gli fu data la più brutale delle iniziazioni nel campo della conoscenza nascosta. Per una mente illuminata, una serie di terribili difficoltà può anche bruciare qualsiasi desiderio di gratificazione dal mondo materiale, rimuovendo la resistenza verso la più alta consapevolezza, cosicché viene prodotto uno stato di illuminazione nel quale la verità universale viene immediatamente riconosciuta e assimilata. In questo stato, egli meditò profondamente sui misteri dell’Universo, prestando attenzione a tutte le strutture esistenti nella vita, in cui così tanti differenti organismi manifestano segni di asimmetria e/o sviluppo a spirale.
Kozyrev sapeva che, a metà dell’Ottocento, Louis Pasteur aveva scoperto che il blocco di vita in formazione noto come “protoplasma” era intrinsecamente non simmetrico, e che le colonie di microbi crescevano in una struttura a spirale. Queste proporzioni in espansione soggiacevano anche alla struttura di piante, insetti, animali e uomini, così come avevano scritto molti fra gli appartenenti all’antica tradizione di Misteri Atlantidei a proposito della “geometria sacra”, come la forma a spirale nota come Fibonacci, Sezione Aurea, o spirale “phi”…
La sua “conoscenza diretta” lo informò che questa energia a spirale era, in effetti, la vera natura e manifestazione del “tempo”. Naturalmente, egli trovò che la nozione di “tempo” che possediamo doveva essere qualcosa di più che un semplice calcolo di durata. Kozyrev ci spinge a tentare di trovare una causa per il tempo, qualcosa di tangibile ed identificabile nell’Universo che noi possiamo associare al tempo. Dopo averci pensato per un po’, possiamo concludere che il tempo non è nient’altro che un movimento a spirale. Sappiamo che stiamo tracciando un complesso modello di spirale attraverso lo spazio grazie ai modelli orbitali della Terra e del Sistema Solare.
Fonte: The Divine Cosmos di David Wilcock
 
Tempo e moto a spirale. Tempo come risultato dei grandi movimenti a spirale del Cosmo. Osserviamo il movimento a spirale delle Galassie. Al loro interno ogni “cosa” deve portare impressa la “memoria” del movimento più grande esterno. Nel piccolo ma ancora osservabile, notiamo come cadano dagli alberi i semi di acero: i famosi “elicotteri”. La traccia del grande movimento a spirale è un moto torsionale che avvolge ogni “corpo” piccolo o grande; notiamo le forme di cicloni o vortici d’acqua ad esempio o di come scenda l’acqua svuotando un lavandino. Quando si legge della quinta dimensione, si trovano sempre descrizioni del moto direzionale dell’energia che vi scorre; tale direzione è di tipo, appunto, a spirale.

Ci sarebbe così tanto da dire…

Uno dei pochi sguardi che Kozyrev ricevette dai media occidentali in merito ai suoi concetti è rappresentato da un capitolo del libro pionieristico di Sheila Ostrander e Lynn Schroeder intitolato Psychic Discoveries Behind the Iron Curtain , che ha ottenuto grande successo in tutto il mondo, ed è tuttora in ristampa con il titolo  abbreviato Psychic Discoveries. Molte delle precedenti informazioni biografiche su Kozyrev provengono da questa fonte. Nel capitolo 13, intitolato Tempo: una nuova frontiera per la mente, l’autore spiega che anche negli anni ’60, Kozyrev aveva un  aspetto abbronzato e atletico e dava “l’impressione di grande calma e qualità spirituale.” Essi affermano anche:
 
Per reputazione e lavoro, si tratta del più importante scienziato che abbiamo incontrato. Egli sta cercando di sviscerare una nuova visione del mondo, una nuova cosmogonia. Nella nuova concezione di Kozyrev, gli accadimenti psichici dovrebbero cominciare in un luogo. Il punto di vista ufficiale della scienza è invece che essi non dovrebbero esistere a lungo, come se si trattasse di qualcosa che va al di là del sistema, qualcosa che deve essere negata per proteggere il sistema.
 
Ebbene, se sostituiamo alla parola “Sistema” il termine “Antisistema” comprendiamo meglio come, ancora una volta, siamo alle prese con le stesse forze da sempre descritte in questo Blog: le forze del Divide et Impera dell’Antisistema. 

Perché dobbiamo sostituire il termine Sistema con la sua negazione? Perché noi viviamo in una dimensione rovesciata e, per capirlo, basti osservare come vanno le cose nel mondo. Non ci vuole troppo a capirlo no? Osserviamo chi ha le redini del comando in ogni Stato della Terra. Anche questo è un aspetto già ampiamente descritto in svariati articoli di SacroProfanoSacro

La “corsa” all’impossessamento della terminologia contenuta in una lingua è “cosa” primaria per poter diffondere una eggregora planetaria. Se io utilizzo per primo il termine Sistema e lo caratterizzo e identifico con questa situazione relativa al presente, chi vorrà "dire la sua" dovrà usare per forza la sua negazione per identificarsi ma, facendo ciò, egli si colorerà delle forze d’opposizione che andranno addirittura ad energizzare ciò che si vuole “combattere”. È sempre andata così nel corso del tempo misurato dall’uomo nella sua ultima fase. 

Occorre smettere di combattere un “modello” ma solo portarlo all’evidente osservazione della massa; sarà la massa stessa a capire l’entità energetica del modello in cui si è inseriti, ma solo compiendo un lavoro di espansione di se stessi oltre le dimensioni energetiche del modello.

Ecco cosa mi porta a considerare il sogno di questa notte:
  • ogni moto ha una componente direzionale di torsione che deriva dai movimenti a spirale più grandi
  • queste componenti torsionali autorizzano a ritenere necessari modelli di Moto Perpetuo, al fine di completare l’opera di “discesa e salita”, spingendo sulle "ruote dentate" dei cicli più piccoli
  • i fenomeni a spirale sul tipo della “vite senza fine” riscoperta da Leonardo e delle molle, da lui ampiamente utilizzate, dovrebbero portare l’amico Taddei a decifrare con ancora maggiore impeto le digitalizzazioni meravigliose ad alta definzione delle tavole Leonardesche. Sono certo che lì dentro, sparse ad arte, ci sono le componenti di una macchina per il Moto Perpetuo, scoperta ma non pubblicizzata al tempo, per evidenti motivi di “sicurezza “personale
  • il simbolo dell’infinito, l’otto rovesciato, la lemniscata, è un “gesto moltiplicatore, un motore, un acceleratore diretto del ritmo circolatorio del prana… nell’insegnamento iniziatico di base dispensato dai sacerdoti, la lemniscata veniva descritta come una rappresentazione del motore cosmico del Grande Universo, costituito da due movimenti, uno di radunamento e uno di dispersione o dissolvimento. Un’inspirazione seguita da un’espirazione” – da “Così curavano” di D.M.Givaudan
  • il concetto di nastro di Möbius: le superfici ordinarie, intese come le superfici che nella vita quotidiana siamo abituati ad osservare, hanno sempre due "lati" (o meglio, facce), per cui è sempre possibile percorrere idealmente uno dei due lati senza mai raggiungere il secondo, salvo attraversando una possibile linea di demarcazione costituita da uno spigolo (chiamata "bordo"): si pensi ad esempio alla sfera, al toro, o al cilindro. Per queste superfici è possibile stabilire convenzionalmente un lato "superiore" o "inferiore", oppure "interno" o "esterno". Nel caso del nastro di Möbius, invece, tale principio viene a mancare: esiste un solo lato e un solo bordo. Dopo aver percorso un giro, ci si trova dalla parte opposta. Solo dopo averne percorsi due ci ritroviamo sul lato iniziale. Quindi per esempio una formica potrebbe passare da una superficie a quella "dietro", senza attraversare il nastro e senza saltare il bordo, semplicemente camminando abbastanza lontano. Un nastro di Möbius può essere facilmente realizzato partendo da una striscia rettangolare ed unendone i lati corti dopo aver impresso ad uno di essi mezzo giro di torsione, pari a 180°. A questo punto se si percorre il nastro con una matita, partendo da un punto casuale, si noterà che la traccia si snoda sull'intera superficie del nastro che è quindi unica. Fonte: Wikipedia
Esco dall'indentazione! Tale concetto esprime la negazione del Sistema, infatti al Sistema viene impresso un movimento torsionale di 180 gradi che lo ribalta, dando luogo all’Antisistema in cui ci troviamo, per evidenti motivi evolutivi.

Il nastro di Möbius cosa riporta stilizzato entro di sé? Due figure circolari sovrapposte e sfasate tra loro di 180 gradi: il simbolo dell’infinito sovrapposto! 

La sua forma a circuito chiuso che ritrova se stessa procedendo sempre nella medesima direzione autorizza nuovamente a pensare al Moto Perpetuo, all’andare sempre avanti per ritrovare se stessi, non al punto di partenza ma per una nuova partenza proprio come succede nel “meccanismo” di reincarnazione.

Il frattale in Natura, che non nega il concetto espresso tramite il nastro di
Möbius ma lo integra, è espresso da come gli esperti navigatori del Nilo, riuscivano e riescono a muovere controcorrente la propria imbarcazione, spostandosi lungo la riva

Ciò significa che il fiume energetico del tutto, contiene nella propria dimensione la modalità di percorrenza biunivoca. Basta solo sapere dove andare e come muoversi. Le forme prive di angoli fanno scorrere l’energia, mentre al contrario le forme con angoli la imbrigliano. Per questo la dimensione duale nella quale siamo stati per moltissimo tempo, è tanto difficile da comprendere vivendoci senza consapevolezza. Era opportuno “soggiornarvi” perché nella dualità c’è la spinta per “andare avanti”, piegando l’energia imbrigliata nelle forme e direzionandola verso i “circoli” dei grandi movimenti a spirale, proprio come una canna da fucile o da cannone dove il proiettile siamo noi.

Proprio come nel Nilo, anche nel fiume elettromagnetico della Matrice esiste la possibilità di “risalita”… perché tutto descrive un Moto Perpetuo.

Dobbiamo ricordare anche l’effetto Coriolis:

In fisica, la forza di Coriolis è una forza apparente, a cui risulta soggetto un corpo quando si osserva il suo moto da un sistema di riferimento che sia in moto circolare rispetto a un sistema di riferimento inerziale.
Descritta per la prima volta in maniera dettagliata dal fisico francese Gaspard Gustave de Coriolis nel 1835, la forza di Coriolis dipende, anche come direzione, dalla velocità del corpo rispetto al sistema di riferimento rotante. È alla base della formazione dei sistemi ciclonici o anticiclonici nell'atmosfera e ha effetti non trascurabili in tutti i casi in cui un corpo sulla Terra si muova ad alta velocità su lunghi percorsi, come per esempio nel caso di proiettili o di missili a lunga gittata.
L'animazione a destra è una rappresentazione schematica dell'effetto Coriolis, in cui un oggetto si muove rispetto ad un disco rotante senza che vi sia attrito tra le due parti. In assenza di forze esterne, il corpo si muoverà di moto rettilineo uniforme, se osservato da un sistema di riferimento inerziale, svincolato dal disco; se osservato da un sistema di riferimento solidale con il disco in rotazione, invece, sembrerà percorrere una traiettoria curva. In questo secondo caso, l'osservatore concluderà che sull'oggetto agisce una forza. L'effetto è lo stesso che si produrrebbe con l'applicazione di una forza trasversale alla direzione del moto, per questo motivo si parla di forza di Coriolis. Si tratta di una "forza apparente", poiché dipendente unicamente dal moto dell'osservatore rispetto al riferimento inerziale, e non dall'azione di qualche altro oggetto o di un campo di forze.
Fonte: Wikipedia

Da non perdere la rappresentazione grafica di questo effetto, cliccando sul link di Wikipedia sopra riportato.     
E ancora, anche Albert Einstein dice la sua:

Il 29 maggio 1919 Albert Einstein apparentemente provò “che noi viviamo in uno spazio tempo curvato quadridimensionale”, in cui spazio e tempo sono due entità unite insieme come fossero una “fabbrica”. Egli riteneva che un oggetto come la Terra, ruotante nello spazio, “dovrebbe trascinare insieme ad essa spazio e tempo...”; ancora, riteneva che questa “fabbrica di spaziotempo” curvasse interiormente attorno a un corpo planetario. Così, egli affermava:
la gravità non è affatto una forza misteriosa che agisce a distanza, bensì [piuttosto si tratta del] risultato di un oggetto che cerca di camminare in linea retta attraverso una spazio che risulta curvato dalla presenza di corpi materiali.
 
Fonte: The Divine Cosmos di David Wilcock
 
Riuscite a comprendere che “tutto” parla una stessa lingua? Comprendere il significato è una questione di intendere e volere, ma è chiaro che il linguaggio è Uno.

Ecco un altro esempio:

Nel 1913, il fisico Eli Cartan dimostrò per primo che la “fabbrica” (flusso) di spazio e tempo nella teoria della relatività generale di Einstein non solo “curvava”, ma possedeva in sé stessa anche un movimento di rotazione o spiraliforme conosciuto come “torsione”. Questa parte della fisica viene collegata esplicitamente alla Teoria Einstein-Cartan, o ECT. La teoria di Cartan da principio non venne presa troppo sul serio, poiché venne fuori prima dell’epoca della fisica quantistica, durante un periodo in cui si credeva che particelle elementari come gli elettroni rotassero o girassero intorno al nucleo. La maggior parte delle persone non sa che oggi viene generalmente accettato che lo spazio che circonda la Terra e probabilmente l’intera Galassia possiede una rotazione destrorsa, il che significa che l’energia sarà influenzata a girare in senso orario come se viaggiasse attraverso il vacuum fisico. Nel 1990, gli studiosi russi dottori Akimov e Shipov scrivevano:
Per la precisione, i riferimenti contenuti nelle pubblicazioni di tutto il mondo ai campi torsionali ammontano a 10.000 articoli, appartenenti a circa un centinaio di autori. Di questi, almeno la metà lavora in Russia.
 
Fonte: The Divine Cosmos di David Wilcock
 
Ogni atomo è un generatore di torsione…
Il lavoro di Kozyrev e altri ci ha mostrato che tutta la materia imbriglia onde di torsione per sostenere la propria esistenza. Nei due ultimi capitoli abbiamo visto che un atomo è in realtà un vortice di energia eterica, dove le nuvole di elettroni a carica negativa premono verso il nucleo interno a carica positiva secondo l’effetto Biefield-Brown. Abbiamo anche visto che la geometria è un fattore importante nel regno quantico, dato che rappresenta la forma naturale che la vibrazione crea nella materia fluida. Queste vibrazioni eteriche che avvengono naturalmente spingeranno gli atomi, quando rilasciati da un becco molto sottile, ad unirsi in microcluster geometricamente perfetti, che agiscono a loro volta come un grande atomo. Queste vibrazioni sono anche responsabili della formazione dei quasi-cristalli, dove una lega metallica rapidamente raffreddata si forma in una struttura geometrica che non può essere creata da singole “particelle atomiche”, ma solo da quegli atomi che si mescolano insieme in un intero più grande.

 Fonte: The Divine Cosmos di David Wilcock

Oggetti che distorcono la geometria del vuoto fisico. Come indica Nasonov, “Ogni oggetto che ha una certa geometria di superficie genererà simultaneamente campi di torsione destra e sinistra con una certa configurazione a seconda della geometria dell’oggetto". Questo fatto può essere rilevato da vari tipi di indicatori fisici, chimici e biologici. Da molti ricercatori di differenti paesi sono stati ripetutamente osservati insoliti effetti dimostrati da piramidi, coni, cilindri, triangoli piani ecc,… Ci riferiremo a questi oggetti dalla forma speciale come a “generatori passivi di torsione”.
Fonte: The Divine Cosmos di David Wilcock
  
Il materiale si spreca e per non “impazzire” chiudo qua per oggi:
  
In questo capitolo, inizieremo anche a sentire il peso dell’evidenza che suggerisce che l’assorbimento di energia eterica è in realtà l’ingrediente più importante nella salute di un organismo, e che i processi convenzionali di respirazione, ingestione, ed esposizione al sole sono solo parte del puzzle: forse importante solo per il grado in cui ogni processo è in grado di rinnovare continuamente la nostra scorta di energia eterica.
Fonte: The Divine Cosmos di David Wilcock
  
Forme, colori, dimensioni, materiale, etc. identificano capacità diverse di imbrigliare l’energia che pervade ogni molecola della Creazione. Noi siamo, allo stato attuale, come il classico legnetto nel fiume tumultuoso: in balia di ogni moto direzionale della corrente, perché siamo stati convinti che tutto sia “fermo” e, per questo, ci siamo fermati nel bel mezzo di una “autostrada” super trafficata.

Ma, come capiremo, tutto ciò doveva essere provato, proprio come succede a Shrek, nella sua ultima avventura, nella quale perde “tutto” per infine ritrovarlo ma in una situazione personale diametralmente diversa, ossia trasmutata dall’esperienza del “male” che intrinsecamente possiede la chiave, la via per tornare a “casa”. È facile osservare come la Legge d’Attrazione magnetizzi verso di sé le situazioni anche meno desiderabili, se in realtà queste situazioni hanno risonanza, empatia con il nostro stato intimo inconscio. Shrek è proprio in quella condizione all’inizio dello “spettacolo” e il campo esistenziale di Tremotino, il principio del Male, entra in connessione con la sua sfera.

È questa la modalità con la quale una condizione d’inerzia attira a sé una condizione di moto. 

Una volta direzionati, sparati nelle dimensioni parallele, il gioco si fa “duro” e da quella posizione si inizia a “remare” per muoversi; come abbiamo visto abbiamo due possibilità:
  • andare sempre avanti (nastro di Mobius)
  • tornare indietro (navigatori controcorrente del Nilo)
Ma entrambe le direzioni conducono sempre verso lo stesso “luogo di raccolta” o punto di partenza, ma con peso specifico mutato.

Quando Shrek, alla fine, conclude felicemente la sua disavventura, ha un moto di “Hoooooooooo”, lasciandosi finalmente andare, recuperando se stesso in tempo contro la corsa della Clessidra.

Quello stato di estremo "rilassamento" finale è ciò a cui più ambisco nella mia Vita: il sapore di “casa”…
 
  

sabato 28 agosto 2010

Magia e onde di forma.





Tutto è animato e vivente, ogni fenomeno, per analogia, esprime la manifestazione di un piano spirituale nel piano fisico. L'analogia è applicata alla posizione degli astri, al simbolismo del colore, alle forme geometriche (ad esempio la figura geometrica della piramide), alle caratteristiche degli animali (zoolatria) e così via ad ogni espressione della vita”.
Fonte: Wikipedia

Cosa s’intende per “magia”?

“Nella cultura occidentale il termine "magia" richiama immediatamente qualcosa di misterioso, occulto, ai limiti della legalità. Ma le origini storiche e l'impiego della magia nelle società antiche partono da basi molto diverse:  storicamente il termine risale ai primi contatti tra il mondo greco e quello persiano; inizialmente la parola greca magos indicava l'appartenente a una casta di sacerdoti persiani; successivamente il greco magheia e il latino magia designarono le pratiche rituali dei Caldei che si erano diffuse tra le classi meno colte della popolazione ed estranee al culto ufficiale dello stato, per estendersi poi a tutta una serie di culti, inclusa la religione cristiana, vietati dalla legge romana.
Con l'avvento del cristianesimo e la sua trasformazione in religione di stato, i cristiani da perseguitati cultori di magia divennero persecutori di essa, e la magia iniziò ad assumere quel significato essenzialmente negativo che le rimane ancora oggi.
Nell'Antico Egitto la magia possiede un valore ed una importanza molto rilevanti, al punto che il termine egizio della magia, Heka, era anche il nome della divinità che la personificava, e il suo potere era grandissimo”.
Fonte: www.simmetria.org
 
Come rendersi conto che, dunque, viviamo in un piano "magico"? Che tutto è magia? Che tutto è illusione dei sensi o un incantesimo che facciamo all’energia, plasmandola in forme materiali? Dobbiamo capire che il termine illusione, in questa modalità, intende una solida realtà che non coincide però con l’unica forma che può sostenere. Insomma siamo abituati a pensare ad una illusione come ad un qualcosa di etereo, che si dissolve se lo tocchiamo e invece non è così

La realtà è illusoria perché rappresenta uno degli aspetti che può “esprimere” la combinazione energetica ad opera nostra. 

La realtà è illusoria ma estremamente tangibile, dove persino San Tommaso, toccandola con mano, non avrebbe nulla da ridire. Eppure la realtà percepita esprime una sorta di momentum incrociato tra il nostro punto prospettico e ciò che desideriamo esperimentare, ossia quel “famoso” terzo stato quantico della materia, diretta funzione della fusione e fissione delle onde di perfezione e imperfezione che ammantano ogni “respiro” della creazione.

Noi afferriamo la realtà solitamente soltanto attraverso i nostri limitati cinque sensi ma, se potessimo vedere realmente come stanno le cose, non avremmo una visione così “solida” del mondo che ci circonda, e lo percepiremmo piuttosto come un insieme di puntini… Per provare ad immaginarlo in questo modo, possiamo pensare al Puntinismo, una corrente pittorica piuttosto singolare che nacque in Francia attorno al 1880.
I pittori disponevano direttamente le tinte sulla tela in piccoli puntini, eliminando del tutto la fase del disegno a matita, e componendolo direttamente con il colore.
I puntini percepiti dall’occhio come valori tonali differenti, erano destinati a fondersi tra loro per ottenere il disegno prestabilito, del quale però non si aveva un definito contorno. Se si osservano questi quadri stando loro molto vicino, non si riesce a cogliere totalmente la bellezza del disegno, cosa che riesce facile invece allontanandosi dal dipinto.
Ecco, se riuscissimo a comprendere la realtà in questo modo, ne avremmo automaticamente anche la visione magica… Se abbiamo dunque fiducia nella realtà sottile, di cui questo mondo materiale altro non è che una proiezione, allora siamo pronti per ottenere qualunque cosa”.
Fonte: Magia radionica di D. Dellepiane
 
La nostra “magia” personale funziona a livello sottile e, per così dire, in maniera automatica o inconscia. Ricordiamo sempre gli esiti finali degli studi del Dottor Couè, secondo il quale la volontà non può mai avere la meglio sull’immaginazione, intesa come capacità legate all’inconscio. Per questo motivo siamo stati “conquistati” dalle pratiche dell’Antisistema; perché questa energia di controllo totale ha “scritto” direttamente nel nostro inconscio, ciò che voleva che noi ”disegnassimo” per lui, ossia questo piano della realtà.

Ecco perché non siamo "felici"; ecco perché anche coloro che hanno denaro e potere non sono felici. Il frattale che dimostra questa mia certezza è una delle malattie dominanti di questo arco temporale, ossia il cancro: la sua comparsa è l’estremo tentativo del corpo umano, rappresentato dalle funzioni cerebrali, di fare “comprendere” al nostro punto prospettico, al nostro Ego, al nostro Io, che non stiamo conducendo una Vita in armonia ed in equilibrio. Quando una malattia si sviluppa in un personaggio famoso che ha “tutto”, deve fare capire a tutti gli altri che quel “tutto” non è sufficiente e non collima con i propositi animici. Ossia non è con l’identificazione nel successo e nel denaro e nel potere sugli altri che la persona realizza se stessa. Almeno non è sempre così! A parte alcuni casi di “interpretazione” necessaria al fine di realizzare un certo tipo di “esperienza”, anche se ciò rimane sempre circoscritto in un ambito di osservazione superiore, sottile. 

La collettività ha saputo della Legge d’attrazione? Bene! Nella sua prima fase, tutti coloro che ci credono, tenteranno di usarla per fini egoici, per fare denaro e, dunque, per allontanarsi ancora di più da se stessi. Ma è solo un primo, debole e necessario passo sulla via della “comprensione”.

“L’espressione – Onde di Forma – fu ideata dai radiestesisti Chaumery e De Bèlizal: secondo la loro teoria esistono onde d’origine sconosciuta ed invisibili all’occhio umano, impossibili da situare con chiarezza nella scala elettromagnetica dello spettro. Ma, al pari delle vibrazioni elettromagnetiche, esse ci investono ed attraversano le fibre del nostro corpo senza che noi ne abbiamo coscienza.
 
Cosa genera, dunque, questo particolare tipo di onde?
 
Ricordiamoci che tutto ciò che ha una forma libera dell’energia, emette delle vibrazioni che agiscono su di noi, nel bene o nel male, sia sul piano fisico sia psicologico. Tutte le forme, quindi, siano esse bidimensionali (disegni, foto, etc.) o tridimensionali (oggetti, mobili, costruzioni, etc.) emettono queste onde…
È comprensibile, dunque, come queste emanazioni – dette onde – possano essere localizzate dentro altre forme, ad esempio lo spettacolo che genera l’onda di forma dello spavento e le sue manifestazioni fisiche ed emozionali”.
Fonte: Magia radionica di D. Dellepiane
 
Infatti possiamo leggere direttamente dal sapere di Marco Zamperini queste bellissime scoperte:

Collettori di energia sottile: piramidi, cerchi, triangoli, cilindri ed altro sono pompe di energia sottile. Da sempre, l’uomo sa che certe forme, certe figure sembrano condurre energie sottili, sono cioè dei collettori… Preferisco chiamarli collettori, perché aspirano energia sottile da una parte e la spingono dall’altra”.
Fonte: Terapia della casa di Roberto Zamperini
 
Tutto ciò fa comprendere come noi tutti siamo “esposti” ad un oceano di onde, radiazioni, effetti invisibili che, comunque, hanno effetti diretti sulla nostra salute e condizione esistenziale. Prossimamente mi concentrerò sul significato delle grandi costruzioni che conosciamo con il nome di Piramidi; forme di costruzione che esistono praticamente in tutto il mondo. La loro funzione sottile “serve” ad un determinato “scopo” e chi le ha costruite, ovviamente, era detentore di una conoscenza che ha tenuto rigorosamente segreta.  

Si legge di tutto sulla loro origine e funzione, ma sono certo che l’onda di forma creata racchiude il vero significato della loro presenza in determinati punti geografici della Terra

Onda di forma e focus di energia al suo interno, posizione e precise dimensioni e orientamento. Le grandi Piramidi sono un ricettacolo di sapienza stratificata, come in un libro da sfogliare meravigliandosi pagina dopo pagina.

 

venerdì 27 agosto 2010

Le "ragioni" del fuoco.




Aprendo la home page di Yahoo, questa mattina, mi sono imbattuto in questa notizia con tanto di video:

Le immagini del tornado di fuoco del Brasile "Aracatuba, 25 agosto - Un tornado che si trasforma in una colonna di fuoco con fiamme alte fino a 200 metri. E' lo spettacolo, terribile ma unico al tempo stesso, al quale hanno assistito alcune persone".
Video link

È davvero impressionante ciò che, molto velocemente, si vede. E il pensiero corre subito alle testimonianze raccolte nella Bibbia, a proposito di “colonne di fuoco” di origine divina, come in questo caso:


Esodo 13:21-22 Fascio di fuoco nella notte [21]Il Signore marciava alla loro testa di giorno con una colonna di nube, per guidarli sulla via da percorrere, e di notte con una colonna di fuoco per far loro luce, cosí che potessero viaggiare giorno e notte. [22]Di giorno la colonna di nube non si ritirava mai dalla vista del popolo, né la colonna di fuoco durante la notte. Fonte: www.bibleview.org

La nostra impressionabilità è scritta “dentro”, in profondità; in maniera ancestrale il passato, o l’illusione di un certo passato, si è impressa, radicata, dentro di noi. E immagini più “forti” del consueto riportano “fuori” le emozioni della paura. Certo che è paura! Bisogna ammetterlo perché se fossimo stati presenti personalmente, quella colonna di fuoco alta duecento metri, avrebbe scatenato brividi lungo tutto il corpo.

Il fuoco è un messaggero, un ponte tra noi e un mondo divenuto arcano, primitivo, solido, che narra della nostra “forgiatura” o, chissà, delle nostre paure legate alle visioni tremende create durante l’epoca buia dell’oscurantismo religioso.


Tutto è nato dal fuoco. Il Sole stesso è una "palla" di fuoco. Persino le condizioni iniziali vigenti nel nascente Universo erano legate a temperature pressoché infinite. Dal fuoco si forma la Vita. Nel fuoco si completano le trasformazioni necessarie a mutare gli eventi.

La cenere che rimane come prodotto o sintesi del fuoco è il principio della chiusura e della rinascita potenziale, purificata da tutto ciò che rappresentava in precedenza, avendo perso la condizione di “massa”, da cui era ammantata nella sua “Vita” precedente.


Questo filo del discorso mi riporta alla mente il concetto cardine del film “21 grammi” con Sean Penn, ossia:


"21 grammi è il peso che si perde quando si muore, il peso portato da chi sopravvive. Quanto pesano 21 grammi? 21 grammi. E' tutta qui la differenza tra la vita e la morte? Quante vite, quante possibilità abbiamo a disposizione? E cosa significa morire? E' un cinema fatto di domande, quello del regista messicano Inarritu".
Fonte: www.cinemovie.info

21 grammi sarebbe dunque il peso dell’Anima? O comunque di una certa "energia" che lascia il corpo fisico. La nostra struttura sottile è costituita da vari corpi energetici interconnessi come una Matrioska.

Il significato “esoterico” della Matrioska è da non sottovalutare
; essa non è solo un giocattolo ma anche un ricettacolo di saggezza fissato nelle sembianze di un giocattolo o di un souvenir della Russia.


La prima bambola di legno composta da otto pezzi venne costruita ai primi del Novecento dal mastro Vasiliy Zvezdochkin e colorata dall'illustratore di libri per l'infanzia Maliutin, profondo conoscitore dell'arte popolare dei villaggi russi, il quale rappresentò la bambola con il vestito tradizionale locale, chiamandola Matrena (dal latino mater, madre). Si può considerare, quindi, che Matrioska sia un diminutivo di Matrena e che rappresenti simbolicamente la figura materna e la generosità ad essa correlata, in cui si identifica spesso - anche nella cultura occidentale - nella fertilità della terra. Le otto piccole bambole che componevano la prima matrioska rappresentavano, in ordine di grandezza, una madre, una ragazza, un ragazzo, una bambina ecc., fino all'ultima figura, quella di un neonato in fasce”.
Fonte: Wikipedia


Una Matrioska rappresenta la “generosità” di un animo femminile, il concetto della madre ed allo stesso tempo di tutto ciò che rappresenta quell’Universo variegato. Ma va anche oltre, in quanto incarna il “modello” delle personalità contenute in noi, nel nostro passato anche archetipico, della nostra ricchezza e complessità, della nostra psicologia, etc. sino a giungere al livello “seme” del neonato o, secondo me, a livello di “atomo permanente”.

“Sopravvenendo la morte, l’involucro atomico, accompagnato dal prana, si distacca dalla materia fisica densa e si ritira nel cuore, intorno all’atomo permanente. L’atomo permanente, l’involucro ed il prana s’innalzano allora lungo il Soushoumna-nadi secondario, raggiungono il terzo ventricolo del cervello, poi il punto di congiunzione tra la sutura parietale e quella occipitale, ed infine abbandonano il corpo. L’involucro atomico continua ad avvolgere l’atomo permanente fisico nel corpo causale, in attesa del giorno in cui dovrà essere formato un nuovo corpo fisico”.
Fonte: “Il doppio eterico” di A.Powell

Può essere questo “movimento” di energia che esce dal corpo fisico la ragione della mancanza di quei 21 grammi all’atto della morte? Perché no! Torniamo al discorso iniziale relativo al fuoco e leggiamo cosa riporta, ancora Powell:

Uno dei grandi vantaggi della cremazione è dato dal fatto che la distruzione del corpo denso toglie tutto in una volta al corpo eterico il suo centro di attrazione e ne assicura una rapida decomposizione… Se un uomo è tanto insensato da aggrapparsi alla Vita fisica ed anche al suo cadavere, la conservazione del cadavere, sia per seppellimento sia perché imbalsamato, costituisce per lui una grande tentazione e facilita i suoi deplorevoli intenti. La cremazione impedisce qualsiasi tentativo di anormale ricomposizione dei principi, sia pur parziale e temporanea. Inoltre, in certe forme ripugnanti di magia nera, fortunatamente rare almeno in occidente, si fa uso del corpo fisico in via di decomposizione; il corpo eterico di una persona morta può essere adoperato in infiniti modi. Tutte queste possibilità vengono evitate con la pratica igienica della cremazione. È assolutamente impossibile che il defunto senta l’azione del fuoco sul corpo abbandonato, perché – se la morte è effettiva – la materia astrale e quella eterica sono completamente staccate dal corpo fisico”.

Ecco perché gli "antichi" usavano bruciare i loro morti
. Essi sapevano “certe cose”. La cremazione è un atto di “pulizia” totale e un atto di estremo rispetto verso colui che ha abbandonato il corpo fisico.

C’è una scena, tra le tante, nell’ultima versione del “Canto di Natale” della Disney con Jim Carrey, che lascia senza fiato, essendo anche in versione 3D; ossia quando Ebenezer Scrooge guarda fuori dalla finestra e riesce a vedere, a distinguere, tutta la “materia" eterica, evidentemente ancora agganciata ai propri corpi che “riposano” nei cimiteri.

Tale “materia eterica” volteggia nell’aria, soffrendo per tutto ciò che ha fatto in Vita, smarrita, senza via di uscita da un “labirinto” costituito dal proprio passato, dalle proprie "colpe", dal proprio adattamento ad un “Antisistema” che li ha saputi modellare a proprio piacimento. Una scena davvero da brividi.

In quel film è contenuta una frase davvero sorprendente indirizzata verso la religione “imperante”. Sapete a quale frase alludo? Ve ne siete accorti durante la visione al cinema o nella vostra comoda dimensione domestica?

L’ignoranza che ci ha “avvolti” ha portato alla ideazione ed alla costruzione dei cimiteri, oggi un grande business da cavalcare anche dopo decine di anni dalla morte di una persona, ad esempio, tramite il venir meno della concessione, pagata profumatamente, relativa al “diritto” del corpo di rimanere sepolto nel luogo designato dai figli, parenti, secondo testamento, etc.

Insomma si continua a venerare il corpo, a identificare il proprio "caro" con ciò che è stato sotterrato nel cimitero.

L’atto della cremazione è definito potenzialmente "pericoloso" e, dunque, da assoggettare a leggi e decreti vari. Quando il Foscolo scrisse “I sepolcri” mise in luce l’editto napoleonico relativo alla “normalizzazione” delle sepolture, alla cui base c’erano evidenti ragioni di carattere igienico:

“I Sepolcri, o come lo intitolò il Foscolo, Dei Sepolcri è un carme composto da 295 versi endecasillabi sciolti, scritto tra il giugno e il settembre del 1806, pubblicato nel 1807 a Brescia. Nel 1804, il decreto napoleonico di Saint-Cloud aveva ordinato, per motivi igienici, la sepoltura dei morti al di fuori dalle mura cittadine in cimiteri costruiti appositamente e che avessero una tomba comune per tutti. Il poeta, di ritorno dal soggiorno nelle Fiandre, aveva discusso dell'argomento con l'amica Isabella Teotochi Albrizzi e soprattutto con Ippolito Pindemonte, che stava scrivendo il poemetto dal titolo I Cimiteri, per riaffermare il senso del culto cristiano… L'opera di Foscolo presenta un intento nuovo, rivolto soprattutto ad esaltarne la funzione civile”.

Fonte: Wikipedia

Perché la cremazione è stata abbandonata, soprattutto laddove è giunto il Cristianesimo?

“La cremazione è la pratica di ridurre, tramite il fuoco, un cadavere nei suoi elementi base (gas e frammenti ossei). Si tratta di una pratica molto antica: in Asia tale consuetudine si è mantenuta pressoché inalterata da millenni (si pensi all'India). Alcune culture antiche hanno creduto che il fuoco fosse un agente di purificazione e che la cremazione illuminasse il passaggio dei defunti in un altro mondo, o che ne impedisse il ritorno tra i vivi. Con la diffusione del Cristianesimo, la pratica della cremazione nell'impero romano decadde a favore della sepoltura. Anche se la cremazione non era esplicitamente un tabù fra i cristiani, era guardata con sospetto dalle autorità religiose e, a volte, apertamente osteggiata a causa della sua origine pagana greco-romana e per la preoccupazione che potesse interferire con la resurrezione del corpo e la sua riunione con l'anima. Un altro motivo più pratico del declino delle cremazioni fu quello della crescente penuria di legname alla fine dell'Impero Romano, materiale ovviamente indispensabile per la combustione dei cadaveri”.
Fonte: Wikipedia

Come possiamo notare ci sono sempre ragioni apparenti e non apparenti di vario tipo:
  • civili e di convivenza e, dunque, legate all’igiene
  • religiose e “umane” e, dunque, nel “rispetto” del defunto
  • pratiche e necessarie e, dunque, relative allo scarseggiare del legno per le pire funerarie
  • sottili e nascoste e, dunque, per complicare il percorso post mortem delle energie animiche in fase di rilascio del corpo fisico e relativo aggancio delle componenti eteriche alla dimensione densa, tramite la sepoltura
Sono infinite le vie che l’Antisistema conosce per mantenerci il più possibile legati a lui. È solo con una comprensione “superiore” che si può inquadrare certe antiche pratiche e la loro funzione e valenza “nascosta”.

La paura delle fiamme dell’Inferno ha allontanato l’uomo “moderno” persino dalle fiamme purificatrici della cremazione.